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Autore: bibrilove98    16/10/2013    2 recensioni
Chiara ama leggere. Legge perché le piace stare con la testa tra le nuvole e per lei tutto ciò che legge può diventare realtà. Ma questa volta non credeva che quel libro potesse avvicinarsi così tanto alla vita reale, o meglio, che lei potesse avvicinarsi così tanto a quel mondo, un mondo vissuto e rivissuto attraverso la storia, ma mai in quel modo, un mondo in pericolo. Presto si ritroverà a combattere al fianco di nuovi amici per difendere quel posto di cui inizialmente non si sente parte, ma poi diventa come una seconda casa. Molti nemici cercheranno di ostacolarla, tra antichi saggi poco permissivi, chimere, principi troppo viziati e la nostalgia di ritornare a casa. Ma niente di tutto questo riuscirà a fermarla, fino a quando quel libro non finirà.
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Camminammo per gran parte della mattinata finché non arrivammo a Brook. Me la immaginavo molto più grande di quello che fosse in realtà. Era un paesino piccolo, con tante case in torno ad una piazza messe quasi una sull’altra per farle entrare tutte. La piazza non era molto grande, ma era affollatissima di gente e di bancarelle nonostante fosse nel pieno di una guerra. In somma, il tutto non era molto proporzionato. Potreste pensare che arrivare fino a lì fosse stato facile, in realtà non fu proprio così. All’entrata della città c’erano un sacco di guardie armate fino ai denti, pronte ad ucciderci al minimo passo falso. Alex fece il possibile per convincere le guardie a lasciarci entrare, sapeva essere molto convincente, ma nemmeno quello bastò per farci lasciar passare. La città era circondata da mura impenetrabili e le guardie costeggiavano il perimetro. Un sistema di sicurezza maledettamente troppo articolato. Il libro era sicuramente custodito lì dentro. Cercammo di aggirare un poco le guardie, Alex parlò in modo soave, ma non si fecero dissuadere. Costeggiammo il perimetro della città finché Mark non notò una minuscola crepa nelle mura. Scese da cavallo e si avvicinò.
-Che hai visto? –chiese Jake. Mark non rispose, si limitò a scrutare attentamente la crepa. Poi inserì tre dita nella crepa e tirò il masso verso di lui.
-Aiutatemi. –disse. Noi prendemmo il mattone che stava cadendo e lo appoggiammo a terra. Dal buco che si era creato nel muro, intravedemmo un carretto che copriva il passaggio. Greg prese i cavalli e li nascose dietro alcuni alberi mentre noi spostavamo altri mattoni. Riuscimmo a passare e a richiudere il passaggio prima che il carretto si mosse e facesse rivelare a due guardie il modo in cui eravamo riusciti ad entrare. La piazza era piccola in confronto alla fama che si era fatta la città, ma in compenso era piana di bancarelle e di negozietti che allestivano prodotti tipici e strani accessori per la casa che col tempo avevo imparato a riconoscere. Rimasi molto sorpresa nel vedere tutte quelle cose! Mi fermai un secondo vicino ad una bancarella che vendeva dei giocattoli per bambini. Vidi un piccolo cavalluccio di legno legato ad una corda. Quel giocattolo mi ricordò Macchia, il mio cavalluccio giocattolo con cui passavo interi pomeriggi quando ero bambina. L’avevo chiamata così perché una volta non mi sentii bene e vomitai vicino a quel cavalluccio e nonostante mia madre continuasse a lavarlo, la macchia non se ne andò più.
-Che hai Chiara? –mi chiese Stefany incuriosita dalla mia espressione.
-Niente, vecchi ricordi. –risposi allontanandomi da quella bancarella prima di incominciare a piangere per la nostalgia. Che vergogna. Scoppiare a piangere in una situazione del genere non era proprio il massimo, ma la mia famiglia mi mancava tantissimo e vedere quel giocattolo aveva riaffiorato ricordi della mia infanzia e della mia vecchia vita. Chissà se un giorno sarei riuscita a ritornare indietro. Ci avvicinammo ad un enorme edificio, forse un poco sproporzionato rispetto alle casette che costeggiavano la piazza. In cima c’era un enorme bandiera dorata con un leone ricamato sopra.
-Il leone è il simbolo della potenza di Brook, -spiegò Greg. –in passato la città era molto più grande, poi per colpa di una battaglia molte case sono state distrutte e in onore ai defunti hanno deciso di non ricostruire i monumenti bruciati. Nonostante ciò, è diventata una delle potenze del reame e la sua armata viene spesso chiamata a raccolta quando il nostro reame deve combattere contro un altro popolo. È proprio per questo che Albert punta ad aggirare le difese e a costringerli ad arrendersi.
-Quindi quella dovrebbe essere la famosa biblioteca. –indovinai. Jake annuì un poco cupo mentre scrutava l’enorme edificio. Probabilmente stava pensando a come riuscire ad entrare in quel posto e a cosa significassero le parole di Frank. Mi guardai in torno finché il mio sguardo non si posò su un ragazzo che stava spalando il letame di un paio di cavalli. Lo fissai per non so quanto tempo mentre, con la pala, caricava lo sterco degli animali su un carretto.
-Non può essere… -disse Alex non appena si accorse anche lei di quel ragazzo. –Jake…potrebbe essere veramente lui?
Jake scosto lo sguardo dall’enorme biblioteca e per un attimo rimase immobile, come se avesse visto qualcosa di spaventoso o di fantastico. Poi la parte destra del suo labbro si curvò in un mezzo sorriso e si avvicinò a passo svelto verso quel ragazzo.
-Wow, ti sei ridotto proprio male eh amico? –disse Jake non appena arrivò vicino al ragazzo.
-Ehi! Come ti permetti! Pensa al tuo di lav… -il ragazzo non finì la frase perché, non appena alzò lo sguardo, il suo viso un poco sporco si illuminò. –Dio mio, sei veramente tu? –chiese allibito.
-In carne ed ossa amico mio! –poi i due si diedero la mano e un affettuosa pacca sulla schiena. Il ragazzo sembrava molto dolce ed affettuoso. Aveva uno splendido sorriso e i suoi occhi azzurri sembravano riflettere il colore del cielo. Aveva i capelli di un castano così chiaro che sembrava quasi biondo. Alex gli si avvicinò e gli strinse la mano. –Vorrei tanto saltarti al collo per abbracciarti, ma sei leggermente sporco. –disse mostrando il suo migliore sorriso.
-Non ti preoccupare, ti capisco, come va tutto bene?
-Nico! –disse Mark, e nonostante il ragazzo fosse sporchissimo, gli saltò al collo con un salto che sembrò olimpionico.
-Mark! Piccolo come sei cresciuto! Ti ricordo quando avevi tre anni ed eri alto più o meno così. –disse Nico portando la sua mano al livello delle ginocchia.
-Smettila! Sono cresciuto tantissimo e devi vedere come combatto! Jake mi ha insegnato un sacco di cose fantastiche e adesso riesco quasi a sconfiggere Stefany, Greg e Chiara!
Il ragazzo guardò gli altri e gli rivolse uno splendido sorriso in segno di saluto. Poi il suo sguardo si poggiò su di me.
-Ci conosciamo noi? –mi chiese.
-Non penso proprio. –dissi un poco diffidente.
-Con te è inutile mentire o fare doppi giochi. –disse Jake. –lei è Chiara e l’abbiamo praticamente “adottata”
Nico mi guardò un poco diffidente, poi però, sul suo viso comparve un sorrisetto.
-Piacere di conoscerti Chiara, io sono Nico e probabilmente sono il loro migliore amico. –poi si rivolse a Jake. –siete i ben venuti nella mia casa. Adesso dovrei aver finito di lavorare a meno che questi due non decidano di dar foga a tutte le loro risorse intestinali –disse indicando con il pollice i cavalli. Come se gli avessero letto nella mente, in quel momento dal loro fondoschiena uscirono delle belle palle, come quelle che usano i giocolieri al circo, ma un poco più puzzolenti.
-Come non detto. –disse Nico facendo girare gli occhi. –ci vediamo a casa mia tra un ora, ti ricordi la strada vero Jake?
-Certo, ma non ti devi preoccupare di noi, ce la caviamo… -cercò di spiegare Jake.
-Na, -disse Nico liquidando le parole di Jake con un gesto della mano. –è un piacere vedervi di nuovo e se permettete ho il dovere di ospitarvi e poi, mamma è da tanto che non vi vede…
Alex e Mark si scambiarono un sorriso. –Ricordo che le crostate di tua madre erano buonissime! –disse Alex.
-Certo! E lo sono ancora. –affermò fiero Nico.
-Allora accettiamo volentieri, tanto abbiamo tempo da perdere. –disse Jake e ne rimasi molto sorpresa, sembrò che qualcun altro stesse parlando con la sua voce. Lo vedevo troppo calmo e rilassato per essere uno che probabilmente stava andando incontro alla morte nel disperato tentativo di salvare la sua famiglia. Poi quella parola mi risuonò nella testa. Tempo. Noi non avevamo tanto tempo! Dovevamo organizzare un piano e capire ciò che Frank ci aveva detto, prendere il libro e portarlo al re senza farci, possibilmente, ammazzare o catturare senza parlare di quel pazzo squilibrato che Harley aveva descritto come il Signore dei Libri. Non che non ci credessi, mi aveva fatto cadere da cavallo con un fulmine. Probabilmente era lui che controllava il mondo in cui stavo vivendo, ma questa era una cosa che non avevo ancora capito. Loro probabilmente non avevano delle scadenze da rispettare, io invece si.
-Non mi sembra il caso. –cercai di dire. In quel momento tutti si voltarono e mi guardarono malissimo. –Nel senso che non mi sembra il caso di disturbare… -aggiunsi un po’ in imbarazzo.
-Non ti preoccupare per quello. –disse Nico scrutandomi attentamente e con aria un poco sospetta.
-Allora ci vediamo tra un ora a casa tua. –disse Alex cambiando velocemente discorso. Gli altri approvarono e si salutarono.
Per passare il tempo girammo un poco per la piazza. Mi sentivo maledettamente nervosa e quel ragazzo, Nico, mi aveva fatto sentire a disagio. Non aprii bocca finché Jake non mi prese per un braccio e aumentò il passo per separarsi dagli altri.
-Che ti succede? –mi disse continuando a camminare, senza degnarmi di uno sguardo.
-Perché? –chiesi non curante.
-Dai. Sei strana.
-Be, ti sbagli. –in quel momento Jake si fermò di scatto, mi guardò negli occhi e si avvicinò fin troppo a me. –Dimmi cosa ti prende.
-Niente, te lo giuro. –dissi abbassando il tono di voce e scrutando le sue labbra che ormai erano a circa cinque centimetri dalle mie. Il cuore incominciò a battere fortissimo nel mio petto e per un attimo sperai che accadesse qualcosa. Ritornai a guardarlo negli occhi, in quei spettacolari occhi color cioccolato fuso che gli davano un aria severa, ma ci vidi un bambino. Non un ragazzo di quasi sedici anni, ma un bambino che giocava vicino casa con una finta spada di legno. Poi i suoi occhi divennero divertiti e mi accorsi del sorriso che aveva sulle labbra. –Bene, allora andiamo, dobbiamo andare a fare una visita, fidati di me.
Gli sorrisi. –Mi fido.




Angolo Autrice.
E rieccomi quì, riapparsa magicamente dalle profondità del Tartaro :3
Vi prego perdonatemi. Avevo promesso che avrei pubblicato un capitolo/due alla settimana ma quella che è passata è stata orrenda -.-
Perdonatemi, vi prego!!! D:
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto :D Ecco un nuovo personaggio, Nico! Che ve ne pare? Si, non si capisce molto di lui, ma posso dirvi che è molto importante per la storia, anche se il suo rapporto con Chiara non sarà dei migliori ;) Sto preparando un po' di colpi di scena per i prossimi capitoli ;D Opps, sto parlando troppo xD
Prometto che aggiornerò il prima possibile :D
Un grazie particolare a tutti i mie lettori :) Sto ricevendo delle nuove recensioni e mi state riempiendo di gioia :')
Grazie anche hai lettori che non recensiscono la storia :D
Ora vi lascio e ritorno nel Tartaro dei libri di scuola -.- a presto!!!! (spero)
Un bacio
Bibrilove98
  
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