Quando camminava la sua aura s'ingigantiva. Lo notavi da lontano un kilometro. Era impossibile non fermarsi un attimo a riflettere su quanto quel ragazzo fosse bello e all'apparenza forte. All'apparenza.
Dentro aveva un oceano di solitudine. Era probabilmente la persona più malinconica che conoscessi. Non c'era niente da fare: dimostrava di essere sicuro di se' e pieno di determinazione, quando in realtà ogni giorno moriva dentro. Sempre di più, fino a cadere nel baratro.
Ricordo ancora la lettera che scrisse prima di lasciarci.
"SCUSATEMI" era la parola più ripetuta. L'unica. A caratteri cubitali. Su tutto il foglio. In mille modi diversi.