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Autore: OpheliaBlack    27/10/2013    4 recensioni
"Ogni giorno, da quando la loro storia era cominciata, lui le aveva donato ogni suo respiro."
Piccola one-shot ispirata alla mia long The Dawn of a new beginning ma può tranquillamente essere letta separatamente.
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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“Posso chiederti una cosa?”

“Perché ho come il presentimento che anche se ti dicessi no, chiederesti comunque?”

“Avevi detto una domanda al giorno.”

Draco Malfoy sbuffò sonoramente. Si era fregato da solo, incantato dai quegli occhi nocciola così diversi dai suoi, il suo opposto in tutto e per tutto.

Hermione Granger non avrebbe mollato il colpo nemmeno sotto tortura, pretendeva la sua risposta giornaliera. Forse per la ragazza era un gioco, una specie di rito che erano soliti fare, una piccola sua conquista. Per Draco Malfoy, ogni domanda era un'incognita, un ostacolo alla loro relazione, qualcosa che avrebbe potuto distruggere tutto ciò che avevano costruito.

Le aveva promesso la verità ma spesso la verità fa male, soprattutto quando la Mezzosangue toccava tasti dolenti. Era terrorizzato Draco da come avrebbe potuto reagire alle sue risposte, molte delle quali non piacevano nemmeno a lui.

Credeva che un giorno non l'avrebbe più rivista, che non avrebbe più passato le notti nella sua stanza, che non si sarebbero più addormentati nudi ed abbracciati come lo erano ora. Se lei avesse scavato nella sua anima, più di quanto già non stesse facendo, avrebbe capito che lui era solo Draco Malfoy, un inutile Purosangue la cui famiglia era penosamente caduta in disgrazia, viziato, impaurito ed insicuro.

Ciononostante, non sarebbe riuscito a sfuggire allo sguardo indagatore e alla caparbietà di Hermione Granger quindi, tanto valeva mettersi il cuore in pace ed incrociare le dita.

La testa della Mezzosangue era poggiata nell'incavo della sua spalla, avvinghiata alle sue gambe, con le esili braccia adagiate sul petto di lui, sul suo cuore.

Le accarezzò il viso, imprimendo una leggera pressione sotto il mento affinché lei sollevasse il volto su di lui.

“Spara”

“Spara?”, ripeté stupita,”molto Babbano, Malfoy!”

“Mi stai rovinando Mezzosangue...”, rispose sorridendo Draco.

Hermione rise di gusto tra le braccia di quel ragazzo che per anni era stato causa delle sue lacrime.

“Tra poco sarà Natale...”

“Io odio il Natale.”, disse stizzito Draco.

“Non lo avrei mai detto Malfoy...”, rispose ironica Hermione.

“Non mi ha sempre fatto schifo...c'è stato un periodo nella mia vita dove il Natale era la mia festività preferita.”

“Quando credevi in Babbo Natale?”, chiese quasi ovvia Hermione.

“Babbo chi?”

“Scusa, roba Babbana...a che periodo ti riferisci?”

“A dire il vero, fu solo un anno, il settimo della mia vita. Inaspettatamente, mio padre non fu presente alla solita cena di famiglia.”

“Perché?”

“Mio nonno sarebbe morto il giorno dopo Natale, lui passò la notte al San Mungo.”, rispose con una semplicità disarmante il ragazzo.

Hermione non sembrò accusare il colpo, mantenne fisso lo sguardo sul volto di Draco che invece fissava il soffitto.

“Come passasti il Natale quell'anno?”

Draco sorrise a quel dolce ricordo, forse l'unico felice della sua infanzia.

“La quasi totalità dei mie parenti era completamente ubriaca, ora so che il motivo della loro ilarità era l'alcool e non lo spirito natalizio ma a sette anni ero convinto che qualcosa nell'aria di quella notte aveva cambiato gli umori della mia famiglia.”

“Quindi il tuo miglior ricordo di Natale è legato al fatto che la tua famiglia avesse dei chiari problemi d'alcolismo?”

“Noto forse del sarcasmo e un velato criticismo?”

“Mi stai rovinando Serpeverde.”, rispose Hermione furbescamente.

“Comunque, quel Natale fu il mio preferito per vari motivi: mia zia Bellatrix, collassò su un divano ancor prima che venisse servito il dolce e Blaise le vomitò addosso la cena.

“Sul serio?!”, chiese ridendo Hermione,”dovrò ringraziare quel ragazzo!”

“Tutti sembravano essere leggeri, liberi, felici. Senza l'austerità di mio padre, sembrava tutto più facile. Credo che il motivo per cui quel Natale lo ricordo con piacere fu il volto di mia madre: era radiosa. Non pensare male di lei, Mezzosangue...credo fosse sinceramente dispiaciuta per l'imminente perdita di mio nonno ma allo stesso tempo, quella notte poté respirare.”

“Respirare?”

“Mia madre era in apnea. Mio padre opprimeva tutta la sua anima, la schiacciava, così come ha schiacciato me. Quel Natale eravamo solo noi, Draco e Narcissa e potevamo respirare.”

Hermione, dopo aver ascoltato attentamente, si liberò dalla presa di Draco per portarsi al di sopra di lui e guardarlo dall'alto.

“Ho una proposta.”, disse sorridendo.

“Qualsiasi cosa sia, la risposta è sì se rimani in questa esatta posizione...”, disse sornione il ragazzo, accarezzando i fianchi di lei.

“Passa il Natale a casa mia quest'anno.”

“Come?”, chiese stupito Draco.

“Fino a quando le acque non si saranno calmate del tutto, non posso ritrovare e far tornare la memoria ai miei genitori, non è sicuro. Tu hai detto che avresti passato le vacanze qui a scuola, decisamente noioso. Saremo solo io e te e finalmente potremo visitare Londra e la National Gallery.”

Draco non sarebbe tornato al Manor quell'anno, suo padre e sua madre erano ancora coinvolti nel pieno svolgimento delle indagini degli Auror. Dopo la caduta di Voldemort, c'era ancora qualche Mangiamorte in giro che progettava vendetta.

“E come farai con i Weasley?”, chiese cercando di non sembrare titubante.

La Mezzosangue lo aveva informato che avrebbe passato le vacanze alla Tana, con Potter e quello che sarebbe dovuto essere il suo ragazzo, Ron donnola Weasley.

“Possono fare a meno di me...”, rispose abbassandosi sino al volto di Draco.

“Anche Weasley?”, disse Draco incatenando gli occhi di Hermione. Il suo tono voleva essere fermo e distaccato ma il suo sguardo era implorante e speranzoso.

Hermione rispose alla domanda posando le sue labbra su quelle di Draco, in un lungo bacio, dolce, premuroso, colmo di promesse.

“Concedimi l'opportunità di farti respirare ancora.”, gli disse poi lasciandolo sbalordito.

Draco rovesciò rapidamente la posizione, portando Hermione sotto di lui.

“Passerò il Natale con te, Mezzosangue.”, disse trattenendo la felicità che quasi esplodeva nel suo petto.

“Dovremo escogitare un piano.”, disse più pratica Hermione, sapendo che sarebbero dovuti stare mille volte più attenti se non volevano essere colti di sorpresa.

“Ci penseremo domani...ora ho altro per la testa...”, rispose lasciandole un scia di baci poco casti sul collo.

“Era questa la tua domanda, Mezzosangue? Volevi chiedermi di passare il Natale con te?”

“In realtà no...”, rispose accarezzandogli i capelli biondi.

“Cosa volevi chiedere?”

Hermione ci pensò su qualche secondo, storcendo il naso.

“Allora Mezzosangue?”

“Perché Draco Malfoy ha diritto ad una camera privata mentre io, devo dividere la stanza con tre disordinate croniche, chiassose e ficcanaso?”

“Meno lamentele Mezzosangue, tanto sei sempre qui o sbaglio?”

“Ehi! Sei tu che vuoi sempre...”, provò a ribattere lei.

“Sono io che ti voglio sempre. Ogni notte, ogni minuto, ogni secondo.”, la interruppe Draco, baciandola con passione.

La notte stava quasi per lasciare il passo al giorno, fortunatamente era una domenica ed avrebbero potuto riposare fino a tarda mattina.

Si addormentarono stretti l'uno all'altra, come se da ciò dipendesse la loro sopravvivenza.

Draco avrebbe voluto dire ad Hermione che non era necessario passare le vacanze insieme affinché lui respirasse. Ogni giorno, da quando la loro storia era cominciata, lui le aveva donato ogni suo respiro.



 
  
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