Fanfic su artisti musicali > Austin Mahone
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Autore: xjelenas    17/10/2013    0 recensioni
il punto è che lei ci credeva in quell'amore, aveva riposto tutte le sue speranze in esso ed ora aveva ottenuto il risultato.
ma lei, dopotutto non avrebbe mai dimenticato tutto ciò che c'era stato con austin, e forse questo, la paura dei ricordi, l'aveva spinta a fare queste cose di cui non andava fiera, ma che si sentiva in bisogno di fare, era diventata acida, fredda con tutti.
non avrebbe mai ammesso che quell'amore la stava distruggendo perchè quello significava essere debole e lei non voleva esserlo.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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«questo amore mi sta distruggendo.»
erano queste le parole scritte in stampato sul diario aperto di taylor.
il diario si trovava sulla sua scrivania (sempre disordinata), di fianco ad esso c'era un pacco quasi finito di sigarette ed una bottiglia vuota di alcol.
sdraiata sul letto c'era la ragazza, che fissava il soffitto con gli occhi socchiusi e la vista tutta annebbiata.
aveva incominciato a fumare e a bere da quando austin, quel giorno, se ne era andato di casa, sbattendo la porta urlando «fra noi è finita.»
erano circa sei mesi che taylor era in quello stato.
a poco a poco quell'amore le stava rendendo la vita impossibile.
le sembrava tutto così difficile da affrontare ora che si trovava sola contro tutti.
si alzò con fatica dal letto ed afferrò il pacchetto di sigarette.
lo aprì; ne erano rimaste solo quattro.
ne accese una ed uscì fuori al balcone; erano circa le undici di sera del mese di novembre: tutto era già buio, solo i pochi lampioni accesi illuminavano il campo visivo di taylor, dato che la luna era nascosta dalle nuvole.
si appoggiò alla ringhiera guardando la strada deserta al di sotto di lei, mentre portava la sigaretta alla bocca e buttava fumo.
il punto è che lei ci credeva in quell'amore, aveva riposto tutte le sue speranze in esso ed ora aveva ottenuto il risultato.
ma lei, dopotutto non avrebbe mai dimenticato tutto ciò che c'era stato con austin, e forse questo, la paura dei ricordi, l'aveva spinta a fare queste cose di cui non andava fiera, ma che si sentiva in bisogno di fare, era diventata acida, fredda con tutti.
non avrebbe mai ammesso che quell'amore la stava distruggendo perchè quello significava essere debole e lei non voleva esserlo.
anche questa sigaretta finì, con le ceneri dei pensieri, dei ricordi che cadevano giù, sulla strada.
rientrò guardandosi intorno, notando tutto il disordine che c'era.
vestiti a terra, libri sparsi dappertutto, penne sul comodino, sulla scrivania, sul letto, il cuscino per terra,pacchi di sigarette vuoti...
le piaceva un po' quel caos, almeno la sua testa non era l'unica ad essere incasinata.
come d'istinto prese un'altra sigaretta, si infilò il pacchetto in tasca e si avviò alla porta.
era il suo solito uscire di sera, verso le undici o mezza, o insomma, quando era tardi.
le piaceva il buio, il rumore dei suoi passi sull'asfalto, il freddo pungente sulle spalle e soprattutto il silenzio.
non era mai stata una tipa di tante parole, in genere parlava solo quando era necessario; a molti dava fastidio, perchè era come se fosse assente nei discorsi, eppure austin era riuscito ad accettare anche questo lato di lei.
si chiedeva spesso se avrebbe trovato qualcuno come lui, perchè andiamo, lei si sentiva un disastro.
chiuse la porta e scese in strada, era tutto calmo, silenzioso...si mise una mano in tasca, mentre con l'altra manteneva la sigaretta.
lei si sentiva un disastro, in tutto.
si sentiva sbagliata, non adatta a ciò che stava vivendo, non adatta alla sua vita.
le capitava sempre di pensare ad austin.
lo vedeva rare volte.
di solito quando usciva lo vedeva di sfuggita e le veniva un tuffo al cuore; lui era ancora sano, intero.
si vede che quell'amore non lo stava consumando come stava facendo con lei.
perchè dopotutto lei era taylor, la ragazza facile da dimenticare o rimpiazzare, giusto?
guardò la strada, mentre un'altra sigaretta era finita.
la buttò a terra e la calpestò con i suoi stivali neri di pelle.
mise anche l'altra mano nella tasca e sospirò; un sospirò che divenne freddo non appena uscì dalle sue labbra.
percorreva sempre la stessa strada, se ne andava per i vicoli più bui.
non le importava cosa si celasse nell'oscurità, anche se sperava in qualcosa che l'avrebbe portata via da tutto quello che stava passando.
arrivò davanti al muro di fronte alla farmacia (ormai chiusa) e si sedette lì, accovacciata.
prese di nuovo il pacchetto di sigarette e controllò: ne erano rimaste due.
lo appoggiò alla sua destra e guardò il cielo: la luna ancora non si vedeva, le nuvole erano dappertutto oscurando la visuale.
un tuono improvvisamente squarciò il silenzio, ma taylor non si scompose, rimase immobile, come se se lo aspettasse.
dopo due tuoni, iniziò a piovigginare, in modo lieve, poco dopo iniziò a fare una scaraventata d'acqua.
la ragazza non si alzò, si affrettò solo a portare il pacchetto di sigarette nella tasca.
si guardo intorno: la pioggia picchiava violenta sulla strada e sulle sue spalle; erano come piccoli coltelli, ma facevano meno male rispetto a tutto il dolore che lei stava provando.
guardo in alto e come se si fosse dimenticata dei suoi buoni propositi per non sembrare debole, scoppiò in lacrime.
forse si era tenuta dentro tutto per troppo tempo.
non piangeva da quando lui era andato via e aveva lasciato che tuttop si accumulasse dentro, ma ora...
ora non ce la faceva, doveva liberarsi da quel peso.
aveva quella sensazione di vuoto ora, quella sensazione di non stare bene, quella sensazione di smarrimento.
i suoi singhiozzi si potevano sentire fra il rumore della pioggia.
si portò una mano nei capelli (zuppi d'acqua) e li tirò indietro, per scoprire il suo viso pallido e freddo, tutto bagnato.
una persona normale avrebbe pensato che fosse la pioggia, ma no, quelle erano lacrime.
lacrime di chi ha tenuto qualcosa dentro per troppo tempo, lacrime di chi ama ancora, lacrime di chi si sente inutile, lacrime di chi vuole un posto in questo mondo, lacrime di chi si sente sola, lacrime di tutto.
dal buio, sbucò un'ombra, taylor non la vide visto che era a testa bassa e continuava a piangere.
sentì una presenza al suo fianco e si girò per controllare.
rivide la faccia dolce di austin che da tanto tempo non vedeva, i suoi occhi verdi, lo sguardo ipnotizzante, il viso angelico...
le sembrava di essere tornata indietro nel tempo.
lo guardò per pochi istanti e si girò di nuovo a guardare la pioggia che cadeva sull'asfalto.
«stavi piangendo?» chiese austin.
quella voce...le era mancata un sacco, ed ora non le sembrava vero che la stava risentendo.
«ma che dici, è solo pioggia.»
«no, non è pioggia. io lo so bene.»
taylor non rispose, si affrettò a mettere le mani congelate nelle tasche, facendo cadere il pacchetto di sigarette.
austin lo notò.
«e queste cosa sono?» chiese prendendole in mano.
la ragazza le riprese velocemente e le ripose nella tasca.
«niente che ti interessi.»
«non dirmi che fumi...»
lei scattò in piedi.
«oh, non dirmi che non posso! è da sei mesi che ci siamo lasciati ed io mi sento una merda, mi sento sola e non ho nessuno a  cui dirlo, nessuno con cui parlare. hai mai fumato o bevuto per allontanare il dolore? beh io l'ho fatto e per qualche istante ho dimenticato tutto, ma io non posso...io semplicemente non posso dimenticare tutto. perchè c'è stato tanto fra di noi e questo non puoi negarlo. mi sento uno schifo, peggio di una pezza fradicia ed il bello è che io sono l'unica sentirsi così..»
le lacrime continuavano a rigarle il volto mentre parlava, ma questo non le impediva di continuare a spiegare, a dire, tutto ciò che provava.
«prima era sola, contro tutti, poi sei arrivato tu e mi hai salvata ed ora? ora sono di nuovo sola, non ho nessuno e mi sento costantemente un disastro perchè mi accorgo che è colpa mia se perdo le persone, è colpa mia se mi sento così, è colpa mia se mi sento di merda!»
austin si alzò e l'abbracciò.
«non devi dirlo, perchè anche io mi sento una merda. anche io ho bevuto, anche io mi sono fatta distruggere da questo amore che non sono riuscito a dimenticare. ed ora..ora tu sei qui, fra le mie braccia e non potrei chiedere di meglio.»
taylor lo strinse a se, mentre continuava a piangere.
«ora puoi anche smettere di farlo, ci sono io con te.»
la ragazza si sentiva...salvata, si sentiva di nuovo completa, non si sentiva più sola, ora si sentiva di nuovo amata.
«mi sei mancato come l'aria.» riuscì a dire, prima di affondare di nuovo fra le sue braccia.
«io ti amo.» disse austin prendendo il suo viso fra le mani e baciandola lentamente, come era solito fare.
ed in quel momento loro erano più uniti che mai.
il loro era stato un amore devastante per entrambi, ma di solito l'amore distrugge e poi ripar
a.

  
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