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Autore: ShadowsOfBrokenGirl    11/11/2013    1 recensioni
In un grande prato pieno di papaveri rossi ce ne sono due candidi, rari e bellissimi. Le donzelle che si recano a raccogliere i fiori, osservano quei due esemplari inconsueti e rinunciano a strapparli. Per loro i papaveri devono essere necessariamente rossi e quei due non sono altro che un errore a cui la natura non è stata capace di rimediare.
Quei due fiori sono Destiny e Fabrizio, che ognuno a modo suo si distinguono dalla società che li guarda e non riesce a comprenderli. Quando il caso un giorno li farà incontrare nascerà tra i due un'amicizia che supererà ogni ostacolo e li aiuterà ad andare avanti. Si trasformerà in amore?
Genere: Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Storico
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La zingara dalla pelle diafana

 

Prologo

 
Abbassò le palpebre e sospirò profondamente. Era da quando si era messa a letto che avvertiva una strana sensazione, un senso di colpa. Passò la mano tra i capelli e sospirò. Sollevò il busto e controllò l’ora sul suo orologio da polso : era ancora l’una. Pensò che era davvero strano come il tempo che correva così velocemente di giorno, rallentasse tanto di notte. Si ristese sul cuscino e chiuse gli occhi. Si chiese che cosa potesse preoccuparle tanto, che cosa le provocasse quella strana sensazione. Era una stimata scrittrice che con il suo romanzo d’esordio era riuscita a guadagnare fama e fortuna. La sua carriera era all’apice e dal suo libro era stato tratto un film che aveva riscosso grande successo tra le casalinghe annoiate e le ragazzine innamorate. Aveva sognato tutta la vita di arrivare a questo punto e adesso perché avrebbe dovuto sentirsi in colpa?
Finalmente la stanchezza vinse sull’ansia e la sua mente si lasciò cullare nel dolce mare del sogno.
 
Si ritrovò seduta davanti alla scrivania del suo studio a fissare un foglio bianco. Scriveva qualcosa  e subito dopo lo cancellava.
Aveva un groppo in gola e a stento riusciva a trattenere le lacrime che volevano necessariamente scivolare lungo le guance. Sospirava tristemente e non riusciva ad andare avanti.
Improvvisamente avvertì una sensazione di benessere e di sollievo e sentì come se una mano le si fosse posata sulla spalla. Si voltò e vide un viso a lei molto noto : due occhi espressivi e sinceri ed un sorriso che le aveva sempre donato grande sicurezza e conforto. La sua roccia, il suo confidente, il suo mondo si era materializzato di fronte a lei. “Materializzato” era davvero la parola giusta da usare! Infatti lui non era davvero reale e anche lei sapeva bene che presto, come una bolla di sapone, si sarebbe dissolto nel nulla. Avrebbe voluto parlargli, dirgli che le dispiaceva di non aver mantenuto la promessa, fatta tanti anni fa, ma non poteva. Le era possibile soltanto osservarlo e farsi trasmettere il messaggio che quel angelo le aveva portato, ossia che “andava tutto bene”. Del resto era quella la storia del loro rapporto da un po’ di tempo a questa parte : non lo vedeva da più di vent’anni, ma il suo ricordo era sempre riuscita a farla andare avanti e a farla imboccare la strada giusta.
Lei sorrise e lui ricambiò il sorriso.
 
In quel momento si svegliò e i suoi due occhi verde smeraldo videro la sua camera da letto. Osservò le prime luci dell’alba che combattevano contro le tapparelle per entrare ad illuminare la stanza. Si alzò e camminò scalza fino alla cucina del suo piccolo appartamento. Preparò il caffé, cercando di non fare troppo rumore per potersi godere il silenzio. Versò la bevanda in una tazzina bianca e vi riversò dentro una piccola quantità di zucchero. Camminò fino alla finestra e ne aprì le tapparelle. Si affacciò e cominciò a sorseggiare il suo caffé, osservando il passaggio che le si affacciava davanti. Il sole era sorto e si vedeva appena tra gli alti palazzi di New York. Chiuse gli occhi e ricordò quando da ragazzina osservava ogni giorno il sole sorgere. Stesa sull’erba bagnata dalla rugiada nella radura vicino al villaggio in cui era cresciuta, aspettava con ansia l’inizio di un nuovo giorno. Le venne alla mente un’occasione in particolare in cui i suoi occhi, animati da un sogno, splendevano più dell’alba.
“Sai un giorno diventerò una scrittrice!! Ho deciso! Farò emozionare e sognare i lettori come fanno gli autori che mi leggi sempre.”aveva detto.
 “Devi lavorare molto per raggiungere questo obiettivo, ma sei abbastanza determinata per riuscirci.E di che cosa parlerà questo libro? Hai già pensato ad una trama?”le aveva risposto il ragazzo, steso al suo fianco.
“Di me e te, di noi, della nostra splendida e sincera amicizia!”
“Senti a me, quando avrai realizzato il tu sogno ti sarai dimenticata di me…”sussurrò tristemente lui.
“Ti prometto che io non mi dimenticherò mai di te e che tu sarai accanto a me alla presentazione del libro.”
“Ti credo, mia zingara dalla pelle diafana” disse sorridendo.
 
Lasciò cadere la tazza dalle sue mani, che al contatto col pavimento di marmo si ruppe in tanti piccoli pezzi. Le lacrime sgorgarono dai suoi occhi e scesero lungo le guance.
Che ne era stato di tutte quelle promesse? Le aveva portate via il vento…
Per scrivere il suo primo libro si era fatta consigliare dalla direttrice della casa editrice e aveva scelto di trattare una storiella da quattro soldi che non aveva nulla di suo. Si rendette conto che non solo si era venduta per soldi, ma soprattutto che Fabrizio aveva ragione, l’aveva dimenticato. Da quando la vita aveva cominciato a sorriderle, non aveva più pensato alla persona che l’aveva sostenuta nelle avversità. Avrebbe pianto a lungo, se non le fosse tornato alla mente ciò che lui le aveva detto in sogno, che andava tutto bene.
Lui non era mai stato un tipo vendicativo ed era sempre stato capace di perdonare, a differenza sua che aveva sempre detto, parafrasando la Austen, che una volta violata la sua fiducia questa era persa per sempre.
“Sì, ma qualcosa dovrò pur fare per rimediare al mio errore e alle mie mancanze” pensò. Le venne un’idea ed all’istante corse nel suo studio per realizzarla. Presa la rubrica, cercò il numero della direttrice della sua casa editrice tra la lista di numeri scritti con inchiostri diversi. Esultò quando lo trovò, come una bambina che vede un cesto di caramelle. Veloce digitò i numeri e si preparò ad affrontare la donna che, con la sua voce severa e decisa, le aveva spesso messo paura. Restò molto delusa quando sentì la voce della segreteria dirle di lasciare un messaggio dopo il bip. Pensò però che se lo avesse detto a quella voce meccanica, la sua direttrice non avrebbe potuto replicare nulla. Così respirò profondamente e dopo il fastidioso suono del beep, disse velocemente : “Non ho intenzione di scrivere il seguito di Turbinio di Passioni. Scriverò un libro dalla trama diversa…più personale. Le farò leggere il manoscritto appena l’avrò finito e spero che accetti di pubblicarlo. Se non lo farà, mi rivolgerò a qualche altra casa. Buona giornata!”
Quando ebbe attaccato, si sentì più libera, priva di quell’opprimente peso. Sospirò profondamente e sedutasi sulla sedia cominciò a scrivere. 
 
Ciao a tutti ragazzi!! Mi presento : sono Mari! E’ la prima storia che pubblico in questa sezione, ma non sono proprio una novellina dato che ho già pubblicato diverse storie su manga, anime e nella sezione drammatico. Questa storia significa molto per me e avere la possibilità di condividerla con voi è significativo per me! C’è molto di me in questa storia :  infatti seppur tratta di una zingara che ha vissuto una vita difficile, contiene i miei sogni, paure e sensazioni. Da questo prologo non si capisce molto forse, ma vi assicuro che presto capirete molto di più. Spero proprio che vogliate leggere e recensire questa mia storia e intraprendere questo cammino insieme a me. Grazie per l’attenzione e tanto amore a chi recensirà e leggerà questa storia. 
  
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