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Autore: ReggyBastyOp    04/11/2013    4 recensioni
E' in pratica una rivisitazione del fatidico Jisbon moment che tutti noi non vedevamo l'ora di guardare.
ALERT SPOILER ovviamente 6x06/07. Non vi consiglio affatto di leggerla nel caso non abbiate ancora visto l'episodio.
Povera Lisbon.
Genere: Fluff, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Patrick Jane, Teresa Lisbon | Coppie: Jane/Lisbon
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Note dell'autrice: Visto che ho scritto questa one-shot mentre ascoltavo questa canzone mi sono chiesta.. Perché non provare a farla ascoltare anche al lettore mentre la legge? Quindi eccola qui http://www.youtube.com/watch?v=67xr_KKPTHE
Aggiungo che non so cosa mi sia passato per la testa, quindi se qualcosa è senza senso (probabile) provate a chiudere un occhio.. Magari entrambi D: Ah sì, ho tradotto le frasi dall'inglese all'italiano solo ascoltando, quindi nel caso abbia fatto qualche errore vi chiedo gentilmente di segnalarmelo, così correggo subito c:
Ho parlato anche troppo.

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L’unica cosa che riempiva la macchina era il silenzio. O forse no. C’era anche Lisbon sì, lei era più che presente. Cercava intensamente gli occhi del suo partner alla ricerca di conforto e protezione, cose che cercava d’infondergli a sua volta.
Ma era assente. Assorto nei suoi pensieri. Il vento e i rumori meccanici facevano sì che nessuno dei due si allontanasse definitivamente dalla realtà. Quel viaggio si stava rivelando troppo semplice, troppo silenzioso.. Faticoso e lungo, elettrizzante e breve.
Ma Jane non se ne curava, aveva altro da fare. Mancava poco più di mezz’ora alle otto, ed ancora non aveva fatto tutto ciò che aveva programmato. Cosa ne poteva sapere Lisbon? Com’era possibile che stesse per accadere davvero? Che insieme finalmente stessero per catturare Red John.. Possibile? A quanto pare poteva essere. Il mare sullo sfondo e il sole al tramonto facevano intendere tutt’altro. Avrebbe voluto passare una serata sulla spiaggia, per contemplare la bellezza di quel luogo poco esplorato. Voleva scoprire il mondo con lui. Voleva passare più tempo insieme, e il motivo era la cosa meno importante. Fondamentale era essere il più vicini possibile. Il condividere ogni cosa.
Tutto troppo semplice.
Lisbon interruppe quella catena di pensieri, che ultimamente si facevano sempre più strada nella sua mente, notando che il compagno di viaggio stava parcheggiando l’auto sul ciglio della strada. Cosa? Non erano ancora arrivati. Erano praticamente in mezzo al nulla, appena entrati in Malibu.
-Cosa stiamo facendo?-
-Voglio guardare il tramonto.- Jane azionò il freno a mano e scese dalla macchina irruentemente, a passo veloce percorse una piccola parte del sentiero che portava giù verso la spiaggia. Lisbon lo guardò per un attimo sorpresa. Certo.. Era normale che volesse godersi qualche minuto di tranquillità prima del grande momento, no? L’adrenalina che le si stava accumulando ormai da due giorni iniziò a scemare. Respirò profondamente e scese a sua volta. Lo raggiunse velocemente, non voleva perdere troppo tempo. Non ora che erano quasi giunti alla meta. A braccia incrociate accorciò la distanza che li separava e si mise ad osservare il panorama. Forse ne valeva davvero la pena, era stupendo. E non capì se si riferiva al consulente o all’infinito blu scuro e rossastro.
-Ascolta. C’è una cosa che vorrei dirti, Lisbon.- Disse Jane, quasi d’un fiato. L’oceano faceva da sottofondo alle sue parole. Prese fiato, senza mai guardarla.
-Qualcosa che avrei dovuto dirti molto tempo fa.. Voglio ringraziarti per tutto ciò che hai fatto.- Abbassò lo sguardo, quasi fosse insicuro. Il cuore della dolce Teresa cominciò a battere all’impazzata. Chissà perché aveva quasi sperato che le sue parole fossero altre. Meglio farsela passare.
-Puoi ringraziarmi dopo.- Provò a fermarlo, non era in vena di malinconia. E poi ringraziarla di cosa? Aveva fatto solo il suo dovere, come sempre.
Ma egli la interruppe prima ancora che potesse dire un’altra sillaba.
-No, io.. Io ho bisogno di dirti questa cosa, adesso.- E mentre pronunciava quelle parole Lisbon non faceva altro che cercare i suoi occhi, quei due zaffiri che la facevano star bene, che le facevano dimenticare ogni cosa cattiva mai successa.
C’era contrasto tra ciò che diceva e i suoi gesti. Perché non si voltava?
Silenzio. Solo il mare e i gabbiani in lontananza. Cosa voleva dirle di così urgente da non poter aspettare?
-Non hai idea di quanto eri importante per me. Di quanto tu sia importante per me.- La sua voce soave pronunciò, quasi come se niente fosse, quelle parole che era sicura le avevano sciolto il cuore. Non sapeva cosa dire. La lingua inceppata tra i denti. Qualcunque cosa le fosse anche solo uscita dalla gola avrebbe rovinato quel momento. Ebete lo guardò come un cristiano vede per la prima volta Dio.
-Grazie.- Continuò Jane, annullando ogni distanza fisica possibile e l’abbracciò. E questo, anche se le ricordava un vecchio addio, sentiva che era qualcosa di più. Jane finalmente si fidava di lei. Era certo. Anche se aveva provato ad ingannarlo. Aveva probabilmente capito tutti gli sforzi che aveva fatto per farlo restare sulla retta via. Stavano per affrontare il mostro cattivo insieme, e insieme sarebbero rimasti sulla retta via. Entrambi si sarebbero equilibrati a vicenda impedendo all’altro di deviare troppo, ricordandogli che se avesse cambiato direzione si sarebbero allontanati. Non era solo un abbraccio. Un semplice abbraccio non sa di thè, sole, erba fresca, salsedine e fragola. Un semplice abbraccio non equivale allo scambio d’amore eterno che i due, forse involontariamente, si stavano passando. Intrecciavano le loro anime in un’unica entità indivisibile.
Avrebbe voluto restare così per sempre. Che non ci fosse altro se non Jane. Nessun Red John, nessun CBI, nessun passato triste e turbolento. Nessun padre alcolizzato, nessun cadavere, nessun abuso.
Teresa era in paradiso. Nel suo verde paradiso.
Cos’erano quelle? Lacrime? Oh andiamo, per così poco? Le ricacciò indietro, deglutendo a fatica.
No, non voleva, le anime non volevano separarsi, non ora.. Si sarebbero mai più riunite?
Un gemito di sollievo le scappò dalle labbra, ancora incosciente di ciò che era appena accaduto. Lo guardò di nuovo. Il suo angelo finalmente incrociò i suoi occhi. Un sorriso allegro prese forma.
-Quasi dimenticavo.. Ho una sorpresa per te. Aspetta qui.-
Un altro sospiro di sollievo e stupore uscì dalla bocca. Possibile che non riuscisse a contenere la propria felicità? Incredula continuò ad osservare il mare, ascoltando i passi di Jane che si dirigevano verso la macchina per prenderle chissà cosa. Una sorpresa? Era troppo, non se lo meritava affatto. Andava bene così. La sua mente però eran ancora ferma a pochi istanti prima.
Cos’era quel rumore? L’auto in accensione? Si girò allarmata, quel suono non quadrava. Stava ripartendo.. Senza di lei.
-Jane?- Guardò incredula la scena che le si parò davanti agli occhi. Non si era voltato nemmeno, il vigliacco.
-JANE!- Cominciò a correre disperata. Era troppo tardi per raggiungerlo e provare a fermarlo. L’unica cosa che poteva farlo forse era la sua coscienza, che in realtà aveva già organizzato tutto. Ovviamente. Che stupida. Com’era possibile che si fosse fatta fregare di nuovo? La delusione s’impossessò completamente del suo corpo. Avrebbe pianto se fosse stata una ragazzina. Non lo era, semplicemente continuava a cadere nello stesso errore ogni volta.
Controllò velocemente dove fosse il cellulare per cercare aiuto, per chiamarlo e fargli cambiare idea. Ma non lo trovò. Quell’idiota del suo consulente le aveva preso il telefono mentre si abbracciavano. Il mentalista si era approfittato di un momento così delicato per raggiungere il suo scopo. E lei, povera illusa, si era fidata. Avrebbe dovuto pensarci, non sarebbe mai dovuta scendere dall’auto. Ma cosa poteva fare? Nulla. Tutto ciò che le aveva detto non aveva alcun significato. Tutto era un piano. Rimpianse l’essersi mostrata così debole, aver mostrato così facilmente il suo unico punto debole. La testa cominciò a dolerle.
Voleva salvare l’angelo, quando l’angelo non voleva essere salvato.
Era tardi.
  
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