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Autore: RobynODriscoll    18/10/2013    4 recensioni
[EDIT: questa storia nasce come "30 days OTP challenge" indetta da Erin00, ma siccome non riesco ad affrontare tutti prompt ho deciso di tenerne solo alcuni e tentare di trasformare i momenti slegati in una storia unica. Ci saranno alcune modifiche in fieri ai capitoli già pubblicati. Snow/Grumpy, possibile Red/Charming.]
Leroy e Mary Margaret. L'ubriacone della città e la maestrina fedifraga. Già come coppia di amici erano alquanto improbabili, ma come coppia romantica sono davvero ridicoli. Questo è ciò che pensa la gente di Storybrooke quando li vede passare mano nella mano; ma loro, due anime più simili di quanto si possa immaginare a un primo sguardo, non sembrano darvi troppo peso. Fino a che Emma non rompe la maledizione, e i ricordi di una vita passata tornano, prepotenti, a dividerli. Brontolo e Biancaneve, che assurdità. Come possono anche solo aver sperato in un lieto fine?
Genere: Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Leroy/Brontolo
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Snowy Kiss

1. Tenersi per mano.

 

Quando Leroy le prese il cumulo di cartellette dalle mani e se le sistemò sotto il braccio, Mary Margaret non poté impedirsi di balbettare: «Non ce n'è bisogno, non sono pesanti.»

Per tutta risposta, l'uomo grugnì, senza nemmeno guardarla. «Com'è stata la tua giornata?»

Era di riposo, quel giorno. Da qualche settimana era diventata un'abitudine, per lui, venire a prenderla all'uscita di scuola nel suo giorno libero dal lavoro. I bambini erano tutti andati a casa, la sala insegnanti si stava svuotando. Non che di solito fosse molto popolata: c'erano solo cinque classi, alla Storybrooke Elementary School, coperte da quattro insegnanti e mezzo. Una e mezzo era proprio Mary Margaret, che quando c'era da accollarsi del lavoro extra era sempre pronta a dire di sì.

Non sapeva perché. Ruby diceva sempre che era geneticamente programmata per non dire no.

Anche adesso, insistere con Leroy sul fatto che poteva benissimo portare le proprie cartellette da sola la faceva sentire stupida. Preferì lasciare che gliele portasse lui, anche se notò subito la reazione che quel gesto aveva provocato nelle persone intorno. Le sue colleghe, che si attardavano a chiacchierare fuori dalla macchina. Le mamme con alcuni dei bambini al seguito, ferme a discutere di chissà quale delibera comunale mentre i piccoli si rincorrevano e prolungavano il tempo del gioco. Perfino il bidello che spazzava il cortile si era soffermato a fissarli, con un segreto sorriso di scherno.

La maestrina fedifraga e l'ubriacone asociale. L'accoppiata peggio assortita di Storybrooke.

«E' stato tutto tranquillo» replicò, mentre stringeva le mani sulla gonna, nervosa. Non le era piaciuta quell'occhiata di compatimento della madre di Anna Kingsley. «Abbiamo fatto un vulcano.»

«Wow. Sono tutto un brivido». Leroy aggrottò le sopracciglia con aria sarcastica. Era così buffo quando lo faceva. La gente lo trovava irritante, per Mary Margaret invece era...tenero. Si era ben guardata dal dirglielo, però. Sapeva che non ne sarebbe stato entusiasta.

Gli pizzicò il braccio, ma finì per stringere soltanto la stoffa del giaccone.

«E tu che hai fatto?»

Lui le rivolse un mezzo sorriso. «Le solite cose. Sveglia tardi, colazione con la birra, semina dei vestiti per casa...ho fatto esplodere anche un paio di tubature, devi vedere che bel pantano ti aspetta.»

Mary Margaret storse le labbra e lui sorrise di più. Sapeva che la stava prendendo in giro. Da quando avevano iniziato a frequentarsi seriamente, lui stava cercando di darsi una regolata. Con tutto. L'alcol, il modo in cui teneva la casa. Era ancora un po' incasinato, ma più presentabile della prima volta che aveva messo piede nel suo appartamento. E lei era felice di essere la ragione di quello sforzo.

«Salve, Leroy. Miss Blanchard.»

La voce querula che li sorprese alle spalle era quella di mrs. Kingsley. La donna, caschetto biondo e faccia da topo, aveva la faccia di una che avrebbe iniziato a spettegolare ferocemente appena avessero voltato le spalle.

Stanno davvero insieme? Cielo, non hanno vergogna? Come se non avessero già una reputazione abbastanza disastrosa da soli, in città. Con che coraggio hanno iniziato a frequentarsi? Certo, c'è da dire che, per quanto grotteschi, si sono proprio trovati...due disastri ambulanti, si meritano l'un l'altro.

Leroy rispose al saluto della pettegola con un cenno del capo, che tradì il suo nervosismo. Mary Margaret sapeva che non gli piaceva essere alla mercé dei pettegolezzi della gente, per quanto dicesse di infischiarsene. Eppure era lì lo stesso, ogni settimana, di fronte alla scuola.

E Mary Margaret voleva che lui fosse lì, a strapparle le cartellette a forza dalle mani e a prenderla in giro su ciò che faceva con i ragazzi. E i benpensanti andassero al diavolo.

La sua mano tirò via a forza quella dell'uomo dalla tasca. Le dita sottili, bianche come la neve, si intrecciarono tra le sue, tozze, rovinate dal lavoro.

Leroy fu sorpreso per qualche istante. Tenersi per mano era un gesto che non avevano compiuto spesso, nei due mesi in cui si erano frequentati. Soprattutto, mai all'aperto.

Mary Margaret non lo guardò. Stava fissando la madre della sua alunna, con un sorriso smagliante dipinto in volto.

«Salve, Mrs.Kingsley. A domani.»

Strinse più forte la mano di Leroy, mentre si allontanavano con gli occhi di metà Storybrooke addosso. Ecco, adesso avrebbero avuto molto di che parlare.

Camminarono in silenzio per un po'. Leroy non aveva la macchina, perché...beh, la patente gli era stata ritirata per qualche mese, ma era successo prima che le cose tra di loro ingranassero. L'accompagnava a casa a piedi. A Mary Margaret non importava, le piaceva camminare.

«Sai cosa hai fatto, vero?»

Non la guardava, mentre lo disse. Lei volse il viso per scrutare il suo profilo accigliato. Accarezzò il dorso della sua mano con il pollice.

«Sì. Ho preso per mano il mio ragazzo fuori dalla scuola. Credi che mi cacceranno dalla comunità, per questo?»

«Che?»

Il sorrisetto sardonico di Leroy la spinse a fermarsi. Poiché gli stringeva ancora la mano, fu costretto a fermarsi anche lui, e a guardarla negli occhi.

«Santo cielo, Leroy! Ci frequentiamo da due mesi. Sei il mio ragazzo, fattene una ragione. O hai qualcosa da obiettare?»

«No» replicò lui, guardandola con quegli occhi azzurri così magnetici che avevano il potere di disarmarla. «E' la tua scelta di parole che discuto. Ragazzo? Ma mi hai visto?»

Strinsero entrambi le labbra, per poi scoppiare a ridere insieme. Mary Margaret gli diede una lieve spinta sul petto con la mano libera. «Un ragazzo stagionato, d'accordo.»

«Quasi marcio.»

«Sei un idiota.»

«Un idiota marcio?»

Lei rise più forte. «Smettila!»

Fu allora, mentre ancora rideva, che la mano di lui stretta nella propria la attirò verso di sé, per un bacio veloce sulle labbra.

Wow.

Questo avrebbe dato molto di cui parlare. Ma a Mary Margaret non importava. Stava tenendo per mano il suo ragazzo stagionato-quasi-marcio, ed era felice.



NdBlackFool
Comincio col dire che la colpa è tutta di Yoan Seiyryu, che mi istiga a scrivere <3 E' stata lei a parlarmi di questo delizioso contest, e non ho saputo resistere. Anche se devo ancora terminare la mia altra Snowy, "Senza Macchia" - il quarto capitolo sarà finito a breve, se per caso foste passati prima di lì mi scuso per il ritardo enorme! - ho deciso di imbarcarmi nell'impresa, con la mia ship molto poco ortodossa. L'unica cosa è che ho paura di non riuscire a fare alcuna flashfic o drabble, come avrete visto sono troppo prolissa! ^^ 
Grazie per essere passati di qui, mi farebbe piacere avere un vostro parere :)

Laura.

 
   
 
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