Ciao a tutti X) it’s me
again
Il computer continua a farmi
scherzi, ma almeno sono riuscita a metter giù questa storia =_=
Scusate se non sto
aggiornando Gita al Mare. Lo farò. Ma non ora.
.. diciamo che ogni volta che
ripenso a quella storia le idee che ho per continuarla mi sembrano tremendamente
idiote.
Penso di potervi deludere o
di sembrare ripetitiva o di rovinarla, e la cosa mi butta giù. Mi scoraggia.
Scusatemi tanto davvero T__T
..
E so anche che questa fic è
patetica, ma avevo bisogno di scriverla.
Sì, sono un po’ tanto giù
di morale.
Ma proprio TANTO.
Non ho più voglia di andare
a scuola e studiare mi annoia. Greco mi fa schifo. Biologia anche peggio. I miei
rompono. Il pc non va.
Sono cose stupide, però in
questo momento per me cominciano a essere pesanti.
Ho ripreso ad ascoltare gli
Evanescence e questa storia è stata partorita dopo aver letto il testo di
Photograph dei Nickelback, aver ascoltato la canzone, aver guardato la pioggia
cadere ascoltando “Hello” e “Tourniquet” degli Evanescence.
La pioggia mi ispira sempre
roba non-allegra.
O stupida e patetica, come
vogliate chiamarla voi.
Fatta quest’introduzione
che penso non abbia letto nessuno [XD]
vi auguro una buona lettura e.. bè, spero mi diate qualche parere. X*
Pioveva. La pioggia colava dalle
nuvole come lacrime.
Un ragazzino se ne stava seduto
su un letto, vicino alla finestra. Aveva un album di foto appoggiato sulle
ginocchia. Attorcigliandosi attorno ad un dito una ciocca di capelli.
Toccava e delimitava i contorni
delle poche foto.
L’album di Mello..
Quell’album che il
ragazzo aveva avuto dai tempi dell’orfanotrofio, che aveva sempre tenuto
nascosto, dove aveva conservato le foto delle persone a cui (forse) aveva
tenuto.
Erano tutte supposizioni le sue,
ovviamente.
..
Era tutto ciò che gli rimaneva,
ormai.
Supporre.
..
Guardò fuori dalla finestra.
Sì,
pioveva.
Come quel giorno.
Come il giorno in cui Mello
aveva lasciato la Wammy’s House.
E poco dopo era andato via anche
Matt, il ragazzo fissato con i videogames che gli stava sempre vicino.
Appoggiò le dita su una delle
foto, fissandola con occhi assenti.
S’era sentito morire quando
Mello aveva preso quella decisione.
Quando Roger aveva detto che
avrebbero potuto collaborare aveva esultato, dentro di sé. La competizione fra
lui e Mello sarebbe potuta cessare. Non c’era più bisogno di competere. Non
c’era più bisogno..
Che Mello lo odiasse.
Ma era così prevedibile
quella scelta. Era così ovvia quella decisione.
L’obiettivo di Mello da tempo
non era più quello di essere l’erede di L. Lui voleva superarlo.
Voleva essere migliore di lui.
Near aveva spalancato la finestra della propria camera, nonostante la pioggia, e aveva seguito con gli occhi il ragazzo biondo che si allontanava verso il cancello dell’istituto.
Lui era uscito in strada. E
s’era fermato. Poi si era voltato verso di lui.
I capelli bagnati, lo sguardo
deciso.
Near aveva sollevato una mano in
segno di saluto. Ma Mello non gli aveva risposto. Lo aveva guardato ancora per
un lungo istante, aveva sorriso e gli aveva voltato le spalle.
Battè le palpebre, guardando
meglio la foto davanti a sé.
C’era Mello, appoggiato ad un
corrimano nero, ridente.
Il vento gli muoveva i capelli e
lui li teneva indietro con le dita.
Oltre la sua spalla, oltre il
corrimano, si intravedevano delle immense cascate d’acqua.
Le cascate Niagara, molto
probabilmente.
..
La foto doveva essere stata
scattata da Matt. Le cascate non si vedevano se non di striscio. Tutta
l’attenzione era su quel ragazzo con gli occhi chiusi, la testa
all’indietro.
Mise via la foto, girando la
pagina dell’album. Il cuore che prese a battere più veloce nel petto.
Mi sei sempre piaciuto un sacco,
Mello. Forse perché eri quello che io non riuscivo a essere.
Simpatico, socievole, te la
cavavi sempre.
Ti amavano in quanto persona.
Io se non avessi avuto la mia
intelligenza, il mio essere sempre il
numero uno, probabilmente non sarei stato mai nessuno.
Solo un bambino solo, irritante
e gelido.
Un’altra foto.
Matt.. stavolta era lui. Poco
dietro c’era Mello, appiccicato alla vetrina di una pasticceria.
Matt l’aveva scattata tenendo
la macchina fotografica davanti a sé.
Ridevano, tutti e due.
..
. . .
Che cosa ho fatto in tutti
questi anni?
Sono davvero vivo?
Da quando hai lasciato il mio
mondo, Mello, mi sento svuotato. Vado avanti per inerzia.
Senza motivo.
Senza scopo.
Senza volontà.
Mi manchi.
..
Ti ricordi alla Wammy’s House?
Ricordi quella volta nello sgabuzzino delle scope, quando mi presi per un
braccio mentre giocavo nella stanza comune e mi trascinasti lì?
Era la mia prima volta, lo sai?
Non ho mai dimenticato le tue
dita, le tue labbra.. TE.
Qual’era la scusa che ci
dicemmo, il giorno dopo? Era un’altra scommessa?
Per quanto è andata avanti, lì
nello sgabuzzino, con quella scusa?
Non lo ricordo più, Mello.
Voltò la terza pagina. Ancora
foto di Mello e Matt.. in una i due erano stesi su un letto dalle lenzuola
sfatte ed, ancora, era stata scattata dal ragazzo dai capelli rossi.
Il più grande era rosso in
viso, una mano portata a coprirsi e l’altra con il dito medio alzato in
direzione del compagno.
Near alzò gli occhi da quella
foto, fissando il cielo nero.
Era tremendo guardare
quelle immagini.
Vedere quei volti sorridenti, quel
viso, quel sorriso.
Sapere che non c’era più.
Sapere che lui era..
..
. . .
La pioggia continuava a
scendere. Qualche tuono che ogni tanto rompeva il silenzio.
Near toccò di nuovo le foto.
Solo ricordi.
Mello era solo un ricordo. Un suo
ricordo.
Non sarebbe più tornato con
prepotenza nella sua vita.
Non avrebbero più gareggiato,
scommesso. Non lo avrebbe più stizzito o irritato.
Mello non lo avrebbe più
baciato. Come solo lui aveva fatto e sapeva fare. Non avrebbe più violato la sua bocca in quel modo.
Non lo avrebbe più buttato sul
pavimento e non lo avrebbe più sentito dentro di sé. Non avrebbe più sentito
il suo sapore, non avrebbe più sentito le sue labbra bagnate sulle proprie, non
lo avrebbe più morso, marchiato con quel suo desiderio di possesso.
Near sentì la schiena percorsa
da dei brividi. Come se qualcuno fosse stato lì accanto a lui. Guardò con la
coda dell’occhio, ma com’era ovvio non c’era nessuno.
Mello aveva portato la luce
nella sua vita, un significato..
Spalancò gli occhi, fissando le
foto delle ultime pagine.
C’erano Mello.. e lui. Mello
gliele aveva scattate mentre dormiva. Alcune risalivano ai tempi della Wammy’s
House. Altre erano piuttosto recenti. Il suo corpo era stato già sfregiato dal
fuoco.
Tutte erano state fatte.. dopo
che lo avevano fatto.
Vedere Mello nudo lo fece
arrossire, e non riuscì a distogliere gli occhi.
Non aveva di certo sperato di
trovare delle foto simili in quell’album improbabile.
Mello si era fotografato vicino
a lui prima con un’espressione compiaciuta. Poi con un sorriso dolce mentre lo
baciava.
..
Davvero hai fatto un viso simile
guardando me, Mello?
Guardò le altre foto.
Lui e Mello. Lui e Mello. Lui e
Mello.
Voltò pagina.
Lui e Mello. Lui e Mello. Lui e
Mello. Lui e Mello..
LUI E MELLO.
Cominciò a sentire gli occhi
pizzicare.
Perché tutte quelle foto su di
loro? Perché Mello aveva simili foto?
Una goccia cadde dal suo viso su
una di quelle immagini, appannando il viso del ragazzo biondo.
Sussultò, toccandosi gli occhi.
Lacrime?
Lui.. piangeva?
Non riuscì a fermare quelle
piccole prepotenti, mentre le labbra cominciavano a tremargli.
Non aveva.. senso.
Mello non poteva essere stato
interessato a lui.
Non.. era logico. Non combaciava
con quello che aveva detto, fatto.
“Near..?”
Sussultò, facendo scivolare
l’album di foto sul pavimento sporco con un
tonfo.
Davanti.. a lui..
Mello. Sorrideva in quel suo
modo che quasi sembrava una sfida.
- Sei tu? – sussurrò piano
Near. Sarebbe scappato se avesse alzato la voce?
“Che ci fai con il mio
album?”
Mello. Era lui. Ma.. era in
carne e ossa?
Near si avvicinò a lui,
toccandogli la faccia. Perché sembrava più bello di come se lo ricordava?
Il cuore stava per esplodergli,
ne era sicuro. E non sarebbe stata colpa di Kira, quella volta.
- Mello.. – la mano del più
grande scivolò ad asciugargli le lacrime che quasi aveva dimenticato.
Quegli occhi stavano agendo per
conto loro?
“Che fai, piangi?”
- Mi sei mancato, Mello – gli
era scappato. E vide chiaramente quanto avesse shockato l’altro.
Ma se se lo fosse tenuto un
altro po’ per sé sarebbe di sicuro morto di rimorso.
“Anche tu mi sei mancato
Near” Mello gli sorrideva. Un sorriso pacifico, quasi irreale su quel viso.
Near si alzò sulla punta dei
piedi, appoggiandosi alle sue spalle. Pigiando la bocca contro la sua. Il più
grande rimase immobile. E il ragazzo dai capelli bianchi temette che lo
allontanasse. In fondo era passato tanto tempo, le cose erano..
Mello gli tenne la testa,
facendogli schiudere le labbra con la lingua.
Near tremò fino in fondo
all’anima, stringendo la stoffa della sua maglia.
Quel bacio, quelle dita, quel
sapore..
Dio, Mello.
Le lacrime ripresero a colare
ancora.
- Sei morto, vero? – Near lo
fissò, dilatando un po’ gli occhi. Portò le maniche della camicia bianca
agli occhi, per asciugarsi.
Mello fece un sorriso obliquo.
“Sì”
Rimasero in silenzio,
fissandosi.
“Ma se vorrai ti verrò a
trovare ogni notte, nel sogno. Questo me lo concedono”
Near gli si strinse contro.
Affondando la testa nel suo petto. – Allora fallo.. ti prego –
Mello sorrise di nuovo,
staccandogli le braccia dalla propria vita.
Lo spinse sul letto, mettendosi
a cavalcioni su di lui.
“Come mai sembri più carino
dell’ultima volta?”
Near si rigirò nel letto,
stritolando il pupazzetto nero che aveva accanto.
Un sorriso sulle labbra.
Commentate, eh X*
Ps: troiaietto finale per chi è
sopravvissuto :)