Ifigenia e lo Stormo
Non puoi costringermi a guardare i profondi recessi della terra
Perché è così bello volgere lo sguardo alla luce del Sole.
Da "Ifigenia in Aulide", di Euripide
Perché è così bello volgere lo sguardo alla luce del Sole.
Da "Ifigenia in Aulide", di Euripide
Pesanti drappi neri
Appesi alle pareti
Di stanze sconosciute
Ed abbandonate.
Ci sono fessure tra i muri,
Ci sono spiragli e finestre
Per i miei occhi, per una mano
Intimorita dai riflessi fugaci
Di un Sole straniero.
Ma esistono altre finestre
Fatte di sangue e ricordi,
Dove luci immortali si riflettono
Negli occhi di uno stormo vagante.
Uno stormo di corvi.
L’ho incontrato in un sogno.
Cercava, cercava qualcosa
Sepolto in mari oscuri:
Lucidi specchi neri
Dove annegare.
Cercava, prigioni dorate
Dove i lacci di seta
Attorno al collo
Non lasciano segni.
Ho incontrato lo stormo.
Ho salutato il vento
Che l’ha condotto via.
Com’è strano sognare
La partenza di qualcuno.