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Autore: _Whatever_    18/11/2013    0 recensioni
Quando ero con lui non ero mai rilassato, calmo o tranquillo: ero sempre elettrico, sempre attento a qualsiasi sua frase o atteggiamento, ma non capivo il perché della mia reazione; probabilmente il mio comportamento era influenzato dal fatto che non sapevo mai cosa aspettarmi.
Genere: Generale, Introspettivo, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Alex Turner, Miles Kane
Note: AU, Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Dopo due settimane di convivenza e lavoro con il mio migliore amico mi sembrava strano tornare in Inghilterra dalle scimmie, ma ero in un certo modo sollevato.
Mi ero divertito in Francia con Miles ed ero soddisfatto del risultato del nostro lavoro, ma ero stremato.
Quando ero con lui non ero mai rilassato, calmo o tranquillo: ero sempre elettrico, sempre attento a qualsiasi sua frase o atteggiamento, ma non capivo il perché della mia reazione; probabilmente il mio comportamento era influenzato dal fatto che non sapevo mai cosa aspettarmi.
I ragazzi di Sheffield li conoscevo da una vita ed erano praticamente parte della mia famiglia: amavamo fare le stesse cose, eravamo abituati a condividere tutte le esperienze e dopo due album avevamo imparato molto sulle abitudini degli altri, mentre con Miles era tutto nuovo e lui era del tutto diverso dagli altri.
Non avevamo mai trascorso così tanto tempo insieme e non immaginavo potesse essere così faticoso: non conoscevo le sue abitudini, i suoi vizi, le sue fisse e tutte le cose che componevano la sua quotidianità.
Da fuori, per una persona che lo osservava per qualche ora, poteva sembrare un tipo normale: rideva facilmente, amava scherzare, divertirsi, suonare, cantare, parlare di musica, prendermi in giro, cosa che solo lui si azzardava a fare, perché evidentemente agli altri la mia timidezza incuteva timore, anche se non riuscivo proprio a capire come la mia figura potesse intimorire in qualche modo.
La convivenza tra me e lui era stata relativamente semplice durante i primi tempi: i giorni erano scanditi dai ritmi del lavoro e la sera andavamo a bere qualcosa in un bar nel centro del paese, a volte accompagnati da James, a volte da soli.


Una sera Miles era più carico del solito e quando gli chiesi il motivo della sua euforia, lui mi rispose dicendo che aveva voglia di trovare una ragazza con cui trascorrere la notte.
Non condividevo questo suo atteggiamento: in Inghilterra aveva una bellissima ragazza ad aspettarlo e due settimane non mi sembravano così lunghe, ma evidentemente non era della mia stessa idea e non provai nemmeno a nominare Agyness.
Non lo giudicavo in realtà, perché anche io avevo tradito Johanna mentre ero in tour, ma la sola idea di fare qualcosa contro Alexa adesso mi terrorizzava: stavamo insieme da pochi mesi ed ero ancora nel periodo in cui tutto va estremamente bene, probabilmente non avevamo ancora nemmeno litigato.
Nel bar dopo un po’ notammo una coppia di amiche molto carine e Miles le squadrò attentamente, prima di avvicinarsi e offrire loro un drink. Io mi mantenni a distanza, perché non volevo essere coinvolto nel suo giochetto, ma qualche minuto più tardi furono loro tre a raggiungermi.
Una di loro parlava inglese decentemente, mentre l’altra non capiva una parola di quello che dicevamo, ma mi fissava intensamente, probabilmente mi aveva quasi riconosciuto.
Miles e Charlotte parlarono per la maggior parte del tempo e non considerarono me e l’altra ragazza, di cui avevo immediatamente dimenticato il nome.
Mi sentivo in imbarazzo a stare lì a reggere il moccolo a Miles e alla sua nuova conoscenza, così mi scusai con le ragazze con Miles e andai fuori a fumare una sigaretta e a fare una telefonata.
Chiamai Alexa, ma non restai troppo al telefono con lei, perché era fuori con le sue amiche.
Quando tornai dentro andai a ordinare qualcos’altro da bere e Miles mi raggiunse al bancone.
“Perché stai facendo il guastafeste?”
“Non sto rovinando proprio niente.” Risposi, sapendo bene a cosa si stava riferendo.
“Alex, che ti costa essere un po’ più socievole questa sera? L’umanità non fa schifo, sai?”
“Miles, cosa vuoi?”
“Che tu faccia un po’ di compagnia all’amica di Charlotte, tutto qui. Non farla sentire il terzo in comodo. Secondo me potresti divertirti anche tu stanotte.” Mi fece l’occhiolino, pensando di avermi convinto con questo discorso patetico.
“Perché non ti diverti tu il doppio? Io me ne torno in hotel.” Gli diedi una pacca sulla spalla e dirigendomi verso l’uscita salutai le ragazze con un cenno della mano.


Inutile dire che quando qualche ora più tardi fui svegliato dal fracasso di tre voci nel corridoio, non mi sorpresi più di tanto.
Miles almeno sapeva come divertirsi per entrambi.
  
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