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Autore: DJAngelRemix    12/10/2013    3 recensioni
Come sarebbe la vita se i nostri cari amici fossero in forma "umana" (di nuovo...) e abitassero tutti in un Condomionio negli Stati Uniti, in un famoso quartiere di Los Angeles di nome "Lincoln Heights"?
I ragazzi sono di tutte età diverse e vi è un insieme di amori, amicizie, rivalità, feste, tutte a colpi di risate e spudorata comicità. Vi ho incuriosito? Io spero proprio di sì ;)
AMMESSI OC.
Genere: Commedia, Drammatico, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Un po' tutti
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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Salve ragazzi! *la guardano tutti male* Miii! Ancora con 'sta cazzo di storia??! E che minchia! E' solo per fare storia!! Sennò perchè il genere della storia è anche “drammatico”!? Comunque sappiate che all'inizio la psicologia sarà molto, ma dico, moooooooooolto contorta. Quindi chi ha già visto molti anime barra manga barra serie tv varie, sa di che cosa minchia sto parlando.
Tutti*con sguardo truce*
Comunque non vi vergognate del fatto di non aver indovinato il nome del mio idolo n°1 in assoluto. *i personaggi della storia la guardano stupiti*
Blaze: Ma tu non lo avevi pure sognato tipo per 4 notti di seguito? *vedendo che la guardo male, cambia discorso* Dimmi che almeno stai rispedendo Angel da Trinidad e Tobago... *occhi sbarrati*
Mmmh...Forse...*ghigno malvagio e risata malefica* MUAHAHAHAUAHAUAHAUAHAUAHAHHAHAAHAHAH!!!!
Tutti*gocciolone megagalattico di dimensioni esagerate e cadono stile manga*
*Rullo di tamburi*
Ed ecco a voi....










Lincoln Heights's Condominium



Brutte notizie: Miriam è finita all'ospedale a causa di una persona poco gradita che la tormenta praticamente da quando andava al College. Fortunatamente lo zio di Johnatan, Zio Mac, era nelle vicinanze e ha fatto sì che la situazione non peggiorasse. E, a proposito, come mai sia lo zio di Johnatan sia i suoi genitori sarebbero delle celebrità? Chi sono loro veramente e, sopratutto, chi è “il rockettaro”?



- Aiutarti. - rispose Johnatan, soltanto, stringendola a sè con le sue calde braccia e facendola arrossire ancora di più per via dell'imbarazzo. Quest'ultima si chiese come mai si sentisse così a disagio.

Ma comunque, Angel non capì esattamente che cosa volesse intendere il ragazzo castano: con che cosa voleva dire “-Aiutarti-”? Nessuno poteva aiutarla, lei non voleva essere aiutata, perchè in quel modo avrebbe dimostrato di essere soltanto che una debole davanti a tutto e tutti. Non poteva accettarlo e non era un fatto di orgoglio, ma era un fatto di...Forse Angel non lo sapeva bene neanche lei. L'unica cosa che sapeva era che non voleva essere aiutata in alcun modo, perchè era praticamente impossibile. - Come sarebbe a dire...? - chiese la ragazza dai capelli corvini.

- Sarebbe a dire, che invece di far finta di essere dura e fredda, perchè non riveli il tuo animo gentile e sensibile? - fece l'altro, con un sorriso lieve sul volto e guardando negli occhi color miele di Angel, che li abbassò subito, diventando rossa in volto. Subito dopo notò che la felpa nera di Johnatan la stava coprenda tenendola al caldo, mentre il ragazzo era rimasto solo con una maglietta rossa che gli aderviva al corpo per via dell'acqua piovana, facendo risaltare i suoi muscoli scolpiti...

“Oh santa, santissima, santissimissima, santissimissimissima merda!!!” pensò in preda ad un attacco isterico, arrossendo di brutto e facendo sì che le sue guancie di coprissero di un velo porporeo. - Senti: prendi la tua felpa, sennò ti raffreddi, e poi va a finire che è colpa mia... - gli disse, togliendosi di dosso il suo indumento per poi porgerglielo, cercando nello stesso modo di non guardare il suo petto. 
Johnatan sorrise. - Fa niente. Prendila tu. - disse, poi cambiò all'improvviso discorso. - Perchè hai risposto in quel modo ai tuoi amici? -
Angel lo guardò come fosse pazzo, per poi rispondere con tono canzonario e poco interessato: - Non sono affari tuoi, Johnatan. -

Poi si voltò e fece per andarsene da un'altra parte, il più possibile lontano sia dall'ospedale, sia dai suoi compagni, sia dal ragazzo castano che cercava in tutti i modi di farla diventare un tipa più gentila, la stessa persone che l'aveva salvata da un possibile incontro ravvicinato con l'asfalto incementato della strada e una corsa perfetta al pronto soccorso....La stessa che in quello stesso momento le prese il polso della mano destra, facendola arrossire nuovamente.

Angel cominciò a sentire un caldo incredibile sormontarle le orecchie e il volto, fino a raggiungere la punta dei suoi capelli corvini, chiedendosi allo stesso modo come faceva un ragazzo che conosceva manco da 24 ore a farle quell'effetto così indesiderato e decisamente sgradito. - Lasciami il polso! - sbottò all'improvviso, voltandosi verso di lui con fare minaccioso e con intenzioni poco amichevoli.
Lui non si scompose neanche per un secondo, ma continuò a fissarla con quello sguardò così serio, l'unico sguardo che era riuscito per la prima volta a farla tremare. - Non era una risposta quella che mi hai appena dato. - disse piantando i suoi occhi verde smeraldo in quelli color oro-corniola dell'altra.

- Te lo ripeterò per l'ultima volta: non. Sono. Affari. Tuoi...! - e si divincolò dalla stretta di Johnatan, per poi continuare a parlargli: - Perchè cavolo poi t'interessa? Insomma, non ci conosciamo neanche da chissà quanto tempo! -
Johnatan la guardò per un periodo di tempo breve, molto breve, ma che per Ang era lungomolto lungo. Poi sbuffò. - Ovvio...Preferisci stare sola, giusto? -
Angel cominciò ad innervosirsi e i suoi occhi ad inumidirsi. Quello che diceva, per lei, non era assolutamente vero. - N-non è quello che ho d-detto... -
- E invece è esattamente quello che intendi se continui a fare quello che fai! - urlò Johnatan, prendendola per le spalle e scuotendola di poco. - Se continuerai ad allontanarli, allora se ne andranno da te, fino a quando non resterai sola! E a dire che stavano cercando anche di consolarti per quello che è successo a Miriam. -

Di nuovo seguì un momento di silenzio decisamente insopportabile. Angel scuoteva la testa incessantemente, cercando di scacciare via le lacrime amare che minacciavano di bagnarle gli occhi, mentre Johnatan la guardava lo stesso, restando in silenzio. - Dammi un pugno. - disse semplicemente con un sorriso lieve sul volto.
Angel lo guardò, stranita. - C-cosa...? -
- Non hai sentito? - chiese retoricamente l'altro, sempre con un sorriso. - Dammi. Un. Pugno. E subito anche. - soggiunse indicando con il dito indice della mano destra la guancia che, di lì a poco, sarebbe stata sottoposta al colpo da parte di Ang.
- Non do pugni e non picchio senza un motivo. - disse Angel, aggrottando la fronte, preoccupata. - Sono pacifista io... -

- Certo. - disse il ragazzo castano, alzando le spalle e mettendosi le mani nella tasche dei jeans scuri e strappati. - Perchè sei una debole, giusto? Perchè sei una pacifista, giusto? Perchè non vali niente, giusto? Perchè tanto nella vita non riuscirai a fare nient.... - ma non riuscì a finire la frase che ricevette un destro dritto dritto in faccia da parte della corvina, cadendo sulla terra bagnata e lasciando la presa dell'ombrello nero. Aveva un'aria calma e rilassata, anche perchè si era aspettato fin dall'inizio quella reazione.

Guardava invece Angel, che aveva gli occhi bagnati, il volto rosso dalla rabbia rigato dalle lacrime e il pugno destro chiuso ancora alzato. Il suo sguardo non prometteva niente di buono. Per niente. - Voglio che tu sappia una cosa Johnatan: solo perchè ti conosco da poco, mi hai salvato la vita e portata in ospedale...Non significa affatto che tu hai il diritto indiscusso di potermi insultare e giudicare nei miei modi di fare. E, cosa più importante, non sono una piagnucolona come credi che io sia! - disse tutto d'un fiato respirando affannosamente, mentre lacrime calde e salate le rigavano il volto. Intanto l'intercolutore si era già alzato, e si era messo di fronte a lei.

Poi continuò a parlare: - Come cavolo hai osato insultarmi brutto idiota che non sei altro! - e da lì cominciò a dargli dei deboli pugnetti sul petto, senza neanche usare una minima parte della forza che aveva usato per dargli il colpo precedente. Jo rimase lì, a capo chino, per poi prenderle le mani delicatamente e metterli attorno al suo collo.
Come aveva previsto, Angel lo abbraccio, singhiozzando.
- Piangere non significa essere deboli...Significa avere dei sentimenti e delle emozioni...Essere umana. - disse l'altro, mentre la stringeva più forte.
- Ti odio. - rispose solamente lei, ancora fra i singhiozzi.
- Grazie Angie. - rispose lui, mentre sorrideva, ma esso scomparve, non appena si rese conto che due labbra calde e sottili si erano posate sulla sua guancia destra, arrossendo allo stesso modo.

“Oh Minch....!” pensò il ragazzo, scioccato e con gli occhi sbarrati, rendendosi conto che in quel momento Angel lo stava baciando, non sulle labbra, ma lo stava facendo, al posto di dargli un altro "destro della morte" sullo zigomo destro - Ma che...?! -
Poi Angel gli rivolse uno sguardo severo, ma ugualmente scherzoso. - Se ci tieni alla tua vita, fammi tre favori: non parlare né di questo bacio amichevole, e sottolineo l'amichevole, né del pugno che t'ho appena dato, e non chiamarmi Angie, ok? -
- Sennò mi uccidi? -
- “Sennò ti uccido” Hai afferrato il punto, a quanto vedo. - disse la corvina, mentre cominciava a ridacchiare e si asciugava le lacrime nel contempo.

- Imparo in fretta, io. -
- Meglio. - e Angel gli diede un pugnetto sulla spalla destra, con fare amichevole, per poi dirgli: - Sono sicura che Miriam guarirà in fretta. Ne sono certa... -
Johnatan, vedendo che la sua neo-amica-appena-conosciuta-per-la-strada era oramai la solita, sorrise, per poi annuire, convinto. - Ne sono certo pure io. -

- Comunque prendi la felpa. - disse all'improvviso la ragazza, porgendo nuovamente l'indumento verso il proprietario, che sorrise nervoso. - Ho notato che odi essere...insomma...ehm...notato...? -
- In effetti. - e il ragazzo se la riprese, per poi mettersela e tirare il cappuccio fino alla fronte. 
- Sai che assomigli ad Ezio Auditore di Firenze* di Assassin's Creed? - chiese Angel, mentre ridacchiava divertita. 
Mmmh...Me lo dicono spesso, sai? -
- E ci credo. - disse finta secca la corvina, mentre incrociava le braccia.
- E tu assomigli ad Aveline de Grandpré*. -
- Grazie... - fece imbarazzata Ang, mentre metteva le mani nelle tasche a marsupio della larga felpa e nascondendo il rosso che avevano assunto le sue guancie.









Intanto, nel Dipartimento di Polizia di Lincoln Heights tra la Darwin Ave e la Hancock St*, un giovane 25enne stava dormendo beato nella sua postazione, con le braccia consorte sul tavolo si legno chiaro su cui erano tutti sparpagliati cartoffie e documenti vari, il capo su di esse mentre russava come un trombone disturbando così il lavoro e le telefonate dei suoi colleghi. Già era stato penalizzato perchè aveva la cresta di una informale tonalità verde acido, ma se si metteva a dormire pure durante il suo turno serale...Allora guai!
- THOMPSON! - come volevasi dimostrare. Ebbene, quello che aveva appena urlato era il superiore del povero 25enne -cui cognome ricordava tanto il nome del famoso fucile a pompa-, un uomo di mezz'età dai cortissimi capelli color nocciola e gli occhi grigi e freddi. 

Insomma che tipo: il classico capo se-ti-vedo-dormire-ti-licenzio-all'istante come se fosse una specie di istinto pre-primordiale. Ma, ritornando al nostro caro amico cresta intro punk poliziotto da 4 soldi, secondo voi che gli è successo? Ma ovvio, appena ha sentito l'urlo talmente effeminato del suo superiore -che ovviamente userà come oggetto di sfottò-, è caduto con un salto mortale degno dei migliori acrobatici russi avendo così un incontro ravvicinato con il pavimento di cemento. Che botta!

- Oh oh... - fece un collega del 25enne, dai corti capelli castano scuro e gli occhi verde acqua, sporgendosi dal piccolo "muretto" di plastica grigia che divideva le postazioni dei dipendenti. - Ora sei nei guai, figliolo... -
- Signor Rose, si faccia i cazzi suoi... - disse Vector, mentre si riprendeva dalla botta subita a causa della caduta, con tanto di bernoccolo lungo quanto la torre Eiffel sulla testa.
- Thompson! - lo richiamò di nuovo il suo superiore, con sguardo che non predigeva niente, ma proprio nulla di positivo. Difatti: - Ancora a dormire, eh? -

No, ma seriamente, se lo vedevi lì a poltrire mentre russava con un tono tra un trombone in rottamazione, un gatto in calore e una cagna dolorante e partoriente, allora perchè minchia stramaledetti stai a domandarlo se lo sai perfettamente!?
Seriamente... - E' già la quinta volta in una settimana...Ora capisco perchè ti hanno trasferito da New York. -
Ma va! Non si sarebbe mai detto, se lo trasferiscono così lontano da New Yok secondo te, perchè l'hanno fatto, eh?
- Se continua così la rimanderò all'Accedemia di Polizia! - urlò per l'ennesima volta quel capo talmente isterico da far impallidire un leone, ma veramente...Un leone!

Ma, ovviamente, nella testa di Vector l'unica cosa che lui riusciva a distinguere erano degli indistinti “-Bla..bla..bla..bla..bla!-”. Insomma...tutto normale (?)...
O quasi. Si, perchè alla fine ci avrebbe rimesso pure il Signor Rose -indovinate di chi è il padre?-, che, come previsto, fu chiamato all'ufficio del capo, dove si radurarono di fronte alla porta d'ingresso di esso, un piccolo gruppetto di persone, tra cui Vec. Difatti il Signor Rose era il responsabile di quest'ultimo. Poverino...

- Stavolta hai proprio esagerato... - affermò una sua collega, la Signora Ross, dai corti ed eleganti capelli color lillà, gli occhi azzurro ghiaccio vestita con un tailleur rosso fuoco, mentre poggiava l'orecchio sul legno della porta, cercando di ascoltare la discussione fra il capo e Rose.
L'altro, per tutta risposta, non fece altro che sbadigliare come se non avesse dormito da più di vent'anni, con tanto di occhiaie violacee sotto gli occhi color castano chiarissimo che parevano quasi arancioni e un espressione ebete sul volto come se avesse sniffato chissà cosa. C'è....Ma chi cavolo l'ha promosso all'Accademia!?
- E poi non dovevi occuparti tu del rintracciamento dell'auto? - chiese di nuovo la Ross.
- Quale auto? - chiese ingenuamente l'altro, pronto a dormire da un momento all'altro come se si trovasse a casa sua. 
- L'auto che stava per investire una ragazza di 15 anni fra la N Brodway e la Dayl St, idiota! -

Passarono 10 minuti buoni di silenzio e poi indovinate che dice quello? - .......Aaaah...! -
“-Aaaah-”! Aaaah!?? Una ragazza sui 15 anni stava per essere investita da un'auto guidata da un maniaco pirata della strada molto-probabilmente-ubriaco-fradicio e questo, per tutta risposta dice: Aaaah!?? No, ma che minchia s'è fumato questo!!?









Una ragazzina sui 7 anni circa stava cogliendo in tutta tranquillità dei fiori diversi, raggruppandoli tutti in un bellissimo mazzetto di fiori molto colorati. Aveva i capelli biondo-castano chiaro raccolti in due lunghe treccie e gli occhi color cioccolato. Sul capo portava un cerchietto azzurro che s'intonava col piccolo fiocco che aveva al collo, abbinato ad un vestitino corto arancione e ad un cardigan di lana giallo chiaro.

Era vero che oramai si stava facendo buio ma, fino ad allora, la madre non era ancora tornata a casa, e poi era felice perchè l'autunno aveva deciso di risparmiare quei bellissimi fiori e perchè sarebbe riuscita a regalarli alla sua cara mamma, Vanilla, ma anche a qualche sua cara amica, come Cosmo, Tikal, Sydney...
E, a proposito, fino ad allora non le aveva viste.

Strano, si disse, perchè certe volte le vedeva sempre nel cortile sul davanti dei Palazzi o nei Parchi, eppure di loro nessuna traccia, e questa non la rallegrava affatto. Per niente.
Primo perchè odiava stare da sola e odiava anche il fatto di non poter stare con nessuno, perchè le dava una stranissima sensazione che i suoi amici chiamavano abitualmente solitudine. E neanche la parola suonava così tanto bene.

Ma subito pensò a lui, arrossendo nello stesso modo. Una settimana fa, esattamente all'inizio della scuola elementare, c'era stato un nuovo arrivato che frequentava anche la sua classe. Il suo nome era Charmy.
Anche lui aveva 7 anni, ma sembrava che non avesse genitori, quindi fin da subito decise di fare amicizia con lui, scoprendo che viveva insieme ad un altro ragazzo che gli faceva da fratello maggiore e al suo tutore legale, che si era appena diplomato all'Accademia di Polizia, a quanto pare.

E subito aveva fatto amicizia, effettivamente. L'unica pecca era il fatto che ogni volta che si trovava con lui, si sentiva strana. Strana. Il significato non lo sapeva bene, ma secondo Amy erano le classiche farfalle nello stomaco, ma allo stesso modo non aveva capito bene il loro significato complessivo. O era proprio quella la sensazione che si provava? Non lo sapeva: Blaze le aveva detto che era ancora troppo piccola per capirlo, le disse di lasciare perdere e che il tempo debito sarebbe arrivato fra 2 o 4 anni al massimo, o almeno secondo lei.
Angel, invece, glielo disse chiaro e tondo: era innamorata di Charmy e punto. Fine del discorso.

Cream, ovvio, non capì quello che la corvina intendesse: difatti la sua domanda fu “-Che significa essere innamorati?-”. Angel andò in isteria e cominciò ad imprecare come se niente fosse, mentre Amy arrossiva e le tappave le orecchie per censurarle le “cattive parole” e Blaze sospirò profondamente, premettendosi di calmarsi e di non mietere vittime con la sua matita HB. 

Strano, ma vero. L'innamorarsi era una cosa esclusivamente da adolescenti e adulti. Ora, lei non aveva alcun problema, ma che succedeva se ora lei si innamorava di qualcuno così presto? Un casino, ovvio. Ma allora perchè proprio lei doveva innamorarsi di qualcuno?

Alla fine, stremata da tali pensieri, si sedette con le spalle al muro, con il mazzetto tra le mani, e con uno sguardo confuso sul volto, sospirando profondamente. Poi sentì qualcosa di caldo avvolgerle le gambine, così controllò. C'era una piccola coniglietta dalla pelliccia color nocciola scuro e gli occhioni scuri, con un fiocchetto rosa perla avvolto all'orecchio sinistro: era la piccola Cinnabunn, la coniglietta di Sydney, la compagna di classe di Angel al corso di matematica, geometria e cucina al lunedì.

- Cinnabunn...! - esclamò sorpresa Cream, mentre prendeva in braccio la cuccioletta, per poi cominciare a strofinarle delicatamente il capo, mentre la coniglietta restava lì, a godersi le calde carezze della bambina. Molto probabilmente era scappata di nuovo dalle "cure" della sorella maggiore di Syd, Sarah, in quanto l'altra doveva sempre frequentare dei corsi serali a scuola anche durante il week-end. - Scappata di nuovo, eh...? - e si mise a ridacchiare. 
Nonostante fosse una semplice cuccioletta di coniglio, Cinnabunn era molto più intelligente di come appariva agli occhi degli altri. Eccome. E poi arrivava anche quando qualcuno ne aveva maggiormente bisogno.
La piccola Cinnabunn, la coniglietta più intelligente di tutte. A Cream sarebbe piaciuto molto avere un animaletto, ma fino ad allora non ne aveva mai avuto...e di certo non avrebbe cominciato subito, e ciò era certo.









Angel era seduta accanto al lettino bianco dell'ospedale e stava parlando insieme a Miriam, oramai cosciente da più di 5 minuti, mentre tutti gli altri, compresi Johnatan, era fuori ad attenderla, sperando che tutto potesse passare liscio senza nessuna complicazione di alcun genere.
- Posso sempre restare qui, Mari! Non devi preoccuparti per me, posso sempre telefonare a Rouge e spiegarle quel che è successo! - fece Angel, muovendo sù e giù le mani, convinta, mentre cercava in tutti i modi di convicere la sua seconda tutrice legale e farle restare vicina il più possibile.
La bionda scosse la testa debolmente. - No Angel, voglio che tu ci vada. - disse con un sorriso lieve sul volto roseo. - Non voglio che tu non ti diverta a causa mia. -
- Ma....io.... -
- Niente ma, Angel. Credimi, voglio che tu diverta. - poi le prese la mano destra e disse: - Perchè non inviti anche Johnatan? Vedo che siete amici, e ciò mi rende molto felice. -

Angel non era molto convinta di quella proposta, tanto che arrossì fino alla punta dei capelli. - M-ma che dici?! - chiese sconvolta la corvina, mentre agitava le mani a destra e manca. - Mi ha solo salvato la vita...ma comunque siamo solo amici. E poi mi ha anche detto che vivrà qui per un pò, ma non significa che saremo amici per la pelle come credi tu. - disse soltanto, mentre distoglieva lo sguardo da quello della bionda.

- Mmmm...Se lo dici tu, Angel, allora ti credo... - affermò alla fine la donna venticinquenne, mentre intanto alzava le spalle coperte dalle bende di garza. - Comunque ti consiglio di prendere le chiavi dell'appartamento del Palazzo, se non vuoi rimanere chiusa fuori! -
- Giusto! -
Angel si alzò dalla sedia di plastica bianca che era posto accanto al lettino d'ospedale di Miriam e si diresse verso il fondo della stanza singola, dove si trovavano altre tre sedie, solo che una di plastica verde e le altre gialle. In una di queste ultime, c'era la borsa a tracolla di Miriam, che aprì e cominciò a controllare al suo interno, fino a tirarne fuori un mazzetto di chiavi di metallo.
- Ci sono tutte le chiavi? - chiese la bionda, mentre cercava di sporgersi allo tempo, da quel lettino poco comodo, ma sempre meglio di niente.
La corvina controllò: - Mazza di chiavi principale, mazza di chiavi di riserva, mazza di chiavi di riserva di quella di riserva e quelli di riserva, di quelli di riserva, di quelli di riserva...Ci sono tutti...! -

Ok, ora...Ma che cavolo ci fa con tutte quelle chiavi, vi chiederete. Beh, Miriam è una tipa che preferisce prevenire. Giustamente! - Comunque si sta facendo tardi Angel. Hai già chiamato qualcuno che possa accompagnarti a casa? -
- La mamma di Cosmo ci sta aspettando nel parcheggio. - rispose la corvina, mentre prendeva la sua borsa a tracolla nera dalla sedia verde accanto a lei. - Accompagnerà me, sua figlia, Amy, Blaze, Caleb, Tikal e Frankie. Sonic e Silver hanno le loro moto. -
Miriam aggrottò la fronte, confusa. - Frankie...? Vuoi dire la castana? Ma dove... -
- A quanto pare è la nuova vicina che abita accanto all'appartamento di Blaze, insieme a suo fratello maggiore e a suo padre. - poi Angel fece una lunga pausa e sospirò. - Sua madre è morta... -

Miriam, nel avere quella notizia, spalancò la bocca e strabuzzò gli occhi, decisamente scioccata. Non lo avrebbe mai potuto dire, sopratutto nel vedere quella ragazza così gentile ed allegra. E, felice com'era, non lo avrebbe mai neanche lontanamente immaginato. - Oh Angel...Mi spiace davvero per lei. -
L'intercolutrice annuì, anche lei della stessa idea. Ma, nello stesso momento, entrarono i suoi compagni, stavolta più sollevati di prima. - Meglio lasciar perdere... - sospirò infine.









Angel, oramai, si trovava in camera sua, in pigiama, composto da una T-shirt nera di 4 taglie più larga e pantaloncini bianchi sempre larghi, in jersey di cotoneI muri erano neri, che si alternavano a motivi militari sui toni del grigio con del marmo bianco sul fondo, il pavimento era di marmo rosa, mentre, accanto al letto con la struttura di mogano e le coperte di piumino viola che si trovava a fondo a destra, accanto alla finestra a doppia anta, si trovava un tappetino di ecopelliccia bianca -Tikal l'aveva minacciata nell'usare della pellicia vera- e un cassettino sempre in legno di mogano con la lampada accesa.

Dopo la finestra dalla cornice pitturata di bianco, c'era la scrivania, in legno pitturato di nero con un computer fisso su cui avevano usato degli spray colorati, con webcamscanner stampante, con una sedia in pelle nera davanti, dove Angel si sedette. A sinistra non c'erano uno, ma ben due armadi, bianchi con degli spruzzi neri, su cui avevano attaccati numerosi poster che avevano come soggetti dei cantanti rapper punk rock, tra cui Macklemore -Che ossessione...-, 50 CentAvril Lavigne e altri. Accanto ad essi tre cassetti di legno di mogano e subito dopo una serie infinita di Chuck Taylor All-Stars, di anfibi e Dr. Martens, di Nike Air MaxAdidas Stan Smith, infradito e sandali, Vans, stivali e Converse. Non osate immaginare cosa ci sono negli armadi....

Dopo essersi seduta, Angel si conesse su Twitter, dove si trovavano anche Amy, Blaze, Tikal, Cosmo e gli altri:


Angel: - Ciao stronzi, come va?
Sonic: - Sempre molto gentile, eh Angel..?
Angel: - Puoi dirlo forte...
Sonic: - Ah, ok: SEMPRE MOLTO GENTILE, EH ANGEL?
Blaze: - Non puoi essere così stupido.
Silver: - Ooooh, invece sì che lo è.
Angel: - Dev'essere orribile vivere con un tipo così idiota.
Sonic: - Ehi!
Silver: - Sinceramente Angel ha ragione: è orribile.
Sonic: - Grazie tanto per avermi difeso...
Silver: - Prego fratellino!
Angel: - Amy come hai fatto ad innam....
Amy: - ZITTAAAAAAAAAAAAAAAAA!!!
Frankie: - Sta tranzolla, Dio! Minch....
Tikal: - No parolacce, no parolacce, no parolacce, no parolacce, NO PAROLACCEEEEEEEEEEEEEEEE!!! :(((
Cosmo: - -.-" Mamma mia...
Caleb: - Siete pazzi :D
Angel: - Ma senti da che cazzo di pulpito!
Johnatan: - Ehilà....
Angel: - WTF OMG!!? Chi gli ha detto di iscriversi!!?
Amy: - IOOOOOOO!
Angel: - Domani sei morta. >:DD
Amy: - o.O
Johnatan: - Se volete me ne vado...
Angel: - Nono resta. E solo che nessuno qui mi ha avvertito, così diciamo che sono....SORPRESA!! O.O
Johnatan: - -.-"
Frankie: - Ma voi due siete fidanzati?
Caleb: - Oddio, Frankie non dovevi dirlo...
Frankie: - Perchè o.o?
Blaze: - Ora capirai....
Angel: - .....................CHE CAZZO HAI DETTOOOOOOOOOOOOOOOOOOO?????!
Frankie: - Che dite: mi tolgo dalla chat? 
Amy: - Faresti meglio.....
Angel: - Frankie....TU DOMANI TI SCAVI LA FOSSA INSIEME AD AMY!!!!!!
Amy: - Che centro io ora??!
Angel: - Ti ricordo che hai invitato Johnatan senza dirmi niente.
Amy: - E che cavolo...
Angel: - Eh già.
Johnatan: - Certo che siete proprio strani. Non ho mai incontrato dei tipi come voi! :D
Angel: - Parla quello che non dice neanche il suo cognome :(
Johnatan: - :(..........
Tikal: - Angel.
Angel: - Che?
Tikal: - Non hai ancora capito che lo hai ferito?
Johnatan: - Dai Tiki lascia perdere...
Tikal: - Chiedegli scusa.
Angel: - Però ho ragione io: se non lo conosco neanche completamente!
Tikal: - Ma che 6 fissata?
Cosmo: - Dai ragazze...non litigate.
Angel: - Fatti gli affaracci tuoi Cosmo.
Cosmo: - >:(
Amy: - Ora chiedi scusa sia a Johnatan che a Cosmo. Ora!!
Angel: - Sennò che mi fai?
Caleb: - BASTAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA!!!
Sonic: - o.O
Silver: - o.O
Frankie: - o.O
Tikal: - o.O
Cosmo: - o.O
Blaze: - o.O
Amy: - o.O
Angel: - o.O
Johnatan: - o.O
Caleb: Che dite: ho esagerato?
Tikal: Ti vado a prendere il caffè zuccherato...se vuoi....
Caleb: - No aspetta, faccio da solo. Torno subito. *si toglie dalla chat*
Angel: - Ok. Mi arrendo: scusa Johnatan, e scusa anche a te Cosmo.
Cosmo: - :)
Angel: - Sei felice Tiki?
Tikal: - Tanto.
Johnatan: - Ok. Ve lo dico: il mio cognome è...
Cristal: Ehilààààààà!!! :D
Blaze: - Ti pareva. Arriva proprio sul più bello.
Cristal: - :P Stavate facendo qualcosa di importante?
Johnatan: - Nono! *si toglie dalla chat*
Sonic: - Mmmmm...il ragazzo aveva molta fretta. A quanto pare.
Silver: - E ne abbiamo anche noi. Nostra madre ci chiama. Ciao raga! *si toglie dalla chat*
Sonic: - Vabbè. Adios amigo! *si toglie dalla chat*
Angel: - E fuori 3.
Frankie: - 4 a dire la verità: papà deve partire per Londra. Il taxi è fuori e lo aspetta. Vado a salutarlo insieme al mio fratellone. Buonanotte! *si toglie dalla chat*
Caleb: - *torna in chat* Sono ritornato! :) Mi sono perso qualcosa?
Angel: - Che GIUOIAAAAAAAA! >:)
Blaze: - Intanto Johnatan, Sonic, Silver e Frankie si sono tolti dalla chat, mentre Crystal è venuta. Cmq mi unisco agli altri. Domani devo rifinere il quadro-regalo per Rouge. Notta ragazzi! *si toglie dalla chat*
Tikal: - L'ora per andare a letto è passata. Devo andare. Pace a tutti. *si toglie dalla chat*
Cosmo: - Peace & Love. *si toglie dalla chat*
Caleb: - Credo che andrò pure io. Domani devo fare la mi corsa mattutina per i 6 isolati, e devo essere in forma. Ciao! *si toglie dalla chat*
Crystal: - 6 ISOLATIIII! Questo ragazzo non è normale.
Amy: - Te ne sei accorta, finalmente.
Crystal: - -.-" Già. Cmq vado pure io. Bye Bye! *si toglie dalla chat*
Angel: - Siamo rimaste sole Ames.
Amy: - Già...Cmq volevo chiederti qualcosa...
Angel: - Spara pure...
Amy: - Ecco.... :(
Angel: - SPUTA IL ROSPOOOO! 
Amy: - .........A te piace Johnatan?
Angel: - ...........No. E solo un amico. *si toglie dalla chat*
Amy: - Angel!!? Ahh! Se già tolta dalla chat quella pazzoide. *si toglie dalla chat*









Angel si tolse dalla chat e spense tempestivamente il computer. Stessa fine fecero il suo telefono cellulare e il suo Ipod. Non ne voleva sapere niente, così alla fine si buttò sul suo letto, sbuffando sonoramente.
Lei non si sarebbe mai innamorata di qualcunoMai. E questo era da sottolineare.
Spense le luci e si mise a dormire.






*Personaggio della serie Assassin's Creed che fa la sua prima apparizione in Assassin's Creed II
*Protagonista in Assassin's Creed: Liberation
*Lo ribadisco fin da subito: tutte le vie che sentirete in quests storia, esistono veramente.


ANGOLO DELL'AUTRICE:

Ragazzi, sappiatelo: odio me stessa, perchè siete costretti a leggere questa fic schifosa, che non neanche se possa considerala un fic. E si, sono depressa, e vorrei tanto tagliarmi come i Poser EmoLo so, lo so, è stramaledettamente corta, ma non preoccupatevi, dal prossimo cap. i nostri amici dovranno prepararsi per andare alla festa, quindi non preoccupatevi!
Shadow: Prima di tutto...PERCHè NON SONO ANCORA COMPARSOOOOO!!!? *con la schiuma alla bocca*
Primo: perchè mi stai antipatico e tratti tutti e tutto molto male.
Tutti e tutto*annuiscono*
Secondo: Mi fai schifo!
Tutti e tutto: *alzando la mano, daccordo*
Shadow: Ma non è vero. Sono gentilissimo io.
..........
AAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAH *rido a crepapelle mentro cado a terra tenendomi la pancia con la mano destra e battendo quella sinistra a terra, ripetutamente*
Caleb: Tu! Gentile? Come no! AHAHAHHAHHAHAHAHAHAHAHAHAHA
Amy: Mai sentita una bagianata così tanto grossa! AHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHA.
Sonic Silver: AHAHAHHAHAHAHAHAHAHAHAH CHE CRETINATA!
??: HANNO ASSOLUTAMENTE RAGIONE! AHHAHAHAHAHHHHAHAHAHAHAHAHAH
*Tutti si girano a guardare lo sconosciuto, vedendo che è.....COSA??!*

  
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