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Autore: BrunaJB Bloom    19/10/2013    1 recensioni
Una ragazza, il suo idolo, l'inizio di una grande amicizia.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Orlando Bloom
Note: Raccolta | Avvertimenti: Incompiuta
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14 Gennaio, Inghilterra.  Gli alberi erano spogli, il vento gelido rendeva tutto più cupo e le nubi avevano oscurato la piccola città di Canterbury.
Erano circa le due del pomeriggio, quando la campanella che segnava la fine di un’altra dura e noiosa giornata di scuola, suonò, portando serenità e pace nell’animo degli studenti, tranne in quello di Summer.
Summer era la tipica ragazza dolce e taciturna che parlava solo se strettamente necessario, almeno a scuola. La ragazza afferrò la cartella e l’appoggiò su di una spalla; avvolse la sua lunga sciarpa colorata intorno al collo, cercando di coprire anche il volto, accese il suo Mp3, infilò gli auricolari nelle orecchie e si incamminò verso l’uscita, sognando modi meravigliosi, accompagnata da una dolce melodia.
Summer aveva preso una decisione quella mattina; non sarebbe tornata a casa. Era stufa della solita routine, stanca di sentire le lamentele di sua madre, stanca di essere sola, ma soprattutto era stanca di se stessa, di quello che, col passare del tempo, era diventata.
Credeva che stando lontana da casa, forse avrebbe imparato ad amarsi, e poi…non desiderava altro che starsene da sola, senza nessuno che l’assillasse  con domande stupide e irritanti, senza che nessuno la toccasse, senza che nessuno le rivolgesse sorrisi falsi. Mentre camminava decisa , senza avere una meta,
un vestito esposto in una vetrina, richiamò la sua attenzione. Così si avvicinò e lo osservò con aria sognante,
ma appena vide il riflesso della sua immagine, il suo sguardo si rabbuiò. Ed eccola, lì, la piccola Summer; una ragazza di diciotto anni, con i capelli arruffati, le sopracciglia folte, occhi grandi e verdi e….grassa.
Summer soffriva per questo, non potete neanche immagine , quanto il suo peso, la facesse sentire diversa. Tirò un lungo sospirò e si allontanò, Era diventata triste, ma poi le venne in mente lui. Il suo lui, il suo idolo, il suo Orlando Bloom. Era una sua grande fan; le bastava pensare al suo sorrise, e le sembrava di poter toccare il cielo con un dito. Per lei Orlando, era molto più di “un idolo”, era il suo migliore amico.
Quei dolci pensieri, furono però interrotti dal rumore di uno sparo. Summer si voltò di scatto e vide due giovani ragazzi col volto coperto da un passamontagna, uscire furi correndo da una banca. Uno dei due ragazzi ,appena si fu allontanato abbastanza, se lo sfilò.  Summer  era a pochi metri di distanza e poté vederlo bene. L’uomo però si accorse della  sua presenza, e assieme al suo complice, corsero verso di lei; lei fuggì via impaurita, ma i due ragazzi la raggiunsero. Il più giovane dei due, si mise di guardia, mentre l’altro aveva già bloccato Summer contro un muro, e le teneva la guancia, premuta sulla fredda  pietra. La ragazza era in trappola; cercò di divincolarsi, ma il ragazzo strinse ancora di più la morsa, e urlò: << Lurida cagna, non muoverti! Io ti ammazzo se racconti a qualcuno quello che hai visto! Io ti ammazzo! >>. Summer, fra le lacrime rispose: << L…lasciami…ti prego>> Il ragazzo l’afferrò per i capelli e strusciò con violenza , il volto della ragazza, contro il muro, procurandogli ferite, abbastanza profonde. Il sangue colava dalla guancia di Summer e le lacrime le rigavano il volto. Ad un tratto però, Summer udì l’altro ragazzo gemere e cadere a terra con un tonfo sordo, e colui che fino a quel momento l’aveva bloccata contro il muro, mollò la presa e fuggì via. Qualcuno alle sue spalle, la fece voltare velocemente e l’abbracciò; poi disse>:
<< Stai tranquilla, è tutto finito, sono andati via. Stai bene? Ti hanno fatto qualcosa? >> Summer riconobbe la voce della persone che l’aveva soccorsa. Scostò il volto dal petto dell’uomo, lo guardò e impallidì. Improvvisamente le mancò il respiro e perse completamente la capacità di parlare. L’uomo che l’aveva soccorsa era, Orlando. Il suo più grande idolo; colui che le aveva sempre tenuto compagnia. Non poteva crederci! Come poteva essere vero. Rimase a fissarlo, in silenzio, con la con gli occhi sgranati.
O : << Mio Dio! Ma tu sei ferita! Vieni ti accompagno in ospedale! >>
Non so, se fu per il trauma o per l’emozione, ma Summer svenne, cadendo sull’asfalto.
Dopo circa quattro ore, Summer si risvegliò in ospedale, distesa su di  un lettino, coperta da un lenzuolo caldo e bianco.
Si mise, lentamente seduta, e si guardò attorno. Accanto al suo lettino, non c’erano però i suoi genitori, ma lui. Orlando.
O: << Ben tornata fra noi. * disse accennando un sorriso*. Sei svenuta  per diverse ore, ma tranquilla, i medici han detto che si è trattato di un mancamento, causato da uno shock, ma non hanno saputo dire a caso potrebbe essere dovuto, questo “shock”.
Summer lo guardò incantata per qualche secondo, poi rispose: << Credo che sia stata colpa…dell’emozione>>
O: << Emozione? >>
S: << Non accade tutti i giorni, di essere salvati, dal proprio idolo, no? >>
O: << Hhahaha Sei una mia fan? Perdonami, non lo avevo capito. Ecco perché non mi rispondevi! Allora sono io la causa del tuo shock…oh…ora mi sento in colpa *disse ridendo*
S: << ahahha Già! È tutta colpa tua ;) . Figurati, come avresti potuto capire che ero una tua fan.
O: << Ora parliamo di cose serie. Cosa ci facevi in quel postaccio tutta sola?
S: << Voglio essere sincera con te. Stavo scappando. >>
O: << Stavi scappando? Perché? >>
S: << Sono stanca, voglio stare sola; non sopporto più  niente e nessuno >>
O: << Ti capisco, ma penso sarebbe meglio restare qui e cercare di capire cosa c’è che non va. Andrà tutto bene, le cose si risolveranno presto tranquilla. Sono solo dei momenti, e credo che a volte facciano bene.
S: << Ti ringrazio di cuore…ma…tu non puoi capire >>
O: << Prova a spiegarmi, potrei sorprenderti >>
S: << Non hai mai voluto fuggire da te stesso? Non hai mai provato odio nei tuoi confronti? Ti è mai capitato di voler fuggire via da te stesso? >>
O: << Non sai quante volte…. >>
S: << Vorrei solo andare via, stare sola e provare a cambiarmi. Non ci sarebbe più nessuno a d influenzarmi e a dirmi ciò che devo fare. Se restassi sola con me stessa…forse imparerei a d amarmi… >>
O: << Perché ti odi così tanto? >>
S: << Perché sono diventata tutto ciò che di più odio al mondo; Ma ora basta parlare di me! Sono qui con il mio idolo cavolacci! Non voglio passare tutto il tempo a lamentarmi! Parlami di te. Cosa ci facevi qui a Canterbury? Pensavo abitassi in America con Miranda e Flynn.
O: <<  Non preoccuparti, non ti stavi lamentando; ti ho chiesto di io di parlarmi, ti stavo ascoltando con piacere. Comunque, si io abito in America con Miranda e Flynn, ma ogni tanto mi piace tornare qui, e poi, era da tanto che non vedevo i miei genitori e mia sorella.
S: <<  Ti mancano molto? >>
O: << A volte si, davvero tanto. Sai tesoro, stiamo parlando da circa due ore; tu te ne eri accorta?
S: << Davvero? WOW! Come passa il tempo quando si sta bene! Cioè…ecco...volevo dire…n-no…non me ne ero accorta. >>
O: << Sai, mi è venuta fame! Andrò a comprare qualcosa da mangiare. Cosa desideri? >>
S: << Scegli tu; io mangio di tutto! >>
O: << Hhaha Va bene. Comunque, stai tranquilla, domani ti riaccompagnerò io, a casa>>
S: <>
O: << Grazie! Ma come potrei non aiutare un mia fan in difficoltà? * disse facendo un occhiolino*
Si avviò alla porta, poi Summer lo chiemò:
<< Orlando! >>
O: << Si, dimmi>>
S: << Anche se in ritardo…. Tanti auguri di Buon Compleanno.>> *disse arrossendo*
O: << Grazie Tesoro. >>
  
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