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Autore: MaggieMary    12/10/2013    3 recensioni
× Quando sei solo un'unità ×
Una grandezza è una quantità che può essere misurata con strumenti di misura.
Non è quindi possibile misurare la bontà, la felicità, l’amore o perfino la bellezza di una persona.
“Ciao, mi presento. Mi chiamo Lee Sungjong e ho una bellezza pari a 5,5 unità di bellezza.”
[MyungJong] ~ [ + Possibili future nuove OTP /? ]
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: L/Kim Myungsoo, Lee Sungjong
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Sungjong se lo ricordava ancora bene.
Se stringeva gli occhi e si concentrava su quel determinato ricordo, riusciva ancora rivedere quel giorno di Maggio di ormai un anno e mezzo fa.
 
Si ricordava ancora il giorno del suo Coming of Age.
 
Nella sua mente erano ancora impressi le sensazioni e le emozioni che aveva provato in quella determinata giornata.
 
La felicità e la preoccupazione si erano presentate insieme.
Felicità di potersi finalmente dichiarare maggiorenne e ufficialmente adulto. E la preoccupazione per un futuro di cui ancora sapeva poco, come sapeva ancora poco di come sarebbe passato quel giorno.
Giorno che però mai si sarebbe scordato.
 
I suoi genitori gli avevano accennato che si sarebbe dovuto dirigere da solo nel grande ufficio centrale della città. Nulla più.
 
Sungjong era incerto quando attraversò la periferia della città fino ad arrivare nel posto prestabilito.
Conosceva più o meno come era suddivisa la società di quel paese da lì a oramai 10 anni, ma era considerato un argomento troppo tabù per poter chiedere domande prima del tempo.
 
Ai bambini desiderosi di risposte gli veniva solo riferito di aspettare la maggiore età.
 
E la maggiore età era arrivata anche per Sungjong.
E ora, più che mai, sentiva il bisogno di spiegazioni.
 
Forse, tornando indietro a quel giorno con la mentalità di ora, non avrebbe avuto tutta questa adrenalina.
 
Giunto ai grandi uffici centrali si ritrovò circondato da facce che già conosceva.
Suoi compagni di scuola, vicini di casa, amici.
Tutti suoi coetanei che come lui aspettavano il proprio turno per entrare. Chi più o meno ansioso, ma tutti con gli stessi dubbi.
 
Tutti avevano in mano dei foglietti con su scritto il proprio numero, quasi fossero in fila per fare la spesa.
 
Erano le 9 del mattino quando i cancelli dei grandi uffici si aprirono e man mano cominciarono ad entrare i primi ragazzi.
 
Sungjong era seduto se una delle tante sedie in quella fin troppo enorme e fin troppo bianca sala d’attesa. Senza però sapere cosa stesse attendendo.
 
I dubbi e le preoccupazioni si stavano facendo sentire, e anche l’ultima briciola di serenità si dissolse quando un ragazzo corse fuori in lacrime da uno degli uffici.
 
Sungjong si alzò in piedi. Conosceva quel ragazzo, era stato un suo compagno di scuola e amico di giochi quando ancora erano piccoli.
 
Avrebbe voluto rincorrerlo, ma ecco che l’ennesima persona uscì in lacrime dopo il suo incontro con qualcuno ancora sconosciuto al giovane.
 
Che sta succedendo … ?, si chiese Sungjong, Perché piangono? Perché c’è chi è disperato e chi invece sta sorridendo fieramente?
 
Il ragazzo non capiva, non comprendeva più niente ma, quando un auto parlante annunciò il suo numero, non ebbe più nemmeno il tempo di riflettere.
 

Ora avrebbe visto con i suoi occhi tutto ciò che era oggetto delle sue domande.

 



 
Sguardi vuoti. Sguardi fissi.
 
Fissi su un punto preciso.
 
Gli occhi di una decina di persone erano fissi su Sungjong, e mai si sarebbe scordato di quella improvvisa freddezza.
 
Lunghi camici bianchi coprivano i corpi di quegli sconosciuti che oramai da una ventina di minuti lo stavano osservando.
I loro visivi avevano un ché di spigoloso, che ti faceva sentire come un moscerino.
Il più sporco e brutto dei moscerini.
 
Sungjong se ne stava in piedi in quella stanza vuota e senza finestre, proprio come gli era stato ordinato.
 
Cercava di mantenere un respiro regolare mentre quelle dieci persone gli continuavano a girare intorno e ad appuntare qualcosa in quei blocchi di fogli.
 
Il ragazzo non si ricorda la quantità di volte che si dové svestire e rivestire.
Non si ricorda quanto a lungo lo fecero stare nelle più scomode posizioni, quasi al limite della sopportazione.
Non si ricorda nemmeno il numero delle misure che gli fecero in totale, violando la sua persona.
 
Sungjong continuava a non capire, nemmeno quando uno di quegli sguardi da far venire i brividi gli allungò una cartellina che a prima vista sembrava una di quelle semplici da visita medica.
Continuò a non capire anche quando lo fecero uscire dalla stanza, in modo da continuare quel ciclo di visite.
 
Il giovane si guardò intorno, mentre aveva gli sguardi di quei ragazzi ancora in attesa, tutti fissi su di lui, mentre stavano venendo torturati dall’ansia.
 
Ma Sungjong non sapeva dare risposte a nessuno di loro, perché nemmeno lui aveva capito granché.
Nessuno gli aveva spiegato nulla, nessuno aveva anche solo minimamente accennato a parlare.
 
I suoi genitori gli avevano sempre detto che il giorno del suo Coming of Age tutto si sarebbe chiarito e a tutte le sue domande sarebbero stare fornite risposte.
 
Però Sungjong era ancora più confuso di prima.
 
Venne fatto uscire dai grandi uffici centrali senza nemmeno un minimo di congedo.
 
Con mille dubbi che gli frullavano nella testa, il ragazzo si sedé su una panchina di quel centro affollato di persone e decise finalmente di controllare quell’ammasso di fogli che gli erano stati dati.
 
Nel primo trovo il suo nome e le sue informazioni personali. Nulla di particolarmente strano.
 
Alla seconda pagina, i suoi occhi si persero tra le mille misure elencate. Troppe misure per essere lette tutte.
 
Sulle prime, Sungjong non si sorprese particolarmente: era elencata la sua altezza ed il suo peso.
Ma man mano che scorreva sul resto del documento, i suoi occhi cominciarono ad ingrandirsi, stupiti e confusi.
Affianco a misure comuni, ce n’erano altre di dubbia necessità.
 
A chi sarebbe mai importato quanto distavano tra di loro il suo alluce ed il suo mignolo del piede destro?
A chi sarebbe mai importante quanto fossero spesse le unghia delle sue mani?
 
Sungjong strinse gli occhi, non meno confuso di prima, decidendosi poi a sfogliare il resto del blocco.
 
La terza pagina lo fece davvero cadere in confusione.
 
Quella era una sua foto? Una foto del suo corpo?
 
Il ragazzo si chiese quando avevano avuto tempo di fargliela. Nemmeno se ne era accorto.
Ma aveva ben altro a cui pensare.
 
Quei segni rossi sul suo corpo non lo convincevano del tutto.
 
Gran parte del suo corpo era segnato da cerchi rossi.
Uno intorno al naso, uno intorno al suo petto, uno intorno ai suoi zigomi …
Tanti, troppi segni coprivano quella fotografia e Sungjong non sapeva perché.
 
Il ragazzo smise però di farsi domande.
Qualcosa gli diceva che, andando avanti con i fogli, avrebbe ricevuto le risposte di cui necessitava.
 
E così fu.
 
Nella quarta pagina tutti quegli strani cerchietti rossi intorno al suo corpo furono spiegati.

 

 Al signorino Lee Sungjong si consiglia di fare maggiore attività fisica, in modo da rendere il suo fisico più mascolino e scolpito.
 Al signorino Lee Sungjong si consiglia di fare qualche “ritocchino” al naso, per renderlo più sottile e aquilino.
 Al signorino Lee Sungjong si consiglia di “risistemarsi” il mento, per renderlo meno spesso e più a punta.

 
Gli occhi di Sungjong slittavano su tutti quei “consigli” che tanto consigli però non gli sembravano.
Parevano più doveri che avrebbe dovuto rispettare.
 
Ma perché? Il suo corpo era sempre andato bene così.
Perché propria ora doveva ricorrere a tutte quelle accortezze?
 
Con le mani che gli sudavano e la testa che gli doleva per il troppo riflettere, arrivò alla quinta pagina.
 
Nuove parole riempivano gli spazi bianchi del fogli, in quella che sembrava una lista di regole, ed infatti così troneggiava il titolo: “Le regole dei 5”.
 
Ma chi erano i 5? Perché tutti quei fogli sembravano basati su una serie di grandezza di cui il fine ancora sfuggiva a Sungjong?
 
Il ragazzo cominciò comunque a leggere quelle regole che sembravano non finire mai, ma quasi aumentare sotto la sua vista.
 
Frasi che non comprendeva cominciarono a rimbombare a pezzetti tra le pareti delle sua testa.
 
Ai 5 è vietato frequentare i locali di unità più grandi ….
I 5 devono vivere nei posti prestabiliti per la loro unità …
Si invitano i 5 a rispettare tutte le regole qui sopra elencante. Chiunque venga colto ad infrangere una qualunque di queste, sarà sottoposto a severi provvedimenti.
 
Sungjong non sapeva chi fossero questi cosiddetti 5 e nemmeno capiva perché la parola “unità” era così tanto ripetuta.
 
Poi trovò la pagina sei così stranamente vuota, con solo una scritta rossa ad attirare la sua attenzione.
 

N.B. E' obbligatorio portare sempre appeso sui propri vestiti la seguente targhetta identificatoria, senza nessuna eccezione di alcun tipo. Chi sarà sorpreso senza essa verrà severamente rimproverato.
 

Sembrava essere un rimprovero continuo, … l’intero blocco di fogli pareva esserlo.
 
E Sungjong pensava di aver mezzo capito come funzionavano le cose.
 
Alzò la testa verso quei passanti più o meno affrettati, accorgendosi solo in quel momento di un dettaglio che in tutti quegli anni aveva sempre ignorato, considerandolo semplicemente come un uso comune.
 
Ma tutto ciò non aveva nulla di normale.
Non era normale che tutte quelle facce portassero un numero appeso sopra i propri vestiti.
Numero che condizionava tutto della loro vita.
 
Solo in quell’istante si rese conto di tutto.
Si rese conto di come funzionava quella strana società.
Solo ora si rese conto del perché i suoi genitori non frequentassero quei quartieri del centro e vivessero in una piccola casa di periferia.
Tutto perché avevano unità di bellezza troppo basse per permettersi maggiori benefici.
 
Ecco perché lo avevano fatto sempre crescere sotto cure particolare, cercando di imporgli ideali di bellezza che Sungjong a volte aveva trovato fin troppo soffocanti.
 
Tutto perché volevano che al suo Coming of Age raggiungesse un’elevata unità di bellezza.
In modo da dargli una vita migliore una volta essere diventato maggiorenne ed aver lasciato la sua casa natale.
 
Il ragazzo sentì un groppo salirgli alla gola.
Sentiva come se avesse deluso i suoi genitori, che sempre lo avevano fatto crescere nel migliore dei modi.
 

Perché, ancora prima di voltare pagina, Sungjong sapeva che la sua unità di bellezza era troppo bassa per quel paese.
 


 

Note dell'autrice

Annyeong ♡ Maggie è qui (?)
Allora ... avevo intenzione di pubblicare il capitolo oggi, appena tornata a casa da scuola, ed invece ... no. Ho speso metà del pomeriggio a fare la foto ad inizio capitolo (pure male, gnè. maledetto il giorno in cui decisi di fare tutti i banner. /?) e a picchiare il pc per la sua lentezza (google chrome, hate you). Ma tutto ciò è abbastanza irrilevante, quindi veniamo al dunque.
Siamo giunti al secondo capitolo, dove inizialmente pensavo si sarebbero spiegate un po' di cose sul perchè Sungjong è un 5,5 ed invece ancora ... NO. In questa settimana ho ribaltato completamente la scaletta e penso che tutto sarà chiarito ... tipo .. uhm ... alla fine (?) *schiva pietre (?)*
Ok, sono cattiva ... Ma voi siete tanto tanto carini
Avete recensito in tanti e altrettanti hanno già inserito la storia tra le seguite, ricordate .. e addirittura già nelle PREFERITI. Ma io vi amo
Poi molti PandaShipper sono venuti a conoscenza della ff, ahw
Ringrazio tutti voi per aver letto anche questo secondo capitolo! Ringrazio chi ha recensito (
YeLloWfLoWeRs, lil_inspirit, hae na), mia sorella e la mia ultimate bias Sehunnie, che ha deciso di seguirmi anche qui
Siete tutti l'amore
Ah, beh .. per quanto riguarda questo capitolo .. non saprei che dire. Non è venuto proprio come volevo; è un più caotico e confusionato del dovuto ;; Vengono spiegate diverse cose, quindi spero lo abbiate apprezzato e vogliate lasciare una recensione.

Love you

Maggie


Ps. Ritornerò col Panda, I promise

 
   
 
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