Fanfic su artisti musicali > Tokio Hotel
Segui la storia  |       
Autore: _Ellie_    27/04/2008    6 recensioni
{Una FF su Gustav}
Si, perchè io sono l’eterna idiota, il tipico personaggio delle favole che s’inciufola del principe azzurro, sapendo benissimo che non è stato, non è e non sarà possibile. Il masochismo esiste, gente. Il solo fatto di bramare “l’ama e sii amato” è da considerare il primo passo verso la pazzia, la frustrazione, le risate per cavolate, le uscite con altri uomini fallite per il solo fatto che loro non sono lui.
Genere: Introspettivo, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Questa storia è tra le Storie Scelte del sito.
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
1

1.Especially With Him.



Sì, perchè tra sonno ed incubo, ci sono i tuoi occhi.
Non ti chiedo troppo.

Non credo.
Forse solo un poco d’affetto.

Ma quello l’ho già...?
Non so.

Dio, sei così... impenetrabile.
No.
Immoto.
Si, sei immoto. Un poco estraniato.
Distratto, tranquillo.

Sarcastico, diplomatico.
Serio, malizioso.
Solo Schäfer, senza troppi casini.

Ed io sono solo il tuo tecnico del suono, Dorcas Shröder.

L’eterna idiota, il tipico personaggio delle favole che s’inciufola del principe azzurro, sapendo benissimo che non è stato, non è e non sarà possibile.
Il masochismo esiste, gente. Il solo fatto di bramare “l’ama e sii amato” è da considerare il primo passo verso la pazzia, la frustrazione, le risate per cavolate, le uscite con altri uomini fallite per il solo fatto che loro non sono lui.

Mi aggiusto la gonna con un movimento secco della mano. Sbuffo, attorcigliando una ciocca dei miei capelli sull’indice.
Sono nervosa.
Tanto.
Odio quando gioca con me.
Quando distrattamente osserva l’ondeggiare della gonna, tutto tulle e cotone, sui miei fianchi. Odio quando i suoi occhi intoppano con i miei, e nella mia testa parte “Don’t Stop Me Now” dei Queen.

Poco fa, in corridoio, non aveva maglietta.
Colpo al cuore numero uno.
Mi ha fatto ridere anche quando non volevo.
Si può odiare chi si desidera?
Ha sfiorato le mie dita, ha toccato i miei capelli.

Si è impossessato della mia testa con solo uno sguardo ilare.
Come possono, quei semplici occhi castani, bloccare il mio raziocinio per cinque duri secondi?

.-.-.-.-

Oh, merda.

Ci rinuncio.

-non devi battere cosi forte! Non si sente la chitarra!

Sospirai.

-e non mi guardare con quella faccia! Non è colpa mia se oggi non ci sei!

Cerco disperatamente di ucciderla con lo sguardo, ma i miei poteri soprannaturali devono essersi andati a farsi fottere, oggi.
L'osservo con la coda dell'occhio, una mano a strofinarmi la tempia, mentre con l'altra poggio distrattamente le baccchette sul tamburo.

-e mi vuoi rispondere, Cristo Santo?!

Secondo sospiro nell'arco di due minuti scarsi. Mi fotterò i polmoni, continuando così.
Ultima occhiata disperata a Dorcas.
No, non è scomparsa in una nuvoletta di fumo, come grazie divina vorrebbe.

-io non capisco cosa ti stia succedendo oggi, Gustav. Sei assolutamente...

Bla, bla, bla.
E poi altro bla. Ma come non sapevi che bla? E certo, blaaaaaaaaaaaaa!

Si può odiare e conseguentemente uccidere il proprio tecnico del suono?

-Dorcas, grazie per frantumarmi le orecchie per il ragguardevole record di...- diedi un'occhiata distratta all'orologio - cinque minuti di puro monologo.

Alzai lo sguardo, giusto in tempo per vedere gli occhi in gloria di Dodò ed il suo successivo sbuffo.
La ragazza la prese con spirito, come sempre.
Si limitò a girarsi ed andarse, il passo pesante di un katerpillar e la gonna in vero stile hippy spumeggiante sui suoi fianchi.

Tanto lo sapevo che stava sorridendo.

Mi alzai dallo sgabello, seguendola.

-guarda che ho finito di farti la ramanzina.

I suoi occhi mi gelano con un'occhiataccia, mentre schioccò la lingua sardonica.
Incarcai il sopracciglio, sorridendole di rimando.

-tu non finisci mai, è dalla prima sessione di prove che non molli l'osso.

Persevero. Tanto lo so, che riesco a farla ridere dopo pochi minuti.
Conto sulle dita.

-il che è successo ben tre anni fà, piattola.

Mi squadra un instante, indispettita.
E poi si limita a osservare il corridio davanti a sè per due lunghi minuti.

Ed adesso si morderà il labbro per non ridere.

Come volevasi dimostrare, lo stà facendo.
Stà stuzzicandosi il piercing con la punta della lingua, un guizzo rapido, come la lingua di un gatto. Si morde l'interno della guancia, per non darmela vinta.

-ma ormai mi dai fastidio da troppo tempo... mi annoierei senza i tuoi perenni bla-bla.

Chiusi le dita della mano sinistra a becco, portandomele poi al viso.

-vero, Dodette?

Apro e chiudo le dita della mano, imitando il tono di voce squillante di Dodò.

-non puoi non parlargli, caVa. Ormai mi ha anche ribattezzato Dodette! Sono solo una povera mano. Quando non ci sei tu, ci sono io. Ti rendi conto del lavoraccio che mi dai?

Annuisce senza guardarci. Ripensandoci, forse non vuole avere la visione di me a petto nudo per colpa dell'afa berlinese?

-Gustav, Dodette, lieta di fare la vostra conoscenza. E, Dodette... continua così, vai forte piccola.

Sorrido, dirigendo la mano verso di lei e cercando di pizzicarle il naso.
Dodò prova a sfuggirmi, agitando la sua mano e scacciando la mia. Per poi girarsi, intercettando il mio sguardo.
Un paio di occhi d'un cupo blu che scintillano, forse, d'ilarità.
{O forse no.}
Un colpo al cuore, nonostante il mio sorriso rimanga imperturbabile.
E poi un lieve ed impercettibile sorriso obliquo, che si trasforma in una risata quando riesco ad afferrarle una ciocca di capelli decorata con perline di tutti i colori, molto stile afro.
Gridolino di vittoria da parte di Dodette. Risata cristallina da parte della Dodò.
Prova a liberarsi, ma non ci riesce.
Il contatto con le sue dita lisce e fredde, mi dà un lieve senso di calore alla bocca dello stomaco.
Forse è per questo che la mia amica Dodette non mollarà questa ciocca di capelli, ne andasse della sua stessa vita.

La risata di prima si diluisce in un gran sorriso che le circumnaviga la faccia. Distoglie gli occhi dai miei, incrocia le braccia al petto dandomi l'impressione che non sappia proprio dove metterle.
Mi sembra quasi imbarazzata.

Ma forse era solo un'illusione ottica.
Per me l'importante è che l'abbia fatta ridere.

Modestamente sono gustav schäfer, nome in codice: buon samaritano. Che sia volente o nolente non importa: tutti si affidano a me ciecamente, con la scusa che sembro un beato in processo di canonizzione.
E sono profondamente convinto di esserlo, dato che sono circondato da tre schizzati e ancora non sono stato internato in un manicomio.

Tre schizzati più un manager stressato.
Più un bodyguard-mastino.
Piú una crew di deliranti e oppressi omucoli/e che *col cacchio* vivono una placida vita al seguito dei Tokio Hotel.

Che, come detto prima, sono una manica di pazzi furiosi.

Più lei.
Lei.

Il mio tecnico del suono.

Pignola.
Esagitata.
Acida.
Dolce. Espansiva, affettuosa, anticonformista, originale. Anti-fan.
Amorale, maliziosa al limite del volgare.
E con un linguaggio da scaricatrice di porto.

Anomala.

Magra, alta un metro ed uno sputo, una bassotta {perfino più di me, il che è un toccasana per il mio ego virile}, una cascata di riccioli bianchi e ciocche di perline e rasta. Occhi blu-violaceo, pelle olivastra ed una spuzzata di lentiggini sul naso.

E quelle labbra rosee, con incastonati due piercing. Uno nel centro del labbro inferiore, l'altro sul lato sinistro del primo.

L'arrivo in corridoio, e la conseguente stoppata ad opera del braccio di Dodò, mi distrae da pensieri poco casti sulle sue gambe.
{E come mi sono ritrovato a pensare al suo fisico...?}

Ebbene sì, perchè il corridoio da sul salone.

E come ogni abituée della casa-studio Kaulizt, Listing&Schäfer sà, nel salone si concentrano le virtù e le torpitudini di questa casa.

Ovvero, rispettivamente, io e poi loro.
Loro.

-TU!

Tono furioso di Tom, occhiata indifferente di Georg.

-sei seduto sul mio capellino dei SOX della Chicago-1967-AtalantaMatch-Edition!

cCredo che l'occhiata indifferente di Georg sia dettata dal fatto che abbia tra le braccia Christa. E quando Georg { Dolcemente soprannominato dalla ragazza "Rapunzel" } è con Christa, stacca la spina.

Sempre che si ricordi di attaccarla, ma quello è un'altro paio di maniche.

Osservo con la coda dell'occhio come Dodò si caccia la mano in bocca per non ridere.
Ovviamente, Christa è amica sua. E, ovviamente, e mi sempre di ridondare persino troppo, in questa ridondante frase, Dorcas è la calma e pacifica tra le due.
Afferrate gli annessi e connessi?

-Tom.

La voce particolarmente rauca { i baci alla Georg fanno questo effetto, e, prima che me lo chiediate, non ho avuto la "fortuna" di sperimentare } appartiene a quel paio di braccia cariche di anelli e bracciali che si afferrano alle spalle del nostro bassista.
strano che non siano in altri posti.

-ma io ti vengo a rompere con i miei ciondoli, quando non ne trovo più perchè sono, casualmente, divenuti regalo-ricordo last-minute delle tue notti di passione?

Tom inizia a fischiettare, girandosi i pollici e saltellando da un piede all'altro con aria assolutamente distratta.

-e non cercare di svicolare, Kaulitz.

Sospiro da parte di Georg che, ovviamente, non stacca gli occhi dalla faccia assolutamente sconvolta, rossa e scazzata di Christa, che a sua volta cerca di fulminare Tom con lo sguardo.
Inutile cara, oggi i poteri soprannaturali fanno cilecca.

{o forse dipende da chi ti è affianco?}

Dopo un gioco di sguardi con Dodò, decidiamo sganasciarci dalle risate silenziosamente, solo per non disturbare quello storico incontro tra cervelli a livello mononeuronale.

Ed ecco che Georg dimostra di avere una voce.
Che in quel momento è sullo stile i-wanna-you-to-do-something-that-is-currently-censured-mode-on.
Tanto lo sò che ci arrivate anche voi.

-Come riesci ancora ad articolare un'acidità coerente?

Sguardo interrogativo da parte della ragazza, fissa da ben {udite udite} due mesi e mezzo!

-apro la bocca, parlo, penso e prendo ossigeno?

A parte il fatto che ormai Dorcas è appogiata alla parte per non cadere a terra, è che i suoi occhi { come fari } sono strizzati per impedire a delle lacrime d'ilarità di scendere, che la sua bocca è spalancata in una risata muta è che il fatto di poggiarsi al muro e contemporaneamente scivolare per terra le stà alzando pericolosamente la gonna { su, verso la grande incognita della mia vita }, vorrei sottolinerare l'ordine con cui Christa ha esposto gli atti.

Ragazzi, è il riassunto della sua personalità.

L'espressione di Georg si rabbuia.

-questo non và affatto bene, i mie poteri staranno perdendo efficacia..?

Il suo tono seCsi ovviamente fulminò la povera ragazza, che non avendo occhi che per lui, non face caso a Tom che cercava di suicidarsi con l'orlo della sua felpa per la melensaggine che fluttuava nell'aria.

-ah, di quello non ti devi preoccupare.
Pigolò, la voce debole. Un giorno o l'altro, MisterOcchiVerdi farà venire un'infarto a quella povera ragazza.
-la testa me l'hai già fatta perdere.

Tom tornò alla riscossa, spuntando oltre la spalliera del divano sul quale i due stavano l'uno nelle braccia dell'altro.

-oserei suggerire, lovers, di perdervi nelle braccia della passione nella camera del nostro, ormai cerebralmente deceduto, bassista.

I due non gli fecero caso. Al che io ebbi pietà di Tom e dissi le paroline magiche utili per far sloggiare quei due conigli.

-Saki ha comprato tre casse di durex in più, tutte in camera di Tom, Georg.

Neanche gli avessi pubblicizzato il nuovo basso della Sandberg, il ragazzo ha afferrato Christa come una qualsiasiasi ragazza vuole che il suo principe azzurro la prenda, ossia scarrozzandosela in braccio, cosa che ovviamente Christa ODIA, per scomparire sù, verso il piano di sopra.

Tom li guarda andarsene, crucciato.

Sà che la sua camera è la prima porta del corridoio.
E sà che è insonorizzata.
E sà che, invariabilmente, Georg ha sequestrato camera sua per le prossime tre ore.
ebbene sì, noi Tokio Hotel, per le cose sconce, utilizziamo la camera di Tom.
Non tanto perchè lì, con tutto il materiale che ci gira, ci siano sempre nuovi spunti.
Ok, l'ammetto, anche per quello.

Ma, soprattutto, perchè camera sua è l'unica con il letto a tre piazze.
Però è una cosa complicata, utilizzare la camera di tom.

Prima di tutto, per trovare il letto in tutto quel casino.
Secondo: sempre che ci sia ancora un letto a qualche parte.
Mica lo si vede a prima vista.

Ma tutto fà brodo. anche il gioco "alla ricerca del letto perduto".

Mi avvicino al povero, sconsolato Tom che, oltre avedersi sbattuto fuori dalla sua camera, ha ritrovato quello che ne restava del suo capellino.

Con una pacca solidale sulle sue gracili e svettanti spalle lo faccio tossire per mezzo minuto. Poi mi dirigo in cucina, mentre lui cerca di uccidere me e Georg a forza di imprecazioni.

Dodò mi segue liberando una fragorosa risata. Mi giro verso di lei, osservando come si tiene pancia con le mani, il viso distorto in un'espressione di pura ilarità.
I suoi capelli bianchi sono come una nuvola vaporosa che la sovrasta, mentre le spalle sono scosse da sghignazzate poco signorili.

È così comico il modo in cui ride, che mi ritrovo a ridere con lei.

Tom ci osserva con un'espressione trà il malizioso ed il vispo.
{ Mi chiedo perchè. }
Poi, alle spalle di Dodò, mi sillaba silenziosamente un "datti una mossa."

"Però con che?" sillabo io di rimando. Lui non risponde, sbuffando spazentito.
Lascio passare una singhiozzante Dodò in cucina, per poi chiudere la porta e rimanere solo con Tom.
Capendo l'antifona, si avvicina con passo saltellante, i rasta come tanti serpentelli, osservandomi con uno scintillio malizioso.

-Gugu, quando ti darai una mossa?

Inarco il sopracciglio.

-mossa con che, scusa?

Adesso tocca a lui inarcare il sopracciglio.

-Ma con quella là!
-là?

Indica spazientito la porta alle mie spalle.

-ma si, lei!
-lei.
-lei!
-lei?

Tom sbuffa, sconsolato.

 

 

 

 

.-.-.-.-

 

 

Disclaimer: I Tokio Hotel non mi appartengono, no scopo lucro, riferimenti a cose/fatti/persone puramente casuali.

Allora, una semplice storia corta su Gustav Schäfer ed un'altro personaggio, ovvero il suo tecnico del suono, alias backliner, alias un sacco di cose.
Che, in questa storia, è una ragazza. XD
Prevedo che sarà cortina, sui due-tre chap ed ovviamente adorerei ricevere commenti, critiche, etc.
Comunque, vi lascio in balia di Dorcas, a voi il giudizio. <3<3<3

Per leggere l’originale su THFF (in cui l’ho pubblicata con il nick di _Ellis_), qui.

 

   
 
Leggi le 6 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Tokio Hotel / Vai alla pagina dell'autore: _Ellie_