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Autore: Reading_and_Writing    20/10/2013    5 recensioni
I pensieri di qualcuno che, la notte tra il 5 e il 6 giugno, si trova a riflettere sulla sua vita e sulle sue conquiste.
E' la mia prima Fanfiction e ho scelto un personaggio non molto preso in considerazione dal fandom. Chi sarà? E' uno degli Amis... Sta a voi scoprire quale!
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Sorpresa
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Ora che si trovava alla barricata, ora che poteva finalmente combattere, il giovane si sentiva completo, sentiva di dover compiere solo più uno sforzo per rendere davvero migliore la sua vita. Questa volta, però, non bastava che si sforzasse lui, era il popolo Francese a dover insorgere.

Lui, Feuilly, la sua Rivoluzione l'aveva già vinta.

Lui, per tutta la vita, aveva lottato e non aveva mai fallito; certo, a volte aveva vacillato, a volte era perfino caduto, eppure si era sempre rialzato ed era andato avati.

Ma quella notte, alla barricata, mentre con gli Amis inneggiava alla Libertà, Feuilly non immaginava neanche che non avrebbe mai più potuto essere d'esempio agli altri, che non avrebbe avuto altre occasioni per dimostrare che credere in qualcosa è il primo passo per realizzare i propri sogni.

Ma lui, come tutti gli altri Amis, sapeva che credere non sempre bastava; quella notte loro ci credevano davvero, ma non sarebbe bastato.

Quando Feuilly si era sentito definire per la prima volta un modello per gli altri non aveva capito a cosa si riferisse Jehan precisamente. Lui sapeva solo leggere, scrivere e contare, e aveva imparato da solo. In quanto orfano, aveva vissuto per strada per un certo periodo e poi aveva iniziato a lavorare. Era consapevole di essere un ragazzo fortunato, perchè era veramente cosa rara che un ragazzo di strada trovasse una via per migliorare anche di poco la sua vita.

Poi, un giorno, mentre passeggiava per i bassifondi di Saint Michel, aveva visto un Angelo che gli aveva mostrato la via. Era così che Feuilly considerava Enjolras e tutti gli altri Amis: Angeli. Vedere Enjolras predicare in piazza gli aveva aperto gli occhi. L'aveva spinto a fare qualcosa per tentare di rendere migliore la vita di chi non poteva farcela da solo.

Quando si era unito agli Amis si sentiva fuori luogo, un intruso tra quei ragazzi che avevano avuto la possibilità di studiare; lui però era l'incarnazione di quel popolo per cui les Amis de l'ABC lottavano, era la dimostrazione del fatto che il popolo, se ignorante, non avrebbe mai potuto ribellarsi. E lui, il ragazzo cresciuto per strada, era rispettato e amato come un fratello da tutti quei giovani uomini che erano stati più fortunati di lui.

All'alba di quel 6 giugno, però, ricco o povero, istruito o ignorante che fosse, Feuilly sarebbe morto. Eppure non gli imprtava di morire. Lui, in fondo, la sua vita l'aveva vissuta, non importava che finisse a poco più di vent'anni. Gli bastava la consapevolezza di aver vinto la sua personale battaglia contro la miseria e l'ignoranza e non gi importava che la sua storia fosse conosciuta. Lui sapeva che valevano di più pochi anni passati a vivere che un'intera vita vissuta sopravvivendo.

E tutto questo lo disse a Joly e Jehan, disse loro di sentire di aver fatto qualcosa di grande, perché Feuilly sapeva che da morto sarebbe stato ugluale a tutti gli altri, ma sapeva anche che le persone non vengono ricordate per come sono da morte, ma per i gesti, piccoli o grandi, che hanno compiuto quando erano vive.

E mentre sentiva la sua mano scivolare dalla stretta di quella di Joly era felice perché sapeva di aver rotto le catene, ma non quelle rappresentare dalla miseria; quelle che, nella testa di tanti miserabili, erano più forti di quelle fisiche e che impedivano loro di vivere.

E così era morto da uomo libero nella speranza che altri potessero vivere una vita da uomini liberi.

E così aveva capito perché Jehan lo avesse definito un modello per tutti loro: perché lui ce l'aveva fatta da solo, nonostante la vita non gli avesse regalato nulla.

Ed era vero che aveva fatto qualcosa di grande: lo dimostravano gli occhi lucidi di Joly e la mano di Jehan che tremava un po' mentre gli abbassava le palpebre.

E Marius, l'unico sopravvissuto all'alba di quel maledetto 6 giugno che si era prtato via uno a uno tutti gli Amis, si sarebbe ricordato per sempre che tra i suoi Amici c'era un ragazzo di nome Feuilly che aveva negli occhi la gioia di un uomo che sapeva di aver dimostrato che non importano le cose che la vita ti da ma quelle che tu riesci a rubarle, importano gli amici che hai trovato, gli abbracci e gli occhi lucidi la prima volta che sei riuscito a leggere il nome del luogo dove hai potuto dire “Io sto vivendo mia vita al massimo delle mie possibilità”: Café Musain.





Note d'aurore...
Non so bene da dove sia uscita questa One Shot.
Il personaggio di Feuilly l'ho sempre considerato un modello. Forse un po' perché so cosa vuol dire imparare a leggere e scrivere da sola perché quando sono arrivata in Italia (circa otto mesi fa) non ero mai andata a scuola e in priama superiore nessuno si è preoccupato del fatto che io per il primo mese neanche capivo le domande quando venivo interrogata...
Siccome il mio italiano non è proprio il massimo mi sono data alla scrittura di Fanfiction per migliorarmi, quindi ogni commento, anche critico lo accetto con piacere!
Alla prossima mia produzione (spero...)

Chicca98

  
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