Serie TV > Il mondo di Patty
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Autore: cybilbennett    14/10/2013    0 recensioni
{'Profeta illudi l'uomo un'ultima volta, dimmi che qualcosa cambierà.'
-Chiara, il futuro che sarà.}
Fanfiction ambientata cinque anni dopo la fine della seconda stagione: la vita di Antonella è completamente cambiata, così come quella della sua famiglia e dei suoi amici. Riuscirà ad avere la forza di alzare la testa e ribellarsi al suo crudele destino?
BrunoxAntonella, con accenni di PattyxMatias e CarmenxLeandro.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Antonella Lamas Bernardi, Bianca Bernardi, Bruno Molina, Patricia Díaz Rivarola, Un po' tutti | Coppie: Antonella/Bruno, Carmen/Leandro, Matias/Patricia
Note: Lime, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Capitolo 02.

Vecchie Conoscenze.
 





Antonella’s pov.
 

Mezzogiorno e trentuno e stavo attraversando la strada che mi avrebbe condotta al bar nel quale avevo un appuntamento con Leandro. Una sistemata veloce ai capelli e aprii la porta del locale, cercando il volto di Leandro fra i tavoli. Lo trovai seduto ad uno piuttosto in disparte rispetto agli altri, e vidi che mi fece cenno di andare verso di lui; presi un bel respiro, sistemai la borsa sulla spalla e mi diressi a passo deciso al tavolo.
“Bene, eccoci qua.” Mi disse lui, invitandomi a sedermi.
“Già.” Risposi io, sospirando piuttosto rumorosamente.
“Cosa prendi?”
“Non ho soldi.”
“Offro io, avanti, cosa prendi.”
“Non prendo nulla, non voglio sentirmi in debito.”
Lui fece un cenno con la testa, ordinando un caffè. Rimanemmo per più di un minuto in silenzio, scrutandoci e aspettando l’uno la prima mossa dell’altro. Fu Leandro per primo a rompere il ghiaccio.
“Mi ha stupito il fatto di vederti lavorare e per di più come donna delle pulizie.” Disse sorridendo, mentre versava lo zucchero nel caffè.
“Ti fa ridere la cosa?”
“No, è solamente.. strana, tutto qui.”
“Ah.” Mugugnai io, spostandomi una ciocca di capelli dietro l’orecchio.
“Non capisco tutto questo astio nei miei confronti.”
“Non provo né astio né odio nei tuoi confronti Leandro, o hai forse la coda di paglia?”
Lui si sentì centrato in pieno e cambiò discorso. “Bianca come sta?”
“Tiriamo avanti..” Lo liquidai.
“E il bambino?”
“E’ una bambina.” Risposi secca.
“Sta bene?”
“E’ felice, è questo ciò che importa.”
Lui annuì, bevendo il suo caffè. “Perché non vi ho trovato più nella vostra vecchia villa, avete traslocato?”
“Si.”
“Come mai? Non era abbastanza ‘inn’ la zona per i gusti di tua madre?” Sghignazzò lui, io mi trattenni da non dargli un pugno in pieno viso; se solo avesse saputo cosa facevamo per vivere e per tirare fino a fine mese forse non ci avrebbe riso poi così tanto.
“Cause di forza maggiore.”
“Capisco..” Posò la tazzina di ceramica sul piattino, poi mi rivolse nuovamente lo sguardo. “E quel’è il vostro nuovo indirizzo?”
“Non credo sia obbligata a dartelo..”
“Siamo un po’ acidelle, Antonella?”
“Diciamo solo che la vita mi ha temprato il carattere.” Guardai l’orologio sulla parete, mezzogiorno e tre quarti, dovevo tornare a lavoro. “Ora se vuoi scusarmi, ho ben’altre faccende più importanti da sbrigare.”
“Non c’è problema, ma mi farebbe piacere se tu mi venissi a trovare qualche volta, Patty sente la tua mancanza.”
“Oh, che peccato, perché io la sua non la sento minimamente.” Risposi secca, poi girai i tacchi e mi diressi verso l’uscita, non prima però, di essermi gustata l’espressione basita di Leandro. Uno a zero, palla al centro.
 
 
_______


Leandro’s pov.

 
L’archivio dell’ufficio del direttore era più incasinato di quanto ricordassi: c’erano scartoffie ovunque, moduli da firmare, contratti di assunzione e anche qualche ricevuta della caffetteria qua di fronte; qualcuno avrebbe dovuto fare una bella pulizia!
Ripensavo ancora al mio incontro-scontro con Antonella e al perché ce l’avesse tanto con me, infondo era colpa sua se era stata incauta e si era trovata accidentalmente nel mezzo di quello scandalo mediatico. Fatto sta che volevo assolutamente chiarire con lei e andare a trovare la sua famiglia: con Roberto, dopo che si era rimesso con Bianca, eravamo diventati grandi amici, assidui frequentatori del circolo del tennis, mentre Fabio –come del resto Antonella- era come un mio secondo figlio e gli volevo un bene dell’anima. Per quanto riguarda Bianca i nostri rapporti diventavano sempre più freddi e distaccati, prima della mia partenza per gli Stati Uniti ci limitavamo semplicemente ai convenevoli.
Ecco fatto, avevo trovato ciò che cercavo.
Era il contratto di assunzione di Antonella, dove ero sicura di trovare il suo indirizzo e fare un salto a casa sua, solamente per salutare.
Lessi l’indirizzo e ne rimasi alquanto sorpreso; per quanto mi ricordavo la zona in cui abitava era una delle più povere di Buenos Aires, dalla parte opposta di questo quartiere. Mi appuntai l’indirizzo su un post-it e mi diressi verso casa sua.
 
Mezz’ora dopo ero già lì, nel cortile di un condominio dalle pareti gialle piuttosto scolorite dal sole e dalle intemperie. Sul campanello cercai ‘Lamas Bernardi’ ma, prima che pigiassi il pulsante, mi accorsi che il portone era aperto; poco male, avrei fatto una sorpresa a tutti quanti.
Il loro appartamento era al terzo piano, ciò comportava sei rampe di scale da salire.
Arrivato davanti al portoncino mi balzò subito all’occhio un grande cuore colorato con dei pennarelli attaccato con una striscia di scotch alla porta, doveva averlo fatto la figlia di Antonella. Sorrisi, poi suonai il campanello.
Pochi secondi dopo la porta si aprì e mi trovai faccia a faccia con Bianca.
“Tu?” Esclamò scioccata, come se avesse appena visto un fantasma.
Io accennai un sorriso, cosa che mi riuscì piuttosto male visto che mi chiuse direttamente le porta in faccia. Bene.
Suonai nuovamente. “Bianca per favore apri, sono venuto a salutare.” Urlai, bussando  ripetutamente.
“Non me ne importa, tornatene a casa Leandro e.. smettila di urlare!”
“Vuoi che svegli tutto il condominio? Avanti, apri!”
Presa dall’esasperazione mi aprì la porta. Esibii un sorriso a trentadue denti, mentre lei arricciò il labbro con fare annoiato.
Mio dio come era cambiata dall’ultima volta che l’avevo vista! Portava i capelli lunghi, sciolti sulle spalle, color biondo paglierino –il suo colore naturale, suppongo-, era visibilmente dimagrita e dava segno di aver smesso di dedicare tanto tempo alla sua immagine, dato che aveva appena un velo di mascara sugli occhi.
“Ciao Bianca.”
“Ciao.” Rispose lei. “Avanti, entra.. vuoi rimanere lì come un cretino sulla porta?”
Bene, devo dire che non aveva però perso i suoi metodi convincenti e schietti.
Entrai e mi guardai intorno: l’appartamento era minuscolo e la mobilia non dava l’idea di essere composta da pezzi di design.
“Posso offrirti qualcosa?” Mi chiese lei, dirigendosi verso un mobiletto di legno.
“No grazie.” Risposi io, sempre con fare gentile.
Lei si versò del whiskey.
“Roberto non è in casa?”
Mi fulminò con lo sguardo, bevendo il superalcolico tutto d’un fiato.
Avevo come l’impressione di aver detto qualcosa di male.
Lei riprese un po’ di autocontrollo e, versandosi un altro bicchiere, mi guardò con aria divertita.
“Suppongo tu debba fare un bel po’ di strada se vuoi salutare Roberto.”
Ironia pungente, io finsi di non capire.
“E’ in Messico..” Disse, sorseggiando un po’ di whiskey. “.. con Fabio ed una bella bionda, suppongo sia Russa, o Ucraina..”
Sgranai gli occhi.
“E’ strano..” Continuò lei. “.. ci vengono persino dalla Russia per fare casini fra le famiglie.”
“Mi dispiace..” Le dissi, cercando di mostrarmi gentile con lei.
“Oh, dispiace anche a me..” Finì di bere il liquore. “Abbiamo divorziato, sfasciando così, una volta per tutte la nostra famiglia.” Aveva lo sguardo perso nel vuoto, sembrava soffrirne parecchio.
Io feci per abbracciarla, ma lei si scansò. “Non so che farmene della tua compassione, Leandro.” Prese una sigaretta da un pacchetto su una mensola e la accese.
“E’ l’unico modo per farti capire che io ci sono, qualunque cosa succeda.”
Aspirò avidamente. “Infatti, ho visto come eri totalmente presente. Sbaglio o eri a Malibù quando io ho trascinato quel fedifrago del mio ex marito in tribunale per poi farmi togliere la casa e mezzo conto corrente?”
Abbassai lo sguardo, colpevole. “Mi dispiace.” Sussurrai.
“Lo so, dispiace a tutti.” Una nuvola di fumo si disperse nell’aria. “E’ terribile rendersi conto di essere stato un emerito cretino, ed è anche altrettanto facile chiedere scusa una volta essersi reco conto di aver sbagliato.”
“Anche Antonella ce l’ha con me.”
“Ti sbagli Leandro, io non ce l’ho con te, io ce l’ho con il mondo, è diverso.” Fece un altro tiro.
“Come posso aiutarvi? Ho grandi disposizioni economiche e..”
“Non mi interessano i tuoi soldi..”
“Un tempo miravi solamente a quelli..”
“La vita ti cambia, non voglio la tua beneficienza.”
“Questo è il mio nuovo numero di telefono, per qualunque cosa chiamami..” Aprii il portoncino e feci per uscire. “Alla prossima, Bianca..”
 
 




Angolo Autrice.

Eccoci finalmente al terzo capitolo, aww
Scusate se ci ho messo tanto ad aggiornare ma ho due ff aperte e mettendoci anche la scuola, diventa difficile aggiornare con una certa rapidità!
Ringrazio tutti i miei 152 lettori. Grazie mille ragazzi/e, è solo grazie a voi se io vado avanti! E un grazie particolare va ad Ahila_72, mia nuova ed assidua lettrice.
Al prossimo capitolo!
  
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