“Non è un sogno”.
Quella
piccola frase riecheggiò nella sua mente mentre si apprestava a salire
sul
palco, torreggiando sulla miriade di corpi in attesa della sua entrata
e di
ogni piccolo movimento che potesse avvertirli della sua imminente
presenza,
così tanto attesa e sperata.
Erano
passati tre anni dall’ultima volta che quell’emozione aveva assalito il
suo
cuore, rendendolo così nervoso ma anche così eccitato, come fosse la
prima
volta.
Erano
tre anni che anche lui, insieme ai fan, sognava quel momento finalmente
arrivato.
Un
sorriso si stampò sul suo viso quando il suo migliore amico, dietro le
quinte,
gli diede una gran pacca sulla spalla in segno di quella lunga e fedele
amicizia che continuava ad avanzare negli anni, senza cambiare nemmeno
di una
virgola.
-Sono
così fiero di te-
Ji
Yong sorrise, stringendo la presa sulla spalla, in segno di affetto e
stima, la
stessa stima che aveva provato fin dalla prima volta che lo aveva
sentito
cantare.
-Grazie
Ji… sentirlo dire da te significa molto per me- si ritrovò a
rispondere, d’istinto,
forse con la stessa stima, se non più grande, che anche lui provava per
il suo
migliore amico e per il costante impegno e passione che metteva nel
lavoro,
giorno dopo giorno.
Sorrisero
entrambi in segno di complicità e distolsero lo sguardo solo quando il
pubblico, entusiasta e impaziente, iniziò ad urlare all’unisono il nome
dell’ospite
tanto atteso, senza sosta.
-Ora
vai… e falli secchi!-
Ji
gli strizzò l’occhio e lo spinse su, ridendo sotto i baffi, mentre,
contagiato
da quella serenità e sicurezza, completò la risalita dei gradini che lo
avrebbero condotto dinnanzi a quelle persone che tanto lo amavano e che
avevano
reso la sua fama tale.
Come
poteva non ricambiare così tanto quell’affetto che tanto gli dava il
suo
pubblico? Come poteva non ricambiare quel calore che ogni volta sentiva
quando
veniva pronunciato il suo nome?
TAEYANG,
TAEYANG, TAEYANG!
Il
delirio esplose quando comparve sotto i riflettori, sorridendo a
trentadue
denti a quella platea impazzita.
-Grazie!-
fu l’unica parola che disse prima che iniziasse la musica e il ritmo
della sua
stessa canzone, ufficiale da pochissimo, lo prendesse a tal punto da
fargli
dimenticare dove fosse, come succedeva spesso…
Non
era mai esistita un’ancora capace di tenerlo fermo sul posto quando
cantava.
Tutto spariva e restavano solo lui e la sua musica, quella che aveva
nel cuore
fin da quando aveva imparato a respirare e capire come si suonasse il
pianoforte…
Forse
l’unica cosa esistente al mondo capace di renderlo vivo era proprio
lei, la
MUSICA.
E
anche quel giorno si stava dimostrando uguale a tutti gli altri sotto
questo
aspetto… quando, nel suo mondo, fecero capo, quasi con prepotenza, due
occhi
meravigliosi.
Erano
lì che lo fissavano, così distinguibili in quella massa informe che era
il
pubblico, così brillanti, forse di commozione…
Così
sinceri, come lui non ne aveva visti mai.
Si
ritrovò, per la prima volta, a sbattere per un secondo le palpebre, e
ritrovarsi perso in quegli occhi ormai intrisi nella sua mente come
inchiostro
indelebile…
Era
forse un sogno? Un’allucinazione che gli stava giocando il suo cervello
stanco
e ubriaco d’emozioni?
“Non è un sogno”
Nella
parte più remota della sua razionalità… era quella la frase che
riecheggiava
con insistenza…
Quegli
occhi… quegli occhi che continuavano a fissarlo, estasiati, commossi,
ricchi di
un’emozione incontrollabile, la stessa emozione che attraeva i suoi
come due
calamite potentissime al cui campo magnetico era impossibile resistere.
Si
ritrovò a fare un passo avanti e tendere la mano verso di loro, verso
quell’infinità
e profondità che vi leggeva dentro, verso quella fonte di purezza che
lo
chiamava a gran voce…
E
poi tutto svanì quando anch’essi, per chissà quale motivo, svanirono
nel nulla,
coperti da una massa di riccioli ribelli che gli avevano portato via
quella
visuale così meravigliosa, quella fonte dissetante di piacere...
“No…”
Sbatté
di nuovo le palpebre, riuscendo a veder sparire anche l’ultimo ricciolo
dalla
sua vista, tranquillizzato solamente dal fatto che quello, tuttavia,
non era
stato solo un sogno.
TAEYANG,
TAEYANG, TAEYANG!
Il
pubblico era impazzito ma lui era lì fermo, immobile, solo con il cuore
accelerato e gli occhi ancora fissi nel punto in cui lei era sparita.
E
tutto il mondo scomparve di nuovo… l’unica cosa che rimase fu solo il
desiderio, così forte e impellente, di ritrovare quegli occhi che ormai
aveva
stampati nella mente…
Quegli
occhi che lo avevano conquistato e reso così fragile e vulnerabile.
Strinse
i pugni e ringraziò il pubblico, con la fretta di scendere e parlare al
più
presto con il suo migliore amico. Si sentiva come un agente segreto,
con una
missione che gli gravava sulle spalle, una missione che doveva portare
a
termine anche a costo della vita…
O
se ne sarebbe pentito, per sempre.
NOTE DELL'AUTRICE
Buonasera a tutti =)
E' da tantissimo tempo che non scrivo, l'Università mi porta via tutto il giorno e questo è il risultato... infatti vorrei scusarmi con chi sta seguendo la mia storia "Never Say Never", non è da me non continuare una storia in corso. Prometto di riprenderla al più presto e di impegnarmi ancora più di prima.
Ma torniamo a questa one shot. Per il comeback di Taeyang l'ispirazione mi ha concesso qualche minuto prezioso del suo tempo ed è uscita fuori questa storiella che, a dire la verità, vorrei continuare in una long... o meglio, ispirare una long a questa one shot.
Fatemi sapere cosa ne pensate a riguardo =)
Per il resto, ringrazio tutti della pazienza, un abbraccione!!! ♥
LeLe_Sun