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Autore: Shootyourface    11/11/2013    1 recensioni
Piccola storia riguardande ieri, oggi, domani.
Pensieri che mi son venuti in mente dopo un intensa settimana tra studio e divertimento. Spero vi piaccia!
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Era in un giorno freddo come questo che incontrai i suoi occhi, quel colore simile al rosso del fuoco, che mi riscaldò come se esso fosse proprio davanti a me.
Genere: Malinconico, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Shoujo-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Era in un giorno freddo come questo che incontrai i suoi occhi, quel colore simile al rosso del fuoco, che mi riscaldò come se esso fosse proprio davanti a me.
E così che mi innamorai di lei, partendo dai suoi occhi grandi, dal taglio tipicamente occidentale, fino a scendere sull'intero volto, pallido con un leggero rossore su guance e naso. Le sue labbra grandi e carnose, senza un filo di trucco erano serrate strette, come se immezzo a quelle bancherelle ci fosse un prezioso tesoro che aspettava solo lei, da qualche parte, la sua attenzione non ricadeva assolutamente su di me, sulla ragazza dietro al bancone dei libri.
La sua cammiata vaga e lenta mi permetteva di osservarla ancora di più, molto più lentamente, quasi a gustarla. I fianchi ondeggiavano distrattamente da destra a sinistra, i lunghissimi capelli color cioccolato si adeguavano alle movenze, scuotendo di quà e di là, a volte mossi dal vento che violento attaccava tutti i passanti e me compresa.
Mi domandavo cosa stessero cercando quegli occhi così intensi in un posto come questo, mi domandavo quale fosse il motivo di cotanta attenzione verso una singola persona. Verso una piccola donna che passeggiava intenta a fare le sue spese.
Ricordo ancora le foglie di mezz'autunno che volavano sulla nostra testa quella sera, danzavano intorno a lei come se fosse un piccolo spettacolo preparato per i miei occhi oramai stanchi di vedere sempre lo stesso paesaggio e lo stesso andirivieni di persone.
O semplicemente non mi ero mai accorta di quanto bello potesse diventare un paesaggio o un pezzo di strada quando ad occuparlo c'è qualcosa o qualcuno che ti interessa.
E fu in quell'attimo che abbassai lo sguardo intimorita e imbarazzata, quando pian piano la figura di lei avanzò verso la mia bancarella (non proprio mia, ma la gestione nei giorni festivi era lasciata a me.) , potevo vederla anche a sguardo basso, potevo udire il suo dito scorrere tra le copertine vecchie, spesse, alcune impolverate per colpa della mia mancanza nel pulirle. I libri erano molto vecchi, forse anche di molti secoli addietro. Non ne capivo molto, ovviamente ero la piccola nipotina del libraio della città. Ero solo una commessa come le altre, pronte a servire il cliente.
Udivo ancora le pagine aprirsi, scorrere verso il basso mentre sfioravano le dita di lei, che forse divertita ripeteva più e più volte il gesto.
Arrivò dopo quelli che sembrarono minuti il suo profumo di rosa, dolce e sensuale, mi entrava nelle narici e si espandeva in tutto il corpo, fino ad intaccare il cervello e a darmi un senso di quiete che molto raramente riesco a trovare anche quando sono sola immersa nei miei pensieri.
Timidamente alzai lo sguardo, e notai le sue mani lisce, perfette, non segnate dal lavoro, quasi mi vergognavo di me stessa di fronte a quella figura così ben posata, ben in mostra, così bella. La confusione era tanta in me, non riuscivo a capire perchè un sentimento spingeva dentro di me.
Volevo disegnarla. Immortalarla per sempre in un pezzo di carta, in bianco e nero, a colori, non importava. Volevo imprimere nella mia testa i suoi fianchi, il suo seno, i suoi morbidi capelli ondulati che cadevano sul viso, e quelle meravigliose labbra bianche e fredde, colorate con un rosso che richiama i suoi occhi caldi, e (scommetto) penetranti.
Di subito mi accorsi di fissarla, quando lei, molto distrattamente fece lo stesso per qualche secondo, probabilmente immaginando che la stessi osservando, o invitando a comprare uno di quei tanti libri incomprendibili per me.
Ricordo poi il sorriso che mi riservò, subito dopo quello scambio di sguardi, lievemente scopriva i denti, prima di richiudere le labbra e abbassare lo sguardo, forse anche lei un pò timida. Ma le mie guance, potevo immaginare, erano diventate cremisi dallo stupore, e dalla sensazione di caldo che mi partiva dalla punta dei piedi. O dal battito del cuore che di punto in bianco accellerava sempre di più, secondo dopo secondo. O dal dolore di stomaco provocato da un terribile nervosismo che cominciava a stanziarsi dentro di me.
La osservano ancora guardare i libri, prenderne alcuni e leggerne la trama a inizio pagina, altri ancora li toccava, li sfiorava affascinata dalla copertina. Ancora quegli occhi davano la sensazione di qualcosa di fantastico e di vivace, si muovevano, cambiavano di libro in libro, come se tutto ciò che vedeva era qualcosa di già conosciuto, ma allo stesso tempo estraneo.
Amore, stupore, bellezza, compassione.
Era tutto ciò che di bello e di affascinante avevo provato, e avevo imparato, osservandola. E dolore, dolore nel vedere come, quasi senza guardarmi, girava il suo corpo mostrandomi la schiena, coperta dal suo manto color dei tronchi d'albero, che si aprivano come a formare un ventaglio, che trasportava alle mie narici l'ultima essenza di lei, la sua figura che, quasi saltellando, si allontanava da me, dal mio desiderio di toccarla, e di baciare quelle labbra.
Ma più di ogni cosa, di guardarla ancora una volta in quegli occhi.
Forse l'unico libro che sarei  mai riuscita a leggere.


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Buongiorno a tutti!
Bene, vista la pausa che mi sono presa dalla scrittura di un altra storia (tra Lucca Comics e il resto...) ho pensato di scrivere un qualcosa di breve e di drammatico, per una volta.
Questo piccolo testo, chiamiamolo così, è il frutto di un intera settimana di pensieri e parole uscite fuori in giorni disparati della mia settimana da studentessa.
Le bancherelle che mi ricordano un sabato pomeriggio in centro città (Pisa), una città per me estranea, cisto che sono trasferita, le foglie ingiallite dell'autunno e persino la ragazza che gira per il "mercato" sono qualcosa che mi hanno segnato in qualche modo (la ragazza ovviamente non esiste, giusto per essere chiari!)
E quindi è uscita fuori sta schifezza.
Spero che la lettura vi aggradi.
Alla prossima!
   
 
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