Just, run!
 
Non si sceglie neanche di vivere.
Non si sceglie neanche quando andarsene.
Non si sceglie.
Non si sceglie neanche di scegliere.
Tu puoi scegliere soltanto se vuoi correre o no.
 
 
Sei seduta su quegli scalini da più di mezz’ora, persa a contemplare i fiori che spuntano tra l’erba del giardino di fronte a te.
Pensi.
Pensi a tutto ciò che ti è accaduto nelle ultime tre ore e a quanto tu possa essere stata stupida ad essertene andata.
Avete litigato, come mai vi era successo prima, solo che sta volta sei scappata. Non ce l’hai fatta a reggere la situazione, è troppo perfino per te.
Ti sei messa i tuoi leggins neri, la maglia larga a mezze maniche rossa che ti aveva regalato lui qualche mese prima per il compleanno e le scarpe da ginnastica che ti eri comprata mettendo da parte i soldi, e hai cominciato a correre.
Correre lontano da tutto e da tutti, dai pensieri, le preoccupazioni… da lui.
Non sai nemmeno tu perché l’hai fatto, forse perché ammettere che aveva ragione faceva troppo male.
Fissi i fiori: le margherite, le primule e le violette. Hai sempre amato le violette, sono simpatiche! dicevi da piccola. Inevitabilmente pensi a lui, a quando gli hai raccontato di tua madre che ti portava al parco, ti spingeva sulle altalene e poi ti raccoglieva una violetta e ti dava un bacio tra i capelli. Al sentire il tuo racconto aveva sorriso e il giorno dopo, a fianco al caffè, avevi trovato proprio quel fiorellino viola, simpatico, a rallegrarti la giornata.
Sorridi al ricordo.
Ne raccogli una e te la rigiri tra le dita, fissandola.
Un bimbo ti si avvicina trotterellando e la indica tutto sorridente.
“Ciao!” Lo saluti, lui ricambia con un sorrisone che farebbe sciogliere chiunque. Biondo, occhi azzurri e paffuto. Quanto è bello! pensi.
“Pecchè sei tliste?” ti chiede all’improvviso, sorprendendoti. Tu gli scompigli i capelli e gli sorridi di nuovo.
“Perché mi sono persa.” Gli rispondi.
E’ vero. Non lo stai prendendo in giro: ti sei persa.
Non sai più dove vuoi andare, per quello ti sei fermata a riprendere fiato e non ti sei più mossa da lì.
Tornare indietro e ammettere di aver sbagliato o andare avanti e fare finta di niente?
Riprendere a correre o restare lì, ferma, a rimuginare?
“Da dove vieni?” chiede ancora. Tu indichi la stradina dalla quale sei arrivata con l’indice, poi abbassi la mano e  ti fissi di nuovo su quel piccolo fiorellino indifeso tra le tue dita.
Lui ti guarda con un faccino buffo, tira su con forza la mano che poco prima avevi alzato e ti prende l’indice, puntandolo verso la direzione che gli avevi indicato.
Non capisci.
“Devi andale di lì se vuoi ritlovale la tua casa!” esclama alla fine, tutto soddisfatto, con un sorrisone stampato in viso.
Spalanchi la bocca e fissi nella direzione da lui indicata.
Ripensi a ciò che ti ha appena detto quel bimbo di cui non sai neanche il nome.
Gli dai un bacio e gli metti la violetta tra le mani, lo ringrazi prima di vederlo trotterellare via e torni a fissare la stradina alberata.
Ti chini, raccogli un’altra violetta e ne annusi il leggero profumo.
Stringi forte il gambo tra le mani e improvvisamente sai cosa fare.
Lo ami. Non devi sapere nient’altro.
Sei stata ferma abbastanza.
L’unica cosa che devi fare ora è correre. 


ANGOLINO DI POLLA:
Buona seraaa! :)
Piccola shottina senza senso, giusto per riempire la serata, ispirata dalla frase in corsivo all'inizio. 
L'ho letta e mi è subito piaciuta :)
Detto ciò, non mi dilungo troppo eeeee spero vi sia piaciuta almeno un pochino xD
Grazie alla mia shim che, come sempre, legge :*
Alla prossimaaa! <3
Polla

PS: Avete visto l'episodio!? o.o Creey!