Per questa sera ho preparato tutto.
Davide e Lucia sono da Giulia e dormiranno lì.
Il locale è chiuso per il suo giorno di chiusura, e
con mio fratello sono riuscito ad organizzare una serata solo per noi, niente
cuochi né camerieri, solo noi due.
Ho preparato il suo tavolo preferito con deliziosa attenzione, e nella tasca della giacca questa scatolina blu freme dalla voglia di uscire.
Ormai stiamo insieme, di nuovo, da quasi un anno,
l’esperienza americana è stata splendida sia per il nostro rapporto di coppia, che
per cementare le basi della nostra famiglia. Trasferirci a Roma una volta
tornati è stato naturale, anche Davide l’ha presa molto bene, visto il legame
che ha instaurato con Cecilia, il reinserimento scolastico non è stato
traumatico. Lucia mi sembra la bambina più felice del mondo, e quest’anno ha
iniziato l’asilo, non che sia stato un trauma per lei, anzi, avendo frequentato
il nido, adora andare a scuola, la mattina l’accompagna la madre, mentre io
porto Davide a scuola in motorino (fortunatamente la nausea gli è bella che
passata), e la sera la riprendo io, prima di tornare a casa però, ci fermiamo
sempre al parco per giocare un po’. Il sabato invece, Davide ed io andiamo in
piscina insieme, il calcio non l’ha abbandonato, ma sono riuscito a
coinvolgerlo anche nel nuoto, così almeno passiamo una mezza giornata solo tra
uomini.
Adoro i miei figli, e amo Azzurra, quindi, perché non
sposarci?
Sono sicuro di me e di lei, e oggi so come affrontare
qualsiasi incomprensione.
Visto che al locale è tutto a posto, posso andare a
casa a prenderla, non voglio perdere nemmeno un minuto stasera.
Azzurra è splendida, bellissima, come sempre, elegante
e sensuale, e mi sento davvero l’uomo più fortunato del mondo all’idea che
possa dirmi di sì.
- Come mai siamo venuti al locale? È giorno di
chiusura oggi.
- Lo so, ma volevo una serata speciale, solo per noi.
– le dico facendola entrare dalla porta sul retro.
La cena procede bene, Azzurra si è rilassata, dopo un
iniziale irrigidimento, ed io ormai fremo letteralmente all’idea di chiederle
di sposarmi, con la scusa di prendere una nuova bottiglia di vino, mi allontano
un momento dal tavolo, e quando torno, sono in ginocchio davanti a lei, che ora
sì, sembra un po’ pallida.
- Azzurra, io ti amo, e sono felicissimo del modo in
cui stiamo costruendo la nostra famiglia. – dico mettendole la scatolina
davanti alla faccia.
- Voglio essere tuo marito, voglio che tu sia mia
moglie, non mi manca niente… - aggiungo aprendo, ad affetto la scatolina blu,
dove campeggia un bellissimo solitario.
- No! – dice lei richiudendo la scatolina, mentre io
sono convinto di aver capito male.
- Ti amo tantissimo, amo i nostri figli, ma no! Non
voglio, non ha senso, non ne abbiamo bisogno, stiamo bene così.
- Ma che dici! – sbotto alzandomi – non mi ami? Non mi
credi? Ancora non ti fidi di me?
- Vedi che non mi ascolti?! Ti amo Guido, T-I A-M-O! e mi fido di te, e adoro la nostra
famiglia, non voglio altro che te, e noi, e sto bene così, non voglio nulla di
più.
- Io davvero non ti capisco.
- Non voglio lo stress di un matrimonio, preparativi,
cose inutili, non mi va, mi agiterebbero e basta… ti ho scelto, ti scelgo tutti
i giorni, perché? Te lo chiedo io stavolta, non ti basto?
- Io… cosa… NO, NO che dici, ti amo, certo che mi
basti, anzi, non mi basti mai.
Queste le ultime parole coerenti che ci scambiamo, perché poi facciamo l’amore, anche lì, nel locale deserto, per poi andare a casa, ad amarci ancora un po’.
Non mi arrendo però, prima o poi Azzurra Leonardi sarà
la signora Corsi, forse la serata non è stata il massimo, m’inventerò
qualcosaltro.
NDA
Sono tornata!
Breve raccolta di One-shot per raccontare l'ostinazione dei nostri personaggi preferiti.
Grazie a chi legge, chi segue questa storia, chi la ricorda, e chi la preferisce.
Lisbeth