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Autore: WolferWho    03/11/2013    1 recensioni
"Ho disegnato tutto questo per avvisarli, per salvarli dal pericolo che incombe su di loro e che non sanno nemmeno di star correndo.
"She lies"
Questo continuo a scrivere sui muri nella speranza che qualcuno, un giorno, lo veda e riesca a salvarsi."
Genere: Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Cross-over, Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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Exile Vilify
 
Ho disegnato tutto questo per avvisarli, per salvarli dal pericolo che incombe su di loro e che non sanno nemmeno di star correndo.
"She lies"
Questo continuo a scrivere sui muri nella speranza che qualcuno, un giorno, lo veda e riesca a salvarsi.
Continuo ad alternare graffiti e parole riguardanti i miei ricordi, per quanto doloroso sia stato, non voglio dimenticarlo.
Il pennello si sta consumando ed io divento sempre più stanco, ma la mia speranza che arrivi qualcuno rimane e, anche se si sta affievolendo al trascorrere del tempo, é l'unico appiglio in cui credo ormai.
Torno dal mio unico amico, quel cubo che ho trovato per caso cercando di nascondermi dalla furia di GLaDOS.
Mi sento un po' stupido a volte a parlarci, non capisco nemmeno più se é tutto solo un incubo o se la mia vita é davvero così sfortunata, ma é l'unica cosa che posso definire amica in questo luogo angusto e spaventoso.
Un fascio di luce arancio mi trascina via dai miei tristi pensieri e mi avvicino alla finestra dalla quale avevo osservato tutti quelli che sono venuti prima di te e che sono caduti nella tela della macchina, quella che, attualmente, si finge tua amica.
Contemplo il tuo viso e capisco subito che c'é qualcosa di diverso in te, quel qualcosa che agli altri mancava, quel bagliore negli occhi che li accende e li fa bruciare. Determinazione?
Non lo so, sono rimasto lontano dalle emozioni troppo a lungo per poterlo sapere.
Continui a superare il livello, i miei occhi seguono la tua figura slanciata, avvolta in quella misera tuta arancione, fino a che non scompari.
Mi hai fatto tornare la speranza che oramai avevo perso quasi del tutto e che tu hai riacceso nel mio cuore stanco e spezzato da paura e fatica.
Ritorno a dipingere sui muri, non più ricordi, ma aiuti, aiuti per permetterti di scappare, per nasconderti, per regalarti un futuro lontano da questo posto orribile che non dovrai mai chiamare casa, per salvarti.
Leggo i tuoi dati, cerco ancora di capire cos'hai di diverso, quella luce nei tuoi occhi colorati da un azzurro candido mi perseguita.
Mi hai ispirato, ti ho disegnata sul muro, ti ho ricordata nell'unico modo che conosco.
Sto ancora leggendo mentre il pavimento sporco trema sotto i miei piedi.
Sei stata tu?
Mi fermo un momento a riflettere, devi essere stata di sicuro tu.
Sento un scricchiolio, guardo verso il basso, il suolo trema e comincia a creparsi.
Cerco di correre ed afferrare il cubo ed i pennelli, ma non faccio in tempo, la terra frana e cado insieme alle mie cose.
Non ho più così paura mentre precipito verso l'ignoto.
Prima pensavo di non riuscire mai ha salvarmi e salvare nessun'altro, morire dentro quel laboratorio senza nessuno al quale raccontare la mia storia ed aiutare.
Poi sei arrivata tu, ed ora ho la consapevolezza di aver salvato almeno te.
Mi risveglio tra le macerie di quella che una volta era quella maestosa struttura chiamata Aperture.
La scena che mi si presenta davanti mi riempie il cuore di gioia, GLaDOS é stata distrutta da te.
Sono fuori, assaporo di nuovo dopo tempo la sensazione dell'aria fresca sulla pelle, ripenso a quello che é successo e voglio salutarti, ringraziarti per quello che hai fatto.
Volto lo sguardo alla ricerca del tuo viso, e vedo che stai venendo trascinata di nuovo in quel posto orribile.
Nella mia mente rivivo il momento nel quale ti ho vista la prima volta, ora sento di avere anche io quel bagliore ad accendermi lo sguardo.
Voglio salvarti, devo salvarti.
Corro a perdi fiato all'interno della struttura distrutta, ti cerco.
Mi fermo davanti alla camera di stasi, quella dove eri stata portata, probabilmente, la prima volta.
Sei là dentro, adagiata sul letto, addormentata. Il mio sguardo si spegne lentamente, non posso portarti via da là.
Mi giro a controllare il pannello, l'ossigeno é assente, se rimarrai ancora nella camera morirai.
Cerco un modo per ripristinarlo, lo trovo ma é sorvegliato da una torretta, morirei.
Lacrime scendono rapide dai miei occhi mentre prendo la mia decisione, tu sei più importante.
Corro sperando di non essere preso, schivo quasi tutti i proiettili, sono a metà strada, corro, non voglio fermarmi.
Sono quasi arrivato quando avverto un dolore lancinante alla gamba, la guardo, i pantaloni sono intrisi di sangue e cado, sbattendo contro il duro e freddo pavimento.
Continuo a pensare a te, mentre tengo gli occhi chiusi, cercando di sopportare il dolore.
Non voglio che tu muoia.
Striscio usando le mie ultime il forze, il dolore alla gamba é insopportabile, ma continuo.
Arrivo alla console, mi giro un momento a guardarti per l'ultima volta, so già che morirò, non ho modo di curare la gamba e non potrei uscire senza passare di nuovo davanti alla torretta.
Ti dico addio con lo sguardo, non saprai mai quello che ho fatto per te ma mi va bene così.
Premo il pulsante, ristabilisco l'ossigeno, ti salvo.
Le forze mi abbandonano mentre scivolo sul pavimento.
L'ultima immagine che compare nella mia mente sei tu.
Addio, Chell.

*
Ho scritto questa storia guardando un fanvideo su Exile Vilify, la colonna sonora di Portal 2, ed ho provato ad immedesimarmi in Ratman durante tutta la vicenda.
Spero sia venuta abbastanza bene :)
Se trovate errori di qualunque tipo ditemelo e provvederò a correggerli :)
Grazie per averla letta :)
  
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