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Autore: Allison_Jaris    17/11/2013    2 recensioni
Lilly è una ragazza semplice e curiosa che ama viaggiare. Un giorno, in compagnia di sua sorella e delle sue amiche, il mistero di un incendio doloso di 80 anni prima le affascina e le porta a indagare. Fra misteri, lettere e intrighi amorosi, ecco come delle semplici ragazze riusciranno a far venire alla luce gli "scheletri nell'armadio" di una povera ragazza tormentata dal suo destino
Genere: Drammatico, Mistero, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era una bella mattinata di sole e Lilly voleva passare una bella giornata con le sue amiche, giusto per staccare un po’ la spina dalla vita monotona di sempre, le sue giornate trascorrevano noiosamente: andava a scuola, tornava a casa, faceva i compiti, aiutava la sorellina Rose a fare i compiti,cenava e andava a letto con la consapevolezza che il giorno seguente avrebbe fatto le stesse identiche cose. Era stanca della stessa storia ogni volta, così prese il telefono e iniziò a digitate i tasti che si illuminavano al suo tocco, il telefono squillò un paio di volte prima che una voce femminile con l’aria di chi si è appena alzata dal letto rispose: C. -Pronto?- L. -Pronto Cathy, come stai?- Alla domanda seguì un lungo silenzio che si interruppe bruscamente con la voce arrabbiato e chiaramente innervosita di Cathy C.-Cheee…? Hai idea di che diamine di ore sono? No? Be, sono le 6:30 DEL MARRINO! ED E’ DO-ME-NI-CA! E tu mi svegli per chiedermi come sto? Ti sei ammattita per caso?- L. -Calmati! Volevo solo farti una proposta- Cathy tacque un momento, come per decidere se incazzarsi a morte con l’amica o fargliela passare liscia. C. -Dici- L.- Oggi è una bella giornata, perché tu, io, Rose e Alessia non ce ne andiamo al mare?- C.- Va bene- Disse Cathy con non molta convinzione. L.- Bene, allora ci vediamo fra mezzora alla grande quercia- C.- STAI SCHERZANDO?! Mi sono appena svegl…- tic.. Ma Lilly non finì di ascoltare la frase e gli attaccò il telefono in faccia, chiamò Ale e una volta convinta prese Rose e via! Subito alla grande quercia. La grande quercia era un grande albero che sorgeva al centro di un parco vicino a casa di Ale in cui le quattro ragazze andavano a giocare da piccole. Ora era il loro punto di ritrovo, un posto dove poter parlare liberamente senza la paura dei genitori o quant’altro per casa, insomma, il loro posto speciale. Quando Lilly e Rose arrivarono, Ale e Cathy erano già lì, ma in fondo era logico, Lilly e Rose abitavano molto lontano. C.- Sempre in ritardo, eh Lilly- Infierì Cathy A.- E pensare che sei stata tu ad avviare la cosa- L.- Dai, Ale! Non ti ci mettere anche tu!- Dopo un breve discussione su dove andare, le ragazze optarono per una nuova spiaggia libera sulla costa est, che fino ad allora era stata vietata al pubblico. Li un tempo sorgeva un antico hotel chiamato “Il Mare della Tartaruga” spiegò Cathy, ma un incendio distrusse ogni cosa, lasciando solo un mucchio di rovine bruciate. A.- Quell’hotel, prima dell’incendio, era considerato uno dei più lussuosi della città verso il 1930, solo poche persone potevano permetterselo, si dice anche che sia staso un incendio doloso, sembra che non si conoscano le cause, forse fu solo qualche invidioso … - L.- Quel posto sarà stato inagibile per almeno 80 anni!- R.- Già, e finalmente si sono decisi a dargli una sistematica per renderlo di nuovo agibile al pubblico-Commentò Rose che era la prima volta che si decideva ad aprire bocca da quando erano salite nella macchina grigia di Ale, l’unica in grado di guidare, Lilly aveva notato che la sorellina era stata tutto il tempo a guardare attentamente un foglietto che aveva fra le mani - ce l’aveva da quando, prima di salire in macchina, si era trattenuta in un bar per comprare delle gomme – Ma non gli chiese di che cosa si trattasse. Ale, cioè la ragazza alla guida, aveva 18 anni ed aveva la patente solo da qualche mese, era una ragazza molto sportiva, ma stranamente quel giorno si era messa un abito bianco semplice solo con un foulard viola in vita, con delle spalline senza maniche senza però rinunciare ai suoi inseparabili leggings anche se il vestito era così lungo che le arrivava quasi alle caviglie ed in fine aveva i capelli castani raccolti in un disordinato chingnon. Affianco a lei c’era Cathy, una diciassettenne con capelli biondi mossi che le ricadevano sulle spalle e le incorniciavano il bel visino cosparso da legere lentiggini e i grandi occhi verde opaco. Indossava un abito rosa shock che le arrivava sopra le ginocchia con una cinta dello stesso colore in vita e una sciarpetta di seta bianca decorata con perline al collo, a completare l’opera c’erano un gran paio di occhiali da sole in testa che le fungevano da cerchietto per capelli. Affianco a Lilly c’era la sua sorellina Rose de 16 anni, i suoi capelli ricci ribelli le coprivano gli occhi azzurri che aveva cercato di domare con delle mollette, ma senza successo, aveva dei pantaloncini bianchi ed una larga canotta nera con sopra il disegno di due gabbiani, ed infine c’era lei. Lilly era una ragazza di 17 anni, aveva una fluente e liscia chioma corvina che le arrivava ai fianchi e che, a differenza di quelli della sorella, i suoi erano sempre ben pettinati e al loro posto, tenuti indietro da una pinzetta bianca. Indossava una maglietta scollata azzurra con un merletto blu, che le metteva in risalto i suoi splendidi occhi del colore dell’oceano, un azzurro intenso pieno di sfumature, aveva una gonna nera che le arrivava al ginocchio e degli stivaletti bassi dello stesso colore. D’un tratto la macchina rallentò la sua corsa lentamente, fino ad arrestarsi del tutto, le ragazze scesero dalla macchina di Ale e si bloccarono di colpo, davanti a loro si apriva uno spettacolo mozzafiato, ogni tanto spuntavano dei gruppetti di palme con delle felci di diversi tipi di verde sparpagliate a terra, il mare era calmo e limpido, su di esso non si intravedeva nessuna barca o scoglio ma i raggi del sole scintillavano su di esso come le luci di una festa su una pista da ballo, le onde producevano un suono delicato e rilassante e lasciavano delle conchiglie sulla superficie di sabbia fine e morbida in cui le ragazze stavano affondando i piedi senza fiato a contemplare quel luogo. Solo allora Lilly si accorse che Rose aveva ancora quel foglietto in mano che aveva tenuto scrupolosamente per tutto il tragitto e così gli chiese: L.- Rose! Cos’hai in mano?- R.- Oh! Questa …? E’ una vecchia mappa del posto, di quando l’hotel era ancora in piedi, ho pensato di andarlo a vedere…- A.- Non credo sia una buona idea, è pericoloso… quel posto cade a pezzi- R.- Oh … dai! Solo un occhiata. Ti prego!- L.- Per me va bene, in fondo anche io sono un po’ curiosa di vederlo- C. -Bene, allora è deciso!- A.- Se siete tutte così convinte…- Disse Ale con non molta convinzione. Le ragazze si incamminarono verso l’hotel distrutto costeggiando il mare, avevano le scarpe in mano e proseguivano con i piedi nell’acqua. Più si avvicinavano alla meta più Lilly notava che pezzi di legno bruciacchiati, ferri arrugginiti, tubi e altri oggetti che Lilly non riusciva ad identificare aumentavano, poi scorse in lontananza un imponente figura emergere fra le palme, che ora si erano affittite, erano le rovine dell’hotel, si riusciva a capire che solo il piano terra e i primi due piani erano integri, o per lo meno quasi, balconi e terrazzi erano crollati, il secondo piano non aveva il soffitto e da un lato se ne era caduta una parete che lasciava intravedere una camera spoglia, le facciate del muro, un tempo bellissime e colorate, erano completamente annerite. Ora le ragazze erano di fronte all’hotel e riuscivano a scorgere una scritta incisa su una lastra di marmo incastonata nell’arcata sopra il portone d’ingresso che per metà era crollato. R.- Grande Hotel “Il Mare della Tartaruga”…- Lesse Rose ad alta voce, dalla loro posizione potevano vedere anche un cartello molto più recente con sopra scritto “Divieto di Transito”, ma non se ne curarono troppo. Le ragazze entrarono molto caute, l’interno era freddo e buio, il pavimento era di marmo a scacchi neri e bianchi anneriti, con molte mattonelle rotte e scheggiare o che ormai non c’erano più. C’era un doppio strato di fuliggine che ricopriva tutto, il vetro decorato a mosaico con vivaci colori non esisteva più, rimanevano solo alcune schegge attaccate alle alte finestre o raggruppate sotto di esse, al centro dell’immenso salone c’era ciò che restava del lampadario che prendeva quasi metà della sala, la superficie dorata fatta a ghirigoro era ricoperta da fuliggine e ruggine e le gocce di cristallo che sarebbero dovute pendere da esso erano sparpagliate per tutta la sala,sulla sinistra c’era un altro portone e in fondo c’era uno scalone di marmo bianco annerito che portava di sopra, le scale sembravano stabili anche se il corrimano di legno era interamente crollato o bruciato. A.- Continuo a pensare che sia una pessima idea- ribadì Ale, ma le altre non le diedero retta e iniziarono a girovagare per la sala curiosando in giro. R.- Questo posto doveva essere stato bellissimo un tempo … chissà perché gli hanno dato fuoco- C.- Bruciare questo posto solo per invidia è una cosa ignobile- disse Cathy arrabbiata, quasi stesse parlando con il responsabile di quello scempio, ma a quelle parole nella testa di Lilly affiorò un pensiero che involontariamente disse ad alta voce, forse più per se stessa che non per esprimere la propria opinione alle altre, L.- Io non credo che si possa essere così crudeli da fare una cosa del genere solo per l’invidia verso i più fortunati- Comunque sia ora tutte la stavano osservando incuriosite, nessuno di loro si era posta la domanda di che cosa potesse mai essere successo, e ora che ci riflettevano meglio erano d’accordo con Lilly C.- Allora perché, secondo te, lo hanno fatto?- Chiese Cathy titubante, quasi ad avere paura della risposta L.- Non lo so …- desse Lilly con una nota di irrefrenabilità nella voce L.- Ma visto che stiamo qui proviamo a scoprirlo- Disse mentre apriva impaziente il grande portone sulla sinistre – il che non fu molto difficile visto che era mezzo bruciato e stava cadendo a pezzi, come il resto dell’hotel del resto A.- Aspetta, potrebbe essere pericoloso- Provò a dire Ale, ma ormai Lilly era entrata i un’altra sala, molto simile alla prima, ma che si diramava in molti corridoi, che probabilmente portavano alle stanza degli ospiti. Lilly prese per andare in un corridoio qualsiasi ed aprì una porta a caso mentre le altre la seguivano. R.- Lilly! Ma che fai!?- L.- Forse fra gli effetti personali degli ospiti troveremo qualche indizio, qualcosa che ci faccia capire cosa è successo- C.- Sempre che sia rimasto qualcosa di integro- L.- E’ proprio questo che dobbiamo cercare… qualcosa di integro-. Le ragazze si divisero e iniziarono a perlustrare le stanze degli ospiti, per poi tornare nel salone d’ingresso portando con loro gli oggetti integri che avevano trovato al piano terra. Rose aveva con sé qualche bel vestito lungo con l’orlo un po’ strappato ricoperto di cenere, Cathy aveva dei fermacarte e una penna stilografica, Ale trovò qualche lettera ingiallita che stranamente si erano salvate all’interno di una cassetta di sicurezza e Lilly aveva trovato dei vecchi vestiti ricoperti di cenere, la piantina dell’hotel che aveva trovato nella cabina del portiere e le poche chiavi rimaste integre. Le lettere di Ale erano una conversazione fra due persone riguardanti un matrimonio, le persone che ne stavano discutendo si chiamavano Adriano e Giorgio mentre i pretendenti sposi erano una certa Miriam ed un certo Flavio, che a quanto pareva erano i loro figli. I tagliacarte e la penna stilografica non avevano frasi incise o altro che le potesse aiutare e anche i vestiti non erano di grande aiuto, le uniche cose erano le chiavi e la piantina dell’hotel dove erano scritti i nomi dei clienti che vi soggiornavano. Visto che al piano terra non avevano trovato gran ché, vollero andare al secondo, anche se erano un po’ titubanti, in fondo non avevano nessuna certezza che anche il secondo piano fosse stabile. C.-Io ho un po’ paura di salire- confessò Cathy R.-Credo che il primo piano sia sicuro, l’importante è non salire al secondo- L.-Ok, allora andiamo-. Sulla cartina c’era scritto che al primo piano c’erano le stanze più spaziose e lussuose dell’hotel, quindi Lilly era convinta che avrebbero sicuramente trovato qualcosa di utile, o perlomeno più utile di quello che avevano trovato al piano terra. Salirono le scale e attraversarono un lungo corridoio, per poi ritrovarsi al primo piano, che non era molto differente dal piano terra, forse un tempo poteva essere stato il più lussuoso, ma ora, con lampadari caduti,letti a baldacchino sfasciati, porte bruciate, tende stracciate e mattonelle rotte, il tutto ricoperto da muffa e fuliggine, era più simile a un film dell’orrore, trovarono molti oggetti arrugginiti che un tempo dovevano essere stati di valore, ma niente di significativo. Solo nell’ultima stanza del lungo corridoio le ragazze trovarono qualcosa che attirò particolarmente la loro attenzione, in un angolino della stanza, nascosto da una tenda caduta con l’orlo bruciato, si trovava un piccolo scrigno d’argento con delle bellissime decorazioni in oro che raffiguravano degli uccellini posati su dei rami di ciliegi in fiore. L.-E’ veramente bellissimo- C.- Chissà cosa contiene- Cathy prese delicatamente lo scrigno in mano e provò ad aprirlo C.- E’ chiuso a chiave- R.- Lilly! Prova a vedere se una delle chiavi che hai trovato apre lo scrigno!- L.- Hai ragione, me ne ero dimenticata!- Lilly prese le chiavi e se le rigirò in mano, poi una alla volta provò a inserirle nella serratura dello scrigno, una chiave riuscì ad entrare e Lilly la girò lentamente finché non sentì il chlack che stava a significare che lo scrigno era aperto. Quando lo aprirono, videro che al suo interno conteneva un piccolo diario,aveva i bordi d’oro e una copertina di un rosa tenue, Lilly lo prese e aprì la copertina, culla prima pagina c’era scritto: L.- Alba Maria, Pound street 103- Lilly prese la piantina dell’hotel e lesse i nomi che erano scrissi sulla stanza in cui si trovavano, c’era scritto Alba Maria Millitton e Miriam Edlin R.- Ma questa Miriam non è per caso la ragazza che si doveva sposare?- chiese d’un tratto Rose, era vero, Miriam era il nome della fanciulla di cui parlavano le lettere che avevano trovato C.- Ale, facci vedere quelle lettere che hai trovato!- Ale ubbidì e gliele pose, Cathy ne lesse velocemente il contenuto a mente C.- In queste lettere il padre di questa Miriam, Giorgio, parla con il padre di un certo Flavio,che si chiama Adriano, che sarebbe il proprietario dell’albergo- Tutte stavano prestando attenzione in silenzio C.- Sembra che volessero combinare un matrimonio, il padre di Miriam dice che sua figlia non è d’accordo, ma per il giorno delle nozze l’avrebbe convinta e per raggiungere questo scopo aveva parlato con Alba, la migliore amica di Miriam e gli aveva detto di provare a convincere sua figlia- A.- Ho sempre trovato una cosa ignobile i matrimoni combinati!- Disse Ale sprezzante C.- Lilly! Leggi cosa dice nel diario questa Alba- Provò a proporre Cathy, Lilly prese il diario e lo lesse L. -Le prime pagine parlano di quando non erano ancora all’hotel, quindi non credo che ci possano essere d’aiuto.- Lilly fece scorrere le pagine fin quando non si fermò ed iniziò a leggere 19 Agosto 1928 Oggi siamo arrivate all’hotel, io e Miriam stiamo nella stessa camera, è davvero stupenda e visto che Miriam sarà la futura moglie del figlio del proprietario ci hanno messo in una delle stanze più di lusso, ma nonostante ciò, non credo che Miriam sia felice di sposarsi, in fondo anche se ci hanno parlato molto bene del figlio del proprietario questo Flavio non lo conosce nemmeno. Durante il tragitto il padre di Miriam mi ha chiesto di convincerla a sposarsi, io non sapevo proprio che fare così appena siamo entrate in stanza gliene ho parlato, lei si è arrabbiata molto ed ha strappato una tenda, ho detto alla reception che è stato un gatto, ma se va avanti così non so per quanto riuscirò a nascondere le sfuriate di Miriam. 22 Agosto 1928 Oggi finalmente abbiamo conosciuto Flavio, il futuro marito di Miriam. L’ha trattata con molta gentilezza, quasi fossero gli sposati e credo che questo l’abbia fatta davvero arrabbiare, oggi ha cercato più di una volta di sabotare il matrimonio, ha rovesciato la torta e “involontariamente” ha strappato lo strascico del vestito, ma il padre di Miriam non riesce a capire e pensa che siano stati solo incidenti, sono un po’ preoccupata, cosa dovrei fare io?Non lo so proprio. In fondo io sono solo una ragazzina di 12 anni, non so nemmeno come ho fatto a diventare amica di Miriam che ne ha diciannove 27 Agosto 1928 Ormai ci siamo quasi, ancora una settimana e Miriam si sposa, hanno deciso che sarò io la sua damigella, dovrei essere emozionata, invece sono solo veramente preoccupata, non ho visto Miriam per tutto il giorno ed è tornata all’hotel solo poche ore fa, non mi vuole dire dove è andata e l’ho vista che portava in camera uno strano barile, ho paura che le sia successo qualcosa, non riesco a capire che cosa le passi per la testa! Perché suo padre non la vuole ascoltare? Che cosa devo fare? 31 Agosto 1928 Mancano 3 giorni all’evento, mi sembra di fare un conto alla rovescia. Oggi Miriam mi ha detto una cosa scioccante, a quanto pare gli affari di suo padre non vanno più tanto bene, possono comunque vivere una vita serena e benestante, ma la madre di Miriam ha sempre adorato lo sfarzo e i gioielli, e quale migliore opportunità di dare in sposa sua figlia ad un ricco gentiluomo per non rinunciare a tutto questo!? Ora capisco perche Miriam è così depressa in questi giorni, in fondo non posso biasimarla dopo aver scoperto che la madre la considera come un oggetto di scambio. Comunque mi ha detto che ha un piano per non doversi sposare, mi ha detto di incontrarci il giorno prima del matrimonio alle grotte che si trovano vicino alla spiaggia. Ora sono un po’ più spaventata che preoccupata. L’ultima pagina di diario era strappata, lasciava intravedere solo la data “02 Agosto 1928” ed in fondo alla pagina un pezzettino di carta era rimasto attaccato al desto del diario su cui si riusciva ad intravedere un “Accet” che probabilmente era un “Accettare” o “Accettai”. Le ragazze restarono con il fiato sospeso per qualche istante, che cosa era successo ad Alba? Di cosa voleva parlarle Miriam? Che cosa aveva in mente? E soprattutto, alla fine si era sposata? Queste domande giravano nelle teste delle ragazze, ma nessuno disse niente per un bel po’. Tornarono alla macchina deluse e in silenzio, Rose prima di uscire dell’hotel aveva cercati di convincere le altre a cercare la pagina di diario strappata, ma alla fine si era rassegnata al fatto che probabilmente non avrebbero mai saputo che fine avessero fatto Alba e Miriam. Lilly si sentiva stranamente triste, forse perche non era riuscita a scoprire che cosa fosse successo veramente quel giorno, ma poco importava ormai. Il giorno seguente Lilly si era già dimenticata dell’hotel e fu svegliata dal suo telefonino che vibrava, lo cercò a tastoni sul comodino di fianco al suo letto e quando lo trovo se lo porto all’orecchio e rispose: L. -Pronto?- Per poi accorgersi stupidamente che era un messaggio, era di Ale e c’era scritto ALLA GRANDE QUERCIA FRA UN ORA. Lilly restò un po’ stupita da quel messaggio, ma poi chiamò Rose e si vestì in fretta, quando arrivarono videro che c’era solo Cathy sotto la quercia. R. -Ei Cathy, dov’è Ale?- C. -Non lo so, mi ha mandato un messaggio ma poi non si è più fatta viva- Mentre parlavano sentirono Ale che le chiamava da lontano e si girarono C. -Ei Ale, deve eri finita? E perché ci hai chiamato?- Ale. -Ci sono delle novità, vi ricordate il diario di Alba? Be, io mi sono ricordata che nel diario c’era un indirizzo “Pound Street 103” ho controllato e quell’indirizzo esiste ancora- Lilly si era completamente dimenticata dell’indirizzo e a giudicare dalle espressioni delle altre anche loro se ne erano completamente dimenticate A. -E no è tutto, La persona che abita in quella casa si chiama Alba Maria Millitton - Tutte la guardavano con gli occhi fuori dalle orbite e a bocca sbarrata, ci fu quale attimo di silenzio e poi Rose disse R. -Be? Che stiamo aspettando? Andiamo,no?- In poco meno di dieci minuti erano già tutte e quattro in macchina nei pressi di Pound Street, con Ale allo guida e Cathy intenta a leggergli la cartina stradale, mentre Rose e Lilly erano attente a leggere i numeri civici dei palazzi. Alla fine si ritrovarono di fronte ad una casa verde petrolio con balconi e finestre sbarrate, l’erba sembrava non essere curata da molto tempo e la cassetta della posta era piena di volantini pubblicitari, aveva un imponente portone di legno con dei grandi anelli che spuntavano da delle teste di leone sulle ante, che probabilmente servivano per bussare, visto che non c’era il campanello. Le ragazze avrebbero pensato che la casa fosse disabitata da tempo se non fosse stata per la debole luce che proveniva dalle fessure di una delle finestre sbarrate. Avanzarono lentamente, e salirono i gradini che portavano al portone, Cathy prese uno degli anelli ed iniziò a bussare, non ebbero nessuna risposta così provò ancora e ancora, diamine, doveva esserci qualcuno, la luce era accesa! Alla fine una voce stridula urlò -Andate via!- Ma le ragazze non avevano alcuna intenzione di andarsene R. - Le vogliamo solo parlare- Silenzio. R. - La prego!- Ancora silenzio. Ma a quel punto Cathy si era già spazientita e ricominciò a bussare con il dorso della mano violentemente C. - Ma insomma! Le dobbiamo solo fare qualche domanda- L. - La prego, vorremmo sapere qualcosa di più in merito a Miriam- disse a bassa voce Lilly, così bassa che dubitava che l’avessero sentita addirittura le sue amiche, figuriamoci quell’anziana signora, e invece quelle parole la raggiunsero e finalmente iniziò a parlare Alba-Cosa sapete voi si Miriam?- Chiese a bassa voce tutto d’un fiato L. - Siamo andate all’hotel “Il Mare della Tartaruga” e abbiamo trovato il vostro diario- La porta si aprì cigolando e una vecchia con un segno le invitò ad entrare, aveva dei lunghi capelli grigi un po’ mossi raccolti in una coda e portava una lunga vestaglia azzurrina con una decorazione floreale, aveva una conformazione esile, il volto era rigato da profonde rughe e le mani raggrinzite. Il pavimento di legno, marcio in alcuni punti, cigolava a ogni loro passo. Alba le fece accomodare in un piccolo salottino con delle poltroncine rosse, un tavolino basso con sopra diverse cianfrusaglie e una lampada bianca arrugginita che emanava una fioca luce giallastra, Alba si allontanò per poi ritornare dopo pochi minuti con un cofanetto di legno in mano, si sedette ed iniziò a parlare Alba -Se avete letto il mio diario immagino che conosciate la storia- Alba proseguì a parlare senza aspettare le risposte delle ragazza Alba - Cos’è che volete esattamente sapere?- Fu Lilly a rispondere L.- Noi vorremmo sapere cosa è successo il giorno del matrimonio e soprattutto come si è appiccato l’incendio- Le ragazze erano tese come una corda di violino e stavano a guardare Alba con il fiato sospeso, che intanto fece un profondo respiro e poi riprese a parlare Alba - Lo immaginavo. Successe tutto molti anni fa, io ero solo una bambina, tuttavia ero l’unica amica che Miriam abbia mai avuto, mancavano solo 3 giorni alle nozze quando mi disse che mi doveva parlare, aveva trovato il modo per non doversi sposare, per essere libera mi disse lei, ed io per un momento ebbi paura, si, paura di lei. Il giorno prima del matrimonio andai al luogo stabilito, nelle bellissime grotte che si trovavano vicino all’hotel, aveva un’atmosfera magica quel luogo, in un’altra occasione le avrei ricordate come il più bello dei luoghi, ora invece è un luogo maledetto, ogni giorno mi pento per quello che feci- Alba si interruppe e aprì delicatamente il cofanetto da cui estrasse l’ultima pagina del suo diario 02 Agosto 1928 Quel giorno andai alle grotte per incontrare Miriam, era visibilmente agitata e non appena mi vide sussultò, poi si calmò e iniziò a dirmi cose che per me non avevano alcun senso, mi disse che sua madre voleva che sposasse Flavio solo perché suo padre era ricco, ma la sua ricchezza veniva quasi interamente dall’hotel e se non ci fosse più stato sua madre non avrebbe avuto più alcun interesse a combinare il matrimonio, ero impaurita delle parole di Miriam e cercai di convincerla che anche se avesse mandato a monte questo matrimonio gliene avrebbero combinati altri, ma lei non mi voleva dare ascolto, alla fine mi disse che quella era la sua unica via di scampo, me lo disse quasi con pietà e io mi lasciai abbindolare dalle sue parole, alla fine mi disse che il giorno seguente sarei dovuta alzarmi presto e andarmene, la botte che aveva portato di nascosto in camera conteneva benzina, Miriam avrebbe appiccato un piccolo incendio, ma non voleva rischiare che mi facessi male perché ero l’unica persona che l’avesse mai capita, ed io, come una stupida … Alba alzò lo sguardo dal foglio e fissò un punto impreciso della stanza come se stesse ricordando -…Acettai- le ragazze ora si erano sporse così tanto dalle poltroncine che per poco non cadevano a terra nessuna disse niente e guardavano Alba a occhi sgranai incredule, Alba fece un piccolo sorriso malinconico Alba -Si, avete capito bene, fu Miriam ad appiccare l’incendi, mi disse che voleva solo creare qualche danno, in modo che Adriano, cioè il padre di Flavio, spendesse i suoi risparmi per ristrutturarlo e così la madre di Miriam avrebbe perso ogni interesse per lui. Ma a quanto pare la cosa le sfuggi di mano, quando vidi il fuoco io ormai ero lontana, era uno spettacolo vedere, quella che a me sembrava una piccola fiammella, danzare sulla spiaggia al sorgere del sole ed infine un’esplosione che fece saltare in aria quasi metà hotel purtroppo i giornali dissero che nessuno sopravvisse all’esplosione- E a queste parole le ragazze finalmente dopo averlo trattenuto così a lungo cacciarono un respiro all’unisono Alba -E questo e tutto, ora credo proprio che sia giunta ora per voi di andare, le mie vecchie ossa devono riposare-E quelle furono le ultime parole che sentirono pronunciare da Alba. Come quando erano uscite dai resti dell’hotel il giorno prima, anche ora nessuna disse niente, forse perche erano troppo sconvolte o forse perché dopo due giornate così intense di emozioni erano troppo stanche per parlare, comunque non tornarono a casa, ma si andarono a riposare all’ombra della quercia. Erano tutte distese sul prato e guardavano le nuvole attraverso le foglie della quercia, come al solito a Lilly venne in mente un’idea che catturò l’attenzione di tutte e che disse sbadatamente ad alta voce L.- Non credo che l’incendio sia stato un incidente,c’è, voglio dire, io penso che abbia intenzionalmente fatto in modo che l’intero edificio cadesse a pezzi, non voleva solo creare un piccolo incendio- Tutte la stavano guardando e ascoltando, ma nessuno stava capendo. L.- Ciò che voglio dire è che Miriam meditava di suicidarsi,è questo che intendeva quando diceva che finalmente sarebbe stata libera ed è per questo che ha avvisato Alba di andarsene, perché sapeva che se fosse rimasta sarebbe morta, e poi chi vuole appiccare solo un piccolo incendio non usa una botte di benzina per farlo!- Finalmente le ragazze riuscirono a capire cosa intendesse Lilly C. -Allora Miriam era un’egoista! In quell’hotel c’erano persone che non c’entravano nulla con questa storia, e lei le ha uccise solo per avere la sua stupida liberta!- Forse Cathy aveva ragione, forse era davvero un’egoista ma c’era una cosa che Lilly gli doveva riconoscere. L. - Forse hai ragione tu, però Miriam doveva volere molto bene ad Alba- Nessuno ci aveva pensato e per un istante provarono un po’ di compassione per lei, in fondo era solo una ragazza disperata R. -forse voleva riavere la sua libertà o forse era diventata un po’ matta, ma su una cosa non ci piove, voleva un gran bene ad Alba, non aveva avvisato nessuno, neanche i suoi genitori del fatto che avesse intenzione di bruciare l’hotel, però lo disse ad Alba, che in fondo era solo una bambina di 12 anni- Lilly “Si, Miriam le voleva un gran bene, la loro è un’amicizia forte, di quelle che durano anche dopo la morte, ne sono sicura! Alba vuole ancora bene a Miriam, anche dopo quello che ha fatto, si capisce da come soffra nel parlare di lei quando era infelice. E da qualche parte là in celo, sono sicura che Miriam voglia ancora un gran bene ad Alba. Anche la nostra è un’amicizia così, e spero che sarà così per sempre. Si, noi quattro saremo amiche per sempre!”
  
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