Satellite's gone
up to the skies
Thing like that drive me
out of my mind

(Lou Reed - Satellite of Love)

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Rose era sulla soglia del Tardis, le porte erano aperte, lei guardava la terra dall’alto. Era sospesa nello spazio; ammirando il cielo dal basso, quando era una bambina, mai avrebbe pensato che, un giorno, si sarebbe trovata dall’altra parte, oltre quel confine invisibile che divideva la terra dal resto dell’universo.
Il Dottore si avvicinò a lei, le sorrise e le prese la mano, stringendola forte tra la sua. Rose provò un brivido di eccitazione. Quella situazione era completamente nuova, sapeva che avrebbe scoperto cose di cui aveva sempre ignorato l’esistenza, sapeva che avrebbe toccato con mano cose che aveva semplicemente studiato sui libri quando era più piccola, sapeva che sarebbe andata incontro a pericoli che mai avrebbe pensato di dover affrontare. 
Al suo fianco, però, c’era il Dottore, uno sconosciuto in cui lei aveva riposto tutta la sua fiducia, lasciando sulla terra tutto ciò che aveva. Gli sorrise di rimando, con lui vicino sapeva che avrebbe potuto affrontare qualsiasi cosa. 





 

***

Salve! 
Si, sono sempre io. Ormai non riesco a smettere di scrivere su Doctor Who. Allora, a dire la verità questa non era una cosa programmata; stavo lavorando, quando mi sono imbattuta nella canzone che ho messo all'inizio della storia. Inutile dire che quando ho trovato le parole la prima cosa che mi è venuta in mente è stato Doctor Who, proprio perché sono fissata. È la prima volta che provo a scrivere una flashfic, di solito sono una a cui piace sproloquiare, fare capitoli lunghi chilometri, quindi, seriamente, non so cosa mi sia uscita. 
Mi piacerebbe sapere cosa ne pensate, vanno bene anche delle critiche, anzi, probabilmente è quello che farete, visto che mi sarà uscita una schifezza. 
Smetto di parlare, altrimenti diventa più lungo lo spazio autrice che la storia in sé. 
Alla prossima.
Mon