CAPITOLO ??? - Di come Don Chisciotte e Sancho Panza furono costretti ad accamparsi all'aperto per giorni dopo aver sperperato tutti i loro averi.
Erano
oramai giorni che Don Chisciotte, il più delle volte
borbottando fra sé e sé, si arrovellava per
cercare un
dono adatto da portare alla sua signora, la bella e virtuosa
Dulcinea, una volta ritornato dal suo lungo e avventuroso viaggio da
cavaliere errante.
«Forse
una veste in seta damascata, riccamente decorata e degli stessi
colori del cielo al tramonto? No, no! Non è certo
abbastanza!
E che dire delle essenze del lontano Oriente? Non ne avrà la
ricca Dulcinea già a sufficienza?» pensava Don
Chisciotte ad alta voce, tanto che lo sentì pure il fedele
Sancho Panza, che lo seguiva a cavallo del suo misero asinello.
«E
se le portasse un gioiello, signore? C'è forse pegno d'amore
migliore?» propose quindi lo scudiero.
«Come
avete ragione, fido Sancho! Diverrete presto il legittimo governatore
di quell'Isola, sapete?» esclamò Don Chisciotte,
entusiasta. «Ma per la bella e nobile Dulcinea dovremmo
trovare
qualcosa di veramente prezioso, o di riccamente lavorato. Magari
qualcosa che venga da Oriente!» proseguì, mentre
già
immaginava come la sua signora sarebbe stata felice di ricevere dono
così prezioso.
Don
Chisciotte e Sancho Panza viaggiarono allora per giorni e giorni,
senza mai prendere riposo, alla ricerca di un mercante di ori e ne
trovarono uno al quarto giorno di viaggio ininterrotto, che si
riposava poco lontano dalla sua carovana.
Don
Chisciotte, sempre a cavallo del suo malconcio Ronzinante -di cui lui
si vantava tanto, andando a dire a tutti che fosse persino migliore
del leggendario Bucefalo- si avvicinò al mercante, seguito a
ruota da Sancho Panza.
«Ditemi,
Sancho: vedete anche voi quello che vedo io? Non è forse una
lucente perla quella che il mercante tiene tra le mani?»
sussurrò Don Chisciotte al suo scudiero.
«Veramente,
signore, io vedo una...» il povero Sancho Panza non fece a
tempo a finire la frase che Don Chisciotte lo interruppe.
«Sì,
ne sono più che certo! Dev'essere una meravigliosa perla,
quella che vedo! Probabilmente proviene dalle acque del Pacifico o
dell'Oceano Indiano!»
Se
solo l'irruento Don Chisciotte avesse dato ascolto al povero Sancho
Panza, si sarebbe potuto forse accorgere che l'umile mercante teneva
tra le mani una misera biglia di vetro opaco, e non una preziosa
perla, come lui si ostinava a credere.
«Una
perla tanto luminosa ed esotica dovrà costare una
fortuna!»
ipotizzò Don Chisciotte, guardando sconsolato la bisaccia
che
conteneva tutto il denaro che sarebbe servito loro per proseguire il
viaggio.
«Potremmo,
signore, aspettare che il mercante si ritiri per la notte e tentare
di rubare quella... Perla.» propose allora Sancho Panza, non
troppo contento di dover spendere il loro denaro per acquistare una
rozza biglia di vetro.
«Oh,
Sancho! Mi stupisco di voi! Sapete bene che sono un hidalgo, un
nobile cavaliere! Non potrei mai macchiarmi di un simile delitto,
sono un uomo d'onore, io! Onestissimo!» esclamò
indignato Don Chisciotte, mentre ormai era vicinissimo a quell'umile
mercante, che ai suoi occhi sembrava indossare un abito di seta dai
colori sgargianti e avere gli occhi a mandorla, mentre in
realtà
proveniva da un paesino poco distante da Toledo.
«Onesto
mercante, posso domandarvi quanto costerebbe l'oggetto di tanto
valore che tenete in mano?» domandò cortese Don
Chisciotte, dall'alto del suo destriero.
Il
mercante, confuso, guardò la biglia di vetro e se la
rigirò
tra le mani.
«Questa?»
domandò il mercante, stupito.
«E
che altro? Non vedo qui vicino nessun altro oggetto di pari valore!
Allora, quanto costa la perla?» rispose Don Chisciotte,
mentre
già metteva mano all'interno della bisaccia.
Il
mercante si mostrò esitante.
«Venticinque
monete d'oro!» esclamò Don Chisciotte.
«Venticinque
monete d'oro per... Questa?» ripeté il mercante,
sbalordito.
Il
povero Don Chisciotte scambiò l'esclamazione incredula del
mercante per indignazione, e si convinse così di aver
offerto
troppo poco.
«Siano
quarantacinque monete d'oro, allora!» propose Don Chisciotte.
Il
mercante aveva ormai capito di avere a che fare con un folle, decise
allora di approfittarsi dell'ingenuità del vecchio cavaliere
che gli stava di fronte.
«Oh,
sono spiacente, nobile cavaliere, ma non è abbastanza denaro
per un oggetto... Un oggetto di simile fattura!»
Don
Chisciotte, che ormai desiderava quella perla per la sua signora a
tutti i costi, vuotò la bisaccia ai piedi del mercante.
Tutte
le sue monete d'oro tintinnarono a terra.
«Questo
è tutto quello che possiedo. È
abbastanza?»
domandò, speranzoso.
«C-Certamente!»
esclamò il mercante, che non aveva mai visto tanto oro in
vita
sua, gettandosi a terra per raccogliere tutte quelle monete, prima
che Don Chisciotte potesse cambiare idea.
Lanciò
la misera biglia in mano a Don Chisciotte e scappò via,
carico
di denaro.
Dal
canto suo, Don Chisciotte era estremamente soddisfatto e non
attendeva altro che potersi incontrare con Dulcinea, Regina di tutte
le Bellezze.
«Trovare
un pegno d'amore adatto alla mia virtuosa signora è stato
molto più semplice del previsto, non trovate anche voi
amico?»
domandò Don Chisciotte al povero Sancho, che niente aveva
potuto fare per impedire al proprio padrone di compiere una tale
sciocchezza.
«Ma
così, signore, non potremo più fermarci in
qualche
osteria per riposare. Non abbiamo più di che
mangiare!»
esclamò il povero Sancho, che da giorni non desiderava altro
che potersi riposare su un comodo pagliericcio.
«Per
quanto mi riguarda, amico mio, non ho bisogno di un letto dove
dormire o di un fiasco di vino, l'amore di Dulcinea mi è
sufficiente. E grazie a questo splendido dono conquisterò di
certo il suo cuore!» esclamò trionfante e fiero
Don
Chisciotte, animato dai sentimenti.
I
due si allontanarono così nel tramonto, accompagnati
solamente
dal borbottio dello stomaco del misero Sancho.
Immaginate
voi la sorpresa della giovane Dulcinea, in realtà umile
contadina, quando poche settimane più tardi si vide
recapitare
da Don Chisciotte una piccola e umile biglia di vetro opaco,
rozzamente lavorata e addirittura scheggiata in alcuni punti come
pegno di eterno amore.
Un
po' banale, lo so. Ma, dopotutto, sono stata costretta a
scriverla. Spero vi sia piaciuta, almeno un pochino!^^