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Autore: ann_luce    17/11/2013    3 recensioni
Fiamme.
Ancora fiamme.
Fiamme bluastre divamparono dinanzi a lei.
Non capiva bene dove fosse. Era come immersa in un mare di fuoco, da cui non c'era via di scampo.
Si guardò intorno. Tutto le sembrava così familiare... Dannatamente familiare...
Il calore la investì come un vento caldo, e la paura di non sopravvivere crebbe, sempre di più; la confusione e l'incertezza si limitarono ad occupare quel vuoto creatosi nella sua mente.
Un guizzo blu. Una figura immersa nelle fiamme.
Se quello non era l'Inferno, allora non sapeva cosa fosse...
Genere: Fantasy, Romantico, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Daniel Grigori, Luce Price, Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo
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Prologo

Your destiny is into of you

 

Fiamme.

Ancora fiamme.

Fiamme bluastre divamparono dinanzi a lei. Ben presto la vista le si offuscò, effetto dovuto al calore insostenibile creato dall’incendio. Non sapeva bene dove fosse. Era soltanto certa di trovarsi in un ambiente strano, surreale, che le ricordava qualcosa, ma non poteva dire con sicurezza cosa. Avanzò tentoni nel mare di fuoco che la circondava, e con una mano tentò di risparmiare all’olfatto l’odore pungente del fumo, che la costringeva a tenere gli occhi chiusi, anche se, in quelle circostanze, servivano a ben poco. Tutto era un baluginare di fiamme blu e rosse, e talvolta una guizzo giallognolo interrompeva la sequenza creatasi con il tempo. Sembrava di stare all’… Inferno. Non avrebbe saputo trovare modo migliore per esprimersi. Quel termine, quella parola che aveva un significato negativo, suscitava in lei ricordi fievoli come la luce di una candela, fragili che al solo pensarci potevano scomparire come trascinati dal vento. Ma non poteva pensare a questo. Non adesso, almeno. Doveva trovare una via d’uscita, o sarebbe morta soffocata. Ma non c’era scampo. Si stava avvicinando sempre di più alla morte, e sebbene cercasse di correre e dirigersi verso la direzione opposta, le sue gambe non rispondevano. Erano come paralizzate, forse dalla paura. Anche le altre parti del corpo sembravano non appartenerle. Non erano sue, o almeno così credeva. Quel senso di impotenza non fece altro che accrescere la sua rabbia e il suo timore, e mentre le lacrime rigavano il suo viso, tra le fiamme intravide una sagoma, scura, opaca, parte dell’incendio. I suoi tratti a malapena si distinguevano dal rosso che li circondava. Era difficile capire chi fosse, se non impossibile. Eppure lei aveva una strana sensazione, mai vissuta prima d’ora. Conosceva quell’individuo. Le era familiare, come, d’altronde, la situazione in cui si trovava. Avanzò, con una mano a coprire la bocca, l’altra tesa verso la figura, aspettandosi di non toccare nulla, come in un miraggio. Non poteva essere altro. Probabilmente si trattava di sua madre, o di suo padre, le cui immagini erano state rielaborate dalla sua mente per trovare un’ancora di salvezza grazie a cui fuggire. Invece, con sua inaspettata sorpresa, la mano si imbatté in qualcosa di viscido e compatto, vagamente familiare. “Bill”. Una voce nella sua mente suggerì quel nome, come se non le appartenesse nemmeno quella. Chi era Bill? E come mai sentiva di conoscerlo bene? Le domande retoriche, però, non l’aiutarono a sfuggire a quel senso di paura che cominciò ad attanagliarle lo stomaco, per poi arrivare al cuore, stimolandolo a battere di più, sempre di più. Se quello non era un miraggio, allora cos’era? La sua mano venne afferrata da un’altra dalla presa forte, determinata, malvagia, che la spinse ad urlare di dolore. Non riusciva a sentire più il polso, e come se non bastasse, le vene pulsavano frenetiche, cercando di liberarsi da quella stretta eccessiva. -Non hai più scampo, tesoro mio.- sentì dire da una voce, calda, persuadente, quasi provocatoria, prima che una fitta luce splendente disperdesse le fiamme come acqua fresca. Ben presto, la figura scomparve insieme al fuoco, e quel che rimase fu solo un immenso nulla. Si guardò attorno. Non aveva dimensioni, tantomeno confini. Era come trovarsi in una dimensione intermedia. Con sguardo confuso, osservò l’individuo che comparve a circa un metro di distanza. Era circondato da una luce eterea, quasi fosse nebbia, pura come l’acqua. Non poteva essere quella di prima. La sua aura emanava la positività, al contrario dell’altra. La ragazza si sentì attratta come una calamita, rincuorata dal senso di fiducia che le ispirava. Persa, beata, vuota… erano termini più che adatti alla “lei” di quel momento. La paura era sparita completamente, lasciando però un senso di vuoto, colmabile soltanto dalla confusione, stato in cui realmente si trovava. Quando, però, osservò con più attenzione l’essere davanti ai suoi occhi, venne investita da un’ondata di emozioni contrastanti. L’amore, l’odio… Ormai facevano parte della sua essenza, e non sapeva nemmeno il perché. Con passo tremante e insicuro, procedette verso di essa, contando sul suo autocontrollo e sulla sua calma. Sembrava di rivivere una situazione passata. Che però aveva dimenticato. Alzò lo sguardo. La visione che le si prospettò fu… paradisiaca. Per un arco di tempo che eguagliava quello di un battito di ciglia, intravide in quella luminosità un viso, il viso di una donna, dai tratti sottili e delicati, su cui ricadevano ciocche di capelli argentate e dorate. Sorrideva felice, le labbra incurvate in modo strano, rassicurante, che, insieme agli occhi, anch’essi argentati, conferiva al volto un che di perfetto. La perfezione era incarnata in quella  figura così familiare, come se fosse stata creata per quell’essere. Parlava con dolcezza e affetto, come una mamma con la propria figlia. Quel che diceva era incomprensibile alla ragazza che si trovava proprio di fronte a lei, e che sembrava incantata quasi quanto un cobra dal suono di un flauto. E mentre cercava di ridestarsi, di ritornare ad essere se stessa, un rumore assordante riempì l’aria con le sue note acute e fastidiose, e le facilitò il lavoro. Ben presto tutto cominciò a svanire nel nulla da cui  si era creato, e la donna dai capelli argentati fu avvolta da un manto luminoso, che coprì tutto il suo splendore. Fece in tempo a sussurrare soltanto alcune parole, dopodiché svanì, e quel poco di nulla che si era raccolto attorno a lei fu inghiottito da una voragine creatasi senza preavviso.

La ragazza corse nella direzione opposta, lontana dal vortice mortale che si stava espandendo. Se non l’avesse fatto, sarebbe stata risucchiata. A un tratto, perse l’equilibrio e cadde, come spinta da una forza invisibile. E in quel momento perse ogni forma di speranza. Stava per morire, lo sentiva. Gridò, prima di essere investita da un’onda d’urto, e scaraventata chissà dove, su un qualcosa di duro e piuttosto cigolante.

 Aprì gli occhi. Si ritrovò in un letto, nel suo letto, con la trapunta a fiori tessuta dalla nonna e i cuscini rosa pallido sparsi a caso vicino alla sponda. Per fortuna, era stato soltanto un sogno, un brutto sogno, da cui si era ridestata prima di trasformarsi in polvere. L’abaut-jour  del comodino emanava una luce fievole , e accanto ad essa, la sveglia emetteva il suono più rumoroso con cui ci si potesse svegliare. Indicava le tre. Probabilmente si era rotta. Di malavoglia, Luce  si alzò dal letto, e rimase seduta sul bordo, a pensare. Nel bel mezzo della stanza, avvolta da un’oscurità quasi totale, pensava alle parole che, nel sogno, aveva sentito pronunciare da quella donna dai capelli argentati. –Il destino è dentro di te.- . Guardò il cielo grigio attraverso i vetri della finestra. Quella frase non le era mai stata così familiare.

 

ANGOLO AUTRICI

Ciao, ragazze! Come vedete, abbiamo voluto iniziare la storia con il prologo. Misterioso, non è vero? Ok, come avrete capito, siamo in due a scrivere i capitoli, perciò, se trovate delle piccole imperfezioni e differenze stilistiche, sappiate che noi abbiamo tecniche completamente diverse. Recensite, e vi preghiamo di includere anche qualche critica, se necessario. Accogliamo sempre di buon grado consigli per migliorare! Ci vediamo al primo capitolo della storia, allora, con altri colpi di scena e mille sorprese tutte da scoprire! Au revoir! 

ann-luce

P.S. Vi consigliamo di accompagnare la lettura con l’ascolto della canzone Imaginary degli Evanescence. Non rimarrete deluse, ve l’assicuriamo!

  
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