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Autore: ilaperla    01/11/2013    6 recensioni
Martina e Tommaso si conoscono dall'età di 13 anni. Ma qualcosa sul loro cammino li divide.
Il destino vuole che dopo 8 anni si rincontrano.
Lei studiosa, semplice e altruista
Lui misterioso e nasconde qualcosa.
Cosa sarà cambiato in questo periodo?
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Universitario
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Perdersi, ritrovarsi e amarsi'
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Sei mesi dopo.


“Faremo tardi” Una voce soave e roca, impastata dal sonno, giunge alle mie orecchie.
Mi giro dall’altro lato del letto e affondo la testa sotto al cuscino.
“Lasciami dormire” Lo rimprovero.
“Martina, devi alzarti. Ci aspetta una giornata movimentata” Dice lui, mentre mi scosta le coperte e si sdraia accanto a me, sfiorandomi la schiena nuda.
Mi volto e lo guardo negli occhi.
“Tom sei l’essere più fastidioso della terra. Manca ancora mezz’ora al suono della sveglia e io pretendo quei trenta minuti per dormire”
Lui mi sorride maliziosamente e mi si avvicina poggiando le labbra sulle mie.
“Sei sicura che preferiresti dormire in questa mezz’ora?”
Scoppio a ridere e gli accarezzo i capelli.
“Sei schifosamente sexy, ma no. Mi hai svegliato e ora ne paghi le conseguenze, poi come hai detto già tu, abbiamo un sacco di cose da fare”
Detto ciò, infilo la maglia del suo pigiama e mi alzo dal letto. Lui crolla di schiena sul letto e sbuffa.
“Essere i testimoni degli sposi fa schifo. Dovrò ricordarmelo la prossima volta, prima di accettare questo compito”
“Ti stai lamentando?” Domando, prendendo ad aggiustare il necessario sul mobile del bagno.
“Di tutto questo? Assolutamente no” Indica con un segno delle mani quello che ci circonda.

Siamo in una stanza d'albergo, in perfetto stile 'Miranda e Matt'.
Quei due sono qualcosa di sconcertante messi insieme. Hanno praticamente imposto alle damigelle, ai testimoni e a loro stessi, di preparasi in queste stanze e vivere qui il giorno prima del grande evento, per poi andare in chiesa per il rito e tornare qui, per festeggiare nella sala enorme a piano terra.

“Ecco, ora fai il bravo bambino e ti inizi a preparare. Abbiamo un po’ di cose da fare”
Lui si alza dal letto e mi viene incontro.
“Sarei un bambino?” Domanda offeso.
Gli sorrido e gli passo le braccia attorno al collo.
“Cattivo anche”
“Non dicevi così la scorsa notte” Precisa lui.
“Solo perché avevo sonno”
Spalanca gli occhi e mi mordo il labbro per non scoppiare a ridere vedendo la sua espressione. Dio, gli uomini e il loro ego.
“Sonno?” Domanda e io assecondo con il capo.
“Guarda un po’, sei tutta sporca, dobbiamo assolutamente lavarti e farti svegliare da questo sonno che continua a ronzarti addosso” Dicendo così, mi spinge verso la doccia.
I miei buoni propositi per trattenere le risate, vanno a farsi friggere, così allaccio le mie gambe attorno ai suoi fianchi e sogghignando mi lascio andare sotto la doccia, facendo di quei trenta minuti, i minuti più belli che potessi immaginare.
 

“Siamo in ritardo” Ripete per la centesima volta Miranda, mentre la parrucchiera ci aggiusta i capelli.
“Non ce la faremo mai” Continua il suo sproloquio.
“Arriverò tardi, Matt sarà andato via e io rimarrò zitella per il resto della mia vita”
“Ti compro qualche gatto per farti compagnia” L’assecondo io ad occhi chiusi, divertita da questo teatrino.

Miranda. La mia amica sicura di se, in questo giorno è scappata per le Filippine, lasciando al suo posto un clone biondo che le assomiglia ma che non ha niente a che vedere con lei.
Non ha fatto così, confermando le mie perplessità quel giorno in macchina con Matt, nemmeno il giorno della sua laurea, avvenuta esattamente tre mesi dopo la mia.
Quel giorno era stupenda, nel suo vestito rosa pesca, lì sul pulpito mentre si commuoveva e faceva commuovere tutti quanti con il suo discorso sulla psicologia degli innamorati.
Dovrebbe ricordarselo ora quel discorso, invece di perdere la calma.

L’atmosfera è favolosa, Matt e Miranda hanno scelto Natale per coronare il loro sogno. E hanno fatto di questo, il tema principale delle nozze.
“Non sei simpatica” Rimbecca lei, cercando di tirarmi un calcio a cui devio prontamente, mentre la parrucchiera tenta di arricciare i suoi capelli.
Le faccio una linguaccia e mi alzo dalla poltrona, pronta per passare al trucco.
Incredibile, sto facendo le cose che più odio al mondo.

Mentre aspetto che mi dicano dove sedermi per dare sfoggio alle loro abilità, mi affaccio alla finestra, sorridendo.
“Vuoi una notizia che ti tirerà su di morale?” Domando alla mia amica.
“L’orologio si è bloccato?”
“Potremmo provvedere benissimo a questo. Ma, reggiti forte, sta nevicando!”
Lei spalanca gli occhi incredula, mentre le iridi brillano intensamente. In risposta scoppio a ridere, per la sua faccia decisamente da immortalare e farla vedere ai suoi figli e poi ai nipoti.
E così l’animo di Miranda si calma, lei ama la neve e questo è il suo regalo di matrimonio inaspettato.
 

Indosso il mio abito a tubino di taftà blu oceano, increspato dalla vita in giù e costellato di corallini sul seno. Sorridendo al ricordo di come l’ho trovato, dopo un giorno di pioggia e di malumore del mio accompagnatore che non ne poteva più degli immensi giri tra negozi.
Mi avvicino allo specchio e giudico il tutto. Vestito, capelli intrecciati a un lato del viso con ciocche morbide che scendono sul collo e un trucco leggero e elegante. Incredibile, non mi sento assolutamente una bambola di plastica.
Infilo le scarpe blu a decolté e nel mentre sento la porta aprirsi, facendo capolino il mio ragazzo in smoking e cravatta, perfettamente a suo agio.

Mi si avvicina con sorriso sornione e mi passa un braccio in vita.
“Vedo che sei ancora sporca, forse un altro giro in doccia non farebbe male” Mi soffia sulle labbra.
“Non ti azzardare. Ci sono volute ore di tortura per questo risultato e stranamente, mi piace. Perciò guai a te” Gli punto scherzosamente, un dito al petto.
“Un bacio però non me lo merito? Sono stato un ottimo testimone fino adesso”
Alzo gli occhi al cielo sorridendo, ma gli lascio lo stesso un bacio sulle labbra.
Lui si stacca e si aggiusta il nodo della cravatta guardandosi allo specchio.
“Comunque tuo fratello è in crisi nera. Gli ho offerto un goccino di whisky ma non ha voluto saperne. Ergo, non scherza affatto”
Scuoto la testa e prendo a riempire la pochette appoggiata sul letto.
“Quei due sono incredibilmente identici. Miranda non è da meno, l’ho lasciata poco fa nelle mani dell’estetista, mentre stava gridando che le sarebbe venuto un collasso prima di uscire di la”
Lui ride e si avvicina e mi sussurra nell’orecchio facendomi rabbrividire.
“Tu non farai certo così, quando sarà il momento. Vero?”
Mi giro a fronteggiarlo e sorrido sfidandolo.
“Farò di peggio caro mio. Ora vado, passo da Miranda e poi vado a salvare Matt”
Lascio un bacio a stampo a un Tommaso sbigottito e ridacchiando, esco dalla camera.
 

In corridoio trovo i miei genitori che, sorridendo, mi vengono in contro.
“Che ci fate qui?”
“Bouquet alla sposa” Alza il mazzo di rose bianche, contornate da foglie verdi e erbetta arricciata, mia madre.
“Giusto” Sorrido io, salutando con due baci i miei genitori.
“Siete passati da Matt?” Domando.
“Non immagini come stia”
“Già, tra un po’ vado da lui, ora ci aspetta la sposa inviperita”
Loro ridono e man mano ci avviciniamo alla camera di Miranda, dove stranamente non giungono grida. Che sia scappata veramente alle Filippine?

Bussiamo e veniamo invitati ad entrare da una mamma della sposa fin troppo entusiasta.
Mi avvicino alla camera della mia amica e la trovo seduta sul letto, con un enorme vestito che gli ricade tutto attorno.
“Hei piccola, che ti prende?” Le domando, sedendomi accanto.
Lei sospira pesantemente.
“Hai presente i dubbi che affliggono le spose il giorno del matrimonio, in quei filmetti da quattro soldi americani? Santo cielo, hanno ragione! La mia testa sta marciando troppo velocemente e non mi sto godendo il momento. Capisci?” Quasi urla dalla disperazione.
“Hei, calmati e guardami”
Lei alza i suoi occhioni colmi di lacrime e mi guarda.
“Per prima cosa asciugati questi occhi da cerbiatta perché sei favolosa. Non hai motivo di preoccuparti. Tu ami Matt?”

Lei, in risposta, asseconda con la testa.
“Benissimo, perché lui prova le stesse cose. Sai cosa devi ricordare in questi momenti? La sua richiesta di matrimonio che ti fece mesi fa in quella sala. Ricordati quelle parole e respira. Siete giusti l’uno per l’altro e non ci sarà di meglio. Oggi vi direte si e una nuova vita prenderà il via. E io sarò accanto a te. Siamo amiche sorelle no? E stavolta è ufficiale”
Lei mi sorride e mi abbraccia.
“Dio, sei la testimone migliore che si sia mai vista”
Sciolgo l’abbraccio e mi alzo dal letto.
“Ora invece vado da un disperato Matt, che non vede l’ora di averti tutta sua. Ci vediamo tra quindici minuti in chiesa. Ti voglio bene” Le lascio un bacio sulla guancia e esco dalla stanza, prendendo un sospiro per la prossima battaglia.
 

Busso alla porta, in cui all’interno della stanza si sentono le voci gracchianti di una radio.
Tommaso mi apre la porta, sorridendomi.
“Che ci fai tu qui?” Domando sorpresa.
“Che bel modo di accogliere il tuo ragazzo. Genio, sono il suo testimone e lo devo accompagnare in chiesa”
“Genio lo dici a qualcun altro. Levati” Mi fingo offesa e cerco di sorpassarlo.
“No, prima il pedaggio” Mi blocca, scuotendo la testa.
“Sai dove te lo do il pedaggio? E ho pure i tacchi”
“Tacchi che non vedo l’ora di togliere, insieme al tutto il resto”
Alzo le braccia al cielo e lo guardo con sguardo di sfida.
“Ok, ok. Quando mi fai quello sguardo assassino ho paura. Entra pure”
Finalmente raggiungo il salottino dell’anticamera e trovo Matt mentre spia da una finestra.
“Fratello, ti ricordo che tra cinque minuti dovresti essere in chiesa”
Lui si gira e mi fa un mezzo sorriso. No Matt, sai fare di meglio.
“Piccola pesta, dov’è la tua dote da ritardataria?” Domanda.
“L’ho lasciata a casa”
Mi avvicino e lo abbraccio.
“Come stai fratellone?” Gli sussurro, mentre lui stringe la presa.
“Nervoso. Vorrei andare di la, prenderla con me e portarla via”
“Tra poco lo farai, devi solo aspettare un pochino”
Gli strizzo l’occhio e lo prendo per mano avvicinandomi alla porta.
“Ora, caro Matt. Andiamo a spaccare il mondo. O una chiesa, dipende dai punti di vista”

 

“Vuoi tu Miranda prendere come tuo sposo Matteo, per amarlo, onorarlo e rispettarlo, in salute e in malattia, in ricchezza e in povertà finché morte non vi separi?” Domanda il prete, nel mezzo del rito.
Con voce tremolante Miranda risponde un “Si” commovente.
Mentre io cerco, frettolosamente il fazzoletto in borsa. Quando rialzo gli occhi, trovo Tommaso dall’altro lato della chiesa, vicino a Matt, mentre mi sorride e scuote la testa.
Gli sorrido, trattenendo una linguaccia, ritornando al rito delle due persone più importanti in questo giorno.
“E vuoi tu Matteo, pendere come tua legittima sposa Miranda, per amarla, onorarla e rispettarla, in salute e in malattia, in ricchezza e in povertà finché morte non vi separi?”
E la risposta arriva prontamente anche da lui, con un secco e sicuro “Si”
“Vi dichiaro marito e moglie” Annuncia il prete e uno sgorgare di applausi prende forma nella chiesa.
Una nuova vita si è unita, nessuno, se non il destino, sarà capace di dividere queste nuove anime unite, finalmente, in un'unica sola.
 

La sala offerta dall’albergo è semplicemente stupenda, arredata con un enorme albero di Natale con tutte le decorazioni natalizie sparse qua e le ad abbellire l’ambiente. Tutto fa pensare alla notte più emozionante dell’anno. È tutto di colori rosso e bianco.
Starei per ore, imbambolata e vedere la neve cadere dietro quest’enorme finestra accanto al tavolo degli sposi.

“Che fai?” Domanda Tommaso, alle mie spalle prendendomi per la vita.
“Ammiro il panorama”
“Che ne dici se andiamo fuori ad ammirarlo da vicino?”
Accetto prontamente infilando il cappotto e prendendo Tommaso per mano, dirigendoci fuori, mentre tutto ballano e applaudono agli sposi.

Usciamo dalla porta principale e veniamo attraversati da un freddo gelido.
Scoppio a ridere e Tommaso mi guarda interrogativo.
“Siamo degli stupidi, invece di stare al caldo dentro, usciamo a morire congelati”
Lui mi prende per mano e mi tira a se, stringendomi forte.
“Ti riscaldo io”
Affondo il viso nel suo petto,coperto da un pesante cappotto, mentre gioco con l’aria gelida, formando delle piccole nuvolette con il mio respiro.
“Stavo pensando alla tua laurea”
Alzo la testa e lo guardo, sembra tremendamente pensieroso. Cosa starà mai pensando la sua testa imprevedibile?
“E a cosa?” Domando.
“A quello che non ti ho detto”
Mi slego dall’abbraccio e ora lo guardo preoccupata.
“Ti ho detto metà delle cose che pensavo realmente”
“E cosa non mi avresti detto?”
Lui sospira facendo uscire il respiro, formando una nuvola più grande di quelle mie di poco fa.
“Non so come dirtelo. E non vorrei essere il solito che rovina tutto”
“Tom, mi stai facendo preoccupare seriamente”
Lui ride e prende un qualcosa dalla tasca.
“Non sarà una cosa esaltante come tuo fratello, cavolo, mi sarei imbarazzato nei suoi panni. Sai benissimo come sono” Prende un sospiro e mi fa vedere la scatoletta che ha tra le mani. Quadrata di velluto blu.
Non ci credo, non può essere quello che penso! Porto le mani alla bocca incredula, deglutendo a fatica.

“Martina, ne abbiamo passate tante. Troppe direi. Fughe, bugie, tradimenti, riformatori, ma niente ha impedito di farci stare insieme. Tutto questo ci ha fortificato e se penso a una famiglia, penso a te, penso a noi. Lasciami invecchiare accanto a te, lascia che sia io a sopportare i tuoi difetti e tu i miei. Mi vuoi sposare?”
Mi si blocca il respiro e due emozioni contrastanti nascono in me: un pianto isterico e un senso di felicità a cui potrei mettermi a salellare per la gioia.
“Si!” Rispondo prontamente, con nessun dubbio, nessun tarlo che si insinua in mente.
La risposta è si, è sempre stata e sempre lo sarà.
Lui sorride ed estrae dalla scatoletta, l’anello più bello che io potessi mai vedere. Me lo infila al dito e io getto le braccia al suo collo baciandolo con foga, sorridendo sulle sue labbra.

Voglio lui e voglio noi. Non voglio nient’altro a questo mondo.
Perché è vero, ci siamo persi, dopo tanto ci siamo ritrovati, ma finalmente, ci stiamo amando.

 

 


*piange, piange incredibilmente troppo*

Salve a tutti *tira su col naso*

Non potete nemmeno lontanamente pensare come stia io ora, con un sorriso idiota sulle labbra ma con le lacrime che mi appannano la vista. Qua servono i tergicristalli!!
No, non voglio parlare oggi. Voglio crogiolarmi nell'apatia. Vi rendete conto che è tutto finito??
*sbatte la testa sulla scrivania*
Cioè, non proprio tutto, tutto finito, abbiamo ancora l'epilogo. Però cavolo, nel prossimo capitolo dovrò cliccare sul pulsantino "completa" e mi sentirò vuota, inutile e triste, molto molto triste.
Oggi non voglio chiedervi come vi è sembrato il capitolo, vi lascio liberi di commentare, di mandarmi a quel paese, di lanciarmi un pomodoro maturo. Fate quello che credete giusto, stupitemi.

Siete stati stupendi anche nello scorso capitolo. Vi vorrei tutti qua, a casa mia, per abbracciarvi uno a uno. 
Alcuni si sono avvicinati al tema di quest'ultimo capitolo, siete formidabili! ;) Stavolta siete andati dritti nel segno.

Avviso!!! *suona la sirena arancione*
Per la felicità di alcuni, per la disperazione di altri, avverto che avremo.... *rullano (?) i tamburi* un
SEGUITO!!!
Cioè, calmi... Non è proprio un seguito... Saranno pochi capitoli e parlerò del rapporto dei Martom e tutto quello che li circonda, dall'adolescenza fino a quello che capiterà nell'epilogo. Perciò una sorta di salto nel tempo, presente e salto nel futuro.
Vi interessa? Volete trucidarmi? Io sto iniziando già a scrivere.
Vi giuro che volevo dirlo a tutti quelli che mi dicevano "nooooooo non può finire" ma volevo farvi una sorpresa. 
Vi ho sorpresi? 
Qui voglio sapere cosa ne pensate.

Bene, non ho più nient'altro da dire. Dirò tutto, mi sfogherò e mi sbottonerò nell'epilogo. Credo sarà più lungo il mio angolo che il capitolo stesso. :D

Insomma, grazie a tutti, per avermi fatto arrivare fino a questo punto. Non ci avrei mai sperato. Ve lo giuro.
A mercoledì. Non mancate. Un bacione a tutti.










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