Fanfic su artisti musicali > Macklemore
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Autore: DJAngelRemix    11/10/2013    3 recensioni
Ognuno di noi, certe volte, conserva dei bellissimi ricordi d'infanzia, che spesso associamo ad un determinato posto, profumo, suono, persona...
E Miriam O'Halloran, una ragazza cui famiglia è di origine irlandese, ha conosciuto Ben Haggerty, il nostro beniamato Macklemore, che...oramai non incontra più da quando ha traslocato a Chicago, dove ora lavora part-time come cameriera in un bar e fa da baby-sitter ad una dodicenne spericolata amante del rap e dell'hip hop...
E se fosse proprio grazie a questa dodicenne, se incontrerebbe di nuovo il suo amato Ben?
Genere: Commedia, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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- Posso fare un tiro con te? - chiese timidamente una ragazzina bionda e riccioluta, mentre guardava speranzosa il suo compagno di giochi che intanto indossava la maglia dei Seattle Marines, anche lui biondo. Lui inarcò un sopracciglio, nel vedere la ragazzina di dieci anni che gli chiedeva così all'improvviso una simile domanda, anche perchè lei non era mai stata capace di usare una mazza da baseball, figuriamoci a giocarci!
- No. Non puoi. - rispose lui, ridacchiando, mentre cercava in tutti i modi di far innervosire quella biondina così ingenua ed innocente.
- Cattivo! - squittì la ragazzina, mentre osservava attentamente quel quindicenne così sfrontato solo con lei. - Sei antipatico! Perchè non mi fai provare? -
- Perchè sei incapace, Miriam! - rispose lui, mentre posava a terra la palla da baseball e il guantone di pelle marrone.

L'altra, per tutta riposta, tirò fuori la linguaccia, scocciata, per poi voltarsi e incrociare le braccia, gonfianco le sue guancie piene di lentiggini color ruggine. - Sei cattivo... - disse sbuffando sonoramente.
Intanto, però, non si era accorta che il suo amico si stava avvicinando a lei da dietro. - Aaaaaah...! - e dietro la sollevò senza alcuno sforzo, per poi mettersela sulle spalle, girando su stesso. La bambina, nel vedere l'ambiente circostante girare a quella velocità così spropositata, si sentì la testa girare come una trottola, per poi tenersi la pancia con le mani.
- Fammi scendere! - urlò supplichevole la piccola, tra le lacrime. - Mi gira tutto, Ben! Basta! -
- Se dici la parolina magica! - fece lui, sorridendo.

Miriam ci pensò su, mentre alzava gli occhi color cioccolato al cielo, ma aveva sempre sofferto di vertigini, e odiava girare in quel modo, così alla fine era stata costretta a cedere al suo ricatto. - Ok...Per favore! -
- Ora si che si ragiona. - e allora la lasciò libera, poggiandola delicatamente a terra, mentre lei volteggiava a destra e manca. Le mancava l'equilibrio e, tra un momento e l'altro, si sarebbe messa a piangere. - Aaaaaaaaaaaaaaaaaaahhhhh! - come volevasi dimostrare, scoppiò a piangere, mentre metteva le mani sugli occhi umidi. - Sei stato cattivo Ben! Aaaaaaaaaaah!! -
Ben, intanto, era un pò preoccupato: invece di prendersi cura di Miriam -cui genitori erano usciti per fare qualche commissione- l'aveva fatta piangere e ora che faceva? Come sempre aveva combinato un guaio con quella ragazzina e come sempre era stato un'impulsivo con quella ragazzina così sensibile e con poca autostima.

- Eddai, non piangere! - la supplicò, mentre Miriam si stava anche sgolando più del solito, eccome. Nel vederla in quello stato si maledisse mille volte di averla presa da dietro, ma poi gli venne la famosissimo lampadina: si mise alla sua altezza per poi posarle una mano sulla spalla destra, mentre lei smetteva di singhiozzare e lo guardava intensamente come per dire che, di certo, non lo avrebbe perdonato così tanto presto, né tanto meno facilmente.
- Ti va di provare a battere? -
La biondina lo guardò sorpresa, mentre strabuzzava i grandi occhioni e spalancava la bocca dalle labbra rosee. - Davvero mi fai battere? Sul serio? - chiese.
Ben annuì, e il volto di Miriam s'illuminò come il sole di quella giornata. - Davvero davvero? Siiiiiii, che bello! - e cominciò a saltare da tutte le parti, fino ad arrivare al suo punto preferito: il collo del suo amatissimo Ben, di cui si era presa una cotta da quando era piccola.

Era strano, è vero, ma l'aveva sempre ammirato per la sua determinazione. E poi il suo amore per lui aumentò ulteriormente quando andò in campeggio con lui e i suoi amici e lo sentì fare del rap per la prima volta e da allora lo stimava ancora di più. E poi aveva trovato per lui il soprannome ideale: Möcklimore, e, anche se l'aveva inventato così sul momento, tutti oramai lo chiamavano così...










- Angel...? Hai fatto i compiti? - la donna bionda venticinquenne sbucò da dietro la porta di legno scuro, rivolgendosi alla dodicenne dai capelli lunghi e mossi, corvini, legati in un coda bassa con un cappellino blu con su scritto in oro Seattle dalla visiera larga e piatta. Con sua grande sorpresa trovò la ragazzina con le cuffie sulle orecchie, attaccate all'Mp3, mentre sparavano a tutto volume Thrift Shop, così mise le mani sul fianchi, mentre guardava con rimprovero la ragazza che intanto arrossiva fino alla punta dei capelli scuri. - Non avevamo fatto un accordo, signorina...? -
- Ehm...No? - fece imbarazzata la dodicenne, mentre prendeva l'Mp3 dai motivi mimetici sui toni del verde e nasconderlo dietro la schiena. 

Miriam la fissò male, mentre sulle sue labbra si formava una smorfia di disaccordo. Angel guardò gli occhi della sua baby-sitter, che diventavano scuri, cosa che accadeva sempre nei momenti peggiori; nello stesso momento desiderava ardentemente di diventare una mosca e di volare via dalla punizione che la bionda le avrebbe inflitto in quel momento.
- Dimmi almeno che hai studiato. Bene... - disse Miriam, mentre incrociava le braccia e guardava sempre più male la ragazzina che era sotto la sua responsabilità. - Allora...? -
La corvina sbuffò e poi ammise, con il volto imbronciato: - Si. L'ho fatto, ma principalmente perchè così non mi subivo le tue solite ramanzine... - poi rivolse verso la sua baby-sitter uno sguardo amichevole ed innocente quanto il suo nome abbreviato. 

- Mi perdoni..? Pleeeeeease! - disse mentre congiungeva insieme entrambe le mani. Miriam, in un primo momento, inarcò un sopracciglio, con sguardo interrogativo. Ma non riusciva proprio a sopportare quello sguardo azzurro acqua così dolce ed infantile, così sospirò profondamente, arrendevole, per poi sorridere e ad avvicinarsi al letto della dodicenne.
Ok. Certo che ti perdono, stupidina di una b-girl. - disse togliendole il cappellino ed accarezzandole il capo. Poi adocchiò l'Mp3 verde militare dietro la ragazzina. - Allora, cosa ascolti...? -

E a quel punto sul viso color caramello della dodicenne si dipinse un sorriso a trentadue denti, mettendo così in mostra i suoi denti bianchissimi messi tutti in fila e il piccolissimo spazietto che aveva fra gli incisivi. - Macklemore Ryan Lewis!! Li adoro, sono fantastici!! -
E a sentire quel nome Miriam sorrise contenta, mentre nei suoi pensieri si ravvivavano i bei ricordi della sua infanzia trascorsa con lui, il ragazzo dai capelli biondi e gli occhi dalla meravigliosa tonalità verde, che adorava riempire di baci amichevoli in goni buona occasione che le si presentava.

Lo stesso ragazzo che la stringeva a sè per farla il solletico.
Lo stesso che le aveva insegnato a giocare a baseball e ad essere una vera tifosa dei Seattle Marines.
Lo stesso che la sollevava in ogni buona occasione per farle l'areoplanino e far finta che lei potesse volare sul serio, volteggiando nel cielo.
Lo stesso che nascondeva una caramella tra le mani, per poi farle indovinare in quale delle due fosse, per poi scoprire che non perdeve proprio mai, perchè i tutte e due le mani c'era sempre una caramella.
Lo stesso che l'aveva difesa dai bulletti di turno, lo stesso che le aveva dedicato una sua canzone in occasione del suo undicesimo compleanno e lo stesso che aveva sempre amato.

E, ora invece, tutto era cambiato dal singolo istante in cui salì in quel treno, che la portò insieme a sua madre a Chicago, in quella notte di dieci anni fa, rompendo così anche il giuramento che aveva fatto molto tempo prima...Ora lo vedeva su internetYouTube, sui giornali, sulla televisioni, sulla schermata dell'Mp3 di Angel. Ed era difficile vederlo in quel modo, come un idolo da adorare e da seguire nei suoi concerti, invece di un vecchio amico d'infanzia, di una persona che conosceva personalmente.
Oramai stentava a credere di vedere costantemente il suo Ben Haggerty, nato il 19 Giugno del 1983, a Seattle, di famiglia irlandese, nelle vesti di un cantante rapper di fama internazione. Ma comunque, sarebbe rimasto sempre e per sempre, il suo amato Ben, il ragazzo che la insegnò a giocare a baseball...




Ehilà gente! Come va? Ecco...questa è la mia prima fanfic su quel fantastico incredibile mega super ultra....*WOOOOOOOW* di Macklemore! Insomma, avete capito il fatto, no? Sono scema ossessionata da lui, wAAAA! Ok..ora basta. Per chi è un appassionata di quel trentenne d'origine irlandese, qui è sempre ma dico SEMPRE il benvenuto! :)

 

  
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