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Autore: Sarassss_    07/11/2013    2 recensioni
Non avrebbero saputo dirlo. Era questo l’amore?
Bhè, forse sì.
Forse l’amore era in uno sguardo fuggente, in frasi senza senso e in pomeriggi passati a ridere e scherzare e parlare di tutto.
Forse l’amore era in una frase della canzone che si decide di dedicare ad un’altra persona.
Forse era questo l’amore.
Era il lasciarsi sconvolgere completamente così, da un momento all’altro, da una persona entrata nella propria vita per caso.
Sì, era probabilmente questo l’amore.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Luke Hemmings, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I'll look after you:
 



Quel pomeriggio di dicembre faceva freddo, più freddo del solito avrebbe detto Luke, uscendo da casa con la chitarra dalla consumata federa blu in spalla.

La sua destinazione? Il locale dello zio che, testuali parole: "Aveva assolutamente bisogno di lui e dei suoi amici  per portare più gente nel suo fantasmagorico bar".

L'idea di suo zio era quella di allestire un palco all'interno del locale in modo che qualunque cliente, se ne avesse avuto voglia, avrebbe potuto cantare o suonare intrattenendo il resto della clientela.
Qualcuno doveva pur cominciare a dar vita all'idea, per questo il signor Hemmings si era rivolto a Luke, che ne era subito stato entusiasta.

Insomma, non capita tutti i giorni di avere un posto con un’ acustica incredibile disponibile per le prove della propria band, non credete?


Le strade di Sidney erano quasi del tutto vuote quel pomeriggio, fatta eccezione per qualche anziano passeggiatore, il vento soffiava forte ed inoltre il cielo era già scuro.


Quando Luke mise piede nel tanto agoniato locale, non potè fare altro che rimanere a bocca aperta.
Era sempre stato un posticino rispettabile, degno di nota c’era da ammetterlo, ma con quel palco posto davanti ai numerosi tavolini, l’atmosfera era di gran lunga migliore.


“Luke,ragazzo mio, proprio te aspettavo!” aveva esclamato lo zio, asciugandosi delle piccole goccioline di sudore sulla fronte con un panno:“E’ stata dura, ma credo ne varrà la pena, mmh?”


Luke aveva sorriso e: “Ne varrà decisamente la pena,zio!” aveva esclamato poi.


Anche il signor Hemmings sorrise, prima di invitare il ragazzo a salire sul palco.


Luke naturalmente non se lo fece ripetere due volte, estrasse la sua chitarra dalla federa e si sedette sullo sgabello al centro del palco.

“Buon pomeriggio gente!” esclamò.

Qualche attimo dopo le note di “Forget you” riempirono la stanza, provocando reazioni differenti nelle poche persone che erano lì quel pomeriggio.
C’era chi batteva il piede a terra a tempo, chi canticchiava il ritornello, chi si era limitato a muovere la testa su e giù, ma nessuno era rimasto indifferente alla bella voce del ragazzo, cosa che lusingò suo zio e lui stesso in primis, che, una volta finito di cantare, era lì in piedi a sorridere come uno scemo, mentre ringraziava il suo ‘pubblico’.
Fu allora che, mentre faceva scorrere lo sguardo sulla varia gente, si accorse di lei, una ragazza bionda, dagli occhi incredibilmente azzurri, seduta ad un tavolo in fondo alla sala con il suo portatile, che applaudiva insieme agli altri, sorridente.

Non potè tuttavia soffermarsi con lo sguardo più di tanto su quella ‘meravigliosa creatura’, il pubblico voleva il bis e Luke, anche se ancora un po’ scosso, fu ben felice di concederglielo.


Si era creata una bella atmosfera nella stanza e tutti accompagnavano il ragazzo cantando nel ritornello, battendo le mani a ritmo.
Luke era entusiasta, non essendo abituato a quel tipo di coinvolgimento da parte del pubblico.
Quando, a fine esibizione, si girò in direzione della misteriosa biondina per constatarne la reazione però, notò con dispiacere che non lei era più lì, che se ne era andata.


Non ebbe certo il tempo di stare lì a pensarci più di tanto però perché, proprio in quel momento, fecero il loro ingresso nel bar Michael, Calum ed Ashton, i suoi migliori amici nonché compagni di band, che lo raggiunsero subito sul palco per unirsi a lui.


Luke adorava i ragazzi, li considerava veri e propri fratelli, fratelli con cui aveva condiviso molte esperienze e, potendo sempre fare affidamento sulla loro presenza, fratelli di cui potersi fidare ciecamente.
 



-




La mattina dopo, alle sette per la precisione, le note di “American idiot” vorticarono nella grande stanza dalle pareti tappezzate di poster scombussolando il ragazzo che, nonostante amasse quella canzone, odiava il doversi svegliare presto per andare a scuola e, soprattutto, odiava le sveglie.
Il primo posto nella classica delle cose odiate da Luke la mattina era però la parlantina di sua madre che –non sapeva spiegarsi neanche lui come- sembrava ricordarsele tutte a quell’ora, quando lui era ancora tramortito dal sonno.
Naturalmente non si era smentita neanche quella volta, fu per questo che Luke uscì di casa con un mal di testa pazzesco ed il viso particolarmente assonnato quella mattina.


Appena salì sull’autobus notò tuttavia subito un ragazzo ed una ragazza che litigavano.
La prima cosa che pensò, mentre si strofinava gli occhi infastidito, fu: ”ma cazzo, urlano tutti oggi?”,
quando però mise bene a fuoco le figure di quei due, la sua mente smise di sfornare insulti verso l’intera umanità.
La ragazza verso la quale il ragazzo stava urlando contro era proprio la ragazza del giorno prima, quella che aveva visto nel bar di suo zio.
“io ho dato tutto per te e per questa relazione quindi smettila, cazzo, smettila Julie!” aveva urlato il moro.


La misteriosa biondina aveva ora la testa fra le mani, sembrava contrariata.


“Scherzi spero, Ryan sono io quella che ha dato tutto non tu, e ancora devo capire perché sono salita su questo autobus del cazzo per chiarire, se sapevo che mi avresti trattata ancora peggio!” aveva esclamato, gli occhi azzurri più lucidi di prima:”Ora sono stanca di te e delle tue stronzate!” strillò poi, proprio mentre l’autobus si apprestava a fermarsi.
“cazzo.” Sibilò poi, prima di scendere e cominciare a correre, come se non credesse di essere stata lei a pronunciare quelle parole.
Il tipo con cui stava litigando sbuffò, prima di mettersi le cuffiette nelle orecchie.
Questo colpì Luke, come poteva qualcuno mostrarsi così indifferente davanti alle lacrime di una ragazza?


Se quello fosse stato un film romantico o il biondino fosse stato più coraggioso, bhè si sarebbe di certo alzato, e dopo aver dato uno spintone a quel tipo, l’avrebbe seguita e consolata nonostante non sapesse nulla di lei,
ma ehi, quello non sembrava proprio essere un film, lui non era affatto un tipo così azzardato, ed in più la fermata in cui era scesa la ragazza era proprio quella in cui era solito salire Ashton.
Non potè fare altro che rimanere lì, perfettamente dove era, chiamatela sfortuna.
 

“Buongiorno amico!” aveva esclamato il biondo dagli occhi color nocciola davanti a lui.


“Ehy Ashton, come va?” aveva subito chiesto Luke.


“Bene, dopo ieri sono gasatissimo, non vedo l’ora che arrivi oggi pomeriggio per tornare da tuo zio!” aveva esclamato lui eccitato.


“Già anche io!” aveva poi sorriso Luke prima di alzarsi  e premere il pulsante che gli avrebbe permesso di prenotare la loro fermata e di conseguenza di scendere da quell’autobus puzzolente e malmesso.


-

“Allora…” aveva esclamato pensieroso Calum, dopo aver bevuto un sorso della sua coca cola:”Cosa cantiamo oggi?”
I tre ragazzi, seduti davanti a lui in uno dei tanti tavolini del bar, cominciarono a proporre canzoni differenti.


Pensarono che “I miss you” dei Blink 182 fosse perfetta, così, una volta finito di mangiare,
si preparano a salire sul palco per un’altra gloriosa (almeno speravano sarebbe stata tale) esibizione.


Mentre i ragazzi sistemavano i loro rispettivi strumenti sul palco, la misteriosa ragazza dagli occhi azzurri entrò nel bar, armata di portatile come il giorno prima, posizionandosi su quella che doveva essere la solita sedia, al suo solito tavolo.
“Sarei dovuto venire qui prima e più spesso” pensò Luke, mentre Ashton cominciava a suonare.
Subito l’atmosfera noiosa e tranquilla nel bar cambiò ed al pubblico sembravano piacere i ragazzi.

Calum finì il suo assolo e solo allora Luke cominciò il suo.

“Where are you and I'm so sorry 
I cannot sleep, I cannot dream tonight “


Fece il possibile per cercare di non guardare la bionda e la sua possibile reazione nel sentire la sua voce, ma non ci riuscì, dovette farlo, la curiosità lo stava assalendo.


 
“I need somebody and always 
This sick strange darkness 
Comes creeping on so haunting every time 
And as I stared I counted 
The Webs from all the spiders 
Catching things and eating their insides "


Con sua immensa sorpresa, constatò che la ragazza stava cantando insieme a lui, canticchiando allegramente la strofa che gli spettava, quella che tra l’altro amava di più nel testo.


 
“Like indecision to call you 
and hear your voice of treason 
Will you come home and stop this pain tonight 
Stop this pain tonight “


E lì partì il ritornello.


Quasi nessuno lo conosceva, forse per quel motivo la ragazza intenta a mimarne le parole con le labbra come se quella fosse la sua canzone preferita, come se l’amasse da sempre, spiccò agli occhi di Luke rispetto agli altri presenti nella sala.
(o forse il biondo si stava leggermente fissando con lei, ma diciamocelo, la frase precedente rende il tutto più romantico e ben scritto, non credete?)


Quando la canzone finì, un caloroso applauso li accolse ed una volta scesi dal palco e tornati al loro tavolo, Luke decise, dopo aver preso un respiro profondo, di raccontare ai ragazzi di questo suo “platonico interesse” nei riguardi della bionda seduta a pochi tavoli più in là.


Fu una delle tipiche confessioni adolescenziali fatte agli amici, con tanto di frase: ”Sì, ma non fissatela tutti insieme!” da parte di Luke, un Luke in panico aggiungerei, ed il resto dei ragazzi che comunque la fissavano, ignorando le lamentele dell’amico.
Tipica scena da film.


La verità era che Luke era stanco di stare sempre al suo posto, voleva cominciare a rischiare, voleva davvero farlo.
Per questo forse, dopo aver passato il pomeriggio a sentire Calum, Michael ed Ashton dirgli di andare a parlarle, lo fece.
Per questo forse, dopo che i ragazzi furono tornati a casa, si avvicinò alla biondina in modo sì un po’ impacciato, ma con un atteggiamento di certo più sicuro del solito nel pronunciare un:”Ciao! Vuoi qualcosa da bere?”, armato di vassoio e taccuino.
Certo, si era presentato lì come cameriere, ma in fondo ciò significava solo dare una mano in più a suo zio (e perché no, conoscerla o comunque avere con lei un primo approccio.), non c’era nulla di male e non avrebbe potuto trovare una scusa migliore.


“No, grazie” aveva sorriso la bionda.


“Va bene” aveva annuito il ragazzo che, ora in crisi, fece per tornare al bancone per raggiungere lo zio.


“Ehi aspetta! Sei il figlio del proprietario vero?” lo richiamò lei.


“Il nipote” sorrise lui, girandosi di nuovo verso di lei.


“Bhè ‘nipote del proprietario’ hai una bellissima voce, sai? Dovevo dirlo.”


Luke non potè fare a meno di arrossire leggermente, imbarazzato e rispondere:”Grazie mille! Ti è piaciuta la canzone?”


“Ovvio, è la mia canzone preferita, adoro ‘I miss you’!” rispose la bionda eccitata:” E voi l’avete cantata benissimo!”


“Grazie! E’ anche una delle mie canzoni preferite.” aggiunse il biondo sorridente, grattandosi la nuca:” Piacere Luke, Luke Hemmings”


“Julie” rispose la bionda tendendogli la mano per stringerla:”E dimmi Luke, da quanto fai il cameriere qui?” sorrise poi con il tipico sguardo di chi la sapeva lunga.
Luke sorrise, scuotendo la testa:”Da emh…ora.”



“Bhè figo!” asclamò lei, soddisfatta della risposta datale dal biondino: “Da quanto suonate insieme tu e i ragazzi di prima?”


Luke sembrò pensarci su:“Bhè è qualche anno, credo” affermò poi: “Ci divertiamo!”


“Già, immagino! Deve essere fantastico! Se avessi la tua voce anche io formerei una band!” esclamò sorridente, mimando con le mani il gesto tipico di chi suona la chitarra.


“Perché il condizionale? Sei stonata?” le chiese Luke, non sapendo bene come rispondere alla precedente affermazione.


“Sì, e neanche poco.” Rise lei:” Non fraintendere, amo anche io la musica, solo che preferisco scrivere. E’ che mi piace tanto. E’ un modo migliore per allietare me stessa, senza magari sfondare i timpani alle povere persone che ho intorno!”


Anche Luke rise, passandosi una mano fra i capelli, gesto spontaneo che, lui non lo avrebbe mai saputo, Julie aveva trovato tenerissimo.


“Sai Luke, io se fossi in voi andrei ad x-factor o qualche programma del genere, per me potreste avere qualche chance” esclamò poi.


Proprio quando, però, Luke fece per rispondere, il cellulare della biondina vibrò e la ragazza, presa alla sprovvista, sobbalzò prima di estrarlo dalla tasca.


“E’ mia madre” spiegò poi:” Devo andare, ci vediamo ok?” Esclamò buttando varie cose nella borsa:“Uh e grazie per la chiacchierata!” disse poi prima di uscire in fretta e furia dal locale.


Luke sorrise, pensando che Julie fosse una ragazza molto carismatica almeno all’apparenza e soprattutto molto estroversa.





I giorni passavano e con essi anche ogni piccola briciola di imbarazzo fra i due sparì.
Pensate, diventarono buonissimi amici.

Un giorno Luke le aveva presentato i ragazzi, un altro erano stati tutto il pomeriggio a parlare fuori dal locale, un altro ancora erano andati al cinema…
I due cominciavano a conoscersi, Luke ora sapeva infatti molte più cose su Julie.

Sua madre era una bibliotecaria, suo padre un architetto, aveva la passione per la scrittura e per la musica pop sin da piccola, il cioccolato era il suo cibo preferito in assoluto.
Lei gli aveva perfino parlato del ragazzo dell’autobus di quella mattina, di come l’avesse sempre trattata male, di come lei lo avesse perdonato più e più volte nonostante i vari torti che le aveva fatto, di come aveva di nuovo bisogno di credere nel mondo e nella società.

Passavano interi pomeriggi a parlare di come avrebbero sognato il loro futuro.
Julie sognava di diventare una scrittrice famosa, una di quelle di cui tutti conoscono le opere in giro per il mondo,
Luke, bhè, Luke lo sappiamo.
Voleva diventare un cantante professionista, uno di quelli che fa veri concerti, voleva che i 5sos diventassero una di quelle band rinomate, con fans in tutto il mondo.

Vedevano le cose in grande, sognavano tanto loro! Discutendo spesso di come avrebbero voluto cambiare il mondo…
ed era strano e surreale e bello per Luke avere così tanta affinità con una ragazza, non gli era mai successo.
O meglio, aveva da subito intuito che Julie fosse un ragazza speciale, ma non credeva che lo fosse a tal punto, ecco.





-





“Sai Luke” aveva detto lei una sera di gennaio, mentre erano seduti nel grande parco di Sidney:” Sarebbe forte se i 5 seconds of summer si esibissero in un’area più grande del bar, un posto con più pubblico, non trovi?”


Si gelava davvero quella sera dal cielo più scuro, ma bello del solito,
tanto che ad ogni leggero respiro o parola accennata, una leggera nebbiolina usciva dalle loro bocche, tipica reazione al freddo.
Erano seduti l’uno vicino all’ altra su una piccola panchina, stringendosi entrambi nei loro rispettivi cappotti.
Le gambe di Julie, che era seduta di lato, erano poste su quelle di Luke che, quando sentì quelle parole, la guardò confuso e:”Non credo di capire cosa intendi” se ne uscì poi.


“Vedi…potrei aver parlato con mio zio e averlo convinto a darvi il permesso per esibirvi nel centro commerciale…”


Lo zio di Julie era uno dei pezzi grossi della città, uno dei tanti uomini d’affari che giravano lì intorno, gli sarebbe bastata, quindi, qualche telefonata per permettergli effettivamente di suonare nel centro commerciale.
 

“Oh cazzo, sei seria!?” aveva esclamato Luke, gli occhi sgranati, l’eccitazione alle stelle.


“Certo che sì! Gli ho fatto sentire la vostra cover di ‘The A-Team’ e se ne è innamorato così…”


“Oh mio dio Julie, sei una sorta di miracolo!” esclamò il biondo con enfasi, abbracciandola.


Quello non fu un abbraccio come quelli che erano soliti darsi.
Si può anzi affermare, in una visione più poetica delle cose, che quello fu il loro primo vero abbraccio, uno di quei magnifici abbracci in cui si resta gli uni attaccati agli altri per un po’, si assorbe tutto il calore che è possibile assorbire dall’altra persona,
uno di quegli abbracci carichi d’affetto in cui non servono parole per esprimere il bene che ci si vuole, lo si sa e basta.


“Sapevo che ne saresti stato entusiasta!” le aveva sussurrato lei all’orecchio.


“Cavolo sì, non vedo l’ora di dirlo ai ragazzi! Preparati ad altre tre possibili reazioni del genere!” aveva poi riso il biondino.







-





Quella sera i ragazzi sentivano la pressione aumentare minuto dopo minuto,
era incredibile come qualche contatto e una buona spinta potessero portare tutto quel pubblico in più!
Erano dietro le quinte insieme a Julie.
Quella sarebbe stata la prima esibizione “importante” per loro, la prima con più di massimo venti persone a guardarli, si intende.


“Dov’è il batterista!? Ho bisogno di una mano con ‘sto coso!” aveva gridato una delle organizzatrici in crisi, riferendosi all’ amplificatore.
Tuttavia Ashton risultò davvero inutile, così anche Calum e Michael andarono a dare una mano.
Luke non si mosse, non ne aveva voglia, e non era effettivamente nelle condizioni psichiche per farlo.


“Allora Hemmo, emozionato?” esordì la ragazza affianco a lui.


“Tu che dici?” aveva riso il moro, da fuori si sentiva già il brusìo della folla.


“Che è normale, ma che andrà tutto bene!” aveva sorriso poi lei.


Dopo qualche attimo di silenzio, tempo in cui entrambi si erano persi nei loro pensieri, il biondo esordì con un:”Grazie davvero, Julie.”


“Per questo? Ma figurati! Dovresti ringraziare mio zio piuttosto!” rispose lei.


“Per tutto intendo” sorrise lievemente prima di tornare a guardarla negli occhi, sapeva che la bionda aveva perfettamente capito cosa volesse dire, ma che voleva metterlo alla prova:” Sei entrata nella mia vita e l’hai stravolta completamente ed ora guardaci, siamo dietro le quinte del centro commerciale di Sidney e i 5sos stanno per esibirsi ed… è surreale!”


Julie arrossì:”E’ stato un piacere, sai? Non ho mai conosciuto nessuno come te, Luke. Sei così gentile,   disponibile e carino con tutti, è bello conoscere gente così!”


Luke stava sorridendo, aveva capito che era arrivata l’ora di fare quel qualcosa che avrebbe voluto fare tanto tempo prima nel cinema, o nel parco, o nello spiazzo fuori il bar dello zio,
era arrivato il momento di baciarla, di farle capire quanto lei fosse per lui importante.

Si avvicinò alle sue labbra cautamente, continuando a guardarla negli occhi per constatare una sua qualche reazione di disaccordo, reazione che non ottenne.

Quando le sue labbra sfiorarono quelle della ragazza, lei non si spostò, anzi, approfondì il bacio.
E quella specie di nuova danza fra le loro labbra piaceva ad entrambi.
Luke cercò di approfondire il contatto, leccando il labbro inferiore della ragazza, chiedendo ulteriore accesso, accesso che ehi, lei gli concesse senza troppi complimenti.
E fu come un gioco, quel loro primo bacio, con le lingue che si rincorrevano, giocavano fra di loro.

Fu un bacio sorprendente, questo è ciò che pensò Julie mentre, dopo essere stato chiamato dall’ organizzatrice dell’evento per esibirsi, Luke si era staccato da lei sorridente, continuando a guardarla negli occhi:  “Ora lo sai.” Aveva esclamatò poi, con la mano della ragazza ancora posta su una sua guancia.
Dopo qualche attimo se ne uscì con una delle sue tipiche frasi deficienti per alleggerire l’atmosfera:” Quando sarò famoso verrai con me in tour.”


Julie rise capendo subito il tentativo del ragazzo, assecondandolo:” Quello era scontato tesoro!”


“LUKE!” aveva strillato Michael in lontananza.

Era arrivato il loro momento, il momento che i ragazzi aspettavano da una vita.


“Falli tutti secchi, Luke Hemmings!” aveva sorriso la bionda, dandogli un ultimo bacio a stampo.


Sarà fatto!” aveva esclamatò Luke, alzandosi, correndo poi verso i ragazzi.


Quella sera Luke aveva dato tutto se stesso su quel palco, come del resto avevano fatto gli altri.
Il pubblico li aveva adorati!
Julie era a lato del palco, nascosta fra le quinte in modo che il pubblico non potesse vederla, ma che lei potesse godersi il “concerto”.


E fu quando Luke cantò la strofa di “Look after you”  dei The Fray…
 

"There now, steady love, so few come and don't go 
Will you won't you, be the one I'll always know 
When I'm losing my control, the city spins around 
You're the only one who knows, you slow it down"

 
…guardandola negli occhi, che Julie capì.

Era così presa da quel ragazzo che avrebbe fatto di tutto pur di vederlo felice,
era così presa da quel ragazzo che, bhè, il cuore non smetteva più di martellarle nel petto, massacrandole la cassa toracica.

Era questo l’amore?


Luke dalla sua, provava lo stesso per quella ragazza che in così poco tempo era riuscita a donargli più sensazioni ed emozioni di qualsiasi altra persona  che avesse mai conosciuto in vita sua.
Era bello passare del tempo con lei, non pensando ai problemi o alle persone o a niente di ciò che c’era intorno.
 
 
 
Era questo l’amore?

Bhè, forse sì.

Forse l’amore era in uno sguardo fuggente, in frasi senza senso e in pomeriggi passati a ridere e scherzare e parlare di tutto.
Forse l’amore era in una frase della canzone che si decide di dedicare ad un’altra persona.
Forse era questo l’amore.
Era il lasciarsi sconvolgere completamente così, da un momento all’altro, da una persona entrata nella propria vita per caso.

 
Sì, era probabilmente questo l’amore.

















Angolo autrice: 
Salve a tutte lettrici, 
Salve a tutti fans dei 5sos,
questa è la prima ff che scrivo su uno dei 5sos quindi perdonatemi l'inesperienza.
Spero comunque che vi sia piaciuta la OS in sè.
Ringrazio chiunque l'abbia letta, e apprezzerei molto
se lasciaste un commento su come è scritta o anche se mi dicieste solo se vi è piaciuta o meno.
E' importante ricevere pareri in più! 

Volevo inoltre, per chi fosse anche fan degli one direction e cercasse una fan fiction het su louis, consigliarvi la mia! 


Se vi va di passare cliccate sull'immagine qui sopra ^ !

Non sta ottenendo molto successo e ciò mi dispaice molto perchè credetemi, per me è una storia molto importante!

Bhè, non vi annoierò ancora, 
Baci, la vostra Sara!                                                                           
  
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