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Autore: Bennychan211    20/10/2013    1 recensioni
Cosa fareste se foste bloccati da ricordi passati, ricordi che non potete togliere facilmente dalla vostra mente, che ti tormentano ogni giorno e che ti lasciano un senso di vuoto ed una curiosità infinita?
Questa è la storia di Ib. Una ragazza ormai divenuta grande, dopo la sua tragica storia (...). Ma davvero il mistero si è risolto?
Genere: Commedia, Horror, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Garry, Ib, Mary, Nuovo personaggio
Note: Raccolta | Avvertimenti: Spoiler!
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«Era una promessa.» Sussurrava tra sé e sé.
Se non capite ancora, se forse non comprendete niente di quello che sta sussurrando, pensando, di quello per cui la nostra cara protagonista sta impazzendo tra un caldo abbraccio passato e un freddo vento presente, credo che capirete molto presto.
Lei si alzò continuamente dalla sua sedia, dopo essersi seduta almeno una decina di volte.
«E’…troppo scomoda…» Borbottò, guardando la sedia piccola, minuta… semplicemente non troppo spaziosa per lei.
Si toccò i suoi capelli delicati con solo un dito della sua mano, facendoli cadere tutti ad uno ad uno sulla sua spalla. Alcuni, cadevano su una buona parte della schiena. Altri, invece, perfettamente davanti alla sua piccola spalla destra.
Uno le andò proprio in bocca. Abbassò gli occhi per guardarlo, e lo tolse con un solo soffio della sua rossa bocca.
Stufata, si lavò e si vestì velocemente. Così velocemente, che passarono solo 10 minuti.
Non voleva più mettere quei vestiti. Quei vestiti che le facevano venire in mente ricordi. Ricordi strazianti e dolorosi. Solo una piccola cosa faceva diventare quei pensieri avventurosi dei terribili suoni nella sua mente…
Sbadigliò.
«Che buona, però… la cioccolata!» Esclamò, per poi sistemarsi la frangetta, che era proprio di quel colore.
Si incantò davanti a quel colore, quando si sentì un brontolio venire dalla sua pancia.
«Che fame!» Disse, e si mise le scarpe.
«Perfetto, posso andare.» Continuò, con occhi brillanti. Amava mangiare, amava andare fuori di casa, amava per un attimo dimenticare.
Per un attimo, però.
Si era da poco aperto un bel negozio di dolciumi. Era così profumato, che dalla casa di Ib si poteva sentire questo dolce profumo.
Ib era lei. La ragazza di cui stiamo parlando fin da tempo, no?
Era una normale studentessa del liceo ormai. Era sempre rimasta minuta, magra e dolce. Aveva più o meno degli amici, ma solo nel contesto ‘scuola’, perché al di fuori di essa, lei si sentiva completamente sola, non voleva nessuno e soprattutto non voleva fidarsi di nessuno.
«Buongiorno e buoni giorni, ragazzina!» Disse quell’uomo, quando Ib aprì la porta di quel delizioso negozio.
«Oh, ma che abbiamo qui? Una ragazza! Di solito vediamo solo bambini, giusto James?» Disse il cuoco di quel negozio, avvicinandosi a lei.
«Già già!» Esclamò l’altro, sempre con quella voce un po’ raccapricciante, ma molto tenera.
Lei si stropicciò gli occhi, abbassò lo sguardo, e tranquillamente, solo dopo un inchino veloce, diede uno sguardo a quei dolci.
Erano di tutti i tipi. Prima di tutto, i gusti: nocciola, pistacchio, nutella, cioccolato, limone, fragola, panna… ma quanti ce n’erano? Alcuni erano mischiati anche fra loro o mai visti.
Si illuminò davanti a ciò. Rimase immobile. Era felice.
Ma aveva una strana sensazione.
Si girò per guardare quei due, che stavano ancora vicino alla porta a parlare.
Sentì il rumore stridulo della porta, e si girò molto velocemente, facendo finta di fare le cose che stava facendo qualche secondo prima.
«Buonasera!» Esclamò.
Ib rimase immobile.
Era una bellissima voce, una voce soave, tenera, dolce, che riscaldava il cuore in un attimo,come se fossi in pieno inverno.
Le vennero i brividi ad ascoltarla, quando il cuoco rovinò tutta l’atmosfera.
«Ragazzo mio! E’ mattina!» Disse, dando un pugno a quel povero ragazzo.
Ib non poteva girarsi, voleva solo scappare, senza farsi notare.
Piano piano si mise proprio nell’angolo dei gelati, sperando che nessuno la chiamasse.
«Sai caro mio, oggi non sei l’unico ragazzo a star qua!» Continuò il cuoco, dando una bella pacca sulla spalla a quel ragazzo.
Ib sentì il rumore e si immaginò la scena, ridendo fra sé e sé.
Il ragazzo smise di guardare il cuoco e voltò il suo sguardo verso quella ragazzina, girata di spalle. Tremava ma rideva, come se paura e terrore le fossero attorno. Non voleva avvicinarsi a nessuno, anche se aveva bisogno di affetto.
Il ragazzo provò qualcosa. Un senso di vuoto.
Aveva i capelli lunghi, lunghi fino al suo sedere. Era bassa, magra e… ricordava qualcuno.
Senza degnare di uno sguardo a nessuno dei due, si avvicinò a lei.
«Ib…!» Esclamò.
La ragazza ebbe uno spaventò improvviso, si voltò e gridò: “EH?”
Gridò. Gridò perché quasi nessuno si ricordava del suo nome, quasi nessuno glie lo chiedeva, quasi nessuno le parlava.
Il ragazzo, anche lui sorpreso, inventò… «Ib…Imb…Imbottito… quel dolce… è imbottito di panna, non trovi?» Chiese lui,con una strana risatina falsa.
Ib, delusa e molto triste, annuì, anche se era un semplice babà.
Lui rimase ancora peggio, anche perché, quando osservò meglio il babà, vide che non c’era panna!
“Perché ha annuito…?”, si chiese lui, e la seguì, salutando con un cenno della mano i due uomini. Se ne andò molto silenziosamente, ma Ib si accorse subito di essere osservata.
Era istinto.
“Questa vita è troppo normale, non credi?”, disse un pensiero nella sua mente. A quel punto si fermò.
Si fermò per una frazione di secondo.
Poi respiro molto lentamente, e camminò piano piano.
Il ragazzo dietro, invece, camminava un po’ più velocemente di lei.
Ib aveva un senso di vuoto. Voleva qualch’altra avventura, voleva… qualcosa di diverso. Perché lei, da quando era uscita da quel quadro, non era più l’Ib di una volta. Credeva che era in vita per qualche altra cosa. Per portare un messaggio al mondo! Però… da quel giorno, la sua vita rimase normale. Troppo normale.
I suoi genitori neanche si accorsero di quel che era successo. Lei non ebbe il coraggio di dirlo e sapeva che, anche se l’avesse detto in tutte le maniere possibili, alla fine sarebbe stato totalmente inutile.
“E’ il momento di cambiare, non credi, Ib?” continuò quella voce.
“Ib”
“Fatti coraggio”
“C’è solo un modo per dare svolta alla tua vita precedente.”
Iniziò a tormentarla.
Si girò in una maniera velocissima, lo prese per il colletto. «PERCHE’ MI SEGUI?»
Il signore la guardò in modo strano, le prese le mani e la buttò a terra.
«Togliti ragazzina,che faccio tardi.»
Il signore si sistemò e se ne andò con una camminata veloce.
Ib rimase immobile, le scese qualche lacrima, ma… per il troppo imbarazzo.
Tutti la guardavano male, in modo strano, come se fosse chissà che cosa… come se non fosse una persona.
Ib provò ad alzarsi da sola, ma era troppo debole.
Il ragazzo, quando vide la scena, si mise a ridere, si avvicinò a lei e le prese le mani: «Dicevi a me?», le chiese, sorridendo e prendendole le mani.
La aiutò ad alzarsi.
Ib rimase perplessa. Perché somigliava a qualcuno.
Ma, soprattutto, quella mano che toccava era stranamente calda.
Ed anche se eravamo in piena estate, era come se tutto il suo corpo si sentisse nell’inverno totale.
Era come se fosse venuto improvvisamente inverno, e fosse venuta in un attimo il sole simile all'estate, che poteva trasmettere solo ricordi.
«E’ calda.», disse, sorridendo.
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