Il sole cala sul mio mondo
arriva la notte,
silenziosa striscia e ti
copre col suo
silenziosa striscia e ti
copre col suo
sudario.
Un altro corvo scese e si appoggiò su un ramo dell’albero rinsecchito, dato che non avevo niente di meglio da fare mi misi a contarli. Ce n’era una decina ma presto se ne aggiunsero degli altri e così ricominciai da capo, una volta, due volte, tre volte, continuai così ancora a lungo fino a quando non riuscii più a contare.
Ero talmente esausta che non me ne resi nemmeno conto.
Dopo molti giorni vidi finalmente qualcosa che non erano le ormai centinaia di corvi che affollavano il posto. Una fila di jeep si stava avvicinando nel deserto alzando una nuvola di polvere.
Non appena le portiere vennero sbattute i corvi si sollevarono in volo gracchiando e presero a girare sopra la mia testa. Qualcuno mi si avvicinò e cominciò a parlarmi ma non riuscivo a capire le parole.
Rimasi zitta a fissare il vuoto desolante del deserto.
Ad un certo punto sentii un rumore che conoscevo bene, un colpo di fucile e capii che il supplizio era ricominciato, strinsi i denti preparandomi al dolore che sarebbe sicuramente arrivato.