My birthday interview

Alla mia Arya, oggi per il tuo diciannovesimo compleanno ho scritto ‘sta mezza cosa, non mi uccidere.
Ti voglio bene Aqua.

11 Ottobre 2018

Le elementari, le medie, la scelta della scuola superiore, la scelta dell’università, gli anni dell’università, la laurea.

Tutto per arrivare a dove sono oggi, tutto per arrivare qui.

La saletta non è delle più grandi che io abbia mai usato, anzi è stretta e le due sedie che ci sono, una davanti all’altra, sono particolarmente vicine.

Controllo, per l’ennesima volta, che tutto sia perfetto, dai vestiti al trucco, dalle domande all’alito.

“Mery, pronta?” una voce alle mie spalle mi riporta al presente.

Isa in tutto il suo splendore, lei sa quanto sono agitata, lei sa quanto io tenga a questa intervista.

Lei sa.

“Bugia o verità?” le sorrido impacciata, maledetto il nervosismo e chi lo ha inventato.

“Verità, come sempre” il suo sorriso mi rasserena un po’, è sempre così, da anni ormai.

“Ho un’ansia terrificante.”

In cambio di questa dichiarazione ricevo un sorriso da mamma, quelli rassicuranti, quelli che puoi ricevere solo da qualcuno di cui ti fidi.

“Ricordi quando eravamo piccole? A danza?” io annuisco “Ricordi di chi straparlavamo sempre? Io ricordo di chi TU straparlavi sempre e ora lo stai per incontrare, quindi sii carina e cordiale e dopo chiedigli un autografo anche per me” il sorriso che ha in questo momento è qualcosa di unico.

Scuto la testa e le sorrido, per fortuna c’è la mia Isa.

“Comunque ero qui per dirti che è arrivato e ha appena finito di firmare gli autografi. Due minuti ed è qui!”

Sgrano gli occhi come non mi era mai capitato di fare in vita mia.

“Ah, Mery, comunque: Auguri! Stai diventando vecchia, già ventiquattro!” mentre va via mi urla queste parole in inglese.

Perché d’un tratto ha cambiato lingua?

Il perché mi si mostra in tutta la sua perfezione esattamente quattro secondi dopo:

Joseph Morgan.

“Hi!” sorride gentile e risponde cordiale al mio saluto mentre ci accomodiamo sulle poltroncine.

“è il tuo compleanno?” mi domanda dopo qualche secondo.

“Sì, ma le domande le dovrei fare io, non tu.” Il sorriso che fa è quello meraviglioso e birichino che usa per interpretare Klaus. “Posso darti del tu, vero?”

Ride. Ha la risata più bella del mondo.

“Certo, comunque io mi ricordo di te”

Penso che il mio viso esprima tutta la mia sorpresa, e dove mi avrebbe visto?

“Scusa?”

“Sì, quattro anni fa, alla convention italiana di The Vampire Diaries a Roma. Tu eri lì e mi hai fatto una domanda!”

Ora tutto mi torna in mente.

“Avrei una domanda per Joseph!” la mia voce era chiara e squillante nel microfono, si voltò verso di me e attese la mia domanda “Porti le lenti a contatto, vero? Non è possibile che i tuoi occhi siano così belli!”

Ero magicamente riuscita a non arrossire, IO.

Mentre lui era arrossito come una ragazzina cui si fanno i primi complimenti.

“No, sono i miei naturali”

“Oh mio Dio! Perché te lo ricordi?”

“Ricordo tutte le domande particolari che mi rivolgono e anche chi me le ha rivolte”

“Come quella volta in Spagna quella ragazzina che ti ha chiesto di sposarlo?”

“Bè, quella non era particolare. Quella era una squilibrata!”

“A proposito di matrimonio, che ne pensi di quello tra i tuoi colleghi Paul e Phoebe?”

L’intervista è ufficialmente iniziata.

E durò non poco.

“Abbiamo concluso!”

“Di già? È stata breve come intervista!” io mi volto per osservare l’orologio appeso alla parete.

“Veramente sono due ore che parliamo”

Anche lui si volta per controllare e scuote la testa divertito.

“Posso offrirti qualcosa? Infondo è colpa mia se hai lavorato il giorno del tuo compleanno!”

“Veramente ci sarebbe una mia-”

“Amica che ora sta andando via. Ha tutta la sera libera, tranquillo! Divertitevi!” Isa è intervenuta prima che declinassi l’invito.

Joseph Morgan non può chiedermi di uscire!

O forse sì?

“Amica che era passata qui per un favore personale. Potresti farmi un autografo? Ti seguo da quando ho quindici anni!”

Joseph la sta osservando, fino a quando una lampadina non gli appare al fianco dei capelli.

“C’eri anche tu!” la mia Isa lo guarda confusa.

“Scusa?”

“Sì, c’eri anche tu alla convention di Roma!”

Isa arrossisce.

Isa arrossisce? Forse c’è qualcosa che non so. E di cui dovrei essere messa al corrente.

Volto lo sguardo da uno all’altra.

“Isa? C’è qualcosa che mi devi dire?” il mio tono è agitato, lo sento e vedo la testa di Isa scattare e voltarsi verso di me.

“Non è quello che pensi!”

La ragazza, saggiamente, inizia a parlare in italiano “C’ho provato con Nate!” sgrano gli occhi “Ricordi, c’era anche lui! Ora vai con il tuo principe azzurro e divertiti!”

Joseph mi guarda mentre Isa scompare.

“Andiamo?”

“Sì, certo!”

Ci allontaniamo a braccetto pronti per divertirci.

Ma questa parte della storia rimarrà per sempre solo tra Jos e me.

Disclaimer: Joseph Morgan non mi appartiene e tutti i fatti sono puramente inventati dalla mia mente malata. (anche perché se mi appartenesse non starei qui a scrivere su di lui).
Io non lo conosco quindi è TUTTO puramente inventato!

Charly’s Corner

Allors Gente come ho scritto all’inizio tutto questo poema è per fare gli auguri alla mia dolce Maria!
Sono certa che ci siano errori madornali quindi se li notate dicetemelo! (francesismo per dire: ditemelo!) GRAZIE A CHIUNQUE RECENSIRA'
E grazie a Maria, per tutto.
Ps: Ovviamente Isa è la sottoscritta. (povero Nate)
Ciao a tutti
Charly_18