* Changed *

Le luci di Milano sfrecciavano veloci, confondendosi in un cielo il cui vento aveva spazzato via ogni nuvola e lasciando ogni attenzione alle stelle. Con la fronte appoggiata contro il vetro e il labbro inferiore preso prigioniero dai denti, Brian osservava il giallo dei lampioni mischiarsi insieme alle luci dei cartelloni, i fari e gli stop delle macchine e quel trio di verde, rosso e arancione dei semafori. Tutto sfrecciava via, esattamente come i suoi pensieri, fino a quando rimanevano due soli cardini: gli occhi di Nick puntati con estrema apprensione sulla sua schiena e quella preoccupazione che ormai aveva arredato il suo cervello come se fosse la sua eterna abitazione.
Per una volta, Brian era contento delle fans che li stavano seguendo. Fin quando ci sarebbero stati occhi e orecchie indiscrete, Nick non avrebbe osato nessun gesto di conforto né tentato di farlo parlare. Che ironia, però, perché solo qualche anno prima era sempre stato Brian quello che osservava e cercava di far sfogare Nick. Ora era lui l’anello debole e ancora lui faceva fatica ad abituarsi.
Era cambiato. Tutta quella situazione con la sua voce lo aveva cambiato, più di quanto gli piacesse ammettere. C’erano giorni in cui stava bene, giornate in cui era così facile illudersi di essere sempre lo stesso Brian e poter comportarsi di conseguenza. E quel Brian non era molto differente, in tutta onestà. Non era mai stato come Nick, capace di flirtare con chiunque anche nei peggior giorni in fatto di look e umore. Era sempre stato più guardingo, più sulle sue anche quando dispensava sorrisi e abbracci a chiunque. Perché le fans erano una razza strana, erano capaci di amarti e idolatrarti un momento e pugnalarti alle spalle il secondo successivo se qualcosa a loro non piaceva. Quel nuovo Brian era diventato ancora più difensivo, quasi atterrito nel trovarsi di fronte a persone che all’improvviso avrebbero potuto fargli domande più che inattese e scomode.
Ci aveva pensato, oh, aveva trascorso molte e infinite notti a riflettere su quale fosse la decisione migliore. Parlare o meno. Venire allo scoperto o continuare a lavorare in silenzio. Parlare avrebbe portato via più stress, di quello non c’erano dubbi, ma avrebbe cancellato una linea di confine che ancora lui non era ancora pronto a rimanerne senza.
Erano già arrivati al loro albergo. In silenzio avevano raggiunto la loro camera, le valigie già pronte per la mattina seguente. Nemmeno il tempo di accendere le luci o togliere la giacca che delle braccia avvolsero il corpo di Brian contro quello di Nick. Prima avrebbe lottato contro quell’abbraccio, dichiarando che non ne aveva bisogno. Ora lo accettava come se da esso potesse prendere delle forze in più, ora nascondeva il viso in quel petto e cercava tempo e spazio per respirare.
Era cambiato. Ma anche Nick lo era e ora Brian non aveva più remore nel mostrarsi così, senza maschere. A pezzi ma con la certezza che lì, nelle braccia di Nick, sarebbe riuscito a rimettersi in piedi.

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Io di questo argomento potrei scrivere mille e più flash e storie. Brian e l'angst camminano mano nella mano! *__*