The
chocolate factory
and
Death
Note
Da
dove è nata questa storia? Dal mio desiderio di infilare i personaggi di Death Note nella “Fabbrica di
cioccolato” di Roald
Dahl.. soprattutto dopo aver
visto il film di Tim
Burton con Johnny Deep =ç= e poi cioccolata
va di pari passo con Mello, quindi..!! XD
Ovviamente
non spero neanche minimamente di essere all’altezza di Dahl °° la fic non ha
nessuna pretesa, ecco
è
una AU perché il Death Note non esiste qua e non c’è mai stato e anche perché
nel mondo di Death Note non c’è anche la fabbrica di cioccolato, no?
Mikami
conosce Light e sono della stessa età (19 anni).. Near ha 15 anni, Mello 16 e
Matt 17..
la fic segue più il libro di Dahl che il film, ok?
E
ora, vi sentite pronti a partire? :)
kissu
e recensite!
in settimana
arriva il continuo di Gita al Mare X) kissons!
La neve
scendeva dal cielo color acciaio.
Una
fredda giornata di Gennaio. Non tanto insolita per l’Inghilterra.
Un
ragazzino biondo stava appoggiato con i gomiti al davanzale della finestra
chiusa. I capelli tagliati poco sotto l’orecchio, in un caschetto.
Aveva,
appoggiato sulle spalle, un plaid rosso, e lo teneva stretto con le dita di una
mano.
Sul suo
grembo stava la testa di un altro ragazzo dai capelli rossi che, con gli occhi
socchiusi, giocava al gameboy.
Il
biondo stava fissando il fumo che saliva dalle ciminiere della fabbrica di
cioccolato. Che produceva le migliori barrette di cioccolato e i migliori
dolciumi mai esistiti. E che si trovava a poca distanza dall’istituto.
_ Matt,
da quando la fabbrica ha riaperto? _ chiese il ragazzo biondo, appoggiando il
mento sul palmo della mano libera dal plaid.
Matt, il
ragazzo in questione, mise in pausa il gioco che stava facendo e alzò gli
occhi. _ Un po’ _
_ Ma i
cancelli sono sempre chiusi! _
_
Mello.. non so che dirti. Il fumo ha ripreso a uscire dalle ciminiere, si
sentono di nuovo i ronzii che la fabbrica faceva quand’era in funzione, ma non
è mai stata vista una sola anima entrare là dentro _
Mello
guardò Matt, incredulo. Il rossino alzò le spalle, rimettendosi a giocare.
_ Questo
è tutto quel che so.. e per quanto riguarda Lawliet.. nessuno l’ha più visto
né sentito _
Il
biondo guardò per l’ennesima volta fuori dalla finestra. _ Come mi piacerebbe
poter entrare là dentro almeno una volta, Matt _
Matt
sorrise al vedere quel viso corrucciato. Voltò la testa, baciando la pancia
dell’amico.
Lui lo
guardò interrogativo.
_ Vedrai
che un giorno ci andremo.. _
Mello
sospirò, appoggiando ancora il mento sulla mano.
Rimasero
per un po’ in silenzio e nella stanza si cominciò a sentire solo lo
spippolare di Matt sui tasti del gameboy.
_ Che
giorno è oggi? _ chiese il biondo.
_
Giooovedì _ rispose con voce annoiata il più grande.
_
Mancano ancora due giorni.. _
_ A
cosa? _
Mello
guardò l’amico. _ A Domenica e alla consegna della cioccolata! _ esclamò
sorpreso che non lo avesse capito.
Matt
sbuffò, continuando a giocare.
All’improvviso
spense il gameboy, appoggiandolo sul davanzale. Si mise a sedere sul letto,
afferrando per le spalle Mello.
Il più
piccolo seguì con lo sguardo i suoi movimenti, in silenzio. E sorrise mentre
Matt avvicinava il viso e lo baciava.
Il
ragazzo biondo stese le gambe sotto il tavolo da pranzo, le mani sulla pancia.
Matt,
accanto a lui, continuava a giocare, il gameboy tenuto sulle gambe.
_ Ma non
l’hai ancora finito? _ chiese Mello, non avendo niente di meglio da fare.
L’altro
non gli rispose neppure.
Si alzò,
andando verso il tavolo dove erano seduti gli insegnanti.
Roger,
un uomo dai capelli grigi e con un paio di occhialini rotondi sul naso, era il
capo di quell’istituto (quell’orfanotrofio che ospitava così tanti ragazzi)
ed era anche l’uomo verso cui stava andando Mello.
_
‘sera Roger _ disse il ragazzo per richiamare la sua attenzione.
L’uomo
si pulì il viso con il fazzoletto bianco che stava appoggiato sulle sue
ginocchia, poi si girò verso di lui. _ Buonasera Mello. Volevi qualcosa? _
_ Volevo
chiederti.. sai nulla della fabbrica di cioccolato? _
_ Hai
notato che l’hanno riaperta, eh? _
Mello
annuì.
_ E’
un mistero.. tempo fa, ricordi?, era famosissima in tutto il mondo per i
dolciumi che produceva e per le stranezze che riusciva a combinare insieme
(ricordi il gelato che non si scioglieva al sole e che rimaneva freddo per
ore?). Poi arrivarono le spie degli altri produttori di cioccolato che rubarono
le ricette di molte creazioni.. e Lawliet decise di chiudere la fabbrica. Gli
operai da un giorno all’altro si trovarono senza lavoro e i cancelli della
fabbrica si chiusero. Sono passati 10 anni da allora.. ed è ormai da qualche
giorno che si sente di nuovo nell’aria l’aroma della cioccolata, ma.. Mello,
se vuoi sapere di più sugli operai che ci lavorano mi dispiace, nessuno sa
niente. Nessuno è più entrato là dentro da quando ha riaperto _
Mello
rimase in silenzio a fissarlo, riflettendo su quello che l’uomo aveva appena
detto. _ Quindi.. _ cominciò a dire, poi si zittì. Rimase un attimo in
silenzio, scrutando Roger. Riprese a parlare: _ Quindi la fabbrica ha aperto ma
nessuno ci lavora? _
_ Non
proprio. Durante la notte, quando le luci sono accese, si possono intravedere
delle piccole ombre muoversi nella fabbrica.. _
Mello
sgranò gli occhi. _ E chi sono? _
Roger
sorrise.
E Mello
capì che non ne sapeva assolutamente niente.
_ Vabbè,
grazie Roger _
_ Di
nulla, Mello _
Il
ragazzino se ne tornò al tavolo che condivideva con Matt, un broncio disegnato
sulle labbra. Si lasciò cadere rumorosamente sulla sedia, incrociando le
braccia.
Il
rossino alzò gli occhi dal videogame per guardarlo. _ Scoperto qualcosa di
nuovo? _
_ Sì..
che probabilmente là dentro ci lavorano i folletti! _ sbottò Mello.
Matt
ridacchiò, mettendosi in tasca il gameboy. Appoggiò i gomiti sulla tavola e
mise il mento sopra i palmi.
Rimase
immobile in quella posizione, inclinando un po’ la testa per fissarlo. Alla
maniera dei cani.
Mello
corrugò le sopracciglia, fissandolo a sua volta. _ Ma che fai? _
Matt
rise, scuotendo i capelli per levarseli dagli occhi. _ Nulla, ma hai una faccia
così buffa..! _
_
Scemo.. _ disse con un sorriso il più piccolo. Gli fece la linguaccia e
l’altro gli rispose ridendo allo stesso modo. _ Sembriamo due idioti, lo sai
vero? _
Matt
annuì fingendo un’espressione grave. Poi rise di nuovo.
_ Love you, Mello _ sussurrò piano
d’un tratto, allungandosi sulla tavola. Arrivò di fronte al viso di Mello e
quello lo guardò esterrefatto e spaventato.
Si perse
per un attimo nei suoi occhi turchesi. _ A lot _
sussurrò ancora.
Gli
diede una testata e si rimise a sedere.
Il più
piccolo si massaggiò la fronte, un occhio chiuso. Col rossore diffuso sulle
guance. _ Per un attimo ho pensato che mi avresti baciato sul serio _
Matt
sgranò gli occhi. E subito fece un’espressione maliziosa. _ Se insisti posso
farlo.. _
_
Idiota! _ esclamò Mello tirandogli un calcio in uno stinco.
_ Scusa,
ma adoro quando arrossisci _ bisbigliò il ragazzo dai capelli rossi, con le
mani a mò di megafono davanti alla bocca. Il biondo gli lanciò uno sguardo
omicida e Matt allontanò le gambe dalla traiettoria dei suoi calci.
Mentre
Mello andava in camera intravide un ragazzino dai capelli bianchi nella stanza
comune, seduto sul pavimento. Intento a costruire castelli di fiammiferi.
Near..
Entrò,
chiudendosi alle spalle la porta della stanza e avvicinandosi a lui.
_ Ciao
Mello.. _ gli disse il ragazzino con voce atona.
Come
odiava quel tono..
_ Ciao
Near. Ascolta, sai nulla della fabbrica di cioccolato? _ Be’, se chiedeva al NUMERO
UNO di quell’istituto forse aveva qualche speranza di avere una risposta
soddisfacente.
Near
rimase in silenzio, quasi lo stesse ignorando e nella stanza si sentivano solo
il suono lieve dei fiammiferi appoggiati uno sopra l’altro.
_ Che
cosa di preciso? _ disse secco Near senza degnarlo di uno sguardo.
Odio
quando fai così. Odio quando mi consideri alla stregua di tutti gli altri,
Near.
_ A
proposito degli operai che ci lavorano.. Roger non mi ha saputo dire nulla _
E’
come se ti mettessi al di sopra di lui con questa frase. Accidenti, ti sto dando
importanza..! _ Sì, insomma, volevo sentire anche il tuo parere dato che ho
chiesto quasi a tutti _ Che tentativo miserevole di smentire quel che pensi,
Mello..
_ No,
non ne ho la minima idea _
Risposta
secca, come sempre. Ti sto disturbando, eh?
Mi sta
prendendo la stizza.. forse è meglio se vado via prima di picchiarti.
Mello
girò le spalle al ragazzino, facendo per andarsene.
_
Mello.. _
Il più
grande si girò di nuovo, irritato. _ Che? _ sbottò senza riuscire a trattenere
la rabbia.
Near si
zittì e Mello notò che aveva alzato gli occhi dalla sua costruzione per
fissare lui. Aveva gli occhi un po’ dilatati.
Hai gli
occhi neri, Near.
Non
l’avevo mai notato.
_ Nulla
_ Near abbassò di nuovo la testa, rimettendosi a impilare fiammiferi.
Mello
lasciò in fretta la stanza, raggiungendo quasi correndo la propria camera.
Spalancò la porta e la chiuse con un tonfo dietro di sé. Tirò un calcio al
cestino vicino alla scrivania, rovesciando tutte le cartacce sul pavimento, poi
si voltò a guardare Matt, seduto sul pavimento a gambe incrociate.
_ Mello?
_ chiese il ragazzo con uno sguardo interrogativo.
Mello lo
afferrò per le spalle, buttandolo a terra e cominciando a riempirgli di pugni
il petto. _ Non lo sopporto, non lo sopporto! _
Il più
grande non disse nulla, intuendo di cosa, o meglio di chi si trattasse.
Gli
circondò i polsi con le dita e, mettendosi a sedere, premette le labbra contro
le sue.
Mello
gli buttò le braccia intorno al collo, mordendogli la bocca.
Sentiva
gli occhi pizzicare, il cuore batteva rapidissimo nel petto.
Complesso
di inferiorità. Era davvero possibile che provasse una cosa simile verso Near?
_
Mello.. lo consideri troppo quello _ bisbigliò Matt sui suoi capelli. Mello si
era stretto al suo petto, affondando la faccia nella maglia a righe nere e
bianche. Sembrava intenzionato a stritolarlo con quelle sue dita sottili.
_ Sta’
zitto Matt _ bofonchiò Mello, la voce impastata dalla rabbia. Hai ragione Matt,
ma è dannatamente difficile non farlo considerando che riesce a superarmi
sempre in tutto.
_ Ti
farai del male continuando così.. _ continuò l’amico, lisciandogli i capelli
con una mano. _ E forse lo fai anche divertire con i tuoi scatti _
Mello
rimase in silenzio contro di lui. Poi d’un tratto gli sollevò la maglia,
lasciandolo esterrefatto.
_ Mello,
ma che..? _
Il
ragazzo biondo si infilò sotto la maglia, allungandosi sul petto di Matt e
appoggiando la testa sul suo petto. Gli circondò la vita con le braccia. E
tutto questo senza una parola di spiegazione.
Ascoltò
con un sorriso il cuore impazzito del più grande.
_ Fa
freddo.. e poi nella tua maglia c’è posto per due _ disse con noncuranza
Mello. Annusò la pelle di Matt, facendolo scoppiare a ridere.
Lavanda
e tabacco.. be’, Matt era pur sempre Matt, no?
Mello
fece uscire la testa dalla scollatura della maglia di lui e avvicinò il naso al
suo. Toccò appena con le proprie labbra le sue, senza staccargli gli occhi di
dosso.
_ Non so
come farei senza di te.. lo sai, Matt? _ bisbigliò socchiudendo le palpebre. Un
sorriso enorme si allargò sul viso di Matt e infilò le dita tra i capelli di
Mello, baciandolo sulla bocca, sul naso, sulle guance, sul collo, sentendo il
gorgogliare della sua risata contro le labbra.
O Mello,
Mello.. farei di tutto per te, sai?
Near in
cima alla classe a giocare, come sempre, con i suoi giocattoli.
Matt a
tirare pallini di carta con una penna improvvisata cerbottana e Mello attento a
quel che diceva l’insegnante. Prendendo freneticamente appunti.
Matt gli
lanciava di tanto in tanto delle occhiate.
Era
seriamente preoccupato per lui.. quando si avvicinava il giorno della consegna
della cioccolata diventava isterico. E potenzialmente pericoloso..
Doveva
stare attento a tenerlo lontano da Near, ogni volta, e non era una cosa facile
soprattutto perché ogni tre per due Mello trovava il modo di litigare anche con
quell’ameba.
La
Domenica era quasi una liberazione.. dava la propria cioccolata a Mello e lui,
con due barrette, era a posto per metà settimana. Il problema era da Giovedì
in poi. Perché oltre a rubare quella dei ragazzi a cui era rimasta, andava
anche da Near.
E
l’ultima volta aveva salvato il naso del piccoletto per un pelo.
Era
incredibile quanto fosse irritabile Mello. Come lo irritasse il tono che Near
usava con lui, il suo non guardarlo mentre parlava.
Forse
soprattutto il suo fingere di non considerarlo.
Soffiò
per l’ennesima volta nella penna, sparando il pallino di carta che conteneva
sulla testa dell’insegnante voltato a scrivere sulla lavagna.
Spalancò
gli occhi quando si rese conto che quello lo aveva notato.
L’uomo
si girò di scatto verso di lui, la faccia contratta dalla rabbia. _ Matt! Ti ho
ripetuto un migliaio di volte di non tirare pallini in classe!! _
Matt
nascose in fretta l’oggetto del reato, mentre tutta la classe si voltava a
guardarlo.
Mello
alzò gli occhi dagli appunti, lanciandogli un’occhiata di rimprovero.
_
Professore, non sono stato..! _
_ Fuori
dalla mia classe, Matt! FUORI!! _ sbraitò l’insegnante, per nulla disposto ad
ascoltare le sue scuse.
Matt
sbuffò, alzandosi in piedi e uscendo dalla stanza gonfiando le guance. Diede
un’ultima occhiata a Mello prima di chiudersi la porta alle spalle.