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Autore: Gwen_cav    27/10/2013    0 recensioni
Quando ci rendiamo davvero conto di quanto le cose siano importanti?
Semplice e tipica domanda, ho scritto questa One-Shot per un motivo ben preciso, che capirete alla fine del testo, se lo leggerete, è realmente nata come storia di "confusione" dato che ero, diciamo, stracotta di tre ragazzi di Dolce Flirt, e non sapevo decidermi. Anche se ho deciso, ora, rimane comunque un dubbietto. ^^
-AVVISO-
E' un po' scritta a caso, è un insieme di ricordi mischiati ai sentimenti presenti, diciamo così, se non capite, non vi allarmate.
Spero solo vi piaccia. ^^
Gwen@cav
[dal testo]
Per un attimo si fa tutto tacito. Gli occhi fissi nei suoi. Ti fai dolce, come se fosse una cosa concessa solo a lui. I tuoi. Castani. I suoi.
Ambra e verdi...
Neri...
Verdi smeraldo...
È così che dovrebbe andare, ma quale dei tre vedi, veramente, qual’è il più legato a te? Quale?
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Castiel, Dake (Dakota), Dolcetta, Lysandro
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Per un attimo si fa tutto tacito. Gli occhi fissi nei suoi. Ti fai dolce, come se fosse una cosa concessa solo a lui. I tuoi. Castani. I suoi.
Ambra e verdi...
Neri...
Verdi smeraldo...
È così che dovrebbe andare, ma quale dei tre vedi, veramente, qual’è il più legato a te? Quale?

 
 * * *

In riva al mare, accarezzi il pelo dell’acqua, dolcemente, con giusto due dita, immergi i piedi, basta la punta, permetti loro di formarsi un involucro d’acuqa, rivivendo ricordi dolci.
Oh, quante volte sei stata in quell’acqua, su quella sabbia, sentendola spargersi fastidiosamente su ogni parte del tuo corpo, farsi strada più volte nel tuo costume, incollarsi ai tuoi capelli, stesi su di essa, che ripetutamente veniva inumidita dalle acque salmastre, rendendola modellabile continuamente, come una routine senza mai fine. Lui era con te. I suoi baci erano ripetitivi, dolci e spinti. Riconoscesti il suo carattere in essi, la voglia, l’esperienza, l’abitudine, e, forse nei tuoi desideri, quel pizzico di delicatezza che rispecchiava una e una sola cosa: l’amore. Lentamente, il tutto diventò più spinto. Intrecciasti i suoi capelli biondi, sporcati dal colore naturale, increspati dal sale, intorno alle tue dita, accarezzandogli lievemente le guance abbronzate, in conseguenza. In lui riconoscevi tutto ciò che lo caratterizzava, lo stesso mare si rispecchiava nei suoi occhi dal colore verdeggiante, or ora ti era impossibile vederli, ma erano impressi nella tua memoria come un timbro dall’inchiostro indelebile. La sua pelle abbronzata rispecchiava la sabbia su cui eravate stesi, illuminata dall’oro che ora si levava in cielo, con i tatuaggi, che ne raffiguravano le particolarità, le impronte lasciate da chi vi passava la giornata dedicandosi al sole.  Lui ti faceva rabbrividire di piacere, con quelle sue carezze, lievi e confortanti; ogni tanto un paio di sospiri si udivano, non soggiogati dal rilassante rumore delle onde, che, lente, s’infrangevano sul bagnasciuga, che ne risucchiava una piccola dose.. Dio, quanto amasti quelle parole da lui sussurrate, quella sera, illuminati dalla rossastra luce del tramonto, accarezzati dal vento, tranquillizzati dalla solitudine, solo lì, solo davanti a te, riuscì a confessarsi. – Ti amo. –
 
* * *
 
I tacchi rimbombano come macabri lungo il corridoio che pare interminabile. Prendi un lungo respiro, che rilasci sconnesso. Rilassi le spalle, dinnanzi la porta. La spingi, stringendo gli occhi, come se ciò che stai per incontrare, sia ciò che non vuoi vedere, infatti, sono ricordi.
- Balli? – T’invitò allungando una mano verso di te, lasci la tua scorrere delicatamente sulla sua, liscia e morbida, pallida, come le stelle che brillano nei suoi occhi bicolore, che, magici, scavano nel tuo profondo.
 
Ti porta tra le sue braccia con mossa decisa, stringendoti con il braccio destro, mentre il sinistro è teso, terminando con la mano, intrecciata, stretta tra le tue dita.
 
 
Sa tutto di te, i tuoi segreti, conoscete tutto, l’uno dell’altro, cosa c’è di meglio d’un amore che comprende l’opposto? Il suo odore ti completava come un profumo con il quale non usciresti di casa. Quel ritmo lento ti cullava, ti godevi quei momenti magici poggiando lievemente la testa sul suo petto. Riuscivi a sentire il suo cuore, che batteva svelto, ti assuefaceva pensare che eri tu la causa di tanta felicità.
 
Ti allontana di poco, tendendo le vostre braccia, senza distaccare lo sguardo da te. Fai lo stesso.
 
Gli angoli delle sue labbra si alzano impercettibilmente, illuminando il suo sguardo. Ti senti come rinata da quel gesto minuscolo ma irresistibile.
 
Con uno scatto ti incatena tra le sue braccia nuovamente, ma tutto è più rigido, le vostre iridi non smettono di osservarsi intensamente, ed ora, anche tu sorridi.
 
Si chinò sul tuo collo, sfiorandolo con il naso, riuscivi a percepire il suo respiro fresco pizzicarti il collo, che ora sfiorava con le labbra vellutate. Alzasti il capo, rovesciandolo un poco verso sinistra, per aiutarlo, e per godere di più di quel fremere che ti faceva. Lentamente, mentre i passi rallentavano senza neanche accorgervene, risalì verso la guancia, rimanendo ad occhi socchiusi. Riuscì a sussurrare una parola, in modo che solo tu potessi sentire. – Ti amo. –

* * *
 
Entri dalla porta, guardandoti attorno come in cerca di qualcosa. Accarezzi il lieve rivestimento liscio e fresco degli strumenti accanto a te, facendo come un giro a ferro di cavallo per la stanza, ad occhi socchiusi e pensanti. Forse è lui che ti ha veramente rapita.
Passò due dita sulla chitarra, osservandola serio, quasi annoiato. Quel rumore risonante e stonato gli provocò uno scatto d’ira, e scaraventò lo strumento a terra con una mano, rimanendo tacito per qualche secondo, con i capelli che ricadevano verso il terreno, a carponi di esso. Non capisti quella sua rabbia improvvisa, ma nient’altro potevi aspettarti da lui. Ti stiracchiasti, alzando la maglietta rossa, scoprendo il tuo ventre esile. Alzasti il capo di qualche centimetro, rimanendo sorretta dal gomito sinistro posto perpendicolarmente sul terreno, mentre l’altro braccio si allungava verso la sua schiena nuda, che percorri con un paio di dita, verso il basso. Sapevi che non sarebbe servito a calmarlo, lo conoscevi troppo bene nei suoi angoli di solitudine, che sfogava in ciò che trovava un buon passatempo, tra i quali c’eri anche tu, forse era solo sesso, forse era solo lussuria e voglia di un corpo adolescente desideroso di cure. Questo pensiero t’incupiva, eppure, gli rimanevi accanto, confrontando i vostri caratteri più che simili, duri e ribelli, forse era un esperimento, tuo e suo, forse quando due forze contrastanti s’incontrano accade qualcosa di incomprensibile a mente umana, quel poco di studio che ti eri concessa ti bastava per capirlo e nutrire questo sogno, anche se lontano. Lui poteva avere chiunque, qualunque sguardinella gli avesse concesso un pochino di più anche solo per stare accanto a lui, ma, dopo i primi mesi, le ragazze prentendono, e questo lui lo sa. Cerca di starne lontano, ma qualche scopata ogni tanto se la concede, solo per il piacere di arrivare all’apice del piacere. Rimanesti a lungo concentrata su quel contatto lento, concentrandoti sulle tue dita che percorrevano la colonna vertebrale, gli occhi socchiusi scrutavano affondo, come se avesse avuto un significato preciso, ti mordevi il labbro inferiore, come per capire. Lui volse il capo di poco, posando i suoi occhi  su di te, con il suo sguardo superficiale. Che ti degnasse attenzione non era più importante di tanto, lo erano di più i suoi gesti, si sdraiò all’indietro, lentamente, permettendoti di scansare la mano. Ti spiazzasti, quando appoggiò la sua testa sulle tue gambe scoperte, chiudendo gli occhi, accarezzando lievemente la loro superficie liscia con i polpastrelli dell’indice e del medio, facendoti rabbrividire. Cosa ne poteva sapere lui di donne? Agli occhi suoi e a quelli degli altri, non eri altro che una maschiaccia senza sentimenti, rude, che pensava ai rimedi diretti, usando le maniere forti, era forse per questo che ti faceva sentire così viva? Che dava solo a te questo privilegio? Il suo amore, il suo apprezzamento? Gli accarezzasti lo zigomo scoperto, arricciando una ciocca di capelli rossi con uno sguardo dolce e idiota incastonato in viso. Solo allora ti rendesti conto, che mai si sarebbe confessato, perchè mai aveva veramente lasciato i suoi sentimenti sgusciare fuori dalle sue labbra di ghiaccio, che, però, tenevano strette parole che forse avrebbe voluto proferire. Ma sapevi, non ce n’era bisogno. Ti chinasti e posasti le tue labbra dove poco prima vi si trovavano le tue dita. – Sei solo un coglione. – Ti lasciasti sfuggire questa affermazione, facendo sentire lui il tuo sorriso, che ricambiò. La cosa era stata capita. Per lui, eri molto di più che una ragazza dalle tette grandi.
 
* * *
 

E all’improvviso tutto sfuma, come un sogno, come una speranza, un’allucinazione...ti rendi conto che non puoi appartenergli, ti accorgi che sei ancora lasciata cadere nel vuoto della solitudine, che la sua mano non ti ha afferrata. Li vedi camminare, davanti a te, se ne stanno andando. Cominci a correre allunghi una mano verso di loro, ma sono irraggiungibili, li oltrepassi, e loro non ti sentono. Stai urlando, sei nel buio, rannicchiata su te stessa, urli, ma nessuno ti sente. Piangi, ma nessuno ti sente. Sono andati via, lo sai, e solo ora ti rendi conto di quanto erano importanti, lo dimostri con le tue lacrime.

-angolino dell'autrice-
Ehm...niente. Momenti confusionali della mia vita più che normale. Il vero destinatario di questa Fan Fiction...sono tutte le ragazze che sanno cosa voglia dire amare una persona, che se ne va, temporaneamente o per sempre, non importa, ma spero capiate. Solo allora ti rendi conto della tua ingenuità, di quanto realmente sia importante. Ma ormai...
Basta! Eheheh! Sto bene, come voi, spero!
Bhè,
THE END!
  
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