Capitolo II - Agonia
Accarezzo
flebilmente la mia solitudine
In mezzo ai miei tesori dimenticati
Guardando il corpo di una donna massacrata,
Massacrata da me.
É tutto a posto, anche se sto piangendo.
Mi alzo da terra,
Debolezza.
Corro verso il camper,
Verso la salvezza.
Sono dimenticata, dimenticata dal mondo.
L'unica presenza
che si cura di me
É la
presenza maledetta
Dei miei peccati.
Inciampo a terra, altre lacrime
Altra sofferenza
Ancora debolezza.
Un vortice che mi
appesantisce l'aria
Mi consuma i piedi
Mi taglia i polsi.
Un dolore che nasce dagli altri
E lentamente si insinua dentro di me come un vento che porta
Agonia.
Lentamente il mio mondo cade a pezzi
Si distrugge
Non ho
più
Il fiore della
speranza,
Sbocciato senza sbocciare,
Appassito ancor prima di nascere.
Ed é tutto morto, dentro e fuori.
Ed é
buio.
Così
tanto buio che dentro me diventa notte.
Chiamo aiuto,
rispondono le cicale,
Nient'altro che un
suono.
Forse, dentro di
me, si riaccende la disperazione.