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Autore: Hymn    15/11/2013    1 recensioni
Julian Lord x Damian Assange.
DAL TESTO:
“Damian Assange. Mi devi un favore, Julian Lord. Ed io...”
Gli fu di nuovo alle spalle, rapido come il vento, il braccio destro serrato attorno alla sua vita, la mano sinistra a reclinargli con ferrea delicatezza la testa all'indietro. Poggiò di nuovo le labbra sul suo collo, strusciandole fin sopra la sua mascella, ridendo roco e gustandosi il suo brivido, una sensazione che gli cresceva nel petto, ben oltre l'attrazione fisica.
Era affascinato da Julian.
“Io riscuoto sempre dai miei debitori.”
(Reinserita dopo rilettura - se trovate comunque errori, mi piacerebbe esserne avvisato)
Genere: Angst, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Damian Assange, Julian Lord, Un po' tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Un'ombra scura passò davanti alla luna, mentre, diversi metri più in basso, la vita procedeva nel tipico clamore della notte.

Urla di ubriachi, risate e schiamazzi di matricole che avevano, come sempre, violato il coprifuoco. Giovani amanti che, scappando dalla vista degli umani, ignari di essere osservati dall'alto, si rifugiavano nei vicoli più scuri e recessi della Vecchia Capitale per far incrociare le loro labbra, in un tafferuglio di lingue e dita intrecciate.

Combriccole di giovani che, per scommessa, si divertivano a scippare persone più anziane, e come sempre venivano inevitabilmente acciuffati e puniti con una ramanzina se non qualche scazzottata.

L'odore pungente del sangue umano che scorreva a litri, pompato da diverse decine, se non centinaia di cuori, raggiungeva come un profumo inebriante le narici di quell'ombra che, dall'alto, osservava gli umani con distaccato interesse, chiedendosi quale fosse lo sventurato (o sventurata) che gli avrebbe offerto, volente o nolente, sostentamento.

Schiuse le labbra in una risata silenziosa, tirandole leggermente così da scoprire i canini, bianchi e affilati.

Il vento leggero di ottobre gli carezzava il volto pallido, scompigliando leggermente i capelli scuri come la notte, mentre i suoi occhi, azzurri e luminosi, studiavano la folla di persone al livello del suolo.

Difficile era interpretare quegli occhi. Vi brillava una malcelata malizia, un divertimento quasi puerile, una specie di disinteresse che in realtà celava la capacità innata che, fin dalla sua vita umana, lo caratterizzava, il saper discernere e capire le persone come fossero parte di sé.

Damian Assange, accucciato su un tetto, continuava a studiare le persone che scivolavano lente sul selciato sporco delle strade.

Balzò di nuovo, rapido e scattante come un felino, i muscoli duri e resi mortalmente potenti dalla sua Seconda Nascita oltre due secoli addietro, guizzarono con l'eleganza tipica della sua specie.

Molti lo guardavano con sospetto, anche tra le sue amicizie 'umane'.

Vampiro di stirpe Lancaster, stirpe famosa per aver da sempre generato redivivi mentalmente instabili con inclinazioni psicopatiche.

Non si definiva pazzo. Era semplicemente incline al comportarsi nel modo più strano ed imprevedibile possibile, e quel suo carattere così stranamente infantile non veniva quasi mai approfondito.

Si passò una mano tra i capelli scuri, sistemando una ciocca oltre l'orecchio, mentre faceva proprie informazioni appena sussurrate.

Sorrise maggiormente, ascoltando i 'ti amo' sussurrati in segreto, storie di tradimenti che venivano celati ai più non sfuggivano ai suoi sensi affilati e potenziati.

Il rumore umido di baci rubati, il fruscio di una mano sulla pelle nuda, il rumore di un cuore che accelerava i battiti.

Niente poteva scampare al suo udito fino, alla sua forte empatia, alla sua straordinaria comprensione dell'animo umano.

Poi, qualcosa lo distrasse.

Un mantello frusciava dietro una figura, un ragazzo probabilmente, a giudicare dall'odore. Voltò lo sguardo, saltando di tetto in tetto per seguire quella curiosa figura.

Matricola.”, si ritrovò a pensare, quando si accorse che dietro di lui un gruppo folto di studenti anziani del Collegio di Aldenor, riconoscibili dallo stemma sui mantelli, urlavano cercando invano di acciuffare il fuggitivo.

Il ragazzo perse secondi preziosi, dopo essere inciampato in una depressione del selciato. Si guardò attorno, mentre gli studenti anziani si stessero avvicinando.

Damian continuò a seguirlo, finché intuì ben prima del ragazzo che la direzione che stava seguendo lo avrebbe portato senza ombra di dubbio a finire in un vicolo cieco.

Lo precedette dall'alto, appollaiandosi sulla grondaia, un sorriso divertito sul viso, le gambe penzolanti che oscillavano.

Sì, quel ragazzo si era decisamente cacciato nei guai. Guai grossi.

La feluca ancora calata sul viso, il sorriso beffardo che aveva sul viso incuriosirono il vampiro.

Notò i capelli rossicci del ragazzo, la corporatura non esile ma nemmeno troppo massiccia, tipica di un ragazzo che era prossimo al diventare uomo.

Ma la cosa che maggiormente lo colpì fu l'odore del suo sangue. Ricco di adrenalina, sentiva distintamente il suo cuore pompare quel liquido così profumato nei suoi vasi sanguigni, suscitando nel vampiro un desiderio cocente di assaggiarlo. Si leccò con fare pensieroso le labbra, ignorando per qualche istante la sua voglia di sangue.

Si era ripromesso di non ferire mai giovani matricole, ma soltanto individui poco raccomandabili. Stupratori, ladri, assassini. Mai uno studente.

Poi un rumore di passi lo distrasse. Gli studenti anziani lo avevano raggiunto, e sembravano del tutto intenzionati a fargli passare un brutto quarto d'ora.

Immaginò il ragazzo impegnato per le prossime settimane a pelare patate, come spesso ero successa anche a lui, al suo anno da matricola.

Scosse la testa, e con una risata divertita si buttò giù dal tetto. Atterrò non visto dal fuggitivo, alle sue spalle, mentre gli studenti anziani retrocedevano di un passo avendolo, al contrario, notato.

Sorridendo divertito afferrò con un braccio la matricola per la vita, e tappandogli la bocca con l'altra mano, balzò di nuovo verso l'alto.

Sta' fermo, giovanotto, o il tuo sangue finirà per farmi perdere il controllo.”

Sussurrò roco al suo orecchio, ci aveva visto giusto. Il suo sangue aveva un odore tremendamente invitante, il suo corpo caldo, leggermente affaticato, rischiava di risvegliare il suo lato più istintivo e pericoloso.

Lasciò la sua bocca e la sua vita solo quando, dopo diversi salti e centinaia di metri percorsi, si ritrovarono vicino all'argine del fiume.

Il ragazzo saltò all'indietro, allontanandosi dal vampiro.

La feluca gli era volata via, e adesso Damian poteva discernere il suo viso leggermente lentigginoso, gli occhi scuri. Sorrise.

Cosa pensi di fare, mostro?”

Il ragazzo sibilò, tirando fuori una croce da sotto la camicia, fissando arcigno il vampiro. Damian alzò un sopracciglio, fissando prima gli occhi, poi la croce scintillante.

Metti via quell'affare, se avessi voluto ucciderti, avrei potuto farlo fin da subito.”

Scese il silenzio, mentre la matricola rifletteva alle sue parole. Lentamente, senza allontanare gli occhi dal redivivo, infilò nuovamente la croce sotto la camicia, annullandone l'effetto.

In un lampo Damian gli fu dietro, le dita affusolate che accarezzavano lo zigomo caldo del ragazzo.

Profumi di pericolo, giovane matricola.”

Una risata roca lo scosse, e lasciò un morso leggero sul collo del ragazzo che tentava invano di liberarsi. Lo lasciò andare subito dopo, sorridendo con finta innocenza.

Non hai paura di me, ragazzo?”

No, non la aveva, o se la aveva sapeva come celarla. E questo intrigava Damian; infilò le mani in tasca, fissandolo negli occhi. Poteva ammaliarlo, si disse, quando il ragazzo ricambiò con ostinata sfacciataggine il suo sguardo.

Sì, no, forse. Sono cresciuto con i monaci, non mi fai paura, vampiro.”

Di nuovo rise, di gusto. La sfacciataggine di quel ragazzo lo divertiva. Era abituato ad un atteggiamento simile, da parte di un altro uomo, ma lo studente era diverso. La sua sfacciataggine non era indice di una maschera, era il suo vero carattere.

Sei sicuramente un Lor...”

Il ragazzo sbuffò, indispettito. “Sì, sono un Lord. Mi chiamo Julian, vampiro.”

Il redivivo gli si fece di nuovo vicino, avvicinando una mano al suo viso per scostargli una ciocca di capelli. Ma Julian lo precedette, e con uno schiaffo allontanò il suo braccio.

Damian Assange. Mi devi un favore, Julian Lord. Ed io...”

Gli fu di nuovo alle spalle, rapido come il vento, il braccio destro serrato attorno alla sua vita, la mano sinistra a reclinargli con ferrea delicatezza la testa all'indietro. Poggiò di nuovo le labbra sul suo collo, strusciandole fin sopra la sua mascella, ridendo roco e gustandosi il suo brivido, una sensazione che gli cresceva nel petto, ben oltre l'attrazione fisica.

Era affascinato da Julian.

Io riscuoto sempre dai miei debitori.”

Sussurrò di nuovo al suo orecchio, mordendolo sul lobo, mentre il ragazzo continuava a protestare, cercando di infastidirlo inutilmente con gomitate sull'addome e tallonate sulle ginocchia.

Lasciò la presa, e con un paio di balzi sparì nella notte, lasciando Julian Lord ad imprecare sonoramente contro di lui; la sua minaccia di vendetta si perse nel vento , suscitando sulle labbra di Damian un sorriso divertito e, stranamente, felice.

   
 
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