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Autore: Rilletta_    10/11/2013    1 recensioni
La storia partecipa all’iniziativa indetta dal gruppo Facebook The Union G(ay).
"You don't have to be alone. Your heavy heart is made of stone. And it's so hard to see you clearly. You don't have to be on your own." [A message - Coldplay]
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: George Shelley, Josh Cuthbert
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La storia partecipa all’iniziativa indetta dal gruppo Facebook The Union G(ay)
 
 
A Roberta,
sperando che il messaggio sia chiaro.
Ti voglio bene!
 
 
Josh lo sa che George ha di nuovo discusso con JJ, lo ha intuito dal tono di voce con cui gli ha risposto.
Non capirà mai veramente quello che c’è tra quei due, ma non gli importa più di tanto; l’unica cosa che conta per lui è che quel piccoletto fatto di ricci e sorrisoni stia bene. È per questo che cerca di parlarci un po’: per farlo un po’ sfogare, per non lasciarlo da solo coi suoi pensieri.
George gli dice che va tutto bene, che non ha bisogno di niente, che passerà, ma lui sa che non è così, lo sa che è triste, anche se non vuole ammetterlo, anche se non può guardarlo in faccia.
Cerca di insistere, di farlo parlare, ma la cosa non fa altro che innervosirlo ancora di più. Propone una serata tranquilla, con un film e del gelato, ma l’altro rifiuta, chiarendo il fatto che non è colpa sua.
 
Riattacca dopo un po’, spaventato dalla tristezza e dal mezzo rifiuto ricevuto.
In un attimo di paura pensa addirittura di richiamarlo, solo per assicurarsi del fatto che vada un po’ meglio rispetto a poco prima, ma ci ripensa subito.
Decide di scrivergli un messaggio, uno di quelli che lui salverebbe in un cartella a parte sul telefono, di quelli che ogni tanto vai a rileggere, perché sono belli, perché sono cose che magari già sai ma non ti aspetti, perché sono parole scritte e c’è sempre la speranza che durino un po’ di più di quelle che si dicono.
E lui in quello che dice a George ci crede, perché gli vuole bene come un fratello e lo proteggerebbe da tutte le cose che lo fanno stare male, se solo ne fosse capace.
 
Finisce di scrivere e rilegge per sicurezza, per evitare qualche piccolo errore.
 
“Lo so che sei triste.
Anche quando mi dice che va tutto bene, che non c’è niente che non va,

io lo so che non è così.
E va bene, non sei obbligato a dirmi cose di cui non vuoi parlare.
Scusami se a volte insisto, ma è solo perché ci tengo tanto a te, perché sei una delle persone più belle che abbia mai avuto la fortuna di conoscere, e io non voglio perderti per nessun motivo al mondo!
Io voglio solo che tu sia felice, George.
Ti voglio bene, piccoletto.
Ricordatelo sempre!”
 
Preme invio e spera seriamente che, almeno questa volta, George lo prenda sul serio.
  
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