The Graham Norton Show




Eccoci, ci siamo. Norton ci sta presentando al pubblico, tra non molto dovremo entrare. Guardo Robert di fianco a me inforcare i suoi occhiali, quelli dalla montatura larga che gli stanno così dannatamente bene. Incrocia il mio sguardo e mi rivolge un sorriso, che ricambio. Ed ecco i nostri nomi, è il segnale; che il teatrino abbia inizio. Mi stampo un sorriso falsissimo ed esageratamente grande sulle labbra ed entro, Robert al mio fianco. Siamo accolti da una pioggia scrosciante di applausi e urla, ed entrambi diamo immediatamente il via ai convenevoli.
Pura formalità, ovviamente. Ognuno dei presenti sa chi sono gli ospiti con cui trascorrerà l'intervista. Quando finalmente le urla si placano noi ci sediamo, e vedo con la coda dell'occhio Rob sfilarsi gli occhiali.
Ma cosa... Cos'è, dopo ha intenzione di infilarseli di nuovo?
Probabilmente sì. Gesti meccanici per riempire attimi vuoti, un classico. Quando Norton inizia a parlare, vedo il suo sorriso spegnersi leggermente. Non ci voleva venire a questa intervista, non ha fatto altro che ripetermelo nei giorni scorsi. E mentre attendevamo il nostro ingresso non ho potuto non notare l'aria annoiata che palesemente non si preoccupava di nascondere. Aria che, a dirla tutta, sta ostentando anche ora.
Il suo sorriso non potrebbe essere più finto di così. Prendo immediatamente la parola, provocando un accesso di risate nei presenti, e vedo lo sguardo di Robert spostarsi su di me.
Dio mio, è quasi accusatorio.
Cosa volevi, Robert? Sai benissimo che non potevamo rifiutare di presentarci a questa intervista, e se il tuo desiderio era quello di  passare il tempo in maniera diversa non posso farci nulla.
Stringi le labbra, lo sguardo freddo. Hai intenzione di comportarti come un bambino tutta la serata? Cristo, detesto quando fa così. E' esasperante.
L'intervista procede secondo il solito schema, risposte divertenti a domande per lo più superflue. Fai ridere il pubblico, Jude, mantieni accesa l'attenzione. Certo, se Robert mi aiutasse sarebbe più semplice. 
Ride, risponde alle domande e interagisce, ma vedo che non si sforza più di tanto. Nemmeno per nascondere le espressioni palesemente annoiate che lo colgono di tanto in tanto.
Sento il suo sguardo perennemente addosso, e quando lo incrocio sembra dire sempre le stesse cose.
E' colpa tua se siamo qui, lo sai vero? Ora potremmo star impiegando il nostro tempo in maniera decisamente più interessante.
Dio Robert, se non la smetti di guardarmi così non so cosa potrei farti, e non necessariamente nel senso "positivo" del termine.
Come sempre, arriva anche il momento di dover recitare le nostre parti. Di portare avanti quel gioco che abbiamo messo su per divertimento, la bromance, e che poi ha finito per sfuggirci di mano, fino a portare a... Beh, questo. Noi.
Non saprei dire cosa sia, non saprei dargli una definizione. Sesso? Sicuramente. Amore? Forse. Ma in ogni caso, nessuno di noi due pare preoccuparsene, e ci va bene così.
Entrambi cogliamo al volo le occasioni, e nel recitare i nostri ruoli siamo quasi osceni per quanto siamo espliciti. Questo gioco ci ha sempre divertiti, e certamente non smetteremo ora di farlo.
Le risate non mancano, l'intervista sta andando bene e Rob sembra anche cominciare a collaborare. Qualche annedoto divertente riguardante la vita sul set, qualche commento al film, qualche battuta sulla mia performance in Rage - oh andiamo Robert, era proprio necessaria tutta quella scena? - e il tempo scorre relativamente veloce.
L'unica cosa che ancora mi turba sono i tuoi occhi su di me. Hai proprio deciso di torturarmi fino alla fine eh, Robert?
Ad un tratto mentre parli ti passi la lingua sulle labbra, e non sono proprio sicuro che sia un caso. Bastardo.
Mi sta provocando?
E poi, mentre Norton annuncia l'esibizione di Rebecca Ferguson, sento all'improvviso il tuo respiro sul collo e la tua voce roca arrivarmi all'orecchio.
« Jude, devo parlarti un secondo »
Senza nemmeno darmi il tempo di rispondere mi prendi per un braccio e mi trascini verso le quinte. Una volta al riparo da occhi e da orecchie indiscrete mi libero con uno strattone dalla tua presa ferrea.
« Robert ma si può sapere cosa diav... »
Vengo sbattuto contro il muro, e le parole mi muoiono in gola quando sento le tue labbra premute con forza sulle mie. Resto un attimo basito, mi hai preso alla sprovvista, prima di realizzare che diamine Robert, non qui!
Cerco di opporre resistenza spingendo con le mani contro il suo petto, ma queste mi vengono allontanate immediatamente e bloccate ai lati della testa dalle sue.
« Robert » dico ansimando quando riesco a staccarmi, cercando di riprendere aria. « Non possiamo. Dobbiamo tornare di là »
La sua bocca si appropria del mio collo, cominciando a torturare la pelle sotto l'orecchio, e io non riesco a non lasciarmi sfuggire un sospiro.
« Ro-bert... » riprovo, ma le parole escono spezzate e i pensieri sconnessi. Una sua mano scende sui miei addominali, cominciando ad accarezzare la pelle sotto al tessuto.
« Sì, Jude? »
La sua voce è terribilmente bassa e roca, e io sento il sangue cominciare ad affluire al bassoventre. Dannazione, così non va bene. In un attimo di lucidità lo prendo per le spalle e lo scosto da me. I suoi occhi sono scuri e liquidi, due pozzi profondi pieni di lussuria.
« Non possiamo Robert, non qui. Si accorgeranno che manchiamo, dobbiamo andare »
Mi volto e mi dirigo verso le uscite, ma per la seconda volta vengo afferrato per il braccio e strattonato verso di te. Il tuo viso è a un centimetro da mio, una tua mano si appoggia sul mio collo e un'altra sul mio fianco, come per assicurarti che non possa scappare di nuovo. Porti la bocca vicino al mio orecchio, e sento un brivido percorrermi da cima a fondo quando il tuo fiato caldo mi sfiora la pelle.
« Nessuno si accorgerà di noi, Jude » la tua voce è lenta e bassa, strascicata. « Stanno tutti guardando l'esibizione... » mi lecchi il collo, sento la punta della tua lingua arrivare a stuzzicarmi il lobo dell'orecchio. Chiudo gli occhi. Sto cedendo, non reggerò ancora per molto. Mi mordicchi il lobo, percepisco un primo gemito affiorarmi alle labbra.
« Sono tremendamente annoiato, Judsie »
E a questo punto perdo ogni freno. Intravedo nella penombra il suo ghigno soddisfatto mentre lo costringo con la schiena contro il muro e assalto le sue labbra con forza, infilando prepotentemente la lingua nella sua bocca. Risponde al bacio con passione, portando una mano dietro la mia nuca e attirandomi con più forza verso di se. La sua lingua mi accarezza lascivamente il palato, e mi lascio sfuggire un gemito quando mi artiglia un fianco, facendo scontrare il suo bacino con il mio. Non abbiamo molto tempo prima che l'esibizione finisca, dobbiamo fare in fretta. Le mie mani corrono alla sua cintura, ma vengono immediatamente bloccate dalle sue.
Alzo lo sguardo, confuso. Possibile che abbia cambiato idea?
Ma ricevo la risposta quando sono le sue mani a slacciare la cinghia della mia cintura, e lo sento di nuovo invertire le posizioni. Sospiro pesantemente quando sento le sue dita sulla mia intimità, e abbandono la testa contro il muro. Le sue labbra tornano sul mio collo, lasciando scie infuocate con la lingua. Aumenta il ritmo con la mano, facendomi sospirare sempre più forte fino a rilasciare un gemito non troppo basso che non riesco a soffocare.
Lo sento sogghignare contro la mia pelle, ma senza smettere di torturarmi il collo. Oramai sento di essere al limite, il piacere mi arriva al cervello come scariche elettriche incontrollate propagandosi da neurone a neurone e facendomi impazzire.
Sento che sto per venire, quando all'improvviso non sento più le sue mani su di me e la sua bocca sul mio collo rovente.
« Ci aspettano Jude, vedi di non farli aspettare »
La sua voce al mio orecchio è bassa e derisoria, e quando apro gli occhi lui è già a un passo dal palco. Lo sento ridacchiare, prima di vederlo sparire oltre il separé.
Questa non me la dovevi fare Robert.
Mi ricompongo in fretta e torno sul palco, mentre le ultime note della canzone vanno scemando. Mi risiedo di fianco a te, il sorriso di nuovo sul volto. Accavallo le gambe, e per poco non gemo quando il tessuto dei pantaloni va a scontrarsi con la mia erezione pulsante e lasciata insoddisfatta. Ti sento ridere alla mia destra, e mi volto per fulminarti con lo sguardo. Le luci si riaccendono e il pubblico scoppia in un'ovazione, gli applausi sono scroscianti, ma tu ancora non distogli lo sguardo divertito dal mio.
Ridi, ridi bastardo.
Ma questa me la paghi.






Author's Corner:

Buonasera gente.
Dunque, come iniziare? Era un bel po' di tempo che desideravo scrivere qualcosa su questi due, ma non ne avevo mai avuto il coraggio fino ad ora. Questa stessa one shot ce l'avevo in mente da mesi, ma solo oggi mi sono decisa a trascriverla una volta per tutte.
Ho preso ispirazione, come immagino avrete capito, dal Graham Norton Show del 2011, al quale hanno partecipato - oltre a Robert e Jude - anche Alesha Dixon, Eddie Izzard e Rebecca Ferguson. Come ho già detto nell'intro, durante l'esibizione di Rebecca Jude e Rob sono misteriosamente spariti per più di tre minuti - sì li ho contati, okay? - e questo è ciò che la mia mente malata ha elaborato come scusa.
Per quanto riguarda Rob, ditemi che non solo io ho visto il suo sguardo perennemente posato su Jude e ben poco interessato all'intervista. E' la prima scena di questo tipo che scrivo, quindi gradirei molto se nelle recensioni - perchè recensirete, vero? - mi deste il vostro parere anche su questo.
Vi prego ho bisogno di sapere cosa ne pensate, recensite in tanti. A seconda se le recensioni saranno abbastanza o no, potrei decidere di avventurarmi in una long AU su questi due, ma vorrei pareri. Non deludetemi!
Un bacio,
Erica