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Autore: DarkestRaven    12/10/2013    1 recensioni
Eric Draven e Shelly Webster sono morti ormai da cinque anni. Sarah Draven ha ormai diciotto anni e ha deciso di prendere il cognome del suo protettore perché quando pensa a lui, pensa al padre che non ha mai conosciuto. Le loro vite si sono separate, ma non fanno che pensarsi l'un l'altro sperando che in qualche modo si rincontrino ancora. A loro manca lei e a lei mancano loro. Sarah, non avendo mai avendo mai accettato la morte di quelli che riteneva i propri genitori, si butta in tutte le strade sbagliate.
Ma solo quando succederà qualcosa, il corvo riporterà l'anima al corpo di Eric.
Sbalordito il Diavolo rimase quando comprese quanto osceno fosse il bene. (John Milton, Paradiso Perduto).
Genere: Dark, Malinconico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Raccolta | Avvertimenti: Violenza
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E se il corvo non fosse morto? E se non avesse ancora trovato pace nel suo cuore? Quella ragazza… quella ragazza di nome Sarah, la sua protetta che tanto gli voleva bene, l’aveva abbandonata di nuovo con il cuore a pezzi. Eric Draven poteva sopportare tutto questo? Poteva davvero riposare in pace dopo che aveva lasciato il cuore a pezzi a quella ragazza ormai cresciuta? Troppe domande, poche risposte. Se solo il corvo riportasse di nuovo la sua anima al suo corpo. Se solo potesse accertarsi che stesse davvero bene, che non avesse fatto la fine della madre – la vera madre -  morta per overdose di morfina. «Questa roba ti ucciderà» le disse il corvo anni e anni prima, così è stato. Shelly non era molto d’accordo, non voleva che tornasse in vita di nuovo solamente per accertarsi che una ragazza stesse bene, «Ha 18 anni, Eric, ormai sa badare a se stessa» gli aveva detto «e poi, non è che puoi tornare, ormai hai compiuto la tua vendetta, il corvo non ti riporterà indietro, a meno che non accada qualcosa di triste, orribile e doloroso. Lo sai e mi dispiace, infondo, ma ho paura che se ritorni in vita, non potrò più vederti» «Non pensarlo neanche» rispose lui velocemente e dandole un bacio. Il contatto con le sue labbra era sempre bello, come se fosse sempre la prima volta, poi continuò «Non posso tornare in vita quante volte posso, hai ragione, ma il fatto di essere così staccato dal mondo dei vivi, mi irrita. Vorrei soltanto sapere se Sarah sta bene, vorrei solamente sapere come se la passa. Tutto qui». «Ma non puoi neanche sperare che le accada qualcosa» disse lei «Certo che non lo spero, anzi, spero che stia bene e che ci abbia sempre nel suo cuore, spero che dopo cinque lunghi anni abbia messo una pietra sopra alla nostra morte». Eric chiuse gli occhi alla parola “morte”, in realtà era egli stesso che non aveva ancora accettato la propria morte, né quella della sua amata. Aveva ancora così tante cose da fare, e adesso non potevano fare più niente. Erano entrambi così giovani e innamorati. Uccisi da una stupida banda guidata da “Top Dollar”, Eric sperava con tutto se stesso che bruciasse all’Inferno, lui e la sua banda di porci schifosi che avevano privato dell’innocenza e della vita di Shelly. Non riusciva a mandarlo giù, ogni secondo la sua rabbia cresceva, nonostante la sua vendetta. Shelly non sapeva nulla di questo rancore che il suo amato portava dentro. Ella era una persona amorevole, gentile e senza la minima traccia d’odio o rancore per chi le aveva fatto ciò che avevano fatto. «Sai, Eric, una volta dicevi sempre “non può piovere per sempre”, quindi nel caso a Sarah le cose non stiano andando bene, le cose si aggiusteranno» mentre parlava, Shelly si sedette accanto a lui e gli accarezzava la guancia con quel tocco così leggero che fosse stato per Eric poteva continuare all’infinito. Egli chiuse gli occhi rilassato e disse «Questo lo so, ma spero solo che non sia diventata come la madre, che non faccia i suoi stessi errori e che non sprechi la sua vita. La vita è troppo corta per buttarla al vento come fosse niente, e la morte è sempre lì, in agguato, pronta a prenderti quando meno te lo aspetti. Noi lo sappiamo bene. È vero che non può piovere per sempre, ma se è pioggia acida di distrugge lentamente tutto ciò che hai. Capisci, piccola?» ella rimase zitta ad ascoltarlo continuando ad accarezzargli la guancia gentilmente. «Hai ragione, ma vedrai che non lo farà, non si distruggerà. Quando sei tornato in vita l’hai vista, hai visto quanto disprezzava il modo di vivere della madre. Non lo farà, lei è più forte. Non cadrà». Mentre parlava si sentiva un po’ una bugiarda, non capiva perché, Shelly Webster, avvertiva che qualcosa non andava, e sotto sotto, voleva anche lei controllare come stesse la sua piccola Sarah, ma sapeva di non poterlo confidare ad Eric, lo sentiva troppo agitato per questa cosa, la paura più grande del suo ragazzo era proprio la morte e adesso si ritrova incatenato in questa sorta di stanza bianca infinita, morto.
Shelly Webster ed Eric Draver passavano così le giornate, tra un bacio e una chiacchiera su Sarah. Era quello che potevano fare. Sperare per il meglio per quella ragazza che amavano come se fosse la loro figlia di sangue.
Ma Sarah Draven stava davvero bene o qualcosa le era davvero successo, come percepivano i due innamorati?
Sarah Draven sapeva badare a se stessa, ma non stava scappando da altre persone, ma da se stessa.
 
  
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