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Autore: Il cavallo di Brian    17/11/2013    0 recensioni
Gerard è un diciassettenne che deve affrontare i classici problemi di un adolescente che si trova davanti mille occasioni, ma che a volte non riesce a cogliere l'attimo e pensa troppo alle conseguenze. Però non è solo: al suo fianco ci sono i suoi migliori amici Jared e Alex, anche loro avviliti come Gerard in cerca di risposte.
[Dal primo capitolo]
Tutti e tre erano attanagliati da dubbi, problemi, ripensamenti e il nervosismo li uccideva dentro, costringendoli a sfoggiare sorrisi smaglianti quando in realtà si sentivano morire dentro e preferivano di gran lunga indossare questa maschera, piuttosto che piangersi addosso davanti ai loro amici, che tanto non avrebbero capito e si sarebbero limitati a rifilargli qualche frase fatta inconcludente che tanto non si adatta mai alla vita vera, alla vita di un diciassettenne !
Frerard, ma nella storia si intrecciano anche altri personaggi; spero le darete un'occhiata!
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Frank Iero, Gerard Way | Coppie: Frank/Gerard
Note: AU, Lemon | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Mi vergogno perchè sto aggiornando dopo circa quattro mesi.. I'M SO SORRY D: ! La scuola purtroppo è incominciata e io non ho molto tempo da dedicare al mio pc perchè ho il doppio da studiare! Presto aggiornerò e presto accadranno tante nuove cose (dah ddah dddaaaaah).
Continuate a seguire la storia, recensite, sopportatemi, mangiate verdure e bevete tanta acqua!

RAGE and LOVE, Gaia.


6. I'm not the villain despite what you're always preaching

-Gerard, alzati. Devi studiare!-
-Mamma è troppo presto!-
Gerard rantolò tirando su il lenzuolo finchè non gli coprì completamente la testa.
Le giornate estive passavano lente e noiose, luglio era ormai finito e Gerard doveva fare i conti con le due settimane di volontariato con i bambini e soprattutto i compiti che gli erano stati assegnati per le “vacanze” estive.
La madre preferiva che riuscisse a farne una buona parte prima di agosto, ma non aveva mai avuto voglia di assecondare questo desiderio; e dopo l’anno che aveva appena finito, aveva intenzione di non fare assolutamente niente per tutto il resto dell’estate. Ma anche la noia giocava la sua parte: passava i suoi pomeriggi davanti al computer fino a sera quando finalmente si decideva ad uscire di casa, a prendere una boccata d’aria e vedere i suoi amici. Se da una lato, però aspettava la scuola con ansia dato che questo sarebbe stato il suo penultimo anno al liceo, dall’altro era più spaventato dallo studio e dai compagni, in particolare Lyndsey. A quanto pare la bellissima bionda stava vivendo pienamente ed allegramente la sua estate dopo “essersi tolta questo peso” dal petto: Gerard!

Eventi e serate erano sempre i più divertenti e interessanti, in particolare quando facevano esibire band emergenti e soprattutto da quando Frank se n’era andato in vacanza con i suoi. Era partito da qualche giorno, ma Gerard sembrava abbastanza tranquillo: erano stati separati per sei mesi, sarebbe riuscito a sopportare di stare senza di lui per una settimana e grazie ai suoi amici e alle calde e lunghe serate estive era più facile non pensarci. Ma la sua testa era affollata di dubbi, erano successe cose in quei mesi che Gerard ovviamente non conosceva, per quanto lo riguardava, Frank poteva anche avere una ragazza, o addirittura un altro ragazzo, e magari il voler riparlargli era solo un pretesto per vendicarsi e fallo soffrire quasi quanto aveva fatto lui con Frank. Gerard però era irriducibile, gliene aveva combinate tante a Frank e sperava veramente con tutto il cuore che non venisse mai a sapere cosa aveva fatto alle sue spalle, e questo riguarda in primo luogo Eliza.

Eliza era una coetanea di Gerard, amici fin dall’asilo e da circa tre anni lei si era perdutamente innamorata di lui, ma non aveva mai potuto averlo tutto per sé, anche se il moro non aveva mai confessato di provare una certa attrazione verso di lei, e tutt’ora si sentiva un po’ strano quando la vedeva. Eliza si era innamorata di Gerard, ma dopo aver ricevuto due rifiuti, dato che lui l’aveva sfanculata perché impegnato in altre relazioni, si era un po’ rassegnata e probabilmente il suo interesse si era affievolito col tempo. Anche se questa era riuscita ad ottenere qualcosa dal moro: in ben due occasioni diverse si erano baciati, si erano solo baciati, ma erano stati comunque due BEI baci, quei baci che fanno vedere nei film che si danno gli innamorati sotto la pioggia mentre tutto il mondo intorno a loro si blocca per guardarli amarsi in quel frangente lungo abbastanza da far incontrare due lingue, farle sfiorare, sovrapporre e infine separare. Insomma, davvero non cose di poco conto, e Gerard li ricordava, ricordava perfettamente quei baci. Uno glielo aveva dato prima che Frank entrasse definitivamente a far parte della sua vita, quando Gerard era ancora un ambiguo eterosessuale che aveva ricevuto una classica delusione d’amore e veniva coccolato da tutti; la seconda, invece, mentre stava con Frank, proprio nel momento in cui si stava avvicinando a Lyndsey e quindi aveva occhi per tutti tranne che per il suo piccolino.
Quella sera era stata veramente strana.
Era incominciata con una cena tra amici, poi erano usciti e avevano passato un paio d’ore con Frank, Jack e gli altri e alla fine era sbucata fuori Eliza, in tempo per far andare in confusione il cervello di Gerard e fargli dimenticare un dato importante: il suo fidanzato. Quella sera era bellissima, o forse lo appariva ai verdi occhi annebbiati del moro; i capelli lisci e castani che le coprivano appena le spalle, gli occhi grandi e azzurri con l’eyeliner nero che li evidenziava in maniera quasi inquietante e le tette in bella mostra, e probabilmente questa era l’unica cosa che ricordasse meglio di quella sera, probabilmente non aveva neanche notato se indossasse dei pantaloni o una gonna. Eliza aveva già qualcosa in mente, quella sera era decisa a fare qualcosa, ad incantarlo e a confonderlo probabilmente: Frank non le andava a genio! Si era avvicinata a Gerard con uno sguardo così malizioso sul volto che avrebbe fatto bruciare qualsiasi cosa. Gerard, dal canto suo, era solo un piccolo maschietto con gli ormoni a palla che ultimamente aveva più voglia di tette che di cazzo e quando quella ragazza dagli occhi di ghiaccio gli salì a cavalcioni sulle gambe non era più cosciente delle sue azioni; la prese per i fianchi e percorse con gli occhi il suo corpo formoso in pochi secondi e quando alzò la testa lei si gettò sulle sue labbra sottili e le coprì completamente con le sue più carnose. Lo baciò con voglia, con la lingua che stuzzicava quella di Gerard, incitandola ad uscire da quella bocca e lui l’assecondava, sentendo crescere l’erezione nei pantaloni, anche per il fatto che lei si strusciava ritmicamente su di lui come un gatto.
Praticamente se lo sarebbe scopato tranquillamente in quel secondo! Ma ancora una volta il buon senso arrivò e salvò quello sventurato ragazzo sul più bello, cioè quando sentì che quella gli aveva già slacciato i jeans e aveva cambiato posizione, separandosi dalle sue labbra completamente bagnate di saliva e pronta ad usare la bocca per fare altro.

Pensare a lei gli faceva venire i brividi, ma allo stesso tempo sentiva la rabbia e la tristezza salire e invadere il suo stupido cuore pieno di ferite e cerotti. Pensare a lei significava pensare alla sua debolezza e al suo tradimento verso la persona che amava sopra ogni cosa. Pensare a lei significava riportare alla mente litigi con Frank e dubbi sulla loro relazione, significava chiedersi se Gerard fosse veramente attratto da lui, anche perché non gli erano mai piaciuti i ragazzi, ma Frank sì! Questo per lui era come se fosse uno di quei misteri irrisolvibili e pensarci lo stancava, lo stremava e non arrivava mai ad una logica e convincente conseguenza del perché quel piccolo nanetto travestito da punk lo attraesse così tanto!
Quella sensazione strana e allo stesso tempo fastidiosa si abbatté su Gerard l’ultima sera prima che Frank tornasse. Si trovavano ad una festa e, tanto per cambiare, Eliza era completamente ubriaca e indossava un top davvero scollato, e questa era la seconda cosa che Gerard notò oltre al fatto che fosse completamente fuori. -Devo fare pipì!- ripeteva ridendo senza controllo. -Gerard mi accompagni a fare pipì?- e si gettò su di lui a peso morto. -Ehm Eliza, non posso!- sapeva che era ubriaca e non era cosciente, ma Gerard era visibilmente arrossito e si sentiva in imbarazzo, dato che glielo aveva chiesto davanti a tutti i loro amici. -Allora portami a casa!- sorrise prendendo delicatamente per il gomito nonostante non stesse capendo niente di quello che le accadeva intorno. Gerard annuì e le appoggiò una mano su un fianco in modo che lei si appoggiasse alle sue piccole spalle e per fortuna riusciva a camminare abbastanza bene e la strada da fare non era molta; per sicurezza Billie, Mike e Jamia seguivano i due e sarebbero stati pronti ad intervenire in caso Eliza non si fosse sentita bene. Quando entrarono nel giardino di casa della ragazza lei si mise a sedere sugli scalini in pietra che portavano al muretto per raggiungere l’abitazione, Gerard amava quel posto, aveva sempre un po’ invidiato casa di Eliza, cioè non l’aveva mai vista all’interno, ma amava il giardino con gli alberi e il vialetto di matttoncini in pietra per raggiungere la scalata principale. Lei si era fermata poco prima e fece segno al moro di andarsi a sedere accanto a lei e quando lo fece davanti a sé vide i tre che gli fecero un cenno e si nascosero a sinistra del grande cancello dell’abitazione attendendo che venisse messa a letto; Eliza stava seduta con una mano sulla testa, gli occhi chiusi stretti stretti e il sorriso sulle labbra, mischiando risatine e frasi sconnesse e senza senso, mentre Gerard voleva cercare di metterla a dormire e di andarsene, visto che domani avrebbero anche incominciato il volontariato con i bambini ed erano le due di notte. -Come stai Eliza, non hai sonno?-
-Assolutamente no! Ma tu chi sei?- disse ridendo come una pazza isterica.
Sono Gerard, ci conosciamo da una vita!-
-Mmmh io veramente avevo chiesto a Gerard di portarmi a casa!- scoppiò in una risata ancora più intensa.
-Sono io Gerard, Eliza! Non mi riconosci?-
E lei si voltò sghignazzando e lo abbracciò amorevolmente; puzzava terribilmente di rum. Gerard l’abbracciò, l’ultima cosa che avrebbe voluto era farla imbestialire in quelle condizioni.
-Vieni con me, andiamo a letto.-disse il moro alzandosi.
-Con te?- rise lei.
Gerard arrossì un po’, anche se lei non lo notò.
-N-no, intendevo ti porto su a casa a dormire, nel tuo letto!- balbettò.
-Oooooook!- si alzò traballando, ma quando si trovarono sotto le scale fece sedere il moro ancora una volta vicino a lei.
-Non mi va di andare a dormire, voglio stare con te!- pronunciò le parole con lucidità e chiarezza.
-M-ma è molto tardi, e io devo rientrare. Mi dispiace Eli- rispose cercando invano di convincerla, ma non ci riuscì e ancora una volta gli salì sopra.
-Baciami e ti manderò a casa!- disse seria. Gerard era confuso, ma qual era il suo problema? Intanto le labbra della ragazza si stavano incontrando con quelle del moro che, appena le toccò, si separò da lei.
-Eli ti ho baciata, ora possiamo andare a casa?-
-No ne voglio uno più bello!- protestò quella mettendogli sbadatamente le tette in faccia. Per un secondo il ragazzo cedette, ma stavolta fu l’odore dell’alcool che emanava quella ragazza a fargli aprire gli occhi, spostò Eliza da sopra il suo bacino, e cercò di dire qualcosa, ma quella lo precedette: -Buonanotte bello mio- sorrise e girò i tacchi salendo a fatica gli scalini. Gerard rimangiò quello che voleva dire e le fece un cenno con la mano, il fatto che fosse ubriaca era un po’ una fortuna pensò, scese in velocità i quattro scalini in pietra e raggiunse gli altri tre seduti sull’asfalto della strada e il moro giurò di aver visto Jamia dormire beatamente.

-Ti ha baciato la tettona?- esordì Billie quando rimasero soli.
-Ci ha provato.- disse quasi rassegnato il moro.
-E tu?- indagò il ragazzo con gli occhi verdi e brillanti che cercavano di cogliere qualcosa sul volto dell’altro.
-Niente, non mi andava. E poi era ubriaca-.
-Baci un po’ troppe persone tu…- concluse Billie con un sospiro quasi rassegnato e deluso.
  
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