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Autore: sonyx1992    11/10/2013    1 recensioni
Breve pensiero improvviso, sicuramente da sviluppare meglio in futuro. In attesa di un'ispirazione lenta ad arrivare, condivido questo corto scritto independente da una trama più complessa.
Buona lettura! :)
"La favola è una vita. La vita non è una favola.
Cenerentola è solo una ragazza su un milione. E le altre novecentonovantanovemilanovecentonovantanove? Non esistono solo le due sorellastre e la matrigna. Nel paese vivevano tante ragazze disilluse, che avevano chiuso il loro libro delle favole già da un po’, avevano chiuso la finestra per impedire a Peter Pan di rapirle in quello che era solo un sogno e sono uscite di casa. Hanno nascosto il loro cuore rotto dietro vestiti spessi e sono lì, camminatrici in fuga su un marciapiede, che trascinano piedi di piombo e sostengono sguardi di lupi affamati, inseguite da un’ombra che il sole lascia incollato ai loro piedi, con un parassita dentro che non le lascia in pace.
Ma Cenerentola questo non lo sa, lei spazza, pulisce, spolvera; e la sera va al ballo e si innamora. (Ma durerà?)"
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"BIBIDI-BOBIDI-BU!"



Ho cercato a lungo delle Cenerentole che si siano pulite dalla polvere e che abitino in un castello con il loro principe azzurro, ma non le ho mai trovate. Tutto ciò che ho visto sono delle Cenerentole dal cuore rotto e con i piedi di piombo, che camminano sul ciglio della strada e fingono di essere disinteressate all’amore che hanno perso.
E tutte le storie che ho sentito riguardano principi neri, che credono che l’amore duri un istante, giusto il tempo di un ballo e che poi non continui. Uomini che credono che l’amore sia un gioco, quando invece è solo una vita intera; sono certi che faccia tutto da solo, quando al contrario è solo un sentimento debole che ha bisogno di essere sostenuto e ricordato per poter continuare.
E tutto ciò che ho vissuto è una favola andata a male, marcita come la mela che soffocò Biancaneve.
Tradita, abbandonata, disillusa…poteva un principe azzurro rivelarsi invece il più infido dei lupi? Quando si traveste col mantello è difficile riconoscerlo per com’è davvero, peggio di quando si nascondeva sotto le spoglie della nonna di Cappuccetto Rosso.
Ma poi è uscito allo scoperto, dopo aver incantato la sua preda con dolci parole (“ma che cuore grande che hai”; “è per amarti meglio” ), si è tolto la maschera e ha divorato tutto in un boccone. Il più amaro dei bocconi.
Tutto è stato mangiato, non è rimasto niente, neppure la casetta di marzapane della strega di Hansel e Gretel. Ha mangiato anche quella, con tutta la dolcezza che conteneva, i ricordi caramellati e i baci squisiti.
E nel nulla cosa è rimasto? La strega è rimasta senza casa, come farà ad intrappolare altri bambini se non ha più favole dolci da raccontare?

Le donne col cuore spezzato fingono indifferenza, nascondono il loro dolore sotto i vestiti e camminano per strada, tra la gente, come la gente.
Nessuno le capisce, si mimetizzano e camminano. Non vanno avanti, procedono solo a passo svelto, inseguite da un gigante che se le vuole mangiare.
Non sanno che quell’orco è vicino, le segue come un’ombra, è rimasto dentro di loro come un parassita e non le lascia mai. E’ inutile camminare tanto. Il cuore non si aggiusta se è affaticato.

La favola è una vita. La vita non è una favola.
Cenerentola è solo una ragazza su un milione. E le altre novecentonovantanovemilanovecentonovantanove? Non esistono solo le due sorellastre e la matrigna. Nel paese vivevano tante ragazze disilluse, che avevano chiuso il loro libro delle favole già da un po’, avevano chiuso la finestra per impedire a Peter Pan di rapirle in quello che era solo un sogno e sono uscite di casa. Hanno nascosto il loro cuore rotto dietro vestiti spessi e sono lì, camminatrici in fuga su un marciapiede, che trascinano piedi di piombo e sostengono sguardi di lupi affamati, inseguite da un’ombra che il sole lascia incollato ai loro piedi, con un parassita dentro che non le lascia in pace.
Ma Cenerentola questo non lo sa, lei spazza, pulisce, spolvera; e la sera va al ballo e si innamora. (Ma durerà?)
E intanto tutte loro sono lì, a guardarla, invidiose, gelose…non del principe, no: di lupi travestiti da principe azzurro ce ne sono un’infinità! No, loro guardano una vita che non è la loro, una vita che è una favola, mentre loro invece devono ancora fuggire da un orco crudele.
Ma tanto, prima o poi, arriverà la mezzanotte per Cenerentola e anche lei dovrà scappare via dalla fiaba, sfilandosi le sue scarpette di cristallo per correre via più velocemente.
E le sarà rimasto solo un ricordo di quella notte incantata. Una notte sola in un’intera vita.
Il suo principe azzurro non tornerà più, troppo indaffarato a baciare Biancaneve per risvegliarla dal suo torpore; ma quella mela marcia resterà sempre lì, un groppo in gola.

E la vita non è proprio una favola, non basta un ballo per definirti sicura nell’amore.
Le vere principesse, quelle vere, non si accontentano di una notte, ma stanno sempre all’erta, in attesa che la strega di Biancaneve bussi alla loro porta. Si travestono da cacciatore e prendono in mano una vita frivola e banale, per renderla vera e guadagnata.
Le vere principesse si arrendono spesso, fuggono dagli orchi e si mischiano tra la gente.
Fatichi a riconoscerle tra loro, hanno il passo svelto e deciso, sicuro anche quando incontrano il lupo.
Ma hanno l’aria vissuta, stravolta; hanno il cuore a pezzi che è nascosto bene dietro i loro vestiti.
Se le vedi, le riconosci: hanno il viso rigato dalle lacrime ma le iridi asciutte; hanno pianto, ma prima di chiudere il loro cuore dietro una maglia, hanno usato la manica per asciugarsi gli occhi.
Hanno chiuso il libro delle favole, hanno chiuso la finestra e sono uscite di casa.
Si sono arrese tante volte ma alla fine hanno ripreso in mano il fucile e combattono ancora. Lottano per guadagnarsi una vita, non una favola.
La sera del ballo erano invidiose di Cenerentola, ma ora la consolano soltanto mentre lei aspetta invano il suo principe: ancora non sa che busserà solo una mano pesante e da orco.

Le vere principesse hanno rinunciato alle favole ma, qualche volta, ci sperano ancora.

E sperano tanto che la Fata Madrina vada anche da loro, un giorno, e gli chieda di esprimere un desiderio.
“Bibidi-bobidi-bù!”
   
 
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