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Autore: QueenVLondon    08/11/2013    4 recensioni
Katie ha deciso di trascorrere le vacanze estive a Toronto per migliorare il suo inglese.
La ragazza è felice di questa opportunità e tutto nella sua vita pare andare per il verso giusto: ha trovato quasi subito un lavoro e le giornate sono piacevoli.
Tuttavia, cosa succederebbe se scoprisse che anche Robert Pattinson si trova lì per le riprese del suo nuovo film, “Maps To The Stars”?
E se il destino li facesse incontrare di nuovo? Cosa accadrebbe?
Long che porta avanti la vicenda di Katie e Rob dopo "Bon Voyage" e "Always Him".
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quella notte Katie non riuscì a chiudere occhio. Ormai non dormire pareva essere diventata una consuetudine, ma non riusciva a prendere con leggerezza né tantomeno a lasciar correre quello che non era successo quella sera.

Le si era stretto il cuore a salutarlo così. Se si fosse fermata a pensare che quella sarebbe potuta essere l’ultima volta in cui l’avrebbe visto…

Lui le aveva assicurato che l’avrebbe chiamata, ma per dirle cosa?

Non ciò in cui lei sperava… Era chiaro. Tutto era stato così nitido fin dall’inizio. Sapeva che non sarebbe finita bene, era a conoscenza del fatto che non avevano la benché minima chance di far funzionare le cose.
Ogni cosa che lui le aveva precedentemente detto perdeva valore di fronte al suo colossale silenzio sull’unica cosa che in quel momento per Katie contava davvero.

Lei lo amava, lui no. Non c’era altra verità al mondo. Poteva ripetersi all’infinito che forse lui aveva solo bisogno di più tempo, ma chi pensava ai suoi bisogni?

Erano le 3AM ed era da sola. Non c’era Robert, non c’era nessun’altro. Non era questo quello che voleva, ma quello che più bramava era un uomo che non poteva avere, un uomo che sarebbe ripartito fra meno di 18 ore. Un uomo che probabilmente non avrebbe mai più rivisto e il solo che in quel momento avrebbe desiderato avere vicino.

Perché si era cacciata in quella situazione assurda? Perché aveva deciso di lanciarsi in quell’avventura ridicola? Perché era così stupida.

Aveva commesso un terribile errore e la cosa peggiore era che, seppur ferita, continuava a ritenere che lui ne valesse la pena.
Tuttavia, quella convinzione non serviva certo a farla sentire meglio. Anzi.

Sentiva un peso opprimente sul cuore, per un attimo temeva davvero che quella notte non passasse mai.
Controllava l’ora sul display del telefono quasi continuamente, ma forse lo faceva soltanto perché in fondo sperava ancora che lui potesse cambiare idea…

Ma non accadde nulla e alle prima luci dell’alba Katie decise di alzarsi e prepararsi per andare a lavoro: sarebbe arrivata prima del solito, ma poco importava. Tutto era meglio del restare in casa da sola a rimuginare.

Non appena mise piede nella caffetteria Mrs Clifford la guardò in maniera assai strana, ma la ragazza non ci fece molto caso. Probabilmente non avrebbe notato neanche l’apparizione di un elefante in mezzo al locale quella mattina.

Katie fece tutto come al solito: prese le ordinazioni dei soliti clienti, preparò il caffè e fornì anche qualche indicazione a una coppia di turisti francesi che si erano persi.
Si concesse una pausa pranzo intorno alle 12PM e poi si rimise a lavoro.
Arrivata quasi alla fine del suo turno pensò di domandare alla proprietaria di fermarsi un altro po’.

Non ricordava l’orario della partenza di Robert, ma di certo non doveva mancare molto…
Aveva volontariamente evitato di fissare il telefono, ma non lo aveva mai sentito squillare. Ergo non doveva neanche aver avuto il coraggio né la decenza di chiamarla per salutare.

Certo, avrebbe potuto prendere in mano la situazione e fargli notare che non era molto educato evitare quantomeno di parlarle un’ultima volta, ma a che scopo umiliarsi così?

Non riusciva a convincersi di essere stata solo un diversivo per lui… Altrimenti non le avrebbe dedicato tanto tempo e non le avrebbe mai raccontato la verità sulla sua storia con Kristen.

Aveva capito fin dall’inizio che non sarebbe stato facile guadagnarsi la sua fiducia, ma dopo tutto quello che c’era stato fra loro non credeva che meritasse almeno una chiamata?

Evidentemente no.

Forse in quel momento era già partito.

Katie era ormai certa che la sua giornata non potesse peggiorare, ma chiaramente non possedeva alcuna qualità di preveggenza, poiché in quella mera ipotesi non si sarebbe mai fatta trovare a lavoro per discutere nuovamente con l’ultima persona con cui avrebbe desiderato parlare in quella terribile giornata.

 
La Lounge era semi-deserta, ma di certo non erano più in molti quelli che potevano permettersi di viaggiare in prima classe.

Alzò lo sguardo dal telefono giusto in tempo per rendersi conto che una signora di mezz’età lo stava osservando con interesse. Fece finta di nulla e alzò il volume della canzone che stava ascoltando, cercando di isolarsi dal resto delle persone che aveva intorno. Solitamente funzionava. La musica era sempre stata il suo salvagente. C’era stato addirittura un periodo in cui pensava di poterne fare una professione, ma non era andata poi così bene.
Tuttavia in quel momento neanche un band che suonasse proprio davanti a lui sarebbe stata in grado di liberare la sua mente.

Era arrivato in aeroporto in anticipo per scoprire che il suo volo al contrario era in ritardo.
Era come se il fato si divertisse a prendersi gioco di lui, o semplicemente volesse rendergli tutto più complicato e doloroso.
Allontanarsi da Katie… Non sarebbe stato facile.

Era cosciente di averla ferita. Aveva trascorso l’intera notte sveglio ripensando a tutto quello che si erano detti. Aveva preso in mano il telefono per chiamarla una moltitudine di volte, ma alla fine aveva desistito. Non poteva e non voleva ferirla ancora. Sarebbe bastato così poco per sistemare le cose: dirle quello che voleva sentirsi dire. Doveva solo pronunciare quelle parole e tutto sarebbe andato a posto.

Non aveva mai avuto problemi nell’esporsi per primo, ma con Katie… Qualcosa lo aveva frenato.

Forse aveva completamente perso il lume della ragione. Nick lo aveva capito per primo: non avrebbe mai dovuto avvicinarsi così tanto a quella ragazza. Non aveva nulla da offrirle, non era corretto farla soffrire.
Ma ormai era decisamente troppo tardi per fare marcia indietro: l’aveva ferita.

La cosa peggiore era che era l’ultima persona al mondo a cui volesse far del male, eppure l’aveva fatto.

Katie era tutto per lui: poteva veramente rinunciare a lei?

Aveva bisogno di un consiglio, ma non poteva certo contattare Sarah. Teneva a lei, ma la conosceva abbastanza bene da sapere che gli avrebbe fatto una ramanzina per telefono e poi probabilmente avrebbe chiamato Katie e quello non era ciò che aveva in mente...

C’era solo una persona che poteva chiamare. In effetti non si sentivano da qualche settimana, ma non aveva importanza. Lui c’era sempre stato ed era l’unico di cui potesse fidarsi davvero.

Tuttavia, non era proprio il caso di discutere al telefono di faccende personali con un paio di occhi che lo fissavano da quando si era seduto, così afferrò il suo zaino ed uscì dalla Lounge.

Si fermò in una zona del corridoio semi-deserta e scorse i numeri della rubrica fino ad arrivare al suo.
Premette “chiama” senza neanche pensarci.

Una voce femminile che non si sarebbe aspetto di sentire parlò dall’altra parte del telefono.

“Ciao, Sienna”, le disse cortese.

Ricordava ancora il giorno in cui Tom gli aveva raccontato di aver iniziato a frequentarla. All’epoca gli era sembrato piuttosto assurdo, ma adesso… molte cose erano mutate.

“Hai sequestrato il telefono di Tom, per caso?”, le domandò più tranquillo.

“Non proprio. Ma il tuo amico farebbe qualunque cosa pur di evitare di cambiare la piccola”, lo informò serena.

“E’ soltanto perché lei preferisce essere cambiata da te!”, la rimbeccò il compagno.

Evidentemente doveva essersi sentito chiamato in causa.

Robert accennò un sorriso.

“Beh, ringrazia Rob per averti salvato. Ci penserò io per questa volta”.

“Ti devo un favore!”, affermò Tom con voce sollevata.

Robert sapeva quanto amasse la figlia, ma… non tutti i compiti di un genitore gli andavano a genio.

“Quando vuoi”.

“Iniziavo a pensare che non ti avrei sentito fino alla fine delle riprese”.

“In realtà dovrei tornare oggi. Sono in aeroporto”.

“Ah”.

Robert si guardò intorno. Sembrava che nessuno lo stesse osservando. Meglio così.

“Quindi mi hai chiamato per salvarmi dai miei doveri paterni?”, gli chiese l’amico, ridendo.

L’attore sospirò e Tom parve comprendere che non si trattava di una semplice chiamata di cortesia. C’era qualcosa che non andava.
Sapeva che l’amico aveva passato un periodo delicato e quel silenzio fu l’ennesima prova che non stava poi così bene come aveva voluto fargli credere.

“Tutto bene?”, gli chiese serio.

Robert scosse la testa. In quel momento avrebbe quasi preferito non aver contattato Tom… In fondo non poteva aiutarlo in nessun modo.
Ma le persone con cui poteva confidarsi ormai non erano certo molte…

“No. Credo di aver combinato un casino”, ammise frustrato.

“Beh, questa non è certa una novità”, dichiarò il suo interlocutore in tono quasi solenne.

Tom a quanto pare era riuscito nel suo intento, perché l’uomo si lasciò sfuggire un sorriso.

“Cosa hai fatto?”, gli chiese.

“Non ha davvero senso parlarne arrivati a questo punto”, asserì sulla difensiva.

“Arrivati a questo punto?”, ripeté Tom, sinceramente preoccupato.

“Già”.

“Di cosa si tratta?”, gli domandò di nuovo con maggiore fermezza. “Mi stai spaventando, amico”.

Lui fece un respiro profondo e, dopo aver controllato di nuovo che nessuno lo stesse osservando, iniziò a parlare.

 
Katie fissò l’uomo davanti a lei incredula. Cosa diamine ci faceva lì? Cos’altro voleva da lei?

Lui ricambiò il suo sguardo con una certa durezza.

 “Non riesco a capire perché lei sia venuto qui, Nick”, asserì Katie.

“Vorrei discutere di una certa faccenda con te. Possiamo parlarne in privato?”, le chiese, guardandosi intorno.

Il locale era praticamente vuoto, fatta eccezione per loro due e per la proprietaria, che stava riordinando la cassa.

L’ultima cosa che Katie desiderava era affrontarlo, anche perché non c’era più nessuna ragione per giustificare la sua presenza lì, sul suo posto di lavoro. Tuttavia, era troppo educata per cacciarlo via malamente, sebbene visti i loro trascorsi se lo sarebbe meritato.

Nick la seguì sul retro.

“L’ascolto”, gli disse la ragazza.

 “So che siamo partiti con il piede sbagliato”, iniziò l’uomo.

Katie accennò una risatina.

“Lei dice? Non saprei. In fondo si è soltanto presentato qui qualche settimana fa per obbligarmi a firmare un documento che mi impediva di parlare di quello che era accaduto fra me e Robert. Nonostante le mie parole e il fatto che non avessi riferito nulla di quanto successo lo scorso anno, lei non ha creduto neanche per un momento che io potessi avere a cuore i suoi interessi. Non ha avuto la benché minima fiducia in quello che lo ho detto”.

Era arrabbiata, furiosa. Ma in fondo Nick era soltanto la goccia che stava facendo traboccare il vaso; però la vera persona con cui ce l’aveva e con cui avrebbe desiderato parlare, urlare, litigare non era lì, per cui il suo agente era sempre meglio di niente.

“Sono sicuro che tu sia una brava ragazza, Katie e comprendo che non puoi capire le ragioni che mi hanno spinto ad agire in un determinato modo, ma non sei la sola ad avere a cuore gli interessi di Robert. Te l’assicuro.”.

Katie rimase a fissarlo, in attesa di chissà quale rivelazione sconvolgente. Tuttavia, almeno a giudicare da quello che le aveva detto finora l’agente non aveva la più pallida idea di quello che era successo fra loro.

“Non so esattamente cosa e quanto lui ti abbia raccontato, ma non è questo a contare adesso. Arriverà il giorno il cui stare con lui smetterà di essere una piacevole novità e inizieranno i problemi. Comprenderai davvero cosa significa condurre una vita del genere e, credimi, non ti piacerà. Ci proverete e tu tenterai di convincerti che in fondo i benefici sono più dei disagi, ma una mattina ti sveglierai e ti renderai conto di non poter vivere così. Lo lascerai e finirai col distruggerlo. Molto più di quanto non hanno fatto altre persone prima di te. Lo distruggerai. Se è vero che tieni a lui come dici, lascialo andare ora, prima di fargli male, perché dubito riuscirebbe a rimettere insieme i pezzi una seconda volta”.

La ragazza rimase senza fiato. Non era affatto quello che si sarebbe aspettata di sentire. Forse dopotutto Nick non era il mostro che aveva creduto. Forse teneva davvero a Robert, ma quello che le aveva appena detto suonava terribilmente amaro.

Non era stata lei a distruggere Robert, non era lui quello che stava intraprendendo una ridicola conversazione con un uomo che non sapeva nulla. Non era stato Robert a confessare i suoi sentimenti e a vedersi sbattuta una porta in faccia.


Pensava davvero che sarebbe stata lei a ferirlo?

“Dovrebbe parlare di più con lui, perché è chiaro che non sa molte cose”, asserì la giovane in tono pacato.
“Posso rincuorarla senza difficoltà: fra me e Robert è finita. Quindi non ha nulla di cui preoccuparsi”.

Pronunciare ad alta voce quelle parole le fece capire che ormai era davvero così. Represse con insistenza le lacrime che minacciavano di farsi strada e fece un respiro profondo.

Nick la osservò con espressione sorpresa.

Evidentemente non sapeva proprio nulla.

“Beh, credo che allora non abbiamo nient’altro da dirci”.

“No, infatti”.

Nick si voltò e fece per andarsene, ma proprio nell’attimo in cui stava per sparire alla sua vista, Katie gli disse:

“Ho detto a Robert che lo amo”.

Nick si fermò e si girò nuovamente verso di lei.

“Ho detto che lo amo e lui non ha detto nulla. Quindi… non penso che lo rivedrò, né che userò il suo numero”.

L’agente non replicò, limitandosi ad andarsene.

Una volta rimasta sola, Katie si appoggiò alla parete bianca e si portò una mano sulla bocca per cercare di soffocare i singhiozzi.

Sì, era finita davvero.




Ciao a tutte!!!
Lo so: sto facendo di tutto per mantenere il mio titolo di fanwriter "sadica". Perdonatemi. xD
Ho concluso questo capitolo con tutte le domande ancora aperte: da una parte abbiamo Katie che, poverina, ha dovuto affrontare anche Nick. Confessargli la sincerità del suoi sentimenti un'altra volta non è stato facile, ma forse voleva solamente dire a qualcuno quello che stava accadendo. L'agente avrà veramente a cuore gli interessi di Rob? Dirà o farà qualcosa adesso che ha finalmente compreso che Katie ci tiene a lui e non è interessata alla fama? Avrà veramente fatto tutto questo solo per proteggere Rob da se stesso?
Dall'altra parte abbiamo Rob che chiaramente si sente legato a Katie e che "stranamente" non sa che pesci prendere. Ho pensato che in un momento di assenza totale di punti fermi e certezze, il suo migliore amico fosse la persona giusta da contattare. ;)
Parlare con Tom lo aiuterà nel fare un po' di chiarezza dentro di sè?
Lo scoprirete (stavolta sul serio!) nei prossimi due capitoli in cui tutti i nodi saranno sciolti. ;)
Un bacione a grazie a tutte coloro che mi seguono, leggono e/o recensiscono. <3
A presto
Vale

 

  
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