One shot – Maybe
Pov Jared Leto
Milan, November 2, 2013
“Qualcosa non funziona più”
Lo so, è deluso.
“Senti, ho un paio di date e poi un buco”
“Lascia stare Jared”
Respira
ed io lo conosco quel modo di prendere fiato, quando facciamo
l’amore, ora è diverso: Colin è diverso.
Ingoio amaro, devo eseguire ancora un pezzo o forse di più, non ricordo niente.
Guardo
il monitor, barricato nel camerino: il video di City of Angels è
quasi al termine, devo tornare sul palco, devo farlo e basta.
Ero così felice.
Prima di questa telefonata.
“Colin rientro a Los Angeles prima possibile, quando ho”
“No, devi andare a Roma, l’hai già dimenticato? Il festival del cinema” – mi interrompe brusco.
“Ci andranno gli altri, cazzo!”
Sbotto, non ne posso più.
Quando fa così, quando diventa fragile ed io non ho bisogno di questo.
Non ho bisogno di Colin Farrell che mi tratta male, quando mi ha trattato di merda per anni.
Forse non è più nemmeno così vero, non fa più così male …
L’avevo
persino dimenticato, sul palco, quel dolore, quando non funzionava
davvero niente tra di noi, quando ci insultavamo, tra un tradimento e
l’altro, sempre a combinare cazzate, per non bastarci, per non
sapere dire che ci amavamo e basta.
E che dovevamo trovare uno sbocco, una verità, una luce, sotto la quale camminare tenendoci per mano.
Al di là delle carriere e di chi ci avrebbe insultati.
Fanculo …
Piango: Dio che coglione!!
HO quasi 42 anni e piango …
Piango ancora per lui … ancora una volta.
Bussano.
“Sei ancora lì, ci sei Colin?”
L’ansia mi divora.
“E dove vuoi che vada, porca puttana!”
Quando dice parolacce, quando ridiventa sporco, le
sue parole mi trafiggono, come i pugni e gli schiaffi, dopo avermi
scrollato di dosso, mentre provavo ad abbracciarlo, dopo
l’ennesima sbornia od era fatto da vomitare.
Ecco, la sensazione è quella e continuano a bussare.
“Arrivo porca puttana!!”
Mi sporco anch’io, un po’ di lui non morirà mai in me, del peggio di Colin James Farrell.
Avrei
voluto chiedergli come stavano i bambini, cosa aveva fatto durante la
giornata, ma si sarebbe incazzato nel ripetermi che ciondolava da casa,
alle scuole, allo yoga, ad una passeggiata con sua sorella, come se
fosse prigioniero di una vita in attesa di me.
Eppure non gli mancano gli impegni, il lavoro e …
E
poi, cazzo, la verità è che siamo troppo distanti e
quando ci ritroviamo, siamo così presi a fare un sacco di cose,
che alla fine non combiniamo niente di logico … scopiamo, quando
dovremmo fare l’amore, urliamo, quando dovremmo parlare.
Sono così stanco …
“Colin io ti amo …”
Lo dico affranto, spento, vuoto …
“No,
non funziona più … non è neppure vero, ami
ciò che stai facendo ora, ami le persone, che ti acclamano, in
fondo ogni artista non ambisce altro ed in questo preciso periodo sei a
mille, vero Jared, manca poco e farai il botto” – ride
piangendo, anche lui, sciogliendo qualche altro nodo, da quel pettine
infinito e gravoso.
La nostra relazione.
Si riferisce a Rayon, a quelli che dicono che vincerò un Oscar.
E’ assurdo, io non ci credo, manca soltanto che ci mettiamo in competizione, che ci rompiamo le palle anche per questo.
“Jared …”
“Sono qui”
Accasciato
contro la porta, dove Shannon sta imprecando, perché la gente ha
pagato per ascoltarci, qui, a Milano, come nel resto del mondo, che
voglio girare fino a sfinirmi, anche se vorrei avvenisse al fianco di
Colin, senza più nasconderci.
“Jared, senti … ti raggiungo in Germania, domani, ok?”
E’ ritornato dolce, è di nuovo lui, l’uomo che mi ha chiesto di sposarlo.
Un mese fa.
Sono volato in tour, pensando alla sua proposta, il cuore che scoppiava di gioia.
Per il suo compleanno, a maggio 2014, ci abbiamo fantasticato così tanto sopra, quasi da crederci …
Eppure i nostri anelli non mentono, anche se celati in un posto sicuro, quando siamo in mezzo agli altri.
Li indossiamo dormendo, siamo d’accordo così e poi quando saremo di nuovo insieme, domani …
A Colonia … o dintorni, chissà …
Colin è sempre una sorpresa, quando appare tra una data e l’altra del nostro tour.
Lo amo così tanto …
“Dopo mi collego, stiamo un po’ insieme, ok?” – propongo un po’ infantile.
Non riesco ad essere null’altro che me stesso con lui.
“Non vedo l’ora Jay” – sorride, mi sembra di vederlo.
“Anch’io”
– e riattacco, pensando a quando ci baciamo ed io potrei anche
morire di lui, di noi, in quegli istanti incredibili.
Torno
ad esibirmi, darò il massimo e poi scapperò, senza dare
corda a nessuno, credo di avere divertito il pubblico a sufficienza, di
avere dimostrato quanto sia importante, per me, questafamiglia.
Mi ha salvato spesso, neppure sa quanto.
Forse un giorno riuscirò a spiegarlo, il 31 maggio 2014 o forse mai …
Esiste una persona, che potrebbe sostenermi, senza più strategie di immagine, logoranti, alienanti.
E’ l’uomo che amo.
Amo lui, più di tutto.
Se mi illumino, è merito suo, se sono al mondo, lo devo a lui.
Per quanto mi abbia distrutto, mi ha anche ricomposto e dato un senso.
Colin ci è riuscito, con determinazione, perseveranza, umiltà.
Tre
anni di amore puro, ma anche i migliori cadono ed io ho avuto una
fottuta paura di perderlo, questa sera, quando mi ha chiamato.
Se solo potessi dirlo a qualcuno …
Se solo potessi dirlo a tutti VOI …
MAYBE one day …
The end