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Autore: claudineclaudette_    07/04/2008    3 recensioni
Cosa succederebbe se dopo lo scontro contro Cloud, Sephiroth non fosse morto ma semplicemente finito in un'altra dimensione?
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: Incompiuta, Spoiler!
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Era buio pesto.  Si voltò indietro ma non scorse nulla, allora tornò a guardare dinnanzi a sé: nulla. Cominciò ad avanzare adagio, stendendo le braccia davanti a sé, cercando di capire dov’era… Aveva la mente confusa, ricordava molto poco di quel che era successo prima di allora, tutto era sfocato nella sua mente.

All’improvviso sentì un fruscio alle sue spalle. Si voltò, spada sguainata: non era nessuno. Mise al suo posto la spada e ricominciò a camminare, ormai abituato a quel buio assoluto non si rese conto che la luce cominciava a diffondersi intorno a lui, sempre di più… sempre di più… alla fine, si ritrovò su una spiaggia, in riva al mare. Tutti i ricordi cominciarono ad affluire in lui… ricordi dolorosi, ricordi di morte… rivisse tutta la sua spregevole esistenza in pochi secondi.

- Cloud!!! – urlò al mare. Ma nessuno rispose.

Aveva girato tutto il mondo, aveva visitato molti luoghi e distrutti altrettanti, ma non conosceva il posto dove si trovava, non riusciva a riconoscerlo. Le onde che gli bagnavano gli stivali erano naturali…semplici…regolari e gli infondevano un senso di quiete che non provava da molto, molto tempo.

Rimase in riva al mare per molte ore, godendo fino in fondo la sensazione che gli provava quel mare tanto imparziale rispetto a tutte le cose del mondo, ma alla fine si allontanò anche da quel luogo. Perché doveva decidere cosa fare, per la prima volta dopo tantissimi anni era di nuovo padrone di sé stesso: senza influenze esterne…senza influenze interne…

Respirando a pieni polmoni il frizzante odore del mare, estrasse dal fodero la sua arma e la tenne davanti a sé, con la punta della lama rivolta verso l’alto. La spada rifletteva la luce del sole sul suo viso, avrebbe dovuto gettarla per lasciarsi definitivamente alle spalle la sua vecchia vita, ma alla fine la rimise a posto. Il motivo? Se lo chiedeva anche lui… per ricordarsi di ciò che aveva fatto per evitare di ripeterlo, avrebbe detto. In verità, forse, era solamente vigliaccheria.

Cominciò a camminare, date le spalle al mare, verso le montagne ma dopo pochi passi si arrestò. Le montagne… le rocce… i crateri….le grotte non gli portavano altro che pensieri negativi, così voltò a sinistra verso un bosco…ma non se la sentiva di affrontare nemmeno gli alberi. Alla fine, fece per tornare in riva al mare quando una voce lo chiamò.

- Ehi tu! Tutto a posto?

Sì voltò per vedere chi aveva parlato: era una giovane vestita d’azzurro. Aveva i capelli neri, la pelle chiara, e gli occhi castani, lo fissava con un’espressione angelica, di serena curiosità.

Lui rimase in silenzio, mentre quella ragazza apparsa dal nulla gli si avvicinava.

- Tutto a posto? – ripeté la giovane quando non gli fu che a pochi passi.

Lui la osservò attentamente per molti secondi. Era così strano per lui, così… nuovo in un certo senso, vedere qualcuno che non fuggiva spaventato davanti a lui, che lo guardasse con timore o, ancora, con odio. Fece un lieve gesto si assenso con la testa, ma rimase in silenzio, era molto più alto di quella giovane, ma la fierezza di lei nello sguardo e nei movimenti poteva farli sembrare della stessa statura.

I due si fissarono in silenzio, nessuno dei due trovava nulla da dire, e lui dopo aver a lungo farneticato, preferiva rimanere in silenzio. Alla fine fu la ragazza a fare la prima mossa.

- Sono Rinoa Leonheart, SeeD del Garden di Balamb – si presentò. – Chi sei tu invece?

Rimase zitto. Non aveva capito a quale squadrone dei Soldier, unica organizzazione militare sul pianeta, si riferisse. Una poi che accettasse le donne! Gli unici erano i Turks, ma tutti loro si vestivano in giacca e cravatta neri e camicia bianca, certamente non d’azzurro e in pantaloncini corti. Poi, non voleva nemmeno rivelarle il suo nome: quale sarebbe stata la sua reazione? Lui sarebbe dovuto essere morto, ma per qualche misterioso motivo si era ritrovato su quella spiaggia. Sarebbe dovuto essere scomparso, e invece era vivo e vegeto di fronte a lei. Se invece le avesse detto un nome falso? Scartò subito quell’idea, prima o poi lo avrebbero smascherato. Allora, sarebbe stato peggio.

- Il mio nome – disse alla fine, rassegnato, - è Sephiroth.

Attese. Nessuna reazione, nessuna espressione di alcun genere aveva sostituito quella di cordialità sul volto della giovane.

- Non pensavo che Centra fosse di nuovo abitata, è una scoperta – confessò Rinoa.

Non sapeva di cosa stesse parlando, ma non chiese spiegazioni. Aveva riacquistato la libertà, ma non sapeva cosa farsene. Che cosa avrebbe fatto da quel momento in avanti?

- Se Centra è disabitata – disse Sephiroth con cautela, supponendo che Centra fosse il luogo dove si trovavano, - tu cosa ci fai qui?

- Io sono un SeeD. Te l’ho detto – ripeté Rinoa, come se questa sua condizione spiegasse tutto. Dovette avere un’espressione confusa, perché Rinoa cominciò a ridere. – Non dirmi – sorrise, - che non conosci le tradizioni SeeD!

Sephiroth guardò la giovane, mentre un po’ del vecchio orgoglio riacquistava il suo posto nel suo cuore. Un angolo della bocca acquistò una curva amara, mentre lui si sentiva deriso. Nessuno, nemmeno il soldato col più alto grado avrebbe osato ridergli in faccia, nemmeno prima della Grande Crisi.

Rinoa dovette accorgersi del fastidio di Sephiroth e smise all’istante di ridere.

- Perdonami – si scusò la giovane. – Ma sono note a tutti le cerimonie dei SeeD.

- A me no – rispose Sephiroth freddo.

Rinoa ridacchiò e alzò gli occhi al cielo: – Ho capito – sorrise. – Vieni con me, non c’è nessuno spiegazione migliore di quella data davanti a un buon pasto. È quello che dice sempre il mio amico Zell.

Sephiroth venne accompagnato da Rinoa in un piccolo accampamento nei pressi di un bosco. Era molto povero, provvisto solamente di un sacco a pelo e di un pentolino, che riscaldava una zuppa al suo interno, aveva un cane dal pelo marrone che gli faceva la guardia. Sephiroth si sedette su un masso sotto l’invito di Rinoa e l’ascoltò parlare.

- Sai almeno cosa sono i SeeD? – volle sapere la ragazza.

Lui scosse la testa come gesto di diniego.

Rinoa sospirò e cominciò a raccontare: - Allora… i SeeD sono un corpo di soldati scelti, l’orgoglio del Garden di Balamb, e il loro obiettivo finale è uccidere la strega…. Quando questa arreca danno alla popolazione – Strega? Garden? Sephiroth non conosceva nessuna di queste cose, ma rimase in silenzio confidando nel fatto che avrebbe capito qualcosa in seguito. – Tutte le azioni dei SeeD sono guidate dai loro principi: pratica, fratellanza, libertà. Io sono Rinoa Heartilly, moglie del comandante dei SeeD, Squall Leonheart. Lo conosci?

Sephiroth scosse la testa, chiedendosi in quale strano posto era capitato. Aveva studiato tanto e a lungo, nei sotterranei della residenza della Shinra, ma non aveva mai sentito parlare né di Streghe, né di SeeD, né di Garden.

- Ma non sai davvero nulla Sephiroth! – esclamò spazientita la ragazza. – Squall Leonheart è il SeeD che sconfisse la Strega un anno fa… non dirmi che non sai nulla nemmeno della Strega Artemisia!

Di nuovo Sephiroth scosse la testa.

- Va bene – esclamò Rinoa. – Stai seduto lì e prendi una ciotola di minestra. Non ti alzerai finché non ti avrò raccontato tutta la storia dall’inizio!

E cominciò a raccontare.

   
 
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