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Autore: V a m p i r e    27/10/2013    2 recensioni
Ariel è curiosa e sprovveduta, ossessionata dalle cose che non sa. La notte di Halloween non resiste, deve andare a osservare gli umani festeggiare sulla nave più grande di tutto il porto, ma i problemi arrivano quando un certo capitano capisce la situazione, e la minaccia di morte.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Killian Jones/Capitan Uncino
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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I personaggi di questa storia non appartengono a me, bensì ai creatori di Once upon a time e alla Disney.
Se Hook fosse mio non starei scrivendo una fanfiction ;3

Parte del tuo mondo.


Ariel sapeva che quel momento dell’anno era chiamato “Halloween”.
Gli umani avevano la strana tradizione di indossare vestiti buffi e danzare fino al mattino intorno a lanterne costruite con zucche intagliate, lasciando che l’alcol facesse parte del divertimento.
Le piaceva tanto quella festa. Molto spesso anche le navi erano un luogo adatto alla celebrazione, ed era facile andare al porto con il buio e osservarli mentre si divertivano.
Nessuno faceva mai caso a una ragazza vestita da sirena che aveva deciso di rendere onore al suo costume facendo un bagno in mare. Di notte i suoi capelli rossi si confondevano tra le onde, e la coda era del color dell’oceano.
Quella volta accadde.
Stava cercando di tenersi lontana per sicurezza, appena dopo la boa, quando si accorse che un uomo isolato dalla folla la stava guardando con curiosità.  Sembrava un capitano, o comunque una persona di tutto rispetto, e aveva subito notato come le donne presenti sulla barca lo osservassero: un’esplosione di bramosia e desiderio.
Non poteva di certo biasimarle. Era bello, i suoi occhi azzurri la imprigionarono tanto che non riuscì a fuggire con rapidità, e lui si buttò in acqua.
No, no! Così sarebbe morto! Conosceva la cattiva fama delle sirene, non voleva rendere onore alla categoria e farsi imprigionare. Non sarebbe stata la condanna a morte di un povero marinaio.
L’uomo però non era uno sprovveduto. Si avvicinò veloce a lei e l’afferrò per un braccio, incurante del dolore che avrebbe potuto provocarle.
Dopotutto era un pirata.
«Conosco le sirene, e tu sei maledettamente simile a loro. Scommetto che quello non è un costume, pesciolino.» Sentenziò, con una punta d’ironia nel tono della voce.
«Non voglio fare del male a nessuno!» Rispose, e subito dopo se ne pentì. Avrebbe potuto mentire, dissimulare, invece si era spaventata ed era stata presa dal panico. Maledizione, suo padre aveva ragione, non sarebbe dovuta essere lì. Dannazione all’ossessione per gli oggetti umani, dannazione a quel ragazzo troppo bello e troppo pericoloso. Dannazione.
«Non lascerò che tu uccida uno della mia ciurma.» Le ringhiò contro.
Prima che Ariel se ne potesse anche solo rendere conto aveva un coltello posato sotto il mento.
Stava per morire, uccisa dalla curiosità che l’aveva contraddistinta da sempre e la faceva litigare così spesso con re Tritone.
Il suo papà, voleva bene al suo papà. Non avrebbe più potuto abbracciarlo. E le sue sorelle, i rimproveri di Sebastian, il suo piccolo Flounder alle prese con squali molto più grandi di lui.
Killian stava per tagliarle la gola con un preciso colpo, ma gli occhi della sirenetta si riempirono di lacrime.
Non aveva alcun senso, le sirene non piangevano, e lei non aveva neanche tentato di prendere il corno per chiamare aiuto.
La guardò meglio. Era a mala pena una ragazza, attraente e spaventata a morte.
Si mordeva il labbro, non accennava nemmeno ad attaccarlo con la coda o morderlo. Si stava comportando come una bambina, una bambina molto bella e terrorizzata.
«Come ti chiami?» Chiese, dopo un po’. L’acqua era gelida, e lui era vestito di tutto punto per la festa.
«Ariel.» Balbettò tremante. La lama fredda le bloccava lo sguardo incatenandolo al suo, tuttavia avrebbe preferito che non lo guardasse con quei grandi occhi azzurri in cerca di una pietà che un pirata non avrebbe dovuto avere.
«Vuoi vivere, Ariel?»
Lei annuì debolmente. «Sì.»
Killian le tolse il coltello dalla pelle, sconfitto. Aveva la stessa tonalità di azzurro di Milah. Aveva ceduto.
«Allora vattene.»
Ariel avrebbe voluto fermarlo, ringraziarlo, conoscere quel pirata con gli occhi truccati di nero e il portamento da capitano onorevole.
Invece lo sguardo stanco del ragazzo la fece desistere, e si tuffò nel blu dell’oceano.

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Questa idea folle mi è venuta perché volevo fare una fanfiction su Halloween con Hook, ma non sapevo a chi "accoppiarlo". Poi ho letto qualche fanfiction, qui su EFP e su fanfiction.net, e mi è venuta l'illuminazione... Ariel!
Ringrazio tutti in anticipo, e so che non è bellissima, ho fatto del mio meglio c:
   
 
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