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Autore: Elinor92    15/11/2013    0 recensioni
E Se le strade di Gaetano, Camilla e Renzo incrociassero quelle di Marco e del commissario De Matteis?
Cosa potrebbe accadere?
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Camilla Baudino, Gaetano Berardi, Un po' tutti
Note: Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
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“Mannaggia, parti! Parti!” disse Camilla girando la chiave d’accensione della macchina. Cinque minuti dopo, la macchina ancora non partiva.
“È tardissimo!” sbottò lei, uscendo da quella macchina infernale, urtando qualcuno che si ritrovava a passare quasi per caso.
“Hai bisogno di aiuto, prof?” chiese Gaetano. Si era divertito a vederla sbraitare contro la macchina ma alla fine aveva deciso di intervenire.
“Gaetano” disse lei sorpresa. Com’era possibile che quando avesse bisogno di aiuto, che si trattasse dello scaldabagno da cambiare o di una macchina che di partire non ne volesse proprio sapere, lui si trovasse sempre nei paraggi, pronto ad aiutarla?!
“È tardissimo, la mia lezione sta per” si ferma un attimo a osservare l’orologio, “è appena iniziata e io sono ancora qua!” disse lei al colmo di una crisi di nervi. Odiava essere in ritardo, anche se spesso le capitava.
“Se vuoi ti do un passaggio io” si offrì Gaetano.
“E Tommy, dov’è?” chiese Camilla notando l’assenza del bambino.
“È passata Eva a prenderlo. Lo porta lei a scuola” rispose Gaetano, facendo tintinnare le chiavi della sua macchina e facendole segno di seguirlo.
Camilla salì in auto, voleva chiedergli di Eva, di come stessero evolvendo le cose tra loro, ma non ne trovava il coraggio. Forse era meglio non sapere.
Una brusca frenata mise fine a questi pensieri.
“No!” esclamò Camilla, raccattando tutte le cose uscitele dalla borsa.
“Mi spiace ma quel teppista mi ha tagliato la strada. Tu stai bene?” le chiese Gaetano, preoccupato soltanto che Camilla non si fosse accidentalmente fatta del male.
“Si, si.” Rispose lei distrattamente.
“Il buon giorno si vede dal mattino” diceva un famoso detto. Cos’altro le sarebbe potuto succedere?
Arrivata davanti la scuola, salutò frettolosamente Gaetano e scese dall’auto a “razzo”, tanto per usare una di quelle espressioni demodè che alla nostra prof piacciono tanto.
“Camilla” la salutò Nanni, il preside della scuola. “Dove corri?”
“Sto andando in aula, sono in ritardissimo.” Spiegò lei come se non fosse ovvio ad entrambi.
“I tuoi ragazzi sono in aula magna.” Le disse il preside, non riuscendo a evitare che un sorriso facesse breccia sul suo viso.
“Oggi doveva esserci l’incontro tra un imprenditore di medio successo e le quinte.” Spiegò lui, osservando, maggiormente divertito, l’espressione sgomenta di lei.
“Giusto. Quindi aula magna.” Disse lei voltandosi e dalla parte opposta. Quando era ormai giunta alla fine del corridoio, si voltò “Ehm, Nanni, grazie!” e aprì la porta dell’aula Magna.
 
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Gaetano stava scendendo dall’auto, quando il luccichio di un oggetto, attrasse la sua attenzione. Un paio di occhiali da sole giacevano ai piedi del sedile del passeggero. Sicuramente erano di Camilla!
Compose il suo numero, da sempre lo sapeva a memoria.
“Driiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiin, driiiiiiiiiiiiiiiiin” il suono di un telefono vecchio stile, risuonò all’interno dell’abitacolo dell’auto.
 
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Camilla Baudino non riusciva a credere ai propri occhi. Marco Visconti era al centro dell’aula e stava tenendo un discorso ai suoi allievi.
“Camilla!” esclamò sorpreso Marco, bloccandosi nel bel mezzo del discorso.
“Marco!” rispose lei, abbastanza in imbarazzo. Gli occhi dei suoi allievi puntati dritti su di loro.
“Professoressa Baudino!” esclamò una voce stizzita dall’altro lato della stanza.
“Commissario De Matteis!” rispose Camilla adesso completamente sbalordita.
“Cosa ci fa lei qui!?” chiese questi.
“Io ci insegno! Semmai dovrei essere io a chiederlo a voi.” Ribattè piccata Camilla.
“Si da il caso che io accompagni mio fratello…” mormorò lui, sbuffando visibilmente.
Dopo un primo momento di sorpresa generale, Marco riprese a parlare. Spiegò come era riuscito a creare la sua azienda vinicola, come aveva conciliato l’atto pratico, il controllare le vigne, le botti e tutto il necessario, all’atto strettamente economico.
 
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“Torre, potresti fermarti un attimo all’Istituto Nelson Mandela?” chiese Gaetano, al fidato ispettore.
“La scuola della prof?”
“Si, la scuola della prof” disse Gaetano senza aggiungere altro. Si vedeva che Torre moriva dalla voglia di sapere, cosa stesse accadendo fra quei due.
Era da dieci anni che andava avanti quella storia. Cosa aspettassero ancora, Torre non riusciva proprio a capirlo.
 
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