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Autore: Burn    11/11/2013    1 recensioni
Questa storia è stata scritta quest'estate, a luglio. Parla di me e di un'altra ragazza, allora semi-sconosciuta.
Riflette su ciò che provavo e provo per lei.
"(...) non ti puoi concedere questo lusso, questo privilegio di stringerla una volta fra le braccia.
Non è tua, appartiene ad un'altra persona (...)"
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Ma porca troia oh! - esclamai dopo aver ricevuto l'ennesimo getto d'acqua in faccia.

Lei è lì in piedi che se la ride come sempre, con quel suo sorriso beffardo che ti faceva venire voglia di baciarla.

Lei. Non lui.

Come mai? già il come mai te lo chiedi spesso di recente.. e ti chiedi anche perché proprio Lei. 

Con nessun altra ragazza ti sei sentita così. 

Forse sono le volte in cui scherziamo, forse sono le risate condivise, forse i problemi che ci raccontiamo e le cose che condividiamo, forse è il fatto di essere così simili.

Fatto sta che i giochi d'acqua e le sistolate sono sempre divertenti, anche se purtroppo esci da lavoro completamente fradicio.

Per tanti vari fattori è una cosa che non puoi fare, non ti puoi concedere questo lusso, questo privilegio di stringerla una volta fra le braccia. 

Non è tua, appartiene ad un'altra persona e te rispetti questa cosa. Perché sei una persona dannatamente buona ed intelligente.

Però lo sai che le piaci, lei sa che ti piace.. e scherzate anche su questo, ed è perfetto.

Non so cosa c'è di diverso oggi, forse mi sono rotta le palle di stare in panchina.

L'ennesimo tentativo di schizzarmi con la sistola va a vuoto, con uno scatto fulmineo le prendo il polso e le faccio una leva che ho imparato in anni di arti marziali. 

- Cazzo…- finisce a terra ma riesce comunque a tirare giù anche me.

Iniziamo a ridere come due deficienti senza renderci conto della situazione.

Sono irrimediabilmente finita sopra di lei. Ahia.

- oops scusa, meglio che mi alzi -

Faccio leva sul pavimento con un braccio per tirarmi su, il pavimento è fradicio così come entrambi i nostri vestiti.

Lei mi trattiene con un braccio.

- non muoverti da qui -

Non senza sforzi mi distendo nuovamente su di lei. Che cazzo di situazione.

Faccio di tutto per non guardarla negli occhi e fallisco miseramente.

Piombo in quello stato di semi trance dove non capisci se ci sei o se ci fai, vedo che sorride e le sorrido, alza una mano e mi tocca le labbra. 

Chiudo gli occhi e sospiro. Così rende tutta la situazione più difficile. 

Siamo a lavoro, sono le 11 del mattino e potrebbe tranquillamente entrare qualcuno ma in quel momento non me ne importava proprio niente.

Riapro gli occhi e lei è lì che mi fissa.

- cosa c'è? - chiede.

- ti pare una situazione facile questa? - rispondo.

Lei alza le spalle ma non smette di sorridere.

- .. cosa pensi che faccia adesso? - le chiedo.

Lei sembra pensarci un po'.

- fa quello che ti senti. -

E lì veramente maledico me stessa, i santi, tutto il mondo; mando a cacare tutto il mio buon senso e la bacio.

Un semplice bacio sulle labbra, senza andare oltre. Mi stacco da lei lasciando la mia bocca a pochi centimetri dalla sua, la guardo come in cerca di un segno di offesa o di rigetto.

Niente.

Ha gli occhi chiusi e la bocca socchiusa.

La bacio ancora, una, due, tre volte.. fino a che non sento la sua lingua insinuarsi nella mia 

[...]

  
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