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Autore: Ornyl    09/11/2013    0 recensioni
dante ti voglio bene.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il sole scende sulle montagne cristalline e azzurre e vela il cielo di lilla. Qui è finito un altro giorno.
O è semplicemente iniziato?
O ne son passati più di uno?
Come e quando vola il tempo qui?

I fiori sulla spiaggia si tingono prima di un pallido rosa,poi piano schiariscono e diventano bianchi,immersi in una penombra azzurrina. Mi abbasso e li colgo. Sento la cara corolla dei petali,accarezzo lo stelo,li annuso:hanno un profumo quasi reale.
Ma cos'è davvero reale qui?
Guardo avanti e mi sporgo come se fossi ancora al balcone.
UNO DUE
CHE NON OSI L'UOMO SEPARARE CIO' CHE DIO HA UNITO

Il mio sguardo attraversa la foschia e mette a fuoco la terra e il mare.
TRE QUATTRO
PENSAVO DI ESSERE IMPORTANTE

Sotto è l'alba. Casa mia,quella che un tempo mi ospitò,brilla di rosa immersa nella nebbia che l'avvolge come una coperta densa di aria cristallina e grigia.
I servi si sono già svegliati.
La fattoressa porta le uova alla cuoca.
Il suo bambino piange. Vuole il latte dalla madre.
La luce del sole colpisce il vetro della finestra del mio balcone,la luce è tanto accecante da essere vista pure da qui.
CINQUE SEI
E MI SPINSERO GIU'
E LE MIE MEMBRA ATTRAVERSARONO L'ARIA FISCHIANDO,INERMI
E LA MIA TESTA SI SPACCO'
E IL VIALETTO SI TINSE DI ROSSO

Miserere mei,miserere mei Domine.
Quando ci penso sento la testa pulsare di lievi fitte dove ancora si vede lo squarcio,ma durano poco più di un attimo.
Ma quanto dura davvero un attimo qui?Forse è più di un attimo,forse in realtà sono anni o secoli o forse intere ere,ma sento che passano quasi subito.
Ecco,è solo un ricordo,e ricordare è come toccare vecchi graffi e ferite. Capita che,al minimo tocco,esse possano far male ma il loro dolore è una fitta sopportabile. Si dica lo stesso riguardo ai ricordi:quando ci passi su bruciano come vecchi squarci,ma lievemente.
E così adesso mi pulsa la testa.
E adesso è tutto passato.
Il sole sparisce dietro la montagna. Sembra un tramonto del mondo di sotto,ma ha dei colori chiarissimi che ricordano la coperta del letto che condividevamo e il mio velo da sposa.
Ecco,qui tramonta con questi colori nivei e sotto invece l'alba è tanto rossa da sembrare un tramonto.
Le compagne e i compagni continuano a cantare e a pregare.
Sono evanescenti,sono aliti.
Siamo evanescenti,siamo aliti.
Ci hanno violentemente strappati da terra e ci hanno paradossalmente seppelliti sotto di essa.
Ma ci hanno promesso la Luce e tutti attendiamo la luce qui.
Le bambine d'aria,quelle cadute nel pozzo,sono leggermente rosate e gialline. Sembrano piccoli fiori che hanno raccomandato l'anima a Dio quando il loro piccolo e fragile corpo s'è fracassato contro quel fondo gelido e umido.
Ancora i genitori non le hanno trovate e continuano a pregare,molto probabilmente andranno via presto e nessuno mi insegnerà più ad intrecciare i fiori della spiaggia,anzi no io già sapevo come si facesse ma me l'avevan fatto dimenticare.
Una delle due bambine,una zingarella,si avvicina a me e mi porge cantando la sua coroncina.
Un rivolo di sangue color rubino,così tremendo se paragonato all'etera figura di lei,le riga ancora il nasino schiacciato e le piccole labbra e la sua testa è gonfia come la mia.
-La testa mia è gonfia,ma la nonna e la mamma pregano e presto andrò via da qui! E' una promessa e Dio è grande,ma come mi mancherete signora!-
Vorrei darle una carezza sulla testa,ma la mia mano avrebbe attraversato quella testina scura fatta d'aria.
Prendo la coroncina e le mie dita attraversano i fiori e i miei stessi polpastrelli.
-Può darsi che andremo insieme! E nessuna mancherà all'altra!-
E pregheremo per chi ancora non vede la luce,perchè vedere la luce è difficile. Nemmeno io inizialmente l'avevo vista..
Miserere,miserere mei Domine.
Miserere,miserere mei Domine.

Di nuovo,di nuovo la testa mi pulsa.
No,non è la testa. E' la mia mente,o ciò che rimane.
Troppo forti erano quelle mani per resistere. Troppo forti per non cadere.
Il mare si increspa. Il vento soffia sulla spiaggia e increspa le piccole montagnette di sabbia nivea.
Inizia a fischiare. Onde si abbattono sulla riva e i compagni cantano e pregano più forte.
Canto anch'io,anche le bambine cantano e le coroncine di fiori volano via dalle nostre mani. Vanno a finire sulla riva e l'acqua le porta via.
Qui sembra scendere la notte e una piccola falce di pallida luna fa capolino nel cielo. E' piena e bianca come una palla di neve.
Riesco a vedere di sotto,ormai è già giorno.
La madre snuda il seno e il bambino smette di piangere.
La stanza da letto,quella che un tempo fu nostra,sonnecchia ancora e la signora di casa è appena sveglia. E' bionda,giovane e bella nella sua elegante vestaglia di lino. La mia vestaglia di lino.
Entra il padre. Ah,vecchia carogna,è sempre uguale:fissa la moglie compiaciuto e poi dà un'occhiata fiera al bambino che poppa affamato.
Miserere,miserere mei Domine.
Forse mi sporgo troppo,fin troppo e il bambino mi vede. Mi fissa dalla parete con gli occhi sgranati e si mette a piangere di nuovo,spaventato e pallido.
E' bello come la madre,biondo di capelli e con le guance rosate,ma gli occhi brillano di malizia e mestizia come quelli del padre.
Fischia il vento.
Il mare si agita.
Cantate anime,cantate se volete andare Lassù. Se nessuno prega per voi laggiù,continuate a cantare.
Le bambine cantano e si allontanano verso gli altri compagni. 
Nessuna delle due ha paura del sangue,delle ferite che si intravedono da quelle figure seppur evanescenti.
Un'altra nave arriva alla riva e il vecchio li fa scendere con aria severa. Ricorda papà e papà l'ho perso,non so nemmeno se sia davvero andato Lassù.
C'è una donna incinta con il ventre ancora sporco di sangue.
Un uomo con la testa mozzata che si fa aiutare a rimetterla al suo posto.
Miserere,misere mei Domine.
Sono confusi,silenziosi e si stringono nelle proprie spalle. Anche loro si mettono a cantare e le bambine si voltano ad osservarli.
Miserere,miserere mei Domine.
E' tempo di risalire la montagna.
Il vento soffia forte e ci facciamo spingere da esso. 
I nostri piedi si staccano dalla sabbia e piano ci eleviamo verso un livello superiore.
Riesco a vedere meglio giù e mi concentro di più,forse troppo.
Il bambino mi avverte ancora ma è stato lasciato solo dai genitori,lo vedo tendere le mani verso l'alto e prova a raggiungermi con le piccole dita. 
Sono troppo lontana forse,ma sbatto le ciglia e il bambino ride. Ride tanto forte da richiamare il padre dal corridoio.
Miserere,miserere mei Domine.
Sbatto ancora le ciglia e i piccoli occhi suoi ruotano osservando stupiti tutta la stanza,e continua a ridere.
Il vento soffia tanto forte da aprire anche la finestra della stanza.
Miserere,miserere mei Domine.
Di nuovo,la testa pulsa. Faccio una brutta smorfia che fa piangere il bambino e cerco di oppormi al vento,ma è ancora più forte e fa sbattere nuovamente la finestra.
Il padre,la carogna,sbianca.
E' una giornata di sole guardo la campagna i cavalli le pecore gli animali della nostra fattoria insomma immersi nel verde e le oche nel cortile si uniscono ai passeri sugli alberi forse questa è la volta buona sì lo sento presto sarò madre e mi amerà davvero non ha motivo d'esser geloso o infelice tutto si sistemerà lo prometto mamma papà tutto andrà bene marito mio sarò degna dell'anello che mi donasti te lo prometto lo giuro Santa Maria Madre di Dio prega per noi peccatori
La carogna chiama la moglie e quella accorre spaventata.
Prende il bambino e inizia a cullarlo,poi prova a passarlo alla balia.
Lo giuro davvero migliorerò dammi una possibilità non tenermi stretti i capelli non farmi male non farmi del male non uccidermi e amami anzi no prova a farlo per favore lo so dipende da me migliorerò migliorerò
Mi gira la testa.
Il bambino si calma per un po' e il suo piccolo sguardo vaga nel vuoto.
La mamma lo bacia e la carogna lo carezza.
Non insozzarlo,non insozzarlo più. 
E' una giornata di sole guardo la campagna i cavalli le pecore gli animali della nostra fattoria insomma immersi nel verde e le oche nel cortile si uniscono ai passeri sugli alberi forse questa è la volta buona sì lo sento presto sarò madre e mi amerà davvero non ha motivo d'esser geloso o infelice tutto si sistemerà e intanto il sole è alto nel cielo azzurro tutto profuma di fiori di campo e di bosco e lui non c'è faccio finta di non sentire i passi e forte è la spinta mi fa male la schiena e la mia pancia urta contro il parapetto e perdo l'equilibrio urla urla URLA ADESSO ma non riesci a parlare fendi l'aria come una lama fende la carne ma l'aria non sanguina e fra poco sanguinerai te,rotto il cuore e rotta la testa.
   
 
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