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Autore: FairLady    28/10/2013    4 recensioni
Periodo tra l'84 e l'85.
Mi sono sempre chiesta chi fosse la Gina che spesso spunta nelle canzoni dei Bon Jovi.
Questa è la risposta che mi sono data.
Dal testo:
Jon, sopra le note di In and Out of Love, graffiava senza pudore ogni parola, nel tentativo di strappare i vestiti di dosso ai presenti e far loro perdere ogni ragione. Quella sera, il suo intento era sfinirli d’amore, di rock, di se stesso.
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jon Bon Jovi, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Lo stadio gremito lo caricava come altre poche cose nella vita. Non si sarebbe mai aspettato di ottenere tutto quel successo – in effetti, nessuno di loro se lo aspettava. Per loro, era iniziato tutto come un gioco, un passatempo per evitare di buttarsi in strada e rovinarsi, come era capitato a molti dei loro amici.
Il concerto – l’ennesimo in pochi giorni – era iniziato già da un po’. La folla sembrava non averne mai abbastanza; loro cinque sembravano non averne mai abbastanza. Il fatto era che, più il pubblico si scaldava, più loro avrebbero voluto incendiarli fino a farli impazzire. Ed era quello che stava accadendo in quel momento.
Jon, sopra le note di In and Out of Love, graffiava senza pudore ogni parola, nel tentativo di strappare i vestiti di dosso ai presenti e far loro perdere ogni ragione. Quella sera, il suo intento era sfinirli d’amore, di rock, di se stesso.
Sicuramente, tra i fan schiacciati gli uni contro gli altri, qualcuno – o qualcuna – senza senno c’era, e Jon ne aveva adocchiata una in particolare, già da un po’.
Indossava una striminzita canotta nera e, ogni tanto, specie se si accorgeva dello sguardo del cantante bazzicare dalle sue parti, giocava distrattamente con le spalline sottili, abbassando la scollatura. Da lontano, Jon aveva come l’impressione di vedere dei segni neri sulla pelle candida, come se si fosse scritta addosso, ma, dopotutto, la maggior parte delle fan usava disegnarsi sulla pelle il loro nome – o qualche frase indirizzata ad uno di loro.
Di solito, non si faceva incuriosire da una in particolare. Di solito, Jon, a fine concerto, andava nel backstage e trovava parecchie ragazze, tutte decisamente bellissime e – soprattutto – disponibili, pronte a fargli compagnia. Non aveva bisogno di puntare, ammaliare e rapire. Le donne, con Jon Bon Jovi, si legavano mani, piedi e si buttavano in un sacco, pronte a diventare ciò che lui avrebbe voluto che diventassero.
Il problema, quella sera, era quella donna dai capelli nerissimi e dagli occhi più azzurri che avesse mai visto. Il problema, quella sera, erano quei segni che intravedeva spuntare qui e là da quel pezzo di stoffa e che, non sapeva nemmeno perché, lo stavano facendo impazzire di curiosità.
E tutto accadde sullo spegnersi delle ultime note della canzone di chiusura. Fu questione di un attimo. Si rivolse ad una delle guardie che stava piantonando il parterre fino a qualche secondo prima.
«Quella ragazza, quella con la canotta nera in prima fila» indicò cercando di non farsi accorgere, soprattutto da quegli idioti dei suoi compagni. Chissà quanto gli avrebbero rotto le palle se avessero scoperto che, non solo si ritrovava in camerino decine di donne pronte a tutto per lui, ma che se le sceglieva pure dalla platea. «Vorrei che venisse… - chiese, senza sapere bene cosa dire – beh, vorrei conoscerla».
Per qualche istante fu stizzito da se stesso. Nemmeno lui era abituato ad invitarle. L’abitudine era che si autoinvitavano, e la cosa era sempre andata bene così.
Eppure, nel silenzio del suo camerino, interrotto solamente dalle cazzate di Bryan e Sambora che giocavano a calcio nel corridoio – probabilmente usando Torres come pallone –, si sentiva friggere all’idea di incontrarla. Era impaziente di scoprire come suonasse la sua voce; se gli avrebbe parlato guardandolo negli occhi o se avrebbe tenuto la testa bassa, imbarazzata e intimidita. Cercava persino di immaginare qualche sarebbe stata la sua camminata. Elegante e sinuosa, o goffa ed insicura?
«Oh, Jon, piantala con le stronzate!» si redarguì, guardando la sua immagine allo specchio, ancora sudata e sfinita dal concerto.
Un lieve bussare alla porta lo fece voltare verso di essa, con la gola secca. Si diede dell’imbecille un’ultima volta prima di avvicinarsi ed aprirla con uno scatto veloce. Lei eri lì di fronte a lui, con le facce stralunate e sornione del suo tastierista e del suo chitarrista che spuntavano dietro a quelle spalle candide – che lui non ricordava affatto così esili. Poco distante, c’era anche un gruppo di sei o sette ragazze, tutte lì, in attesa che Jon uscisse dal camerino e ne prendesse qualcuna da portarsi in albergo. Peccato che restarono tutte a bocca asciutta, perché il cantante, circondando delicatamente il polso della sconosciuta, la risucchiò tra le mura del suo camerino in un momento, lasciando i suoi musicisti – e le donne in fila per il loro momento di gloria – con un pugno di mosche.
Quando Jon fu finalmente solo con quella che per tutta la sera aveva catalizzato la sua attenzione – e qualche altro istinto più profondo e primordiale, doveva ammetterlo – non seppe cosa fare. Aveva fatto in modo che gliela portassero in camerino, ma non aveva pensato, nemmeno per un istante, a cosa avrebbe fatto una volta che fosse stata lì con lui.
«Probabilmente stasera mi sono fatta qualche nemica…» fu lei a rompere il silenzio imbarazzante che si era venuto a creare, indirizzando un’alzata di spalle verso l’esterno di quella piccola stanza. Di certo, non si aspettava di arrivare al cospetto del grande leader dei Bon Jovi e trovarlo senza parole, lui che, di parole, ne aveva sempre avute tante – e meravigliose. Però, non si aspettava neanche di trovarselo di fronte con lo sguardo perso nella sua scollatura e due dita a carezzarle le labbra rosse.
Quando Jon si rese conto di quello che stava facendo, ritrasse la mano.
«Scusa, io... Io non volevo» sussurrò, facendo un passo indietro. Dalla porta provenivano strani rumori e lui sapeva, ne era certo, che quei coglioni dei suoi amici erano tutto appollaiati là fuori come vecchie comari, nella speranza di svelare il mistero di quella ragazza spuntata dal nulla. Il punto era che nemmeno lui ne aveva la più pallida idea. Non sapeva chi fosse o da dove venisse. Sapeva solo che desiderava con tutto se stesso infilare una mano sotto quella canotta, sfilargliela lentamente e scoprire, parola dopo parola, il messaggio che la morettina gli aveva portato in quel modo così originalmente sexy.
La mano di lei prese quella di lui senza esitazione e se la portò alla gola.
«Sì, invece, che volevi» gli sussurrò, guardandolo negli occhi. Lui sorrise a quel gesto, chinando un po’ il capo. Era chiaro che lei fosse una di quelle sicure che non temevano di specchiarsi nello sguardo altrui.
Le dita di Jon scivolarono piano sulla sua pelle chiara, giù, fino ad abbassare di qualche centimetro la scollatura. Dei caratteri neri e tondi formavano, appena sopra il suo seno, il titolo di una delle canzoni dei Bon Jovi, In and Out of Love.
Infine, era quello l’arcano mistero? Le parole, invisibili da lontano, che lo avevano condotto alla pazzia?
«Credimi, - la donna interruppe i suoi pensieri – c’è molto più di quel che vedi»
Forse erano quegli occhi incredibilmente azzurri, forse i boccoli neri che, anche arruffati dalle ore sotto al palco, la rendevano irresistibilmente sensuale. Forse era che lui non aveva fatto altro che immaginare di stringerla nel corso delle tre ore passate, ma a quelle parole scattò la scintilla che li avrebbe portati a svegliarsi la mattina dopo, uno tra le braccia dell’altra.
Due paia di labbra piene si scontrarono con veemenza, come se uno fosse l’assetato e l’altra l’oasi nel deserto. Di sicuro, da fuori, il tonfo del corpo fine – ma resistente – di lei che veniva schiacciato contro al muro, si era sentito. I ragazzi avrebbero avuto qualcosa di cui sparlare – e rompere – per tutta la giornata successiva, se fosse stato fortunato.

 
***

Aprì gli occhi e un raggio di sole scappato alle tende gli ferì gli occhi chiari. Si mise seduto di scatto sul letto, trovandolo vuoto accanto a sé. Carezzò distrattamente le lenzuola stropicciate e ne strinse tra le dita un lembo per qualche secondo.
Era stata una notte speciale. Una notte diversa dalle altre. Lei, lei era diversa dalle altre.
Ricordava ancora perfettamente il momento in cui, con delicatezza e dedizione, aveva sfilato la canotta da quelle forme perfette. Stupore, divertimento e, sì, una grande eccitazione lo avevano sopraffatto. Partendo dal seno, una lunga scia di parole nere, percorreva tutto il suo corpo.
Riempiendo ogni centimetro di baci umidi e vogliosi, mentre lei tuffava le sue dita minute tra i suoi capelli biondi, le aveva raccolte una ad una, sentendosi incredibilmente elettrizzato per una qualche ragione indescrivibile che, sicuramente, non aveva a che fare solo con il sesso.
Era come leggere il testo di una canzone – o qualcosa che gli si avvicinava molto.

We’ve got to hold on to what we’ve got
‘Cause it doesn’t make a difference
If we make it or not


E ce n’erano molte altre…

Sospirò frustrato, tuffandosi indietro sul cuscino e frizionandosi i capelli con le mani. Inavvertitamente, sfiorò qualcosa con le dita, un pezzo di carta. Lo prese e se lo portò davanti agli occhi.

 
We’ve got each other and that’s a lot
For Love – We’ll give it a shot
Kisses, Gina

Le sue labbra avevano lasciato un bacio rosso su quelle parole.
Il suo passaggio aveva lasciato un’impronta indelebile nel cuore di Jon, e una nuova canzone tutta da scrivere.






Angolo dell'Autrice Pressa

Buonsalve!
Torno a impestare questo fandom, perché ultimamente ho proprio voglia di Jon Bon Jovi e, insomma, mi devo inventare qualcosa per esorcizzare questa voglia. Peccato che siate voi a pagarne le conseguenze. :)
Mi rendo perfettamente conto che può sembrare una cosa senza senso, e in fondo davvero non ne ha, ma spero di aver reso comunque un buon servizio.
Ho messo OOC nelle note perché io sono una totale Jon/Dorry addicted, e questa cosa esce un po' dal binario dei miei pensieri, visto e considerato che non riesco ad immaginarlo tra le braccia di una che non sia lei. :3
Niente, me ne vò. 
Un abbraccio e à bientot!

 
 
 
   
 
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