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Autore: Selenite    18/11/2013    9 recensioni
Mahel è un'allegra ragazza di 16 anni, il cui nome le è stato dato dalla madre, una scrittrice di libri per ragazzi, prendendo ispirazione da un personaggio delle sue stesse storie. Nonostante Mahel odi il suo nome, si ritroverà nell'universo delle fiabe di sua madre, per aiutare il co-protagonista Lagharta alla salvezza del mondo. Sembra una storia fantasy come le altre, ma non lo è... Perchè Lagharta non è un eroe come tutti gli altri. E odia Mahel dal più profondo del suo cuore.
Ho messo rating piuttosto alto, in quanto ci sarà la presenza di alcune scene abbastanza crude. Ringrazio in anticipo per la cortesia che chiunque vorrà riservarmi nel leggere ^^
Genere: Drammatico, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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*Dedicato a dunh8.
Che l'amore che provi possa essere solo fonte di gioia suprema. Grazie delle tue belle parole*


CAPITOLO 30

Inferno


Quella notte, tutto quanto assunse un colore scuro e cupo.
Lagharta non riusciva a dormire, anche se ormai il Tempio di Roccia era un luogo sicuro, perciò uscì all'aperto, dove l'aria fredda della sera spostava delicatamente le chiome degli alberi e raffrescava tutto quanto.
-Non riesci a dormire...?- chiese Saluss, avvicinandoglisi e afferrando la ciocca di capelli a lato del suo volto -Per via di Mahel...?-
Lagharta sospirò, mettendosi una mano davanti agli occhi -A cosa serve questo viaggio, ormai...?-
Saluss abbassò lo sguardo e tirò forte la ciocca verso di sé -Mahel non tornerà mai a casa. Pensi che sia per causa tua? Lo sai che le sue decisioni sono unicamente sue-
Lagharta sbuffò, ridendo maligno -Non posso credere che ha rinunciato a quella madre che rammenta sempre per un essere del genere. Potrà essere buono quanto vuole, ma Mahel non potrà mai più tornare a casa, adesso. Perché mai lo avrà fatto?-
-Perché Mahel possiede la luce della Dea, Lagharta. E lo sai. Ecco perché diventerà la tua sposa...- sussurrò Saluss sottovoce, ormai chiaro che la Profezia si sarebbe avverata.
Lagharta sprofondò in un silenzio inquietante. E poi sorrise sarcastico -Spero solo che quel giorno non arrivi mai. Perché io Mahel...la odio!-

All'interno, il Tempio di Roccia si era riempito di una luce magica e calda.
Mahel era dentro una delle stanze, scavate perfettamente in quella che più che roccia sembrava metallo infrangibile.
Le coperte di seta, sulle quali era stesa, non la facevano riposare bene. Lei odiava quelle comodità da ricconi, ricordando che quando era nel suo mondo la cosa più costosa che possedeva era la stessa macchina fotografica che aveva sempre con sé.
Carezzava Irihe, che ormai dormiva tranquillo, sorridendo al pensiero che quel piccolo esserino, che prima era un essere umano, ormai dipendeva da lei in tutto e per tutto.
-Irihe...penso proprio che tu sia il personaggio di mia mamma che al momento mi fa più tenerezza di tutti...- disse mentre sorrideva.
Chiuse gli occhi e tentò di nuovo di cadere nel sonno, ma non riusciva. Ricordava il volto di tutti quando aveva detto loro della punizione, e di come Lagharta l'avesse insultata e quasi picchiata. Se non fosse stato per Pixel, le sarebbe successo chissà cosa.
-Non capisco quella reazione...- sussurrò lei, sentendo muovere il piccolo corpo caldo di Irihe, che si risistemò più accanto a lei -Forse è arrabbiato con me per la mia decisione, ma...perché?-
Si alzò dal letto, cercando di coprire Irihe meglio che poteva, e uscì fuori.
Sperò che ci fossero le stelle, perché aveva bisogno di parlare con suo papà.

Nel buio della notte, mentre Mahel usciva fuori dal Tempio, una voce bassa e delicata cantava una canzone così bella che si fermò ad ascoltarla.
Era un lingua antica, e non la capiva, ma aveva un suono davvero molto dolce.
Avvicinandosi a quella voce dal timbro familiare, vide che era Lagharta.
I suoi occhi si spalancarono completamente, perché migliaia di piccole luci rosate stavano riempiendo il cielo e Saluss, in mezzo a loro, danzava con un'aria triste dipinta sul volto.
Era un'immagine bellissima.
Mahel pensò che non aveva mai sentito Lagharta cantare, e quello che vedeva era una delle cose più belle che avesse mai visto. Così poetica, e dolce. E triste.
Il suo cuore sentì una morsa dolorosa e crudele, come un pugnale piantato al centro esatto di quello che, ormai, sapeva fosse il suo sentimento.
In quel momento, più che mai, Mahel si accorgeva di quanto, profondamente e irrimediabilmente, si fosse innamorata di quel ragazzo dagli occhi blu notte.

Sentì subito la sua presenza, ma continuò a cantare. Sapeva della sua voce, e del suo potere. Per questo non cantava mai.
Era la stessa cosa che fece Mahel al Tempio di Vie. Risonanza.
Saluss smise di ballare e guardò verso di lei. La vide stringersi il petto, insieme all'essenza di Vie, con una strana aria addolorata dipinta sul volto.
Saluss sapeva.
Si avvicinò a Mahel e le sorrise -Hai finalmente capito...eh, Mahel?-
Mahel arrossì e abbassò lo sguardo, colpevole -Sono una persona pessima...-
Saluss scosse la testa e le baciò la fronte -No, Mahel. Io sono una persona pessima. Essere gelosa di te, non farà Lagharta mio...-
Prese una ciocca dei suoi capelli e la tirò, finché Mahel non si avvicinò a Lagharta.
-Cosa vuoi?- le chiese lui gelido, senza neanche guardarla negli occhi.
-Nulla. Volevo parlare con papà...ed ho sentito la tua voce- asserì lei.
Alzando gli occhi, Lagharta la vide. E si maledì perché non avrebbe voluto vedere. Strinse i denti facendosi quasi male, ed i suoi pugni tremarono -Tu...mi devi qualcosa-
Mahel lo guardò, aggrottando le sopracciglia confusa -Io ti devo...qualcosa?-
-Già- rispose lui maligno, sorridendo in un modo spaventoso -Ricordi? Mi avresti detto tutto quando fossimo tornati dal Tempio. Quel che dovevamo è stato fatto. Mi devi una risposta-
-Anche tu- rispose secca Mahel, con aria di sfida per la sensazione orribile che la scosse nelle ossa in quel momento -Anche tu mi devi qualcosa-
Lagharta ridacchiò di nuovo. Le lune erano testimoni -Vuoi davvero saperlo...?- chiese Lagharta, assumendo un'espressione di puro terrore.
-Si- rispose Mahel, sentendo uno strano brivido freddo che le correva lungo la schiena. Un brutto presentimento -Voglio sapere-
-No, Lagharta, non farlo- urlò Saluss.
Ma ormai era troppo tardi.

C'era una rabbia strana che non si spiegava.
Era dentro di lui, da sempre, e tenerla sotto controllo era difficile più di quanto si potesse mai aspettare. Sorrise di nuovo, mentre le sue mani iniziavano a colorarsi di un nero brillante e spaventoso.
-Lagharta...?- chiese Mahel spaventata. Ma poi tutto passò.
Lo spavento di quella situazione non chiara si trasformò in puro terrore.
Mahel vide una luce. Piccola, quasi un riflesso, in lontananza. Qualcosa che la sua schiena, di nuovo, valutò pericoloso.
Lo sentiva.
Iniziò ad avvicinarsi a Lagharta, aveva una brutta sensazione. Sarebbe successo qualcosa. Non voleva.
Lagharta allungò la mano come per colpirla, ma Mahel la tirò a sé, avvicinandosi a lui. Lo abbracciò. E sentì un grande, perforante dolore alla schiena.

Lagharta spalancò gli occhi. Vide Mahel chiudere i suoi, e crollare a terra. Una scia di sangue lungo i suoi vestiti...e una strana espressione di pace sul volto.
-Mahel!- urlò lui, inginocchiandosi e fermando quell'aura minacciosa che stava esprimendo poco prima -Che diamine è successo?-
-Non so cosa...non so come...ma era vicino a te. Non volevo che tu morissi. Non potevo permettermi che tu morissi...sentivo che ti avrebbe ucciso. E non potevo...- sussurrò lei, carezzando la guancia di quel guerriero dallo sguardo di un bambino -Avrei davvero voluto vedere la tua sposa. Magari non sarei stata io...ma sarebbe stata bellissima, perché tu meriti solo qualcosa di bello, Lagharta...-
Strinse la guancia e sentì qualcosa di caldo dentro di sé. Amore.
-Grazie. Per avermi sempre guardato...così com'ero...-

Che stupidaggine. Quel sangue non voleva proprio smettere di uscire.
Cercò la ferita, così da fermare il sangue, ma vide la cosa più spaventosa che poteva essere. Un pugnale, lungo e stretto, di un colore viola scuro, che passava da parte a parte della schiena di Mahel. Un liquido nero che stillava dalla punta. Veleno.
-Alvexia...?- sussurrò lui terrorizzato. Voltando lo sguardo, come l'avesse evocata, era lì.
I suoi occhi rossi sottili e cattivi, le mani che stringevano un altro pugnale.
-Mannaggia, ho sbagliato...mi dispiace per Mahel, ma non riuscirà a salvarti. Questo è il veleno dell'oblio. Neanche tu puoi resistere alla sua tossicità...-

Era tornata. Era cattiva. E aveva appena promesso la morte a Mahel.
Lagharta sentì come un vetro rompersi dentro il suo cuore. Gli occhi chiusi di Mahel e la sua mano ormai quasi senza forza...dettero nuova rabbia al suo cuore ormai distrutto.
-Lei ti voleva bene!- urlò a squarciagola verso la Lilith, tornata solamente per poter uccidere qualcuno che l'aveva amata con tutto il cuore -Come hai potuto?-
-Io devo solo seguire gli ordini del mio padrone...vero, Exitio...?-
A quel nome, anche Saluss rimase senza parole.
Una piccola fata, dallo stesso viso di Saluss, ma dai colori del viola e del nero, si presentò accanto a lei. Lo sguardo spento, espressione vuota.
Lagharta sapeva cosa tutto quello significasse -Laherte...?-

Ed eccolo. Un filo di vento che presentò ai loro occhi il loro nemico. Il nemico di Vie.
Capelli biondissimi, che sembravano fili d'oro. Occhi blu come quelli di Lagharta, il suo volto identico e bellissimo. Una piccola spada corta, al fianco, con un impugnatura di platino, al cui interno svettava l'essenza di Exitio. L'espressione vuota, come quella della sua protrettrice, che gli fu accanto in un soffio. -Saluss...è da tempo che non ci vediamo. Direi...qualche millennio...- sussurrò con voce delicata Exitio.
-Exitio...tu...non è possibile...- rispose la fatina, iniziando a piangere -Come hai potuto...?-
E alla fine, anche lui parlò. Laherte.
-Ciao, fratellino. È una gioia rivederti-



***

Grazie. A tutti quanti. Non ho risposto a tutti singolarmente, perchè a volte le lacrime di commozione mi hanno bloccato dal farlo. Scusate se ci ho messo più di una settimana. Ma quando scrivevo questo capitolo ero così in ansia per la mia piccola...che non riuscivo a completarlo.
Grazie del vostro sostegno, sempre prezioso, e delle vostre sempre splendide, dolci, affettuose parole. Grazie per avermi aspettato, grazie di continuare a seguirmi. Siete i migliori ed io non merito tutto questo.
Ricordate che vi amo infinitamente, tutti quanti, dal primo all'ultimo.
Come sempre...un bacio ed un abbraccio virtuali, con devozione.
Selenite
  
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